Recensione - Borderlands 3
Il Gioco
Sono passati alcuni anni dagli eventi di Borderlands 2, con la scoperta di numerose altre Cripte oltre quella di Pandora. La scomparsa di Jack il Bello ha portato inoltre all’ascesa dei Gemelli Calypso, un duo di psicopatici che sono riusciti in breve tempo a riunire tutti i clan di banditi di Pandora in un unico culto chiamato “Figli della Cripta”, che venera i due gemelli come divinità e che ha come unico scopo il ritrovamento della Grande Cripta. Ad opporsi a questa nuova follia troviamo la Sirena Lilith, una vecchia conoscenza della serie ora è a capo dei Crimson Rider, l’unico gruppo che si ribella ai Calypso e che tenta di fermare i loro piani. Tra i Crimson Rider troviamo anche altri volti noti come la provocante barista Mad Moxxi, lo storico mercante Marcus e l'immancabile robot combinaguai CL4P-TP, meglio conosciuto come Claptrap.I Crimson Raider non riescono comunque a gestire la continua espansione dell’esercito dei Calypso, questo almeno fino all’arrivo di quattro nuovi Cacciatori della Cripta: Amara, FL4K, Zane e Moze. Il nostro primo compito è proprio quello di scegliere quale di questi impersonare, ognuno che come da tradizione rappresenta una diversa “classe” e stile di gioco, completamente diverso l'uno dall’altro. Amara è una Sirena in grado di evocare delle braccia di energia con cui picchiare, difendersi o immobilizzare i nemici, FL4K invece è un robot in grado di stringere legami con gli animali e sfruttarli in combattimento attaccando o distraendo gli avversari. Zane è un maestro dell’inganno ed è in grado di creare ologrammi di sé stesso per confondere i nemici utilizzando inoltre diversi gadget in battaglia, mentre la piccola Moze può evocare un mech da combattimento che ricorda molto quello di D.Va in Overwatch.
MX Video - Borderlands 3
Proprio come i suoi predecessori, anche Borderlands 3 punta molto sulla componente GDR, quindi ogni personaggio salendo di livello può essere personalizzato con tre diverse skill tree con abilità attive e passive. Ogni abilità può essere potenziata singolarmente per migliorarne gli effetti, inoltre si possono anche mescolare bonus di diversi skill tree per creare delle build “ibride” che aprono potenzialmente a decine di combinazioni per soddisfare ogni esigenza. Inoltre in qualsiasi momento si possono riassegnare i punti per sperimentare combinazioni diverse; ad esempio nella mia prima run ho utilizzato Amara creando prima una versione basata principalmente sul combattimento ravvicinato e l’utilizzo di armi pesanti, per poi cambiare successivamente in una che si focalizzava sul combattimento dalla media/lunga distanza sfruttando le abilità elementali delle armi, cambiando così completamente lo stile di gioco. L’unico “problema” di questo sistema è che si apprezza davvero solo quando ormai si è vicini al level cap di 50 e si hanno abbastanza punti per sbloccare più abilità, mentre nelle prime ore le differenze sono minime e la scelta piuttosto limitata.
Borderlands 3 è infatti un gioco che dà il meglio di sé solo dopo alcune ore, e nonostante la prima parte sia comunque valida, è innegabile come sia la trama che la vera profondità del gameplay decollino solo verso la metà dell’avventura. Con un gameplay che tra l’altro non si distanzia molto da quello a cui eravamo abituati sette anni fa, per cui i fan si sentiranno subito a casa una volta avviato Borderlands 3. Ci troviamo quindi davanti ad un looter shooter di stampo abbastanza classico, anche se sarebbe più corretto specificare come lo stesso Borderlands sia stato tra i precursori di questo genere. In questi anni tuttavia il mercato videoludico non si è di certo fermato, e abbiamo avuto tanti altri esponenti importanti del genere come Destiny o The Division, seppur la formula di base non sia stata stravolta ma solo perfezionata.
Di modifiche al gameplay, comunque, ce ne sono anche se ad una prima occhiata sembrano impercettibili, come ad esempio la scivolata: abbassandoci durante uno scatto, il nostro Cacciatore si esibirà in una lunga scivolata utile per raggiungere rapidamente una copertura o schivare una raffica di pallottole, una tecnica sicuramente non inedita ma che dona un piccolo fattore di frenesia in più al già caotico gameplay. Anche il fatto di potersi arrampicare può sembrare una novità di poco conto, ma ben presto ci si rende conto di come questo apra ad una inedita verticalità delle mappe, permettendoci di raggiungere agilmente delle posizioni sopraelevate. Questo è utile sia in fase esplorativa per cercare bauli e segreti, sia in fase di combattimento per scappare in situazioni di pericolo o trovare una posizione vantaggiosa da cui far piovere piombo sui malcapitati nemici. Ed a proposito di mappe e verticalità, la novità più importante introdotta in Borderlands 3 è il viaggio intergalattico. Lo scenario arido di Pandora, per quanto sempre suggestivo, rischiava infatti di diventare fin troppo ripetitivo dopo tre giochi, mentre con Borderlands 3 Gearbox ha avuto la giusta idea di portare i Cacciatori della Cripta in giro per la galassia. Questo ha permesso agli sviluppatori di sbizzarrirsi con mondi e scenari totalmente diversi da quelli di Pandora, portando quindi una ventata d'aria fresca di cui il gioco aveva disperatamente bisogno.
Per quanto le ambientazioni siano varie, lo scopo ultimo rimane comunque sempre lo stesso, ovvero fare delle vere e proprie carneficine sfruttando i milioni (letteralmente) di armi presenti e fare quanto più casino possibile. Da questo punto di vista Borderlands non ha mai deluso, e anche in questo capitolo sarete immediatamente sommersi di armi di ogni dimensione e tipo passando tra pistole, fucili, smg, fucili a pompa, fucili da cecchino e lanciarazzi, ognuno con statistiche ed effetti diversi. Altra novità di questo capitolo è inoltre l’introduzione di un modalità di fuoco secondario per alcune armi: tramite la semplice pressione di un tasto si può passare ad esempio da danni corrosivi a danni elettrificati oppure da fuoco automatico a fuoco singolo, oppure si può cambiare completamente tipologia di munizioni passando da pallottole a mini razzi.
Sul versante tecnico Borderlands 3 sfoggia il suo caratteristico stile "disegnato" che ha reso famosa la serie, e il passaggio alle nuove console (se si esclude la remastered Handsome Collection) si nota grazie ad una pulizia generale dell’immagine e un maggior numero di dettagli a schermo, sia per quanto riguarda i nemici che per le stesse armi, che possono anche essere decorate con diversi accessori. Non mancano tuttavia alcuni problemi, ma ne parlerò in maniera più dettagliata a breve. Per quanto riguarda la longevità, sono arrivato alla fine dell’avventura in circa 40 ore dedicandomi anche a buona parte delle missioni secondarie, mentre se vi focalizzate unicamente sugli incarichi principali dovreste impiegare circa 20/25 ore.
Una volta giunti ai titoli di coda, tuttavia, il gioco non è concluso: potrete infatti decidere di ricominciare mantenendo tutti i progressi ottenuti ma con nemici potenziati per cercare loot ancora migliore, o dedicarvi all’esplorazione dei “Terreni di prova”, aree aggiuntive che è possibile raggiungere unicamente trovando le relative coordinate spaziali. Inutile dire che in queste aree troverete nemici e boss ancora più tosti ma con ricche ricompense, anche se è consigliabile affrontare queste prove in cooperativa. Come se non bastasse, una volta giunti all’endgame si sbloccano tre ulteriori specializzazioni (Incursore, Superstite, Cacciatore) che amplificano ulteriormente le possibilità di personalizzazione del personaggio, e i punti necessari per sfruttare le varie abilità si ottengono facendo salire il proprio Grado Guardiano semplicemente giocando con qualsiasi personaggio, invogliando quindi a ricominciare con una classe diversa.
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