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ARC Raiders

ARC Raiders - anteprima hands-on

A poco meno di una settimana di distanza dal secondo test tecnico di ARC Raiders, in programma dal 30 aprile al 4 maggio, Embark Studios ci ha offerto l’opportunità di giocare in anteprima per quasi 10 ore i contenuti che verranno messi a disposizione dei giocatori nei prossimi giorni. Eccovi il nostro resoconto completo!
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Dopo vari cambi di rotta e annessi rinvii, ARC Raiders, il nuovo titolo in sviluppo negli studi di Embark Studios che hanno dato i natali anche al recente The Finals, sembra aver trovato la propria connotazione definitiva e si appresta ad arrivare su PC e console di ultima generazione nel corso del 2025. Uno degli step fondamentali per presentarsi nelle migliori condizioni possibili al day one è quello di verificare la tenuta dei server con un consistente numero di giocatori e, perché no, raccogliere anche qualche feedback extra riguardo al bilanciamento generale del gioco.

ARC Raiders è un extraction shooter PvPvE in terza persona ambientato, come più volte sottolineato dal team di sviluppo durante la presentazione del gioco, in un futuro post-post apocalittico nel quale la Terra è stata invasa da una razza di creature robotiche, conosciute come Arc. Al momento non è dato sapere da dove siano arrivate né perché, ma sappiamo che, per sopravvivere, gli esseri umani hanno dovuto abbandonare la superficie del pianeta, lasciandola completamente in mano agli Arc, per rifugiarsi nel sottosuolo. Da qui i più coraggiosi organizzano delle spedizioni verso la superficie con l’obiettivo di raccogliere risorse e materie prime utili per la sopravvivenza.

Chi si avventura in queste missioni ad alto rischio è conosciuto come Raider, ed è qui che entriamo in gioco noi. Una volta avviato il titolo e superata la prima missione guidata, che funge da tutorial per le meccaniche di base, i giocatori si trovano infatti ad interpretare questo particolare ruolo, con tutto ciò che ne consegue. Il gameplay è abbastanza tradizionale e si suddivide sostanzialmente in due macro-fasi, quella in superficie e quella nel sottosuolo. La prima vede i giocatori, da soli o in team composti da un massimo di tre Raider, raggiungere varie aree della Terra per esplorare e raccogliere risorse da portare nel sottosuolo, il tutto affrontando le creature Arc che infestano la superficie e gli altri team di giocatori presenti nella zona, che possono essere amichevoli, neutrali o, nella maggior parte dei casi, ostili.

MX Video - ARC Raiders

Per ogni incursione si ha a disposizione un massimo di 30 minuti, ma non fate troppo affidamento su questo dato in quanto le partite, almeno per quanto visto durante le giornate di test, si concludono generalmente prima dello scadere del timer. Per poter lasciare le zone in sicurezza e portare con sé il bottino raccolto, si hanno infatti a disposizione solo due alternative: la prima è quella di raggiungere i punti di estrazione presenti nella zona, richiedere un mezzo di estrazione (che in base alla mappa può essere un ascensore, una metropolitana, ecc), attenderne l’arrivo e fuggire. Ogni punto di estrazione ha però un tempo di attività differente, il che significa che più a lungo si posticipa il ritorno alla base, meno punti di estrazione si avranno a disposizione, con conseguente incremento del numero di team nella zona.

La seconda opzione di estrazione riguarda le “botole”, ovvero dei veri e propri passaggi scavati ad-hoc dai Raider per lasciare rapidamente le aree in caso di necessità. Questi punti di uscita non hanno un tempo di attività definito, ma per poterle aprire è necessaria una chiave particolare che è possibile raccogliere durante l’esplorazione o craftare nel sottosuolo, ma ne parleremo meglio dopo. Le attività in superficie ruotano, come detto, attorno all’esplorazione e alla raccolta di loot di vario genere, utile per migliorare il proprio equipaggiamento, crearne di nuovo o racimolare valuta rivendendo quanto raccolto ai mercanti presenti nel sottosuolo.

Ogni area presente nel gioco ha le proprie caratteristiche e le proprie strutture, ognuna delle quali offre bottino differente sia in termini di tipologia sia in termini di rarità. Gli edifici industriali, per esempio, sono un ottimo luogo dove raccogliere materie prime, mentre quelli commerciali generalmente custodiscono oggetti da rivendere o tecnologici. Tutte queste informazioni sono reperibili aprendo la mappa in ogni momento, così da poter decidere con attenzione verso quali luoghi dirigersi durante l’esplorazione. Ogni personaggio può infatti portare con sé solo un numero limitato di oggetti, sia dal punto di vista numerico sia per quanto riguarda il peso complessivo. È pertanto opportuno razionalizzare al meglio la raccolta, così da massimizzare la resa di ogni esplorazione.

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La natura delle risorse non è poi l’unico elemento da tenere in considerazione. Ogni mappa propone edifici che possono essere aperti solo con particolari chiavi, il che potrebbe renderli inaccessibili in alcune situazioni. Inoltre, come accade spesso in titoli simili, le aree più ricche sono generalmente quelle più affollate, con conseguente rischio di incontrare altri giocatori. ARC Raiders, come detto in apertura, è un titolo PvPvE nel quale la componente PvP, seppur non imprescindibile, rappresenta una porzione importante dell’esperienza di gioco. Per quanto non sia strettamente necessario affrontare gli altri team e sia addirittura possibile ignorare gli avversari o collaborare con loro, è innegabile che derubare gli altri Raider sia una delle opzioni più remunerative.

Ogni giocatore dispone di un inventario nel quale riporre tutto ciò che ha raccolto, al quale si aggiungono alcuni slot rapidi nei quali è possibile inserire cure, consumabili di varia natura e accessori, e una sorta di scomparto sicuro, nel quale è possibile riporre gli elementi che non si vuole lasciare a terra in caso di sconfitta. Ogni Raider porta inoltre con sé due armi e uno scudo protettivo, che si differenziano per tipologia e livelli di rarità crescente. Non è quindi difficile intuire come ingaggiare uno scontro a fuoco con altri giocatori, per quanto rischioso, possa rivelarsi estremamente più utile in termini di loot di un certo tipo. La volontà degli sviluppatori è infatti quella di mettere nelle mani dei giocatori quante più opzioni possibili, così che ognuno possa decidere di volta in volta che tipo di esplorazione avviare.

Volendo si può infatti evitare completamente gli scontri con Arc e altri team adottando un profilo basso e restando alla larga dalle aree più battute mentre si fa incetta di oggetti, decidere di impegnarsi solo in scontri PvE per raccogliere i materiali lasciati sul terreno dalle creature robotiche o di puntare tutto sul PvP dando la caccia agli altri team in giro per la mappa. Per quanto sia possibile dare un’impronta specifica a ogni spedizione, è però opportuno tenere in considerazione che ARC Raiders è un’esperienza dinamica nella quale bisogna sempre essere pronti a variare il proprio approccio o la propria strategia.

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In più occasioni, durante la prova, una fase di semplice raccolta risorse si è trasformata rapidamente in uno scontro con le creature Arc per via di una telecamera di sicurezza non distrutta in tempi brevi, per colpa dell’antifurto di un’auto abbandonata o, più semplicemente, perché una pattuglia di creature robotiche ci ha individuati prima che potessimo metterci al sicuro. Allo stesso modo, molte sessioni hanno preso un’inaspettata piega PvP dopo un incontro fortuito con altri team o perché ci siamo fatti attirare in una zona pericolosa dalla presenza di fumo, generalmente rilasciato da rottami di creature Arc di grandi dimensioni, da colpi di arma da fuoco o dal razzo di segnalazione lanciato in cielo ogni volta che un Raider viene abbattuto. Spesso ci siamo anche trovati a dover fronteggiare contemporaneamente nemici umani e creature Arc, in scontri a fuoco davvero intensi.

Al netto di quello che succede durante l’esplorazione, ogni incursione si conclude con un riassunto dettagliato dei nostri spostamenti e degli eventi principali, ottimo per valutare il proprio operato, un riepilogo del bottino raccolto, tristemente vuoto in caso di ritorno alla base dopo essere stati abbattuti, e un focus sul progresso del nostro alter-ego che, come da tradizione, cresce di livello accumulando esperienza per ogni incursione portata a termine, incluse quelle fallimentari. A ogni passaggio di livello si ottiene un punto abilità da spendere in 3 diversi skill-tree basati focalizzati rispettivamente sulla propria condizione fisica, sull’agilità e sulle doti di sopravvivenza. Ogni ramificazione propone 15 nodi differenti da sbloccare progressivamente, ognuno dei quali può essere potenziato fino a 5 volte.

Personalmente ho investito tutti i punti raccolti durante le 3 giornate di test principalmente sulla resistenza, così da poter correre più a lungo anche a pieno carico, sulla rapidità di movimento da accucciato e sull’abilità di scassinare i vari contenitori presenti nelle ambientazioni senza fare troppo rumore. Le opzioni di crescita, di sviluppo del personaggio e della personalizzazione dell’esperienza rappresentano, insieme al sistema di gestione di sfide e missioni, il fulcro della seconda macroarea di gameplay presente in ARC Raiders, ovvero quella che si svolge quando ci troviamo al sicuro sotto terra. Invece di creare un hub esplorabile, Embark Studios ha deciso di gestire queste fasi tramite una serie di menu statici, attraverso i quali è possibile gestire il proprio Raider, gestire la propria base o interagire con i vari NPC presenti a Speranza, la città nel quale ci muoveremo quando non saremo in superficie.

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Per quanto riguarda il nostro Raider, il gioco permette di selezionarne l’aspetto tramite una serie di modelli preimpostati e di variarne l’aspetto attraverso una lunga serie completi, alcuni dei quali legati a un classico sistema di battle pass e/o a una particolare valuta che, ipotizziamo, potrà essere acquistata per sbloccare questi contenuti. Allo stato attuale è difficile valutare l’impatto e la gestione di questo aspetto, ma nel complesso mi è sembrato in linea con altri titoli simili. È inoltre interessante notare che i vari completi possono comunque essere personalizzati decidendo di equipaggiare o meno alcuni accessori, così da garantire un minimo di varietà extra anche da questo punto di vista.

Interagire con i vari NPC permette di acquistare tutti gli oggetti di cui abbiamo bisogno durante l’esplorazione, come armi, munizioni, cure, scudi, accessori e così via. Generalmente si tratta sempre di soluzioni basilari rispetto a quelle che è possibile craftare in autonomia, anche se andando avanti nel gioco è possibile sviluppare i vari commercianti per ottenere progressivamente accesso a forniture migliori. Per farlo è necessario completare le missioni che di volta in volta ci verranno affidate dai vari personaggi, generalmente legate al ritrovamento di specifiche risorse o al completamento di attività. A questi incarichi principali si andranno poi ad affiancare le classiche sfide a tempo, che propongono una serie di obiettivi casuali (tipo uccidere particolari creature Arc, abbattere Raiders con armi specifiche, ecc) in cambio di preziosi punti esperienza extra.

Dal menu relativo alla propria base è invece possibile interagire con una simpatica gallina, chiamata Scartino, specializzata nel ritrovamento di materiali comuni e, soprattutto, costruire nuove strutture o migliorare quelle esistenti, così da aumentare le possibilità in termini di crafting e accedere a equipaggiamento di livello superiore. Prima di partire per ogni spedizione è inoltre opportuno predisporre il proprio equipaggiamento, selezionando le armi più adeguate da portare con sé, le relative munizioni e tutti gli oggetti di supporto necessari. Da questo punto di vista, ARC Raiders sembra offrire un ventaglio di possibilità davvero ampio, si in termini di armi da fuoco sia per quanto riguarda accessori e consumabili. Durante la prova ho avuto modo di provare diverse tipologie di armi, dalle semplici pistole ai fucili automatici più avanzati, ognuno dei quali poteva inoltre essere equipaggiato con vari accessori, come caricatori estesi, silenziatori e impugnature estese.

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Ogni arma, anche in base agli accessori, ha un proprio feedback e le proprie caratteristiche, da tenere ovviamente in considerazione in base al proprio stile di gioco e alla tipologia di incursione che si vuole mettere in pratica. Allo stesso modo, la scelta dei gadget può fare un’enorme differenza in ARC Raiders. Oltre a varie tipologie di scudi e ad accessori che permettono di aumentare lo spazio disponibile nell’inventario, il gioco propone una lunghissima serie di accessori e consumabili, che vanno dalle semplici cure, tipo bende o medikit, a kit di rianimazione per i propri compagni, passando per granate di vario tipo, un utile rampino, classiche zipline, mine, esche di varia natura e così via. Anche qui la scelta diventa determinante una volta in superficie, così come la capacità di sfruttare al meglio quello che si trova durante l’esplorazione.

Pad alla mano, ARC Raiders si è rivelato coinvolgente da giocare, soprattutto in team. Durante le tre giornate di prova abbiamo potuto testare sia la modalità in singolo sia quella di gruppo, che si traducono come prevedibile in due esperienze molto diverse. In solitaria, l’elemento survival diventa predominante e diventa essenziale adottare un approccio per quanto possibile stealth. Bastano davvero pochi colpi per finire al tappeto e tra le varie tipologie di Arc presenti nelle ambientazioni, sono poche quelle che è possibile gestire agevolmente da soli, il che obbliga ad essere il più cauti possibile. Allo stesso modo, ogni scontro con altri giocatori può avere conseguenze nefaste, il che mi ha spinto a evitare per quanto possibile di imbracciare le armi contro altri giocatori, anche se in qualche caso è stato inevitabile.

Giocare in squadra rende meno pressante la componente stealth, ma allo stesso tempo pone l’accento sugli aspetti strategici. Ogni membro del team, infatti, ha i propri obiettivi e le proprie sfide da portare a termine, il che si traduce nella necessità di scegliere con attenzione i luoghi da visitare durante l’esplorazione. Allo stesso modo, è fondamentale coordinare al meglio l’inventario per evitare di trovarsi sprovvisti di accessori utili quando necessario. Una volta in superficie, la comunicazione tra i membri del team diventa poi fondamentale ed è resa ancora più semplice da un sistema di “ping” contestuale davvero ben fatto che permette di segnalare agli altri membri della squadra praticamente qualunque cosa con la semplice pressione di un tasto.

Il punto di forza della produzione, almeno da quanto visto durante la prova, risiede probabilmente nella sua natura meno frenetica e più strategica rispetto ad altri titoli simili, oltre che alla scelta di optare per una visuale in terza persona piuttosto che in prima. Per quanto mi riguarda, ho apprezzato molto la necessità di dover gestire con attenzione l’equipaggiamento, sia in fase di preparazione sia durante l’esplorazione, e la tensione degli scontri a fuoco, che una volta padroneggiate le meccaniche di base e preso confidenza con il gameplay, si sono rivelati sempre appaganti e molto avvincenti, anche quando non siamo riusciti a portare a casa la pelle. Un altro elemento potenzialmente molto interessante di ARC Raiders risiede nella volontà di creare un mondo estremamente dinamico. Durante i 3 giorni di prova abbiamo potuto giocare su 3 mappe differenti e ogni partita ha messo in mostra condizioni meteo diverse, punti di interesse variabili e una differente gestione dei punti di estrazione, il che ha reso unica ogni esplorazione.

Nel corso dell’ultima giornata di prova abbiamo poi potuto testare una sessione di gioco su una mappa in modalità notturna, dove la scarsa visibilità si accompagna a una maggiore attività delle creature Arc e alla presenza di loot di livello più alto, e a ben due sessioni speciali nelle quali sulla mappa era apparso un Raccoglitore, ovvero una creatura Arc di grandi dimensioni deputata alla raccolta di risorse , accompagnato dalla Regina, un gigantesco ragno robot in grado letteralmente di polverizzare in pochi istanti un intero team. Un’ampia selezione di mappe, unita alla presenza di condizioni variabili ed eventi speciali in grado di aggiungere un ulteriore grado di sfida alle incursioni, potrebbe sicuramente permettere al gioco di ritagliarsi uno spazio nell’ormai affollato panorama degli extraction shooter.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, è difficile sbilanciarsi al momento. La build provata era su PC e sarà necessario attendere di mettere le mani sulla versione console per capire come si comporta ARC Raiders su Xbox. Il sistema di controllo, comunque, si è rivelato ben confezionato anche utilizzando un classico controller Xbox, seppur nei menu risulta evidente che la piattaforma di riferimento sia quella PC. Esteticamente parlando il gioco colpisce per la vastità degli ambienti e la distanza visiva, ma allo stesso tempo non risulta così originale e anche il design delle creature Arc avrebbe potuto essere più ispirato. Ammetto però di essere rimasto positivamente colpito dalla scelta di imprimere ad ambienti, personaggi e materiali un aspetto per quanto possibile realistico. È poi doverosa una menzione speciale per l’ottimo comparto audio, che dimostra ancora una volta l’importanza del suono nei giochi simili.

Ascoltare quello che accade intorno a noi, imparare a riconoscere i rumori e, soprattutto, sfruttare questo elemento a proprio vantaggio quando necessario può garantire un discreto vantaggio e il gioco si impegna costantemente per mettervi nelle condizioni di farlo, con una riproduzione spaziale di tutti i suoni davvero notevole, specie se si gioca in cuffia come ho fatto io per l’intera prova. Nel gioco è presente anche un sistema di chat integrata con sensore di prossimità, che, se utilizzata permette agli altri di sentire la vostra voce quando siete nelle vicinanze e viceversa. Una feature interessante e che aumenta incredibilmente il coinvolgimento, ma che però dubitò verrà utilizzata se non da una piccola parte di giocatori.

A conti fatti, la forma finale di ARC Raiders sembra aver trovato una propria identità e di poter contare su un gameplay in linea con gli standard del genere, ma dotato di una componente tattica più marcata e di una propensione alla progressione, sia in termini di crescita del personaggio sia per quanto riguarda l’equipaggiamento, in grado di rendere ogni spedizione estremamente coinvolgente. La varietà delle mappe e la dinamicità delle ambientazioni, almeno per quanto visto, rappresentano un punto di forza del gioco, che mira a proporsi come una valida alternativa per tutti i giocatori in cerca di un’esperienza meno frenetica e più ragionata rispetto alla maggior parte dei titoli attuali, incluso il neo-rivelato Marathon di Bungie. Restano ancora però parecchi dubbi da chiarire, incluso come il pubblico deciderà di reagire dopo la decisione di non distribuire più il gioco come free-to-play ma a prezzo budget con classici battle pass stagionali, e speriamo dunque che il test tecnico possa consentire a tutti i giocatori interessati di farsi un’idea più concreta del titolo in attesa del lancio.

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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Commenti

Frangy: interessante
P 30-04-2025 19:16
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