The Division 2 - provato alla Gamescom
di
Mirko Rossi / Thor
P

La build messa a disposizione dei giocatori a Colonia, della durata di circa 12 minuti, prendeva il via davanti alla Galleria di Arte Moderna per poi spostarsi nell’area retrostante, dove si trovavano i resti di un aereo precipitato. Il gameplay di base del titolo è rimasto praticamente invariato e, come prevedibile, sembra aver fatto tesoro di tutta l’esperienza accumulata con il primo capitolo. I controlli e l’interfaccia richiamano in modo abbastanza fedele l’esperienza di gioco originale mentre le meccaniche legate agli scontri a fuoco appaiono meno legnose e più fluide rispetto a quanto visto in passato. La novità principale da questo punto di vista è rappresentata dalle “Signature Weapons”, delle armi speciali che potranno essere equipaggiate ed utilizzate dai vari personaggi dopo aver raggiunto il livello 30. Nel primo episodio questo punto rappresentava il level cap ed eventuali opportunità di miglioramento ulteriore erano affidate all’equipaggiamento in nostro possesso mentre in The Division 2 i giocatori, una volta sbloccato l’ultimo livello, potranno selezionare una specializzazione per il proprio alter-ego, che permette di accedere a nuove abilità e nuovo equipaggiamento specifico, tra cui proprio le “Signature Weapons”. Nella demo giocata erano disponibili tre specializzazioni: lo “Sharpshooter”, dotato di un potente fucile da cecchino caricato con proiettili ad alta perforazione, il “Demolitionist”, armato di un potente lanciagranate, ed il “Survivalist”, che poteva contare su una letale balestra capace di infliggere malus specifici ai nemici. Tutte e tre le armi speciali hanno messo in mostra una capacità offensiva decisamente superiore alle altre in nostro possesso, compensata però da una generale scarsità delle munizioni, il che impone un utilizzo ragionato delle stesse se non ci si vuole ritrovare a secco proprio nel momento del bisogno.
MX Video - The Division 2
Buone notizie anche per quanto riguarda la gestione della I.A ed il level design. Nel corso della prova i nemici si sono infatti rivelati molto più intraprendenti ed aggressivi rispetto al passato. Nonostante la demo permettesse di utilizzare personaggi di alto livello equipaggiati al meglio, sia io che i miei compagni siamo infatti più volte finiti a terra dopo essere stati circondati dalla manovre avvolgenti messe in campo dagli avversari, che sembrano muoversi in maniera più organizzata tra le coperture per dare vita a tattiche di accerchiamento decisamente più elaborate. Per sopravvivere, soprattutto nella seconda parte della missione ambientata tra i resti dell’aereo, io ed i miei alleati abbiamo dovuto mettere in campo tutte la nostre capacità, coordinando gli attacchi e sfruttando ogni singolo riparo presente nella zona. Da questo punto di vista gli scenari presenti in The Division 2 appaiono sicuramente più strutturati rispetto al passato, il che permette ai giocatori di mettere in mostra una maggiore creatività e di poter seguire percorsi differenti nel corso delle missioni. In generale il bilanciamento del gameplay mi è quindi parso buono e anche i nemici “speciali” mi sono sembrati meno “immortali” rispetto a quelli incontrati nelle strade innevati di New York, il che fa ben sperare anche da questo punto di vista.

Tecnicamente parlando The Division 2 appare già in ottima forma ed il motore grafico SnowDrop, a dispetto del nome, sembra trovarsi quasi più a suo agio nel gestire ambientazioni rigogliose ed assolate piuttosto che le strade innevate di Manhattan. La demo provata girava su Xbox One X, con un livello di dettaglio notevole ed una dinamicità delle ambientazioni marcatamente più accentuata rispetto al passato. Esplosioni, fiamme, riflessi, effetti particellari. Tutti questi aspetti sembrano aver ricevuto attenzioni particolari ed il risultato complessivo è davvero fenomenale. A rendere tutto ancora più epico ci pensa poi Washington D.C., che arricchisce l’azione con scenari decisamente evocativi. Non ho nulla contro New York, i suoi grattacieli e Central Park, ma bisogna ammettere che prendere parte ad un palpitante scontro a fuoco a pochi passi dal Campidoglio è un’esperienza di tutt’altro livello. La capitale degli Stati Uniti garantisce infatti una maggiore epicità agli scontri ed il contesto narrativo, slegato dalla stagione invernale, dovrebbe garantire una maggiore varietà degli scenari. Anche da questo punto di vista sembra quindi che gli sviluppatori abbiano fatto centro e, se le promesse di fedeltà delle ambientazioni fatte in questi mesi verranno mantenute, difficilmente i giocatori avranno di che lamentarsi.

Nel complesso The Division 2 mi è quindi sembrato un titolo promettente. I punti di forza della serie sono rimasti intatti e le novità introdotte nel bilanciamento, nella gestione dell’end-game e nelle ambientazioni hanno tutte le carte in regola per evitare al titolo di incappare nuovamente negli stessi errori. E’ difficile sbilanciarsi di più in questo momento dato che molti degli elementi fondamentali del gioco, come il PvP e le dinamiche di crescita degli Agenti, non sono ancora state rese pubbliche nel dettaglio ma la sensazione generale è comunque positiva. Se gli sviluppatori riusciranno ad amalgamare al meglio tutti questi aspetti ed a supportare sin da subito il gioco con contenuti all’altezza delle aspettative questo sequel potrebbe davvero diventare un titolo imprescindibile per gli amanti del genere. Per averne conferma dovremo però attendere di saperne di più e, magari, di mettere nuovamente le mani sul titolo prima dell’uscita, prevista per il 15 marzo 2019. Nel frattempo voi ovviamente continuate a seguirci così da rimanere costantemente aggiornati sullo sviluppo.
Commenti
*scusate alcuni errori :)
Sentenziare su un gioco dove le premesse vengono sbandierate proprio per sottolineare ed evitare gli errori del primo capitolo, fatte da uno dei team migliori al mondo, mi pare un po' troppo azzardato. Intanto si vede che stanno faciendo un buon lavoro e per chi ama il genere e il titolo deve ben sperare. Il fatto di dover necessariamente far riferimento ad altri titoli, di altro genere è ormai un luogo comune "senza senso", il mercato è molto ampio, gli utenti apprezzano vari titpi di gameplay, non è necessaria una "guerra di generi", c'è spazio per tutti ed è sempre meglio avere più scelta. Per mio conto posso dire che ho adotaro TD, mi aspetto un gran TD2, non snobbo gli BR, ogni tanto provo a farci qualche partita. Provo quanti più titoli posso e generi, poi ognuno predilige dei generi, ma quelo che piace è sempre soggettivo, noi dobbiamo sperare in un offerta sempre più diversificata e di alta qualità. Devo dire che non abbiamo da lamentarci, per il presente e per un futuro ...che mi appare ricco e roseo per tutti. Buon game!
Mah, infatti non mi pare che The Division sia un franchise che voglia far concorrenza ai BR. Anche perché Ubisoft un gioco di quel tipo (non BR ma shooter online che punta molto sul coinvolgimento continuo dei giocatori) ce l'ha già, ed è R6 Siege che sta anche avendo degli eccezionali risultati. The Division punta più ad offrire un'esperienza che attiri i giocatori che vogliono un'esperienza single player accompagnandola però anche ad un comparto multigiocatore. A me ad esempio dei BR non importa nulla, ma sono molto interessato a The Division 2, per lo meno alla parte single player.
@JuD: io non sarei così categorico. Il primo The Division aveva dei difetti, ma era comunque un gran bel gioco ed il seguito sembra voler correggere quanti più difetti possibili. Non capisco poi il paragone con i vari BR. Si tratta di generi completamente diversi tra loro e non vedo perché un titolo dovrebbe snaturarsi (o peggio rinunciare in partenza) solo perché altri giochi stanno riscuotendo un grande successo. Non tutti vogliono giocare ai BR, e anche quelli che li apprezzano spesso alternano questi giochi ad altri generi.
Bisogna essere onesti, quante possibilità ha questo gioco di farsi strada in mondo regnato da cose come PUBG o Fortnite? Il pubblico non sa più cosa vuole ed il problema più grande di The Division era anche l'end game. Questi giochi al pari di un Destiny, faticano ad impostare le basi per un endgame duraturo, non creano un gioco che vorresti giocare all'infinito o comunque per tanto tempo. The Division 2 farà la fine del primo capitolo, sarà giocato e abbandonato in massa, anche a causa dei problemi del primo. Un pó dispiace ma onestamente non ci vedo speranze di successo.
Speriamo si sappia qualche cosa su bilanciamento classi ed armi. Al momento the division è un simulatore di build dell'assalitore.
Era quello che volevo sapere, grazie Thor.
@matro: E' un paragone molto difficile, per non dire impossibile. Nonostante il nome di Tom Clancy compaia in entrambi i titoli, si tratta infatti di due giochi estremamente diversi. The Division punta molto sulla componente ruolistica legata allo sviluppo del personaggio, sulla gestione dell'equipaggiamento e sul farming mentre Wildlands privilegia la componente sparatutto e le meccaniche di infiltrazione stealth.
Com'è secondo voi rispetto a Ghost Recon Wildlands, l'unico della serie Tom Clancy che abbia mai giocato?