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img Star Wars: Battlefront II
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Star Wars: Battlefront II - provato alla Gamescom

Uno dei titoli protagonisti del padiglione EA alla Gamescom 2017 è stato sicuramente Star Wars: Battlefront II, il nuovo sparatutto basato sull'universo fantascientifico creato da George Lucas. Abbiamo avuto modo di provare con mano il gioco, e queste sono le nostre impressioni.
L'attenzione dei fan di Star Wars è proiettata al mese di dicembre per l'uscita nelle sale dell'attesissimo Episodio VIII, ma per ingannare l'attesa a novembre sarà disponibile Star Wars: Battlefront II, nuovo capitolo della serie che porterà diverse novità interessanti. Il primo capitolo ha ricevuto critiche contrastanti dal pubblico, infatti pur trattandosi di uno sparatutto solido e divertente ciò che davvero ha impedito al gioco di spiccare era la povertà di contenuti: la presenza unicamente delle fazioni dei Ribelli e dell'Impero ha fatto storcere il naso a molti, così come l'assenza di una modalità Storia che potesse raccontare qualche evento aggiuntivo del già immenso universo narrativo. Star Wars: Battlefront II promette di rimediare a questi errori del passato, e fin dall’annuncio i cavalli da battaglia del titolo sono stati una Storia ambientata dopo Il Ritorno dello Jedi e la presenza di Eroi iconici come Darth Maul o i recenti Kylo Ren e Rey. Durante la conferenza EA, tuttavia, è stata data molta enfasi anche ad un altro elemento chiave dell’esperienza di gioco, ovvero le battaglie spaziali. Proprio gli scontri tra astronavi sono stati i protagonisti della prova con mano che gli sviluppatori ci hanno gentilmente fornito, per cui abbiamo allacciato le cinture e siamo saliti a bordo dei Caccia Tie per distruggere la feccia ribell… gli altri giocatori presenti.

La sala per la prova era allestita con 12 postazioni per una partita 6 VS 6, e naturalmente mi sono fiondato su quella dove si giocava nei panni degli Imperiali. Prima di buttarsi nella mischia naturalmente andava scelta la nave da utilizzare. Nella demo erano presenti tre tipologie di navi, e la mia prima scelta è ricaduta sull’iconico Tie Fighter, la classica nave da assalto presente anche nel primo Battlefront che offre un buon bilanciamento tra potenza di fuoco e agilità. Come nel predecessore ogni mezzo è dotato di 3 abilità speciali che richiedono un cooldown prima di essere utilizzate di nuovo, e il Tie Fighter può vantare dei propulsori per aumentare temporaneamente la velocità (utilissimo sia nell’inseguire le navi nemiche sia per scappare da situazioni di pericolo), un missile Torpedo a ricerca ed infine un aumento temporaneo del rateo di fuoco per infliggere ingenti danni. La seconda nave disponibile era il Tie Interceptor, una versione più agile e manovrabile del Tie Fighter (ma anche meno resistente) anch’essa presente nel vecchio capitolo. La maggiore mobilità la rende tuttavia l’unica nave in grado di eseguire alcune manovre evasive decisamente utili in momenti critici, ma le sue abilità sono molto simili al Tie Fighter.. Il Tie Interceptor è equipaggiato infatti sempre con un propulsore per aumentare la velocità ed un missile a ricerca, mentre la terza abilità è un sistema di lock sui nemici avanzato che permette di continuare a puntare su di loro anche quando escono dalla nostra visuale, rendendo questa nave perfetta per eliminare i giocatori più abili nelle schivate. A differenza del precedente Battlefront, inoltre, il Tie Interceptor può sparare quattro laser ad ogni colpo invece di due, aumentando quindi i danni inflitti al costo naturalmente di un surriscaldamento più veloce. La terza nave invece era il nuovo Tie Bomber, un mezzo pesante che, come suggerisce il nome, è equipaggiato con delle potenti bombe a protoni, mentre le altre abilità permettono di lanciare missili multipli. Si tratta di un mezzo lento e difficile da manovrare, ma in grado di infliggere pesanti danni alle navi nemiche e torna utile specialmente per la conquista degli obiettivi.

MX Video - Star Wars: Battlefront II

La modalità che ho potuto provare era proprio Starfighter Assault, la stessa che è stata mostrata in video durante la conferenza EA. Non si trattava quindi di un normale deathmatch, ma lo scopo era quello di impedire ai Ribelli di distruggere i generatori degli scudi della nave ammiraglia in attesa dei rinforzi… ma non è stato per niente semplice. Come si può intuire, questa modalità richiede un certo gioco di squadra, ma trattandosi di una singola partita con persone sconosciute nei primi minuti ognuno è andato per i fatti suoi, cercando solo di uccidere quanti più nemici possibile. Il primo impatto non appena è iniziata la partita è stato comunque impressionante: eravamo già abituati alle battaglie spaziali in Battlefront, ma ammetto che spesso le mappe non mi hanno entusiasmato particolarmente risultando troppo “vuote”. La mappa che ho provato invece era incredibilmente viva, con feroci combattimenti sullo sfondo realizzati in maniera tale da sembrare parte integrante della partita, tanto che più di una volta stavo cercando di sparare ad un nemico rendendomi conto invece che era solo la scenografia. Anche la presenza delle navi ammiraglie ha reso il tutto più intrigante, soprattutto la possibilità di entrarci dentro sfruttandole come scorciatoie o ripari, anche se richiedono una certa maestria visto che al primo errore si finisce schiantati sulle pareti.

Ho passato quindi i primi minuti a bordo del Tie Fighter eliminando quanti più X-Wing possibile, fino a quando un indicatore ha segnalato che i Ribelli avevano iniziato a colpire i generatori degli scudi. La battaglia si è quindi spostata in quella zona, e mentre gli Y-Wing (il corrispettivo ribelle dei Tie Bomber) tentavano di danneggiare i generatori si sono rivelate delle prede facili per il mio Tie Fighter, almeno fino a quando uno degli avversari deve essersi reso conto che forse doveva coprire i suoi alleati e mi ha messo i bastoni tra le ruote facendomi saltare in aria con un missile ben piazzato. Successivamente ho provato il Tie Interceptor, ma nonostante la gioia di sfrecciare velocemente per la mappa, a causa del mio stile di gioco “spericolato” ho avuto vita fin troppo breve dovuta alla poca resistenza del mezzo, motivo per cui sono passato al Tie Bomber. La scelta si è rivelata esatta, poiché dopo pochi secondi un altro allarme ci avvisava dell’arrivo di un incrociatore Mon Calamari dei Ribelli che poteva essere pericoloso se lasciato libero, così ne ho approfittato per testare i missili multipli e lo bombe a protoni direttamente sulla nave nemica. I risultati sono stati eccellenti, e grazie anche al supporto di altri due Tie Bomber la nave è saltata in aria con facilità, ma quando ho provato ad attaccare alcuni X-Wing ho capito come la mia nave fosse utilissima contro i bersagli grandi ma quasi del tutto inutile contro i mezzi piccoli.

La partita è continuata per un’altra decina di minuti tra alti e bassi, ma alla fine siamo riusciti a sopravvivere per pochissimo, e la vittoria degli Imperiali è stata annunciata dall’arrivo di un gigantesco Star Destroyer che senza troppe cerimonie ha investito le navi ribelli mentre usciva dall’Iperspazio.

La prova si è quindi conclusa con la classica schermata che riportava i punteggi dei singoli giocatori, e sono uscito dalla sala decisamente soddisfatto. Nel precedente Battlefront ammetto che le battaglie spaziali erano per i miei gusti l’elemento più debole dell’offerta, ma questa prova mi ha dato buone aspettative per la versione finale. Certo, personalmente sono sempre più interessato alla componente sparatutto e soprattutto alla Storia, ma ho trovato queste battaglie un passo in avanti, anche se naturalmente è ancora presto avendo provato solo una partita. Impressionante anche il comparto tecnico, anche se la prova si è svolta con la versione PC, per cui non possiamo ancora valutare la resa su console. Non resta quindi che attendere il mese di novembre per tornare a combattere tra i cieli di una galassia lontana lontana.

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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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