Call of Duty: Infinite Warfare - visto alla Gamescom
di
Mirko Rossi / Thor
P
Non aspettatevi però una semplice icona o dei banali menu: la Retribution sarà viva, completamente esplorabile in-game (un po’ come accadeva in Mass Effect) e dai suoi ponti coordineremo le forze per affrontare le varie missioni presenti nel titolo. A detta degli sviluppatori Infinte Warfare consentirà infatti una maggiore libertà nella selezione degli incarichi, che ci vedranno impegnati a combattere una forza ostile sia sulla Terra che in altre location del Sistema Solare. La campagna includerà anche numerose missioni opzionali, che dovrebbero permettere al giocatore di approfondire ulteriormente la trama e potenziare la base operativa. Dopo averci stuzzicato con tutte queste informazioni i ragazzi di Infinity Ward non potevano certo lasciarci a bocca asciutta e ci hanno dunque mostrato in anteprima la parte iniziale di una delle missioni principali, ambientata su un remoto asteroide.
MX Video - Call of Duty: Infinite Warfare
La dimostrazione presente in fiera si apriva proprio a bordo della Retribution mentre l’equipaggio veniva aggiornato sugli obiettivi della missione. Il comando sostiene di aver perso misteriosamente i contatti con un avamposto costruito su un asteroide e una delle squadre inviate sul posto risulta tutt’ora irraggiungibile. Le cause sono ancora misteriose ma tutto fa supporre che un meteorite abbia colpito violentemente la superficie, interrompendo le comunicazioni ed interferendo con l’orbita dell’asteroide. Pensate sia abbastanza? Ovviamente no. L’avamposto è infatti molto vicino al sole e l’impatto ha reso la sua rotazione instabile, con continue transizioni tra le zone illuminate e le zone in ombra, con conseguenti sbalzi di temperatura repentini che possono incrementare la temperatura al suolo fino a raggiungere i 900°. La voce degli sviluppatori sottolinea come questo aspetto svolga un ruolo fondamentale nel nuovo Call of Duty, visto che i giocatori si troveranno spesso in situazioni analoghe nelle quali dover combattere non solo contro i nemici ma anche contro l’ambientazione stessa.
I soldati, una volta preso coscienza di cosa li aspetta, percorrono rapidamente i corridoi della Retribution, recuperano il loro equipaggiamento e si imbarcano senza ulteriore indugio sul velivolo per raggiungere il loro obiettivo. Una volta giunti a destinazione si accorgono però che la situazione è decisamente più complessa del previsto. L’asteroide è spazzato da venti fortissimi ed è praticamente impossibile tenere il conto delle numerose eruzioni che stanno squarciando la superficie. L’avamposto poi sembra aver subito attacchi multipli e non ci sono tracce di sopravvissuti, tantomeno della squadra inviata in precedenza. Ai soldati non resta dunque che indossare le tute e sbarcare sul pianeta per indagare, ma non prima di aver attraversato un breve tratto all’aperto che li separa dalla struttura più vicina. Come prevedibile la situazione precipita rapidamente, e la squadra è costretta ad un’adrenalinica corsa tra rottami e macerie per sopravvivere ad un violento terremoto.
La situazione sembra disperata, ma per fortuna tutti i membri riescono a raggiungere un riparo sani e salvi, proprio mentre l’area in cui si trovano inizia a subire gli effetti del vicino Sole. Le indagini proseguono tra bui corridoi e brevi sezioni all’aperto fino a quando il protagonista non si imbatte nei cadaveri della precedente unità. Una rapida ispezione dell’area permette di individuare l’arma utilizzata per neutralizzare la squadra e di escludere definitivamente l’ipotesi del meteorite. Non resta dunque che proseguire ma dopo pochi istanti il protagonista si ritrova all’interno di una specie di laboratorio, completamente circondato da misteriosi androidi tenuti in sospensione. Improvvisamente un rumore cattura l’attenzione dei presenti e la squadra si ritrova a combattere proprio contro i robot mentre la dimostrazione sfuma lentamente verso la sua conclusione. La sequenza successiva ci mostra brevi spezzoni in-game che vedono il protagonista e la sua squadra coinvolti in un furioso scontro a fuoco mentre una voce fuori campo ordina l’evacuazione immediata della struttura. La scena è confusa, le esplosioni e le grida si susseguono fino al momento finale nel quale vediamo l’asteroide al collasso dirigersi minacciosamente contro il Sole.
Questa emozionante sequenza concludeva di fatto la parte dedicata alla presentazione di Call of Duty: Infinite Warfare. Pur trattandosi di un semplice filmato che alternava spezzoni in-game a numerose scene d’intermezzo, la dimostrazione permetteva comunque di dare uno sguardo al comparto tecnico del titolo e di farsi un’idea della trama alla base della campagna. Come prevedibile anche questo nuovo episodio potrà fregiarsi di un motore grafico di tutto rispetto, capace di ricreare in modo credibile l’universo futuristico tratteggiato dagli sviluppatori con un buon livello di dettaglio ed un frame-rate più che convincente. Se devo essere sincero l’ambientazione non mi ha stupito particolarmente per originalità, ma il taglio cinematografico utilizzato nel gioco regala continuamente inquadrature d’effetto e scorci davvero interessanti. Anche la trama futuristica non mi ha convinto del tutto e la missione presente nella demo mi è sembrata uno strano mix di quanto già visto in Aliens: Scontro Finale ed Armaggedon, due ottime pellicole ma che a ben guardare hanno davvero ben poco in comune l’una con l’altra. Questo esempio mi aiuta a sottolineare come la sceneggiatura di Call of Duty: Infinite Warfare sembri attualmente in bilico tra l’epico e il confusionario. Ci sono comunque molti spunti interessanti che speriamo siano stati sfruttati a dovere dagli sceneggiatori per creare una storia in grado di eguagliare i precedenti titoli sviluppati dai ragazzi di Infinity Ward. Lo stesso ragionamento può ovviamente essere esteso anche alla giocabilità. Gli sviluppatori hanno confermato che il gioco non includerà razze aliene e che le armi a nostra disposizione saranno soprattutto balistiche, ma purtroppo non ho potuto vedere il titolo in azione da questo punto di vista, a parte le brevi sparatorie di cui vi parlavo poco sopra, e non sono stati forniti dettagli sulla gestione operativa della Retribution. Anche per quanto riguarda questi aspetti non possiamo dunque che attendere maggiori informazioni confidando nelle indubbie capacità degli sviluppatori di dosare con cura ogni elemento per non ritrovarci tra le mani un FPS confusionario o senza personalità.
In conda alla presentazione ho potuto assistere inoltre ad una lunga sessione di gameplay relativa alla campagna di Call of Duty: Modern Warfare Remastered. La missione utilizzata per mostrare alla platea i miglioramenti introdotti nel titolo era una delle più significative del primo atto, intitolata “Guerra Lampo”. La nostra unità è impegnata a fornire supporto alle truppe di fanteria dagli elicotteri nella penisola arabica con l’obiettivo di catturare il ribelle Al-Asad. Se avete giocato il titolo originale sapete per certo di quale sezione si tratta (e soprattutto come si conclude), mentre se non avete mai giocato il primo capitolo della saga vi basti sapere che durante la missione alterneremo fasi in volo a rapide sortite sul campo, inizialmente per fornire supporto ai nostri compagni con la mitragliatrice installata sul nostro elicottero ed in seguito per recuperare un pilota abbattuto e metterci in salvo. Dato che si tratta di uno dei punti di svolta del titolo preferisco non approfondire oltre, lasciando a coloro che non conoscono la trama tutto il piacere della scoperta. Da un punto di vista puramente tecnico questa dimostrazione non mi ha però fatto gridare al miracolo.
Il passaggio ad una risoluzione FullHD permette al titolo di non sfigurare nonostante l’età e se si presta attenzione è possibile notare il grande lavoro di ottimizzazione fatto sugli effetti di luce e sul fumo, ora decisamente più realistico. Nelle sezioni a bordo dell’elicottero inoltre si può godere di una maggiore distanza visiva ed il livello di definizione generale è sicuramente superiore al passato. I modelli poligonali ed i volti hanno subito un restyling marcato e le ambientazioni, sempre per merito di un rinnovato sistema di illuminazione, riescono a sprigionare un discreto fascino nonostante il numero di poligoni utilizzati non sia poi così elevato. Tutte queste migliorie però non mi hanno convinto appieno, ed onestamente mi sarei aspettato un risultato decisamente più evidente, anche considerate le numerose immagini comparative rilasciate in questi mesi. Di sicuro la scelta della missione ha influito notevolmente sul risultato complessivo visto che la sequenza, per quanto emozionante, non è sicuramente la più evocativa vista in Modern Warfare. Anche in questo caso sarà dunque necessario attendere la futura recensione per dare un giudizio concreto, con la speranza che questa edizione rimasterizzata mantenga le promesse dal team di sviluppo rendendo giustizia ad uno degli FPS più belli degli ultimi anni.
Non ci resta dunque che attendere il rilascio di Call of Duty: Infinite Warfare, previsto per il 4 novembre 2016, per scoprire se i ragazzi di Infinity Ward abbiano saputo miscelare a dovere tutti gli ingredienti messi a disposizione dalla saga confezionando un prodotto in grado di reggere il confronto con suo illustre predecessore. Le premesse sono buone ma per riuscire nell’impresa è fondamentale che tutti gli elementi trovino il giusto spazio in questo nuovo capitolo e che il comparto multigiocatore dimostri di poter competere in modo adeguato con l’agguerrita concorrenza.
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