Lara Croft and the Temple of Osiris - anteprima hands-on
di
Mirko Rossi / Thor
P
La build del gioco testata durava circa 20 minuti e iniziava chiedendo ai presenti di selezionare il proprio personaggio tra i 4 a disposizione che si differenziano, oltre che per l’aspetto, anche per abilità ed equipaggiamento. I due archeologi hanno in dotazione armi da fuoco tradizionali e possono utilizzare un rampino per raggiungere punti elevati dello scenario, ma non solo: il rampino è infatti fondamentale per abilitare meccaniche cooperative come l'agganciare e sollevare i compagni in punti sopraelevati oppure per tendere la corda sopra i frequenti baratri, così da permetterci di superarli. Nei panni di Horus e Iside invece imbracceremo bastoni incantati spara-energia, sfruttando inoltre le loro capacità soprannaturali per sollevare oggetti di grandi dimensioni o per creare una bolla magica, ottima per proteggersi o da sfruttare come rialzo temporaneo per i compagni. Lara sarà ovviamente sempre presente, mentre gli altri saranno liberamente selezionabili in base al numero dei partecipanti e alle proprie preferenze in quanto il gioco si adatterà al numero e alla tipologia di personaggi selezionati, variando l’approccio dei rompicapo in modo da renderli risolvibili e divertenti sia in singolo che per un gruppo al gran completo.
MX Video - Lara Croft and the Temple of Osiris
Per questa prova, svolta sulla versione PC del titolo, ho giocato insieme ad altri due giornalisti presenti all'evento, quindi essendo in 3 abbiamo dovuto escludere un personaggio e la scelta è ricaduta sull'archeologo Carter (speriamo che non si sia offeso). Afferrati i controller e scelti i personaggi, una breve cut-scene realizzata con lo stesso motore grafico del gioco ha mostrato i protagonisti impegnati a sfuggire ad un crollo per poi rimanere intrappolati all’interno dell’antica costruzione. Da qui in poi è tutto nelle mani degi avventurieri; il sistema di controllo è lo stesso visto nel primo episodio e ricalca quello degli shooter arcade tradizionali. I due stick analogici sono delegati al movimento e alla mira, il grilletto destro viene usato per fare fuoco mentre ai tasti frontali è delegato l’uso delle abilità secondarie tra cui troviamo, oltre a quelle già citate, anche l’uso di esplosivi o la possibilità di rotolare. Quindi nuova ambientazione, nuovi compagni ma stesso gameplay. E non è certo un male, vista la qualità del predecessore. Bastano infatti pochi minuti per familiarizzare con i controlli e, una volta partiti, è quasi impossibile fermarsi. La struttura di gioco alterna nuovamente furiosi scontri a fuoco e coinvolgenti puzzle ambientali, ovviamente entrambi coerenti con lo stile egizio della trama e senza possibilità di rifiatare. Nello specifico, durante la prova abbiamo dovuto affrontare ed abbattere frotte di scarabei giganti, scheletri e iracondi obelischi animati per poi “riposare” le stanche falangi superando baratri, facendo rotolare gigantesche sfere per attivare meccanismi o alternare l’utilizzo delle abilità dei personaggi per sollevare magicamente piattaforme, oltrepassando cosi le numerose ed insidiose trappole progettate dalle diaboliche menti dei designer.
Fin qui tutto nella norma, fino all’arrivo di un gigantesco coccodrillo piumato che ci ha costretti ad un’adrenalinica fuga tra nemici e trabocchetti per evitare di essere travolti o ingoiati dal poco socievole rettile. Il sistema di controllo si è rivelato preciso ed immediato in ogni situazione, mentre un’intelligente sistema di respawn gestisce il rientro dei malcapitati avventurieri in caso di prematura dipartita senza interrompere l’azione. Ma non pensiate che morire sia senza conseguenze, anzi. Durante l’esplorazione ogni giocatore raccoglierà infatti oggetti equipaggiabili per tutto il gruppo e ricchezze per sé stesso, che gli verranno tolte però in caso di morte costringendolo a ripartire da zero. E se si considera che alla fine il vincitore del gruppo sarà proprio il più ricco, è facile comprendere come in questo modo cooperazione e competizione si fondano in Lara Croft and the Temple of Osiris per creare nuovamente una miscela divertente e che può facilmente sfociare in una sana “dipendenza”. Già al termine della prova i presenti studiavano infatti come boicottare i propri compagni in futuro, magari facendoli erroneamente cadere nel vuoto o lasciandoli combattere per concentrarsi sulla raccolta dei preziosi sparsi per l’ambientazione.
Tecnicamente il titolo si è dimostrato solido e di ottima fattura,con un motore grafico capace di gestire alla perfezione la prospettiva isometrica anche nelle situazioni più caotiche privilegiando la fluidità ma senza sacrificare nulla in termini di qualità grafica. I personaggi e i nemici sono ben realizzati cosi come le ambientazioni, dettagliate ed estremamente distruttibili. Le molte esplosioni e i numerosi effetti magici sfruttano bene l’ottimo sistema di illuminazione dinamico e nel complesso, considerata la natura arcade del titolo, ci troviamo di fronte ad un prodotto di ottima fattura.
A conti fatti sembra quindi che Crystal Dynamics abbia fatto fruttare questi lunghi anni di attesa espandendo le potenzialità del titolo originale e confezionando uno shooter immediato, ben realizzato e coinvolgente. Affrontare le nuove avventure in compagnia di altri 3 giocatori è un esperienza che, per quanto provato, sembra in grado di regalare molte ore di sana e divertente competizione nelle profondità del Tempio di Osiride. Mancano ancora alcuni mesi all’uscita di Lara Croft and the Temple of Osiris, ma la strada intrapresa dagli sviluppatori sembra proprio quella giusta e, se il gioco completo si rivelerà all’altezza di quanto visto, riuscirà quasi sicuramente a replicare e a superare il successo ottenuto con il titolo d’esordio.
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