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Mad Max - visto all'E3

Dopo il successo della serie Just Cause, Avalanche Studios non ha di certo bisogno di presentazioni: all'E3 ha tolto il velo di mistero attorno a quello che era conosciuto come “Project Mamba”, annunciando ufficialmente Mad Max. A Los Angeles abbiamo avuto modo di assistere ad una ventina di minuti di gameplay: eccovi le nostre impressioni.
Molti forse non lo sapranno, ma Mad Max è stata una trilogia di film uscita più di 30 anni fa (la prima pellicola è del 1979) con Mel Gibson come protagonista. Recentemente inoltre è stato annunciato anche un remake dei film, tuttavia Mad Max di Avalanche Studios ne riprende solo l'ambientazione e poche altre parti, infatti la trama non segue quella degli originali e nemmeno quella della prossima pellicola, e perfino l'aspetto del protagonista non ricorda nemmeno vagamente Mel Gibson o Tom Hardy (che interpreterà Max nel remake).

Alla presentazione erano presenti due sviluppatori che hanno mostrato una sessione di gioco premettendo che si trattava di una versione molto acerba, infatti il gioco è previsto nel 2014 sulle console attuali e next-gen ma non è stato specificato il periodo. Graficamente comunque il primo impatto è stato tutto sommato positivo (la versione mostrata era su un PC con architettura simile alle console future), tuttavia c'è da dire che la quantità di elementi su schermo non era altissima: il gioco infatti è ambientato in un mondo post-apocalittico e come da tradizione ci troviamo davanti a distese di sabbia, edifici in rovina e banditi a volontà, tanto che all'inizio sembrava di essere di fronte ad un episodio di Ken il Guerriero. Va comunque puntualizzato che tutti questi stereotipi sono stati creati proprio grazie ai film di Mad Max, che potremmo definire come il “padre” degli scenari post-apocalittici.

Con Just Cause 2 Avalanche ci aveva abituato a mappe gigantesche ed anche in Mad Max avremo molto da esplorare, infatti quando uno degli sviluppatori ha aperto il menu di pausa ci ha mostrato la sezione di mappa della dimostrazione, e già quella ad occhio sembrava decisamente grande, ma quando ha aperto la mappa competa si è visto come quella sezione fosse solo una piccola parte di una delle 4 macro-aree che compongono il mondo di gioco. Le premesse per una grande vastità ci sono tutte, ma il mio dubbio maggiore è che stiamo parlando di un gioco con scenario post-apocalittico, e avere una mappa enormi ma solo con deserti spogli e gialli (come quelli visti nella demo) non è che mi entusiasmi più di tanto. Speriamo che le varie aree siano diverse tra loro offrendo più varietà, altrimenti questo potrebbe diventare un punto a sfavore.

Esplorare delle aree così vaste a piedi richiederebbe un'infinità di tempo, ed è per questo che potremo sempre fare affidamento sulla Opus Magnum, il nostro veicolo. Proprio la Magnum sarà il vero fulcro del gioco, infatti (oltre ad usarla per spostarci da una parte all'altra) saranno presenti tantissimi scontri tra veicoli, e sarà fondamentale cercare materiali per potenziarla al massimo. Tramite un apposito menu se ne può personalizzare e upgradare praticamente ogni parte come le ruote, le sospensioni, il motore e aggiungere varie armi tra cui un ariete, ruote chiodate, spuntoni e arpioni. Alcune aree inoltre saranno raggiungibili solo se il nostro veicolo soddisferà determinati requisiti: ad esempio durante la dimostrazione Max doveva fare irruzione in una base nemica, ma finché non si fosse rinforzata la carrozzeria e montato un ariete il cancello avversario avrebbe continuato a lampeggiare di rosso, indicando che era impossibile da sfondare. Altro esempio era un rilievo che era possibile esplorare solo se si erano equipaggiate delle specifiche gomme per migliorare l'aderenza e sospensioni per attutire gli urti dovuti ai frequenti dislivelli.

Gli sviluppatori hanno anche specificato che la Opus Magnum e tutti i mezzi nel gioco hanno una fisica e un peso da tenere in considerazione, quindi bisognerà ogni volta scegliere con attenzione i potenziamenti e valutarne i pro e i contro, infatti se installeremo troppi upgrade sul davanti o di lato, il veicolo ne risentirà e potrebbe sbandare avendo il peso distribuito male. Nel corso della dimostrazione abbiamo assistito ad una battaglia con dei veicoli nemici, con speronate e trucchi di ogni tipo, come ad esempio il poter agganciare un altro mezzo con un arpione e strattonarlo fino a fargli saltare le ruote. In alcune occasioni dei banditi sono saltati al volo sulla Opus Magnum e per liberarci dagli aggressori si può tentare di buttarli giù con manovre brusche, oppure affacciarsi dal finestrino e cercare di colpirli con il fucile a canne mozze dopo un piccolo Quick Time Event. Il canne mozze può essere usato anche per sparare direttamente ai veicoli avversari, ma l'effetto può variare di volta in volta: se riusciamo a colpire direttamente il serbatoio il mezzo esploderà subito, ma se sbagliamo mira colpendolo di striscio potrebbe uscire un fiume di benzina infuocata che danneggerebbe anche noi se ci troviamo sulla sua traiettoria.

Naturalmente non mancheranno le sezioni a piedi e il sistema di combattimento sembra molto “Arkham City style” con attacchi e contromosse, anche se ovviamente Max non è acrobatico come il Cavaliere Oscuro. Le mosse sono volutamente esagerate e tamarre, e i poveri banditi vengono riempiti di colpi in mezzo alle gambe con pugni, calci, coltellate e addirittura fucilate, inoltre inseme alle armi classiche Max può sfruttare anche l'ambiente e armi di fortuna, come pali o attrezzi trovati per terra. Alla fine della dimostrazione il protagonista si è cimentato in una sessione di cecchinaggio, eliminando diversi nemici sparando ai classici barili esplosivi o serbatoi di mezzi parcheggiati, causando esplosioni decisamente spettacolari e gratificanti; in caso di colpi particolarmente precisi si attiva anche una killcam che seguiva da vicino il proiettile al rallentatore, un po' come in Max Payne 3.

Si è concluso così il nostro primo incontro con Mad Max anche se confesso che mi ha lasciato piuttosto impassibile, ma questo perché ammetto che le opere con scenari post-apocalittici non mi hanno mai affascinato più di tanto (ad eccezione di Ken il Guerriero che amo alla follia). Le idee alla base e la realizzazione sembrano comunque di buon livello, tuttavia per tutta la durata della presentazione ho sempre avuto la sensazione di “già visto”, non ho trovando nulla di particolarmente innovativo che non si trovi in un Rage o Fallout qualsiasi (ad eccezione forse della tamarraggine del protagonista). Naturalmente queste sono considerazioni su una demo molto acerba e tanti dettagli devono ancora essere rivelati, non resta quindi che attendere una versione più completa per scoprire se Mad Max abbia effettivamente del potenziale per distinguesi dalla massa o se finirà per diventare un altro dei tanti giochi con licenza cinematografica che verranno dimenticati dopo qualche mese.

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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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