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Dark Souls
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Recensione - Dark SoulsXbox 360Game

Dopo una lunga attesa arriva finalmente Dark Souls, il nuovo gioco di From Software che segue le orme di quel Demon’s Souls che nel 2009 divise critica e pubblico a causa dell’elevato tasso di difficoltà. E questo nuovo titolo promette di non essere da meno, visto che il motto con cui viene pubblicizzato è "preparatavi a morire"; noi ci siamo preparati a tale evenienza e, grazie ad una copia fornitaci con largo anticipo da Namco Bandai, l'abbiamo fatto numerose volte per scavare a fondo in tutto quello che il gioco ha da offrire. Eccovi il resoconto della nostra esperienza.

Il Gioco

In principio i Draghi, maestosi e imponenti, dominavano il mondo finché un giorno, dalle profondità degli Inferi, arrivarono delle anime maledette che risvegliarono l’antico potere dei Lord, demoni terribili e spaventosi, e con il loro aiuto sfidarono e sconfissero i Draghi in una furiosa battaglia che sconvolse per sempre l’equilibrio tra luce e tenebre, facendo precipitare ogni cosa nell’oscurità e nel caos. I pochi esseri umani che si salvarono furono maledetti e marchiati col segno dell’Oscurità. Una notte senza fine avvolge ora le terre di Dark Souls, con i demoni a regnare incontrastati e i pochi sopravvissuti catturati e rinchiusi in una fortezza in attesa della fine del mondo. Il nostro personaggio è appunto un “essere vuoto”, un non-morto, cioè un uomo che ha perso la sua umanità ma che ancora non è impazzito, al contrario di molti suoi simili segregati nella Fortezza dei non-morti. Il suo scopo è quello di riuscire a fuggire dalla prigione e raggiungere Lordran, la terra dei Lord, per provare a riconquistare la sua umanità ed eliminare i potenti demoni che governano quelle terre. La strada verso questa impresa sarà tutt’altro che semplice e porterà il nostro eroe a visitare tantissimi luoghi ricchi di trappole, passaggi segreti ma soprattutto popolati da nemici fortissimi.

Dark Souls è un gioco di ruolo con una forte componente action, dato che gli scontri sono tutti gestiti in tempo reale, e con un’ambientazione fantasy molto cupa, caratterizzata da un cielo sempre plumbeo e ambienti molto bui, illuminati solo dalla fioca luce delle torce incastrate nei muri. Come in ogni GdR è possibile personalizzare il nostro personaggio dopo averlo scelto tra dieci classi diverse, molte delle quali già viste in Demon’s Souls, come il cavaliere, il ladro, il mago, il chierico, ecc. alle quali si aggiungono due categorie inedite, ossia il piromante, in grado di usare da subito gli attacchi magici della piromanzia, e il discriminato, un uomo seminudo che compensa alla mancanza di equipaggiamento con un livello iniziale medio-alto di tutti i suoi attributi. Dopo aver scelto il nostro eroe, ci ritroviamo a giocare un tutorial perfettamente integrato nel prologo del gioco, che ci vede appunto intenti nel fuggire dalla prigione per cercare di arrivare a Lordran; una volta abbandonata la fortezza che ci imprigionava - e apprese le basi del gameplay - veniamo trasportati da un corvo gigante nel mondo di gioco vero e proprio. Durante il breve volo apprendiamo che siamo il primo non-morto a riuscire ad evadere, e per questo siamo considerati come il prescelto, l’unico in grado di scoprire il destino di tutti gli esseri vuoti che vagano nell’oscurità. Una volta giunti a destinazione facciamo la conoscenza di un cavaliere che riposa accanto ad un falò e che ci spiega che per scoprire le sorti dei pochi sopravvissuti dovremo suonare le due Campane del Risveglio che si trovano nella terra dei Lord. Questo è tutto quello che ci è dato sapere; cosa succederà dopo averle suonate e il motivo di questa missione non ci vengono rivelati e dovremo scoprirlo da soli; da questo momento in poi inizia realmente la nostra avventura.

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Dark Souls si discosta quindi dai canoni classici di molti GdR, che fanno di una storia profonda e articolata il loro punto di forza. Qui invece, a parte l’incipit narrato nel bellissimo filmato introduttivo e i brevi dialoghi con i pochi personaggi che incontreremo, non abbiamo sostanzialmente altri approfondimenti della storia, a parte ovviamente il finale. Il gioco ci spiega l’indispensabile, quel tanto che basta per incuriosirci e darci un motivo valido per esplorare il mondo, punto. Anche i dialoghi, solitamente molto frequenti in questo genere, sono ridotti all’osso e si riducono a poche battute scambiate con il manipolo di personaggi che incontriamo; niente risposte multiple, niente scelte tra il bene e il male, solo poche, essenziali frasi che i personaggi pronunceranno per spiegarci brevemente il motivo della loro presenza in quello specifico luogo, offrendoci magari dell’equipaggiamento da comprare o magie e miracoli d imparare. Esistono comunque delle eccezioni; alcuni personaggi custodiscono importanti segreti e starà alla nostra bravura riuscire a capire cosa vogliono e come aiutarli per ottenere preziose e rare ricompense.

Il vero cuore pulsante del gioco è invece rappresentato dai combattimenti e dalla relativa difficoltà ad essi legata. Dark Souls propone un combat system profondo e curato in ogni minimo aspetto, sia che si decida di usare armi bianche oppure magie ed incantesimi vari. Gli scontri, anche quelli contro i nemici apparentemente facili, devono essere tutti ragionati e non bisogna mai abbassare la guardia, anche perché morire significa perdere tutte le anime guadagnate fino a quel momento. Le anime sono in sostanza la moneta di scambio di Dark Souls con la quale comprare armi, magie ed oggetti vari e soprattutto salire di livello, scegliendo di volta in volta i parametri da aumentare. Quando invece moriamo, tutte queste anime accumulate cadono a terra esattamente dove siamo stati sconfitti ed abbiamo a disposizione un solo tentativo per tornare in quel punto a recuperarle; se moriamo mentre ci stiamo recando a prenderle allora saranno perse per sempre.

Il mondo di Dark Souls è tendenzialmente impostato come un free-roaming perché fin dall’inizio è possibile andare in diverse direzioni e non c’è una divisione in livelli come invece accadeva in Demon’s Souls; tutte le aree sono collegate tra loro senza caricamenti e senza interruzioni. Non potremo però andare ovunque, perchè alcune zone sono presidiate da mostri che inizialmente sono parecchio oltre la nostra portata, quindi non è di fatto possibile girare tranquillamente tutto l’immenso scenario senza prima avere portato il nostro personaggio ad un discreto livello d’esperienza. I check-point sono rappresentati dai falò che sono dislocati in maniera molto irregolare nella mappa di gioco; a volte ne possiamo incontrare due nel giro di dieci minuti, altre volte bisogna cercare anche per un’ora un nuovo falò dove riposare. Fortunatamente, avanzando nell’avventura si riescono ad aprire diverse scorciatoie che ci permettono di accorciare notevolmente le distanza tra le varie aree e i relativi falò. Quando ci sediamo a salvare a questi piccoli fuochi, ripristiniamo tutta l’energia vitale e quella magica, ma ritorneranno in vita tutti i nemici già sconfitti, esclusi i boss più grandi e quelli intermedi che ogni tanto si incontrano: una volta uccisi, questi spariranno per sempre. Attraverso i falò è inoltre possibile potenziare il personaggio, ricaricare delle fiaschette guaritrici, equipaggiare le varie magie e, possedendo gli attrezzi necessari, anche potenziare e riparare le armi, evitando quindi di doversi recare ogni volta da un fabbro. Dark Souls offre un’enorme varietà di armi, magie d’attacco e miracoli protettivi, oltre ad un numero davvero elevato di armature e scudi di ogni forma e dimensione. Particolarmente profondo e ricercato anche il relativo sistema di potenziamento che permette di forgiare armi magiche o incantate attraverso l’uso di particolari materiali molto rari che si possono trovare nascosti negli angoli più remoti della mappa o che vengono rilasciati dopo l’uccisione di alcuni nemici.

Amore

Combat system unico

- Al contrario della maggior parte dei giochi, Dark Souls richiede fin da subito un impegno particolare, soprattutto per quel che riguarda il sistema di combattimento. I comandi sono semplici e non ci sono combo lunghe o complicate da metabolizzare; esiste l’attacco leggero, quello pesante, la parata e il contrattacco con lo scudo, oltre alle magie ed i miracoli da lanciare. La difficoltà consiste però nel padroneggiare queste tecniche in relazione alle caratteristiche del nostro personaggio ed ai pattern d’attacco dei nemici. Ogni classe ha infatti dei valori che favoriscono gli scontri ravvicinati o quelli a distanza e che permettono di indossare armature e scudi più o meno protettivi e pesanti che influenzano notevolmente l’agilità del personaggio. Questo significa ad esempio che usando un ladro o un viandante si deve imparare bene a schivare ed aggirare i nemici per colpirli alle spalle evitando rischiosi scontri diretti, mentre con un cavaliere o un guerriero bisogna padroneggiare alla perfezione la parata e il relativo contrattacco, dato che il peso dell’equipaggiamento compromette inevitabilmente la velocità dei movimenti e delle capriole utili a schivare i colpi nemici. I personaggi dediti alla magia sono invece molto vulnerabili ai danni fisici ma resistono bene ai vari stati alterati, quindi sono la scelta giusta se si intende combattere principalmente a distanza tenendo però sempre bene presenti i tempi necessari a lanciare un’incantesimo; durante questi momenti è infatti impossibile muoversi e si rimane del tutto sprotetti e vulnerabili, ma i colpi arrecano danni ingenti ai nostri avversari. Inoltre bisogna tenere sempre sott’occhio il livello della stamina, indispensabile per effettuare i colpi e le schivate ma che scende velocemente anche ogni volta che pariamo un colpo con lo scudo. Non è quindi possibile colpire ripetutamente un nemico e poi ripararsi quando questo prova ad attaccarci, perché la stamina bassa ci impedisce quasi ogni movimento e rallenta pesantemente le poche azioni possibili in queste circostanze. Da tutto ciò ne deriva un gameplay profondo e incredibilmente appagante, che riesce a conferire ad ogni scontro uno spessore unico, eliminando totalmente la possibilità di prendere qualsiasi nemico sottogamba, dato che anche la più piccola distrazione si paga cara.

Level design

- Il mondo di Dark Souls è composto da circa 33 aree, considerando anche alcune zone che nel corso dell’avventura ritroveremo leggermente alterate e rivisitate in seguito a particolari eventi. Gli scenari che compongono l’enorme area di gioco sono tutti ben distinti e caratterizzati, e presentano una varietà davvero notevole; ci sono castelli, fortezze, foreste, piccoli villaggi e grandi città, rovine sotterranee, caverne, zone paludose e paesaggi montani; tutti questi posti si espandono non solo in larghezza ma anche attraverso una forte componente verticale che li divide quasi sempre su più livelli, aumentandone esponenzialmente la grandezza. Ogni luogo poi vanta un level design esemplare, curato e studiato in modo da rendere l’esplorazione sempre interessante ed incentivare il giocatore a visitare anche il più remoto angolo del gioco. La cosa davvero sorprendente è come gli sviluppatori siano riusciti a rendere credibile ogni zona e, nello stesso tempo, a farcirla di passaggi segreti spesso magistralmente celati da ostacoli naturali che non sembrano messi di proposito, ma si integrano perfettamente all’ambiente. Non è raro passare diverse volte in un punto e soltanto all’ennesimo giro accorgersi che dietro ad una roccia o alla fine di un piccolo sentiero si nasconde un nuovo bivio, una nuova strada che ci può condurre magari ad un’area facoltativa ricca di preziosi tesori o ad incontrare un personaggio unico che altrimenti non avremmo mai conosciuto. Il gioco è talmente ricco di strade alternative, bivi nascosti, stanze segrete, scorciatoie, meccanismi da attivare, ecc. da mettere in seria difficoltà perfino il giocatore più smaliziato che, complice la mancanza di una qualsiasi mappa e la presenza costante di mostri e trappole, potrebbe avere qualche serio problema a trovare tutti i luoghi così sapientemente occultati.

Il sottile piacere della difficoltà

- Dark Souls è un gioco molto difficile e impegnativo e non a caso lo slogan che lo accompagna è l’esplicito “preparatevi a morire”! Gli sviluppatori non hanno mai fatto mistero delle loro intenzioni e hanno sempre presentato Dark Souls come un’avventura estrema, durante la quale si muore e si rimuore anche centinaia di volte, dove non esistono livelli di difficoltà selezionabili e dove ad ogni nuovo boss o nuovo livello la prima cosa che il giocatore pensa è, pressappoco, “E’ impossibile, qui stanno esagerando, non ce la posso fare…”. Invece, partita dopo partita, ci accorgiamo che riusciamo a far sempre qualche piccolo passo in più, non perché il gioco diventi più facile ma semplicemente perché siamo noi che, tentativo dopo tentativo, riusciamo a migliorarci, a superare quello che inizialmente sembrava un ostacolo insormontabile. Perché la difficoltà di Dark Souls non è messa a caso: certo, è fin da subito alta ma è anche progressiva e ben studiata, a volte può sembrare frustrante ma, osservando bene, c’è sempre un modo per eludere i pattern d’attacco dei nemici o superare indenni una trappola mortale. Il gioco punisce anche la più piccola distrazione ma premia il giocatore che ha il coraggio e la voglia di esplorare ogni centimetro della mappa, o che prova ad eliminare un possente boss facoltativo, con equipaggiamento ed esperienza indispensabili per completare l’avventura e soprattutto con una soddisfazione unica, che, personalmente , non ho mai trovato in nessun altro titolo. Sconfiggere un enorme nemico dopo avere trovato magari la giusta combinazione di armi, magie e protezioni, o dopo averne studiato ogni movimento e avere elaborato la strategia migliore, dopo averci provato decine di volte, è qualcosa difficile da descrivere a parole. Perché quasi sempre gli scontri sono la perfetta riproduzione di Davide contro Golia il nostro personaggio spesso sembra davvero piccolo e impotente davanti a certi mostri che riempiono lo schermo. Per questo ogni vittoria ha poi un sapore ancora più unico e speciale e ripaga il giocatore di tutte le sue fatiche e del tempo dedicato al gioco, cancellando per un attimo tutte le arrabbiature e la tensione provocata dai combattimenti, almeno fino al prossimo scontro.

Intelligenza artificiale, cattiveria reale

- Quello che rende davvero ostico ogni combattimento, che impegna il giocatore al massimo ad ogni singolo scontro è indubbiamente l’intelligenza artificiale dei nemici, studiata alla perfezione per renderli davvero temibili e pericolosi, sia da soli che quando attaccano in gruppo. Non esiste un nemico, nemmeno il più debole, che, se sottovalutato, non possa eliminarci in pochi secondi, come se fosse un boss di fine livello. Anche quando col passare del tempo il nostro eroe cresce ed incominciamo a sentirci più sicuri e meno timorosi, non dobbiamo mai abbassare la guardia perchè si rischia di pagare ogni piccola distrazione con la vita. I nemici che proviamo ad evitare, magari correndo e cercando di passare oltre senza affrontarli, ci inseguono senza tregua per parecchio tempo e non si fermano davanti a niente; non basta salire o scendere una scala o nascondersi in qualche angolo appartato per non farsi trovare, perché la cattiveria e la furia con la quale ogni mostro ci rincorre sono davvero fuori la norma. Spesso i nemici stanno fermi in dei punti specifici ma appena entriamo nel loro campo visivo e notano la nostra presenza, allora non c’è più scampo e la soluzione migliore rimane quella di affrontarli a viso aperto, anche perché correndo sempre si rischierebbe di lasciare indietro gran parte dei tesori e dei segreti che il gioco offre, e lo spirito di Dark Souls verrebbe del tutto stravolto. Un’altra cosa che mi ha davvero colpito è stato vedere come i nemici si coprano a vicenda quando, ad esempio, uno dei due si ferma per bere una pozione per ricaricare l’energia diventando così vulnerabile; in questo caso l’altro immediatamente si posiziona davanti al compagno, facendogli di fatto scudo col corpo e attaccandoci subito per impedirci di colpirlo mentre è inerme. Anche i boss ovviamente sfoggiano delle routine davvero battagliere, ed è molto difficile trovare un punto sicuro dove nascondersi per lanciare delle magie dato che anche i demoni più grandi non si fermano davanti a niente e vengono a stanarci ovunque. I pattern d’attacco in compenso tendono a ripetersi abbastanza per darci la possibilità di metabolizzarli e studiarli, ma ciò non toglie che non è raro assistere a qualche attacco improvviso fuori dagli schemi che spesso si rivela fatale.

Atmosfera, tensione e paura

- Nonostante la scarsità di dialoghi e la trama non troppo articolata, Dark Souls ha un’atmosfera eccezionale che rapisce fin da subito il giocatore. L’empatia che si crea col proprio personaggio diventa fortissima nel giro di pochissimo tempo e la sensazione di trovarsi davvero a Lordran a lottare per la nostra umanità è tangibile fin dalle prime partite. Il gioco non ha una colonna sonora invadente, le splendide musiche che si possono ascoltare fanno la loro comparsa quasi esclusivamente durante gli scontri coi boss, enfatizzandoli e rendendoli davvero epici. Per il resto, l’audio è caratterizzato da rumori ambientali che immergono la terra dei Lord in un clima quasi surreale, fatto di calma solo apparente. Un contesto simile permette di sentire chiaramente il rumore delle armature dei nemici che ci corrono dietro e si avvicinano, oppure il sibilo di un incantesimo che sta per raggiungerci e instilla nel giocatore una tensione fortissima, una vera e propria paura di essere colpiti e morire ancor prima di vedere il pericolo. Questo meccanismo è ancora più evidente durante i passaggi all’interno di fortezze e castelli seminati di trappole mortali; qui si percepiscono di continuo rumori sinistri di antichi ingranaggi e meccanismi ancora in funzione, ai quali si mischiano gli improvvisi suoni delle trappole azionate, per questo ancora più difficili da individuare. Tutto ciò si traduce in una tensione palpabile e costante, un brivido lungo la schiena che ci accompagna per tutto il gioco e ci induce a procedere lentamente, con lo scudo sempre bene alzato per timore di nuovi pericoli imminenti. Una simile paura di cosa ci aspetta dietro l’angolo non l’avevo mai riscontrata nemmeno in un survival horror; gli scenari ed i nemici di Dark Souls riescono davvero a tenere sulle corde per tutta la durata del gioco e si riesce a tirare un sospiro di sollievo solo quando si raggiunge la tranquillità di un falò e si salva la partita.

Sistema on-line unico

- Dark Souls si può giocare anche stando collegati online e usufruire così di una serie di opzioni, altrimenti precluse, davvero originali ed uniche. Nel gioco possiamo infatti lasciare dei messaggi a terra per mettere in guardia gli altri giocatori di eventuali pericoli, consigliare la via più sicura o rivelare un segreto appena scoperto, oppure semplicemente ingannarli scrivendo false informazioni che li metteranno in difficoltà; ogni messaggio che scriviamo può poi essere votato positivamente o negativamente dagli altri utenti a seconda che l'abbiano trovato più o meno utile. Inoltre è possibile vedere ogni tanto dei fantasmi di altri giocatori, che per pochi istanti riproducono la scena della loro morte in quello specifico punto; questo può essere utile per vedere in cosa hanno sbagliato e cercare di non ripetere gli stessi errori. Infine esiste la possibilità di invadere la partita di un altro giocatore, per ucciderlo e sottrargli tutto l’equipaggiamento in uso e le anime che trasporta. Attenzione però, perché lo stesso può capitare a noi; in caso di sconfitta saremo noi a perdere per sempre armi ed anime, e siccome nessuno dei due giocatori può vedere il livello dell’altro, è lampante come ogni scontro sia altamente rischioso ma estremamente coinvolgente e adrenalinico. E’ anche possibile richiedere l’aiuto di un altro giocatore per farci dare una mano in una punto specifico del gioco, ma non è possibile giocare in co-op l’intera avventura, solo limitate porzioni che si esauriscono con la morte di uno dei due eroi. Il rovescio della medaglia è però che non sempre la persona evocata nella nostra partita si rivela amichevole e cooperativa, e non è raro assistere a improvvisi tradimenti da parte di chi ci dovrebbe invece aiutare, dato che i server gestiscono queste evocazioni in modo casuale e non è possibile né chiamare una persona specifica né usare la chat vocale in alcun nodo; la comunicazione avviene esclusivamente a gesti, attraverso un menu a tendina richiamabile in qualsiasi momento. Nel caso comunque che la persona evocata ci tradisca, gli sviluppatori hanno ben pensato di inserire un libro dei condannati dove denunciare l’utente che si è comportato male; questo libro è consultabile da tutti per verificare la reputazione dei giocatori e serve anche a punire quelli incriminati attraverso delle penalità. Esiste comunque la possibilità, per chi ha sbagliato e vuole redimersi, di comprare l’assoluzione da un vescovo, ma il costo, in anime, è davvero elevato e già punitivo di per sé. Tutte queste varianti rendono l’esperienza di gioco di Dark Souls ancora più profonda e varia e garantiscono ad ogni partita dai risvolti unici e imprevedibili, oltre a fornire spesso importanti aiuti.

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Odio

Motore grafico incerto

- Dark Souls ha un comparto grafico davvero ottimo, con texture dettagliate, ottimi effetti luce e una resa unica e strepitosa dei metalli, apprezzabile soprattutto nella realizzazione delle splendide armature e degli scudi che il gioco vanta in grandi quantità. Quello che invece dispiace constatare è come il motore grafico fatichi spesso a gestire molte situazioni, presentando ogni tanto fastidiosi cali di frame-rate, inspiegabilmente anche in aree dove non ci sono troppi poligoni su schermo. Fortunatamente questi rallentamenti non affliggono quasi mai gli scontri con i boss e in generale non creano grossi problemi tranne che a livello visivo. Sono poi presenti alcuni episodi di compenetrazione poligonale, per cui in alcuni punti capita che armi e magie di nemici attraversino muri o altre protezioni arrivando a colpirci anche quando crediamo di stare al sicuro. Infine, i cadaveri dei nemici hanno lo stesso difetto che affliggeva Demon’s Souls, e cioè un peso leggerissimo che li rende simili a fogli di carta che ci trasciniamo dietro quando ci passiamo sopra. Questi problemi nella maggior parte dei casi non influenzano troppo il gameplay, ma a volte capita di ritrovarsi la visuale ostruita dal corpo senza vita di un mostro che si incastra tra noi e gli altri nemici, oppure si viene colpiti quando pensiamo di essere al riparo e si perdono gli ultimi punti vita rimasti; essere costretti a ricominciare da capo per colpa di un motore non ottimizzato a dovere risulta parecchio fastidioso.

Tiriamo le somme

Dark Souls è un gioco che non ha vie di mezzo, o si ama o si odia. La difficoltà davvero elevata può risultare troppo punitiva per molti giocatori che lo molleranno già dopo poche partite, mentre sarà un incentivo in più per tutti quelli che troveranno il tasso di sfida ideale e stimolante. Il combat system, profondo e impegnativo come non mai, risulta indubbiamente tra i migliori per questo genere e riesce ad appagare il giocatore ad ogni singolo scontro, così come la struttura free-roaming aggiunge parecchio spessore al gioco anche grazie all'ottimo level design. E la longevità non è da meno, visto che il gioco vi terrà incollati al pad per un arco di tempo che può variare dalle 80 alle 100 ore. Peccato soltanto per la mancata ottimizzazione del motore grafico che non supporta come dovrebbe un titolo di questa portata, e a volte crea qualche disagio di troppo. Dark Souls è un gioco unico e avvincente; non è per tutti, ma chiunque abbia la voglia di cimentarsi in questa grande avventura sarà ripagato con delle emozioni uniche ed una soddisfazione immensa che rimarrà scolpita per molto, molto tempo nella memoria e nel proprio cuore.
9.2

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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