Il mondo del doppiaggio: intervista a Duccio Servi
Il mondo del doppiaggio: intervista a Duccio Servi
MX: Allora Duccio, parlaci un po' del tuo mestiere. In che cosa consiste esattamente?
Duccio Servi: Sono un sound designer. "Sound design" significa sonorizzazione e creazione di suoni ed effetti audio per gli audiovisivi, multimedia o performance live. In pratica si lavora negli studi audio con software dedicati alla creazione, modifica e il mix di suoni e registrazione di voci, al fine di ricreare le atmosfere o suggestioni richieste.
MX: Nella precedente intervista abbiamo delineato la diversità tra il doppiaggio tradizionale e quello dei videogiochi. Per te che sei un professionista a cavallo dei due mondi, quali sono le differenze più importanti?
Duccio Servi: E' diverso l'approccio al lavoro da parte del doppiatore e del direttore del doppiaggio (figura essenziale nel doppiaggio tradizionale, e utile anche in quello dei videogiochi). Nel mondo dei videogiochi spesso si ha a che fare con voci che sono soprattutto dei "caratteri" (il mostro cattivo per intenderci avrà una voce grave e tremolante, la fatina una voce fine ed eterea), in questo caso non si ricerca l'interpretazione dal punto di vista emozionale ma si lavora più sulla suggestione. Altra differenza è che le battute spesso sono brevi, mentre nel doppiaggio tradizionale ci possono essere delle battute molto lunghe che devono anche rispecchiare il viso, l'emozione e la sincronia di labiale degli attori reali.
MX: Sappiamo che tu non sei solo un fonico, ma anche un sound designer di talento per cui hai la possibilità di lavorare a tutto tondo con il suono. Puoi spiegarci in che cosa consiste la figura del sound designer e in particolare che ruolo ricopre nella produzione di un videogame?
Duccio Servi: Innanzitutto c'è da dire che in Italia il lavoro è soprattutto di localizzazione. Per "localizzazione" si intende il tradurre in tutte le sue parti (testi, modi di dire, espressioni particolari) un titolo straniero. Questo vuol dire che buona parte del lavoro è guidata o già ben descritta: le voci italiane si sceglieranno in base al suono di quelle straniere, le inflessioni vocali pure. Una volta scelte e registrate le voci, nel caso della localizzazione si mandano i file pronti all'uso alla casa madre che di solito vi applica gli effetti e ne fa il mix con musiche ed ambienti. Capita a volte che vengano date istruzioni anche per applicare gli effetti, che comunque dovranno suonare come i corrispettivi originali stranieri.
MX: Essendo la tua una professione molto tecnica, di quali strumenti software e hardware si avvale? In generale che cosa serve per lavorare al doppiaggio di un prodotto e per realizzarne l'audio da zero?
Duccio Servi: Diciamo innanzitutto che l'audio è una catena di elementi: la forza della catena è la forza massima del suo anello più debole. Per intenderci faccio un elenco minimo necessario per produrre un prodotto audio.
Innanzitutto lo speaker o doppiatore (è il primo strumento, come il violino per il violinista), quindi il microfono (necessariamente di alta qualità) nella sua saletta (o cabine isolate), un preamplificatore microfonico, un compressore, il registratore (oggi è quasi sempre un computer), il software e soprattutto le orecchie del fonico. C'è da dire che oggi molte delle parti (compressori, equalizzatori, registratori) sono incluse in un unico componente che è il computer. Personalmente lavoro con uno dei software più diffusi che è ProTools.
Innanzitutto lo speaker o doppiatore (è il primo strumento, come il violino per il violinista), quindi il microfono (necessariamente di alta qualità) nella sua saletta (o cabine isolate), un preamplificatore microfonico, un compressore, il registratore (oggi è quasi sempre un computer), il software e soprattutto le orecchie del fonico. C'è da dire che oggi molte delle parti (compressori, equalizzatori, registratori) sono incluse in un unico componente che è il computer. Personalmente lavoro con uno dei software più diffusi che è ProTools.
MX: E a questo proposito ti chiediamo: come sei diventato un fonico e un sound designer? Hai seguito dei corsi, fatto delle scuole o altro?
Duccio Servi: Inizialmente ci sono capitato. Sono sempre stato un disastro a scuola, e dopo aver con fatica finito il liceo mi sono chiesto cosa diavolo avrei potuto fare. Ho frequentato la SAE institute a Milano, con poca convinzione devo ammetterlo, ma poi il lavoro e il mondo dell'audio mi hanno conquistato e uscito dalla scuola ho iniziato ad interessarmi e ad imparare sempre più cose. Ho fatto un po' di tutto nell'audio, e continuo a farlo, ma il sound design è l'attività che mi appassiona di più.
MX: Parlando di videogames, siamo a conoscenza del fatto che hai prestato le tue competenze per le lavori di localizzazione italiana su alcuni titoli. Ne ricordi qualcuno in particolare?
Duccio Servi: Si certo: Caesar II, Warcraft III - Reign of Chaos, IMPERIV, Crash Bandicoot - Il dominio sui Mutanti, Half Life... ne ricordo uno basato sul racconto "10 piccoli indiani" di Agatha Cristie: molto bello perchè le battute erano lunghe, da raccontare, da interpretare e il cliente ci teneva molto. Ci siamo molto divertiti.
MX: Rimanendo nel campo del doppiaggio dei videogames, in base alle tue esperienze cosa si potrebbe cambiare/migliorare? Hai delle idee che ti senti di condividere con noi al riguardo?
Duccio Servi: Bè, per la mia esperienza devo dire che le difficoltà peggiori le ho incontrate più che altro sulla modalità di lavoro: spesso di fretta, spesso approssimativa a causa di budget ridotti e tempi stretti. Per non parlare della gente che lavora senza aver voglia di farlo, una sofferenza fare 1000 battute con uno speaker che non ne ha voglia.
MX: C'è qualche aneddoto buffo o particolare della tua vita professionale che ti è capitato di cui vuoi parlarci?
Duccio Servi: In realtà ce ne sarebbero molti, in generale i doppiatori sono dei gran parlatori (spesso attori), alcuni anche egocentrici, quindi si crea spesso un'atmosfera goliardica e divertita; una sorta di solidarietà lavorativa. Mentre si lavora poi si dicono un sacco di fesserie, ricordo che nella mia vecchia azienda c'è una banca sonora di sole idiozie dette da speaker durante il lavoro: parolacce, lapsus, rutti, intuizioni geniali. Una sorta di backstage del nostro lavoro.
MX: Adesso ci piacerebbe conoscere il tuo punto di vista sul fattore artistico del doppiaggio dei videogiochi, uno degli argomenti cardine della precedente intervista ai doppiatori di Fallout 3. Ti ritieni soddisfatto della qualità artistica generale del doppiaggio dei videogiochi o pensi si possa ancora migliorare sotto questo aspetto?
Duccio Servi: Devo dire che, guardandomi intorno, ci sono prodotti di ottima fattura e prodotti invece scadenti. Questo succede per una miriade di motivi, e anzi anche all'interno di uno stesso titolo è possibile trovare delle parti migliori di altre. Spesso comunque un prodotto non viene al meglio perchè in qualche parte della catena lavorativa c'è poca passione o poca attenzione. Ma quando un lavoro ha tempo e soldi per essere fatto bene sarà sicuramente un ottimo prodotto.
MX: Da professionista in ambito audio, c'è un videogame tra quelli che conosci (passati o presenti) su cui avresti desiderato apporre la tua firma come sound designer?
Duccio Servi: Ce ne sono molti, mi piacciono i videogame con delle ambientazioni sonore complesse: città, boschi, cantine, foreste con folletti ed animali, industrie con macchinari... robe che potrei restare incollato al software per giorni.
MX: Duccio, grazie per averci dedicato il tuo tempo, ciao e buon lavoro!
Duccio Servi: Ciao, grazie a voi!
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