Life is Strange - Episodio 2: Out of Time
Le vicende di Life is Strange: Out of Time vedono Max alle prese con la vita quotidiana, prendendo temporaneamente le distante dal fitto alone di mistero che circondava alcuni personaggi di Blackwell Academy e dai fattacci di Arcadia Bay, focalizzandosi invece sulle questioni della vita di Max. Infatti conosceremo meglio i poteri della protagonista, grazie soprattutto alla morbosa curiosità della sua amica Chloe con cui affronteremo una sorta di addestramento che ci vedrà utilizzare la capacità di riavvolgere il tempo di Max in modo sempre più creativo e ci permetterà di capire anche fin dove la ragazza è fisicamente in grado di spingersi prima di subirne le conseguenze. Chloe ci mette alla prova proponendoci puzzle ambientali piuttosto divertenti in cui avremo bisogno di una buona dose di spirito di osservazione: ne ho apprezzato uno in particolare, che prevedeva il dover memorizzare determinati eventi attorno alla protagonista ed elencarli in successione a Chloe prima che accadessero, riavvolgendo il tempo.
Life is Strange: Out of Time ci permette anche di scavare un po’ più a fondo nelle vite di alcuni personaggi che avranno bisogno del nostro aiuto. Una tra tutte la povera Kate Marsh, studentessa timorata di Dio e di ottima famiglia, derisa dall’intero college perché ripresa in un video mentre, drogata, baciava dei ragazzi durante un party. Sarà nostra cura aiutarla a farsi forza e riemergere dalla depressione in cui è sprofondata, indagando anche sull’accaduto che vedrebbe tra i suoi artefici il pericoloso e potente Nathan Prescott. Per farlo avremo bisogno non soltanto di sfoderare tutta l’empatia possibile, ma anche di aguzzare la vista al fine di raccogliere informazioni utili da sfruttare a nostro vantaggio durante i dialoghi con i personaggi, fattore cruciale, specie in alcune situazioni che ci vedranno decidere la vita o la morte di alcuni comprimari.
Naturalmente come per il primo capitolo di Life is Strange, le nostre scelte morali avranno un peso sulle sorti della storia e sui personaggi che aiuteremo o non aiuteremo. Questa caratteristica di gioco comincia a prendere forma tangibile soprattutto verso l’epilogo dell’episodio, in cui saremo portati a prendere - e controfirmare - una decisione importante che avrà delle conseguenze sugli eventi futuri della trama e comprometterà inevitabilmente i rapporti con alcuni personaggi. Non solo: la nostra credibilità nel prendere questa decisione dipenderà in larga parte dalle scelte morali che abbiamo fatto durante il primo capitolo. Devo ammettere che questo aspetto del gioco è stato curato molto bene, in modo quasi subdolo, e la sensazione di essere sotto processo, vedendosi rinfacciare gli errori commessi in passato è incredibilmente riuscita.
I punti di forza di questo secondo capitolo di Life is Strange restano il buon compromesso tra gameplay e narrazione e l’ottimo comparto sonoro che comprende anche stavolta una colonna sonora dal sapore indie, di gruppi come José Gonzàlez, Local Natives e Alt-J che rendono perfettamente la tipica atmosfera indie che si respira nel titolo. Immancabili anche in questo capitolo le fotografie che rappresentano una sorta di caccia al tesoro del gioco e che ci faranno sbloccare determinati obiettivi. A perdere colpi invece è la trama che, distanziandosi seppur temporaneamente dagli intrighi del primo capitolo, si sofferma su eventi che per quanto interessanti, sembrano quasi voler prendere tempo nel rivelare dettagli significativi della storia, che raggiunge solo verso il finale un climax degno di tal nome, ma che non subisce particolari sviluppi.
Questa è quindi, forse, l'unica pecca di questo secondo episodio sella serie: non sono presenti grossi sviluppi in fatto di trama, sviluppi particolarmente auspicabili specie dopo gli eventi misteriosi del primo episodio. Dontnod ha scelto invece di soffermarsi su altre faccende della vita di Max, prendendo tempo quasi fosse un capitolo riempitivo. Questo non è necessariamente un difetto in quanto il ritmo di gioco risulta sempre piacevole, anche se non si può non percepire una frammentazione generale della narrazione. Speriamo in un terzo capitolo un po’ più risolutivo.
In conclusione, Life is Strange: Out of Time si attesta, come per il precedente episodio, su un buon livello tra gioco e narrazione, per quanto non proponga risvolti importanti sulla trama e accantoni temporamente i fatti e i misteri del primo capitolo. Perfettamente riuscita invece la dinamica di scelte morali che fa la sua comparsa in grande stile, tirando le somme di quelle che sono le nostre decisioni prese durante il primo capitolo, rinfacciandoci gli errori commessi. Anche in questo episodio il climax si raggiunge verso l’epilogo, dove cui avremo il compito di decidere le sorti di uno dei personaggi della storia e prendere una decisione importante che cambierà inevitabilmente le sorti dell’avventura.
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