Master Chief: Biografia di un Eroe - Capitolo III
Capitolo III
Il Grande Viaggio
La caduta di Reach, come ormai viene chiamato l’evento più catastrofico della guerra contro il Covenant, avvenne il 30 Agosto 2552. Come già detto in precedenza nell’orbita del pianeta si trovava una nave, la Pillar of Autumn, che si stava preparando ad una missione segreta oltre le linee nemiche. A bordo c’erano tutti gli Spartan II disponibili. Oltre al danno militare inflitto dalle forze aliene con la distruzione di Reach, ci fu un danno morale elevatissimo a causa della perdita di gran parte dei soldati Spartan, della morte di molti alti ufficiali presenti sulla superficie e di altre importanti personalità come la stessa dottoressa Halsey .
Molti considerano quel giorno come il punto più buio degli ultimi 300 anni. È però vero che l’assolutismo di tale affermazione implica che poi l’oscurità si sia diradata relegando la distruzione della colonia UNSC al ruolo di boa, attorno alla quale la guerra ha compiuto un giro per ritorcesi contro i suoi stessi sostenitori Covenant. Non è un caso se nel giro di 8 mesi l’umanità ha poi ribaltato il corso del conflitto riuscendo non solo a sopravvivere ma a vincere, distruggendo l’alleanza aliena che per quasi trent’anni ha minacciato di spazzarla via dalla galassia. E questa risalita, questo riavvicinarsi all’alba è partito da una nave, un incrociatore da guerra di classe Alcione con a bordo l’ultimo Spartan operativo: Master Chief.
Le informazioni che sto per scrivere potrebbero essere inesatte sotto diversi punti di vista in quanto i fatti ricostruiti sono il frutto di una ricerca all’interno dei rapporti consegnati all’UNSC dai soldati sopravvissuti. Anche le registrazioni dell’elmetto stesso di John 117 sono state utili a riordinare la serie di eventi che hanno caratterizzato il Settembre del 2552. Durante l’attacco a Reach, la Pillar of Autumn mise in pratica il Protocollo Cole affidando alla IA di bordo, Cortana, il controllo della nave al fine di effettuare un salto nell’iperspazio di coordinate casuali .
La nave è quindi riapparsa in prossimità del gigante gassoso Threshold, non riuscendo comunque a seminare una squadra di navi Covenant che l’hanno inseguita nell’iperspazio. E quello che l’equipaggio della Pillar of Autumn si trovò di fronte sfidava ogni conoscenza acquisita fino a quel momento sulla galassia. Un costrutto di dimensioni colossali stazionava nell’orbita del pianeta gassoso. Sembrava un gigantesco anello artificiale. Le misurazioni effettuate da Cortana indicarono un diametro di circa 10 mila chilometri e una superficie interna dotata di atmosfera e caratteristiche morfologiche simili a quelle di molti pianeti colonizzati dall’UNSC. Il Capitano d’istanza sulla nave, Jacob Keyes, sfruttò l’occasione offerta dal quel mondo sconosciuto per portare a riparo il suo equipaggio. Infatti le navi Covenant che avevano seguito la Pillar of Autumn non persero tempo a fare il giro di Threshold per dare il colpo di grazia all’incrociatore umano. Dalle fonti raccolte si è inoltre scoperto che il nemico conosceva già l’esistenza di questi costrutti e che l’arrivo di una nave umana nelle sue vicinanze venne vista come la più grave eresia ma compiuta dalla nostra razza. Fino a quel momento s’intende. Di fatto quindi l’attacco sferrato dagli incrociatori Covenant nelle vicinanze dell’anello non era più una missione atta a distruggere ogni superstite fuggito da Reach, ma una vera e propria battaglia per impedire che gli umani sbarcassero sull’anello e ne scoprissero i segreti. Per fortuna questo fa parte dei più grandi fallimenti subiti dall’alleanza aliena.
Attuando un’ultima volta il Protocollo Cole, Keyes ordinò l’evacuazione della Pillar of Autumn impartendo lo stesso ordine anche alla IA di bordo, per evitare che cadesse in mano nemica. Reach poteva anche essere stato spazzato via ma la Terra era ancora sconosciuta alle forze d’invasione e sarebbe dovuta rimanere tale. Essendo dotata di un sistema in grado d’interfacciarsi con le IA di tipo Smart, l’armatura Mjolnir Mark V indossata da Master Chief era il modo migliore per spostare Cortana dalla matrice della Pillar of Autumn e portarla al sicuro lontana dalle navi Covenant. Per questo motivo lo Spartan venne svegliato dal suo sonno criogeno. Una volta operativo Master Chief riuscì a recuperare l’IA e a fuggire dall’incrociatore a bordo di una delle ultime scialuppe di salvataggio, mentre i Covenant avevano ormai abbordato la nave. Il Capitano Keyes decise, fra le altre cose, di guidare personalmente l’enorme massa della Pillar sulla superficie dell’anello. Un gesto che lo condusse alla cattura da parte delle forze Covenant e allo sterminio dei suoi uomini di fiducia presenti nel ponte di comando.
Una volta atterrato sull’anello, Master Chief riuscì a recuperare i diversi supersiti, i quali crearono un campo base all’interno di una delle strutture rinvenute sull’anello, una specie di faro di segnalazione. Fra le forze UNSC presenti, oltre allo Spartan, figuravano diversi Marine e ODST comandati dal Maggior Silva. Una volta organizzato il semplice campo, rinominato Base Alpha, Silva comunicò a Master Chief e ai suoi uomini che aveva scoperto, tramite le intercettazioni delle comunicazioni Covenant, che il Capitano Keyes era stato catturato dal Covenant e portato a bordo dell’incrociatore Truth and Reconciliation. . L’incursione che ne seguì, registrata da diverse camere degli elmetti UNSC dei marine presenti può essere considerata come una delle operazioni più coraggiose mai compiute da una squadra della marina. Alcuni ODST, Marine e Master Chief, infatti, riuscirono a infiltrarsi all’interno dell’incrociatore prima menzionato, liberando il Capitano Keyes dalla sua prigionia.
Il Capitano riferì di aver compreso che la struttura su cui si trovavano aveva uno scopo preciso e non era stata affatto costruita dal Covenant. Una dichiarazione che aveva già trovato una parziale conferma nei rilevamenti fatti da Cortana all’interno delle diverse strutture in cui erano stati ritrovati molti dei superstiti. Ottenute quelle nuove informazioni, i marine organizzarono in breve tempo una seconda operazione al fine di trovare una zona denominata Silent Cartographer, una sala delle mappe secondo le intercettazioni di Cortana. L’operazione, ancora una volta guidata da Master Chief, fu un successo e rivelò l’ubicazione di una sala controllo. Una volta fattosi strada attraverso le forze Covenant ormai sbarcate in massa sull’anello, Master Chief riuscì ad accedere a questa sala controllo, trovando di fatto un database di dimensioni gigantesche, tanto grandi che si rese necessario l’inserimento di Cortana al suo interno per un’analisi più approfondita.
A questo punto le fonti si separano ancora una volta. Il Capitano Keyes infatti non aveva preso parte alla missione per la conquista della sala controllo in quanto aveva guidato un manipolo di soldati alla ricerca di un presunto deposito di armi Covenant, con l’intenzione di distruggerlo e/o prendere gran parte degli equipaggiamenti presenti. L’operazione non andò come pianificato per dei motivi che vedremo a breve, e Master Chief dovette recarsi con urgenza sul posto lasciando Cortana all’interno della sala controllo dell’anello. Arrivato in prossimità dell’ultima segnalazione lanciata dalla squadra comandata da Keyes, lo Spartan scoprì che non si trattava di un deposito di armi ma di un deposito biologico con chiari scopi di studio e analisi. Le registrazioni riportate dallo stesso John-117, originarie del casco del soldato di fanteria Wallace A. Jenkins, sono da considerarsi il primo contatto umano con il parassita ribattezzato Flood.
Ancora oggi si conosce molto poco di tale specie aliena se non che non si tratta di una razza appartenente al Covenant, essendo essi stessi spaventati dalla minaccia rappresentata, e che la sua natura parassitaria e mutevole la rende estremamente pericolosa, tanto da poter essere considerata quasi inarrestabile.
Purtroppo durante la fuga dalla struttura di contenimento ho trovato uno dei maggiori buchi per quanto riguarda le informazioni fornitemi. Non è concepibile che Master Chief sia tornato alla sala controllo in compagnia di una IA dei Precursori e con uno scarto di diverse ore senza che in quel tempo sia successo un qualcosa di rilevante. Molto probabilmente ci sono delle informazioni che ancora a distanza di anni l’ONI non sembra intenzionata a rendere pubbliche.
Gli avvenimenti successivi sono confusi per quanto riguarda le fonti. Si per motivi di sicurezza sia per, più drammatico, un continuo assottigliamento delle forze UNSC presenti sul pianeta a causa continua logorante battaglia contro le forze Covenant e del devastante contagio del Flood, ormai libero all’interno dell’anello. A riguardo quindi posso solo riportarvi i tratti generali che mi sono stati raccontati dall’ammiraglio Hood in persona, uno dei pochi che ha potuto visionare le informazioni e i dati raccolti durante quelle ultime ore sul costrutto dei Precursori.Master Chief fu bloccato da Cortana stessa poco prima che attivasse l’anello. Le motivazioni di tale passo indietro e le possibili cause dell’attivazione dell’anello sono ancora sconosciute, speriamo che un giorno l’ONI vorrà renderle pubbliche per non far sparire nelle pieghe della storia un dato così fondamentale per tutti gli esseri viventi presenti nella galassia. Un ordine tanto imperativo da parte della IA tale da portare ad una corsa disperata verso i reattori della Pillar of Autumn, in modo da farli sovraccaricare ed esplodere causando la distruzione dell’anello. È lecito supporre che a parte Master Chief e i pochi altri uomini che hanno fornito le testimonianze sulle quali mi sto basando, tutti gli altri membri dell’equipaggio della Pillar of Autumn siano da considerarsi uccisi in azione durante gli eventi che concernono la scoperta e la successiva devastazione dell’anello. Fra questi vorrei ricordare il Maggiore Silva, il soldato semplice Jenkins le cui registrazioni ci hanno permesso di scoprire il Flood e l’eroe della Marina UNSC Jacob Keyes, sacrificatosi in circostanze ancora poco chiare per salvare gli uomini del suo equipaggio e permettere all’’umanità di difendersi dalla minaccia Flood.
Con il ritorno di Master Chief sulla Terra, l’UNSC scoprì non solo di aver perso alcuni degli uomini migliori, ma che il Covenant era una minaccia preferibile a quella liberata sulla struttura dei Precursori. Inoltre la rivelazione pubblica, perché diversi indizi erano già stati secretati dall’ONI nei decenni precedenti, dell’esistenza di una antica civiltà incredibilmente avanzata, quella dei Precursori appunto, aprì la strada ad un nuovo tipo di scontro con il Covenant. Non si trattava più solamente di una lotta per la sopravvivenza, ma anche di una corsa per la conquista delle tecnologie residue dei Precursori. Tecnologie così avanzate da poter cambiare le sorti della guerra a favore di chi fosse riuscito a comprenderle e utilizzarle.
A volte, però, problemi di natura minore ma più immediati tendono a mettere in ombra avvenimenti di portata maggiore, in base all’urgenza che comporta la loro priorità imposta. Ancora una volta l’UNSC si trovò a dover affrontare una situazione simile. Se nell’antichità il sacrificio dei 300 spartani alle Termopili aveva permesso ai greci di radunare forze sufficienti per respingere l’invasore persiano, nel 2552 il sacrificio degli Spartan-II servì solamente a dimostrare quanto il Covenant fosse determinato ad arrivare fino in fondo nella sua guerra santa contro l’umanità. Mentre l’UNSC cercava di riorganizzarsi dopo la sconfitta subita su Reach e le nuove inquietanti scoperte fatte sull’anello, il Covenant si presentò sulla soglia di casa, pronto a incidere con i loro cannoni al plasma il cuore stesso dell’umanità. Pochi mesi dopo la caduta di Reach, gli incrociatori alieni arrivarono a gettare le loro ombre sulla Terra.
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