Recensione - Divinity II: Ego Draconis
di
Christian De Filio / DarkChris
P
Il Gioco
La nostra avventura ha inizio nelle terre di Rivellon, già scenario del primo capitolo ed ora teatro di una sanguinosa lotta tra umani e draghi. Il nostro personaggio è infatti un guerriero addestrato duramente per combattere queste enormi creature alate, e noi ne prendiamo il controllo pochi istanti prima della sua iniziazione ufficiale al rango di ammazza-draghi. Per completare il corso è infatti necessaria un’ultima prova; cancellare tutti i ricordi umani per trasferire nella nostra mente quelli dei draghi, tutto il loro sapere e la loro conoscenza utile a capirli e combatterli meglio. Alla fine di questo processo il nostro eroe riacquista di nuovo la sua identità, arricchita da segreti millenari altrimenti inaccessibili e da nuovi poteri che si riveleranno molto utili nel corso del gioco.Le cose non vanno però esattamente come previsto e appena terminata questa fase ci troviamo di fronte ad uno degli ultimi cavalieri-drago, gravemente ferito, che in punto di morte ci fa dono della capacità di trasformarci proprio nella nostra nemesi: un enorme drago in grado di solcare i cieli e sputare fiamme dalla bocca, come nella migliore tradizione fantasy. Dopo un breve tutorial ci ritroviamo storditi a terra, ai piedi di un personaggio misterioso chiamato Damian e invischiati in una complessa lotta tra cavalieri, maghi e ovviamente i draghi, che forse non sono i veri cattivi come volevano farci credere. Ovviamente questo è solo l’inizio di una trama più articolata che ci porterà ad esplorare diverse terre e a fare la conoscenza di tantissimi personaggi, attraverso un sistema di dialoghi a risposta multipla in cui prendere decisioni, spesso irrevocabili, scegliendo tra i vari percorsi disponibili.
Divinity II: Ego Draconis predilige un sistema di combattimento in tempo reale (ma con la possibilità di mettere in pausa in ogni momento per studiare la prossima mossa) che risulta semplice ed immediato sia quando si gioca a terra come cavaliere, sia durante le fasi da drago, in cui il titolo diventa molto simile ad uno sparatutto in 3D. Tutti i livelli sono infatti creati per essere esplorati anche dall’alto e la loro struttura si adatta bene a questa soluzione, offrendo aree altrimenti inaccessibili e diverse strategie utilizzabili per affrontare le battaglie. L’interfaccia è stata adattata perfettamente al joypad; con la croce direzionale e i pulsanti si utilizzano le magie o gli oggetti, come le varie pozioni disponibili, in modo del tutto personalizzabile, mentre con il grilletto destro si salta (questo risulta particolarmente scomodo durante le fasi platform e non può essere cambiato) e col sinistro si porta la telecamera alle spalle del protagonista per analizzare meglio lo scenario.
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