Una delle ultime produzioni cinematografiche a ricevere il trattamento di "videoludizzazione" è Saw, serie horror arrivata ormai in USA al sesto episodio. Konami ce ne propone la versione poligonale immergendoci nelle opprimenti atmosfere dei film e cercando di bissare il successo di altri famosi titoli horror. Scoprite nella nostra recensione se l'obiettivo sia stato centrato.
Il Gioco
In Saw impersoniamo il detective Tapp che, catturato e rinchiuso dal malvagio Jigsaw in un vecchio manicomio abbandonato, dovrà ricorrere a tutto il suo ingegno per fuggire dall’angusto luogo e scoprire il motivo per cui è stato fatto prigioniero dal sadico serial killer. All’inizio dell’avventura ci ritroviamo all’interno di una delle toilette del manicomio, di fronte ad un televisore che sta riproducendo un breve filmato in cui Jigsaw ci spiega che, per riottenere l’agognata libertà, dovremo “stare al suo gioco”. Per fuggire dalla casa di cura sarà necessario risolvere enigmi, superare una infinità di trappole disseminate lungo i tetri corridoi del posto, sbarazzarci dei pazzi residenti del luogo e salvare altre vittime di Jigsaw. La trama si dipana attraverso vari colpi di scena che rivelano, proseguendo nel gioco, strani quanto inquietanti legami tra il nostro alter ego e tutti gli altri malcapitati rinchiusi nel manicomio dal pericoloso killer.
Amore
Una buona atmosfera
- Gli sviluppatori sono riusciti con Saw a sfruttare mezzi visivi ed effetti sonori capaci di indurre nel giocatore un puro senso di terrore, di angoscia e di minaccia continua. Specchi che riflettono all’improvviso la nostra immagine, cigolii di porte scardinate, lamenti che si odono lontani, tutto questo contribuisce ad alzare il tasso di adrenalina nel giocatore. Ogni passo che il nostro alter ego compie è un passo verso la paura di scoprire cosa lo attende dietro ad un angolo o dentro una stanza. Le ambientazioni, discretamente riprodotte, offrono un costante senso di claustrofobia: le sale operatorie, le cucine, la tetra caldaia, sono tutte locations avvolte dal buio, decadenti e con i segni che testimoniano il recente passaggio dell'orrore. Spesso l'unica fonte di luce è l’accendino del protagonista.
Enigmi ingegnosi
- Un fattore che mi ha fatto apprezzare il gioco sono gli enigmi, tutti davvero interessanti e che richiedono un bel po’ di materia grigia per essere risolti. Alcuni sono molto difficili, ma riescono ad appassionare e a dare quel senso di grande soddisfazione una volta che se ne viene a capo.
Un doppiaggio inglese... da paura
- Il gioco è parlato in inglese e sottotitolato in italiano, ma far rimanere i dialoghi nella lingua originale è stata, a mio parere, una scelta più che azzeccata: mantenendo la voce originale ed inquietante dell'attore Tobin Bell, il perfido Jigsaw riesce con le sue taglienti tonalità vocali a far nascere ad ogni sua parola un senso di angoscia e paura nel giocatore.
Odio
Sistema di controllo e combattimenti
- La molla che ci induce a perlustrare le varie ambientazioni del manicomio è la volontà di arrivare all'epilogo per scoprire l'origine dell'incubo che il detective Tapp sta vivendo, per capire cosa leghi il protagonista agli altri sventurati imprigionati da Jigsaw. Purtroppo però l’interessante trama che fa da cornice al gioco viene totalmente offuscata da un sistema di controllo davvero pessimo e da una telecamera che nella maggior parte dei casi ci disorienta. Il nostro alter ego si muove in maniera decisamente goffa: spesso mi è capitato di soccombere cadendo in una fossa piena di spunzoni o ustionandomi al vapore delle caldaie non per una mia incapacità, ma perché il protagonista non ne voleva sapere di eseguire il comando che gli avevo impartito. Anche gli scontri corpo a corpo con i pericolosi abitanti del luogo sono un vero incubo (nel senso negativo del termine): ogni volta è necessario spingere il tasto per attaccare molto prima che l’avversario si avvicini del tutto; un ritardo nei comandi incredibile.
Scarsa varietà nelle armi
- Saw non offre un gran numero di armi tra cui scegliere: dispersi per gli scenari troviamo tubi di metallo, stampelle, grossi chiodi e bisturi. Oltre alla scarsa varietà le armi hanno caratteristiche tutte uguali, non esistono quelle più o meno potenti: sia che uccidiate il malcapitato di turno con una stampella o che lo eliminiate con un grosso tubo d’acciaio, morirà quasi sempre al primo colpo (sempre se riusciate ad essere voi i primi a colpire). Gli sviluppatori avevano parlato di una vasta scelta di trappole da poter attivare lungo il percorso per far cadere il nemico: purtroppo tra queste, solo una mi è risultata utile, ossia quella in cui riuscirete a far esplodere la testa dell’avversario con una cartuccia di fucile. Lascio a voi scoprire come.
Personaggi anonimi e bug fastidiosi
- Se la veste grafica delle ambientazioni è discreta, non si può certo dire la stessa cosa per quanto riguarda l’aspetto dei vari personaggi. Eccezion fatta per Jigsaw ed il detective Tapp, notiamo sui personaggi di contorno texture piatte, slavate e mancanti di personalità. Se poi questi personaggi realizzati grossolanamente appaiono in gruppo si aggiungono anche cali di frame-rate e bug assolutamente non trascurabili, come alcuni nemici che una volta morti rimangono sospesi per aria o corpi immersi per metà nei muri.
Tiriamo le somme
Saw è una avventura horror ambientata in un manicomio abbandonato, con una trama decisamente interessante ed un finale da cardiopalma ed inaspettato. Il gioco riesce a spaventare e a creare nel giocatore quel senso di angoscia costante, ma il pessimo sistema di controllo e di combattimento, la scarsa varietà di armi e nemici senza personalità offuscano notevolmente quello che poteva essere un buon prodotto.6.0
i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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