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G-Force: Superspie in Missione
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Recensione - G-Force: Superspie in MissioneXbox 360Game

Quando, per un'innovazione tecnologica sbagliata e perversa, gli elettrodomestici decidono che è giunta l'ora di mettere in difficoltà la razza umana, Disney mette da parte giocattoli parlanti, mostri operai e case areostatiche dimostrandoci come i roditori possano salvare la situazione anche senza un sottofondo flautesco. Questo è il concept alla base di G-Force: Superspie in Missione, di cui vi proponiamo la nostra recensione.

Il Gioco

Certo nessuno avrebbe mai pensato che, nel caso lo scaldacialde inizi a mordere chi gli si avvicina, non bisognasse contattare l'assistenza ma sperare nell'arrivo di una squadra di cavie (intese proprio come i roditori) equipaggiate di tutto punto per combattere gli elettrodomestici e salvare il mondo dal disastro provocato dalla multinazionale di turno. A pensarci bene negli ultimi tempi Disney sembra aver rivalutato il ruolo degli animali da compagnia, quasi sopravvalutandolo, causando un'inversione dei ruoli non indifferente: l'uomo è la vittima, il cagnolino o il gattino il Deus ex Machina.

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Di fatto, in G-Force: Superspie in Missione a livello di gameplay il tutto si traduce in un classico action game dove il protagonista non è un uomo muscolo ma un animaletto peloso e l'ostacolo più grande non è il portale degli inferi ma lo sgabello della cucina. Una volta traslato il sistema di riferimento, le meccaniche si ripetono seguendo quei clichè ormai tanto cari agli sviluppatori e che solo i titoli tripla A stanno tendando di variare, per non ripetersi in un circolo vizioso tanto dannoso quanto noioso.

Ma le pretese non possono sempre essere alte e per un gioco su licenza, di quelli a cadenza annuale, G-Force: Superspie in Missione sa difendersi bene nella sua linearità. Lo scopo primario è quello di fermare la multinazionale malvagia e lo si raggiunge completando i diversi obbiettivi lungo delle missioni abbastanza semplici. Seguendo alcune mode del momento anche il titolo Disney permette il potenziamento dell'equipaggio in dotazione tramite la raccolta di monete da spendere in alcuni punti precisi: le macchinette del caffè.

Amore

Allora funziona!

- Quando ho trovato scritto sulla scatola “Contiene occhialini in 3D”, ero combattuto fra la curiosità e la consapevolezza che molto probabilmente un bollino del genere era uno specchietto per le allodole, un valore aggiunto inesistente in questo 2009 che ha visto la rinascita delle tecnologie per la terza dimensione. Disappunto che è aumentato quando mi sono trovato fra le mani i classici occhialini in cartoncino con una lente verde e una rossa, di quelli che da bambino trovavo nei pacchi sorpresa insieme al poster del Tirannosauro Rex per vederlo in tre dimensioni! Che io ricordi non hanno mai funzionato, e invece in G-Force: Superspie in Missione funzionano. Certo, non è come andare in una sala cinematografica attrezzata, ma l'HUD, le scritte e alcuni paesaggi si staccano nettamente dal fondo dando l'idea di un 3D pensato con una certa abilità, tanto da rendere alcuni frangenti anche spettacolari. Come il controllo di un membro della squadra (una mosca) che con le sue acrobazie in volo diverte quasi più di tutto il gioco nel suo intero. Purtroppo, almeno per me, ho notato un affaticamento molto fastidioso dell'occhio coperto dalla lente rossa, anche se penso si tratti di una cosa soggettiva. Inoltre l'effetto tridimensionale viene decisamente sminuito se la stanza non è completamente al buio.

Tutt'altro che infantile

- Basandosi su meccaniche reiterate molteplici volte su titoli dalle tematiche più svariate, G-Force: Superspie in Missione gode, quasi automaticamente, di un pregio correlato ad un difetto, che vi spiegherò nel punto seguente. Di fatto mi sono trovato a giocare ad un titolo divertente nella sua semplicità perché sostenuto da un gameplay solido. Lo svoligemento delle missioni non ha presentato particolari difficoltà, anzi, era decisamente semplice. Di fatto G-Force: Superspie in Missione è stato pensato come un titolo per bambini anche se si nota lo sforzo degli sviluppatori per non creare un qualcosa di troppo infantile.

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Odio

Bimbi in difficoltà

- Giocando mi sono trovato di fronte ad un tutorial abbastanza esteso sull'uso di tutti comandi del gioco e, mettendomi nei panni di un bambino di, diciamo, dieci/undici anni mi sono reso conto che forse Disney ha alzato un po' troppo il tiro. Nulla di impossibile sia chiaro, ma comunque in grado di mettere in difficoltà dolci fanciulli non ancora dotati della coordinazione occhio-mano per giocare il gioco in totale fluidità. Forse qualche gadget di meno o più azioni contestuali avrebbero facilitato G-Force: Superspie in Missione quel tanto da renderlo pienamente abbordabile anche ai più giovani (che di fatto sarebbero più interessati ad un titolo del genere).

Sempre dritti

- In un gioco dove lo scopo primario di ogni missione è quello di arrivare a fine livello svolgendo una serie di compiti banali come premere i tasti, aprire porte o “raccogliere dati” la noia diventa presto una compagna fedele. E' in questo frangente che G-Force: Superspie in Missione si mostra quale gioco su licenza, un lavoro banale per dare al pubblico la controparte videoludica del film d'animazione Disney dell'anno: un classico insomma. In un mondo dove i videogiochi stanno acquistando sempre più seguito e si stanno elevando verso vette qualitative pari al cinema o alla musica vien da chiedersi per quanto ancora tali operazione puramente commerciali avranno vita semplice.

Tiriamo le somme

Potremmo dire che G-Force: Superspie in Missione è un gioco su licenza... ben pensato. In fin dei conti ho visto e giocato titoli molto più trascurati, per non dire “dei veri e propri obbrobri”. Però ha i suoi limiti e il risultato finale è un titolo senza arte ne parte, sicuro delle sue meccaniche ma privo di qualsiasi slancio artistico o tecnico. Utilizzando una similitudine con il mondo automobilistico potremmo dire che abbiamo a che fare con un gioco di base, senza optional; di quelli che il nonno regala al nipotino non sapendo nulla degli altri giochi sullo scaffale.
6.5

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L'autore

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Un giorno qualcuno gli disse che c'erano altri giochi oltre Age of Empire. Da quel momento è alla ricerca dell'esperienza definitiva, molti sostengono faccia apposta a non trovarla per poter continuare a giocare. Convinto sostenitore de "il voto non fa il gioco", scrive su diversi siti, un paio addirittura creati da lui. Un giorno scomparira nel nulla in un vortice di gameplay, o impazzito scenderà in strada urlando di minacce a New York e brandendo una spada immaginaria.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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