Recensione - Borderlands
di
Fabio Rossi / fbhell
P
Il Gioco
Pianteta Pandora (si, lo stesso nome del pianeta di James Cameron's Avatar: chi ha copiato chi? ndr), un'immensa landa desolata che nasconde al suo interno numerosi segreti e enormi ricchezze. Nel gioco impersoniamo uno di quattro mercenari giunti sul pianeta spinti dall'interesse per la "Cripta", un luogo segreto in cui si pensa che sia nascosto un immenso tesoro. Trovare la Cripta non sarà affatto facile, la sua esistenza stessa non è data per certa e l'unico modo per trovarla è quello di collaborare con i vari personaggi che incontreremo sul pianeta. Borderlands si propone come un classico RPG, arricchito da meccaniche action-rpg in stile Diablo e con una solida componente sparatutto. Il mondo è vasto e liberamente esplorabile ed il nostro scopo è prendere le missioni assegnateci dai vari personaggi incontrati, uccidere tutto quello che ci passa di fronte, completare gli obiettivi e tornare indietro per le ricompense, divise tra punti esperienza e nuovi oggetti, perlopiù armi, da utilizzare nelle missioni successive.I nostri personaggi sono dotati di un sistema di esperienza e di un'inventario che, seppur semplificato, ricorda quello dei classici RPG. La barra dell'esperienza aumenta in modo automatico ogni volta che compiamo una missione o uccidiamo determinate creature, e una volta saliti di livello avremo a disposizione un tot di punti abilità da spendere sulle caratteristiche del nostro personaggio. I personaggi selezionabili, come come già detto, sono in tutto quattro: un cacciatore con abilità nelle armi a lungo raggio, un soldato, abile con armi da combattimento, una sirena, abile con le armi corrosive o elettriche e un berserker che fa dello scontro fisico il suo punto di forza. A seconda del personaggio selezionato avremo quindi accesso a particolari abilità di classe. Insomma, tutto ci ricorda molto i classici RPG hack'n'slash, per l'occasione rivisti in chiave FPS.
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