Recensione - Call of Juarez: Bound in Blood
di
Ampsicora Caddeo / DvKz
P
Il Gioco
La nostra storia ha inizio nel lontano west in mezzo a spari, esplosioni e assalti da più fronti: è la guerra tra sudisti e nordisti e veniamo subito catapultati in battaglia nei panni di Ray McCall (il reverendo Ray del primo Call of Juarez), il quale dovrà farsi strada insieme a suo fratello Thomas fino alla propria casa di famiglia, assediata dalle truppe avversarie. Così inizia l'avventura dei fratelli McCall e ovviamente anche la nostra (nei panni di uno o dell'altro, vito che potremo scegliere chi impersonare ad ogni capitolo), che ci porterà sulle tracce del leggendario tesoro di Juarez con il quale i fratelli hanno intenzione di ricostruire la loro magione familiare. Potremmo parlare della solida trama che regge il gioco ancora a lungo, ma lasciamo a voi il piacere di scoprire il tutto, dato che è sicuramente uno dei punti cardine del titolo di Techland.La prima impressione sul titolo, che abbiamo giocato a difficoltà massima per evidenziarne maggiormente pregi e difetti, è stata un pelino negativa: Call of Juarez: Bound in Blood rispecchia i canoni di uno sparatutto vecchio stile, statico e lineare e quindi lontano dalle produzioni odierne. Ma siamo stati contenti di scoprire poi che ci sbagliavamo, visto che il gameplay del titolo ci ha preso davvero alla grande facendoci dimenticare i dubbi iniziali e trasportandoci nelle ambientazioni suggestive e polverose. Oltre alla campagna in singolo troviamo inoltre un comparto multiplayer sia in system link che su Xbox Live, con le opzioni classiche degli FPS online.
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