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Call of Juarez: Bound in Blood
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Recensione - Call of Juarez: Bound in BloodXbox 360Game

Lo studio polacco Techland ci riporta nuovamente nel selvaggio west, tra sparatorie, assalti alle diligenze e risse nei saloon. Riuscirà Call of Juarez: Bound in Blood a riportarci indietro nel tempo fino a quando l'aria puzzava di polvere da sparo ad ogni angolo delle cittadine dell'America centrale? Scopritelo con noi nella nostra recensione del titolo Ubisoft.

Il Gioco

La nostra storia ha inizio nel lontano west in mezzo a spari, esplosioni e assalti da più fronti: è la guerra tra sudisti e nordisti e veniamo subito catapultati in battaglia nei panni di Ray McCall (il reverendo Ray del primo Call of Juarez), il quale dovrà farsi strada insieme a suo fratello Thomas fino alla propria casa di famiglia, assediata dalle truppe avversarie. Così inizia l'avventura dei fratelli McCall e ovviamente anche la nostra (nei panni di uno o dell'altro, vito che potremo scegliere chi impersonare ad ogni capitolo), che ci porterà sulle tracce del leggendario tesoro di Juarez con il quale i fratelli hanno intenzione di ricostruire la loro magione familiare. Potremmo parlare della solida trama che regge il gioco ancora a lungo, ma lasciamo a voi il piacere di scoprire il tutto, dato che è sicuramente uno dei punti cardine del titolo di Techland.

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La prima impressione sul titolo, che abbiamo giocato a difficoltà massima per evidenziarne maggiormente pregi e difetti, è stata un pelino negativa: Call of Juarez: Bound in Blood rispecchia i canoni di uno sparatutto vecchio stile, statico e lineare e quindi lontano dalle produzioni odierne. Ma siamo stati contenti di scoprire poi che ci sbagliavamo, visto che il gameplay del titolo ci ha preso davvero alla grande facendoci dimenticare i dubbi iniziali e trasportandoci nelle ambientazioni suggestive e polverose. Oltre alla campagna in singolo troviamo inoltre un comparto multiplayer sia in system link che su Xbox Live, con le opzioni classiche degli FPS online.

Amore

Realizzazione tecnica

- Call of Juarez: Bound in Blood presenta una grafica davvero encomiabile: raramente un titolo quasi “di nicchia” riesce a sorprenderci così tanto, dobbiamo ammetterlo. Il titolo marchiato Techland gode di un'ottima realizzazione tecnica, sia grafica che sonora e ci ha regalato davvero dell'ottimo tempo in sua compagnia: è un piacere correre, ingaggiare sparatorie e anche solo camminare nelle parti “free roaming” del gioco, godendo degli ottimi panorami che ci si parano davanti. Le case, le montagne, le rocce e tutto ciò che fa ambiente è davvero di ottima fattura e degno di nota. Anche i personaggi, soprattutto i protagonisti, sono ben caratterizzati e realizzati con una cura, soprattutto i volti, quasi maniacale. Il comparto audio ci riporta davvero indietro nel tempo dato che il campionamento degli effetti sonori è molto sopra la media dei comuni sparatutto nostri. Unica pecca: la colonna sonora risulta dopo un po' ripetitiva.

Ray o Thomas?

- La possibilità di scegliere uno tra i due personaggi, in quasi ogni livello, ci ha colpito senz'altro positivamente. I due si differenziano come stile di combattimento e come dotazione: mentre Thomas è improntato più all'uso di armi a lungo raggio e lente, Ray fa uso di pistole, veloci e letali sulle corte distanze. Inoltre nei panni di Ray vi troverete spesso a usare dinamite e esplosivi di vario genere, mentre impersonando Thomas agirete anche in silenzio per sopraffare il nemico con i coltelli o usando la frusta per agganciare parti alte di edifici e dondolarsi da una parte all'altra. Davvero una bella trovata, che rende varia e divertente l'azione di gioco.

Multiplayer Online

- All'inizio eravamo dubbiosi su come un FPS di impostazione classica potesse darci qualcosa in più rispetto agli altri "gioconi" che dominano il Live, ma anche su questo frangente ci siamo ricreduti velocemente. Call of Juarez: Bound in Blood presenta un multiplayer davvero ben congegnato, con tutte le carte in regola per appassionarci e divertirci. Le classi utilizzabili variano molto tra loro ma sono più o meno quelle che trovereste in uno sparatutto comune: avremo il solito cecchino, il soldato più versatile dotato di ottimi revolver o il più potente ma lento fuciliere, dotato anche di dinamite. Queste sono solo alcune delle opzioni disponibili, dato che, procedendo nella “carriera” multiplayer, guadagneremo denaro utilizzabile per sbloccare nuove classi, nuove armi e potenziamenti. La struttura del gioco rimane comunque abbastanza statica e poco frenetica grazie anche alle vastissime mappe in cui è davvero raro, salvo alcuni deathmatches, ritrovarsi tutti insieme in un fazzoletto di terra a darsele a suon di piombo. La modalità che abbiamo apprezzato maggiormente è sicuramente “Caccia all'uomo”: davvero divertente, consiste nel dover proteggere a turno un “ricercato” (leader) della propria squadra per ben un minuto; se riusciremo nell'intento ci verrà assegnato un punto, altrimenti verrà selezionato un nuovo “ricercato” nella squadra avversaria. Un divertente ribaltamento del classico “uccidi il leader” di altri giochi di questo tipo, visto che qui si guadagnano punti non per aver ucciso il leader nemico, ma per aver difeso il proprio.

Odio

Due personaggi, niente co-op

- Un'avventura davvero appassionante, una storia intrigante, due protagonisti sempre insieme e azione a non finire: quando abbiamo aperto il menu delle opzioni multiplayer eravamo sicurissimi di trovare la voce "cooperativa online", visto che il gioco sembra disegnato apposta per una simile funzionalità. Ma purtroppo abbiamo avuto la grande delusione di non trovarla. I ragazzi di Techland si sono sforzati per creare un titolo giocabile da due punti di vista diversi, senza dare la possibilità a due amici di divertirsi interpretandoli contemporaneamente: davvero un peccato.

Localizzazione

- Siamo sempre contenti di vedere un editore sforzarsi per aggiungere il parlato in italiano ad un gioco, ma in questo caso ci è rimasto l'amaro in bocca. Fuori tono, fuori luogo come termini e spesso anche sconnessi, i dialoghi di Call of Juarez: Bound in Blood non convincono affatto. Se avete una buona padronanza dell'inglese, meglio goderselo in lingua originale cambiando la lingua nelle impostazioni della console.

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Frustrazione

- Call of Juarez: Bound in Blood offre tre livelli di difficoltà per venire incontro a tutti i tipi di giocatore, ma qualora doveste pensare come noi di scegliere quello difficile, sappiate che andrete incontro ad una dose massiccia di frustrazione per colpa dell'evidente superiorità del nemico in molte situazioni. E qui il gioco mostra alcuni difettucci già precedentemente evidenziati nella versione preliminare da noi provata: purtroppo capita a volte di rendersi conto di essere colpiti ma di non capire da dove provengano i colpi. Se a facile o medio avrete quindi la possibilità di correre a ripararvi e studiare la situazione, con la difficoltà al massimo non farete in tempo a fare due passi che già stramazzerete al suolo senza capire bene cosa sia successo, dovendo quindi riprendere la partita dal precedente checkpoint. Attenzione quindi alla scelta del livello di difficoltà, dato che potrebbe influire davvero tanto sul vostro gradimento del titolo.

Tiriamo le somme

Techland non sbaglia, e con Call of Juarez: Bound in Blood ci ha servito un'ottima avventura degna dei più bei film di Sergio Leone: duelli uno contro uno e risse nei saloon ci riportano alla mente alcuni tra i più bei film mai visti. Una storia davvero solida e appassionante unita a un comparto tecnico sorprendente sostengono il titolo e ci permettono di godercelo davvero appieno. Peccato solo per la difficoltà eccessiva di alcune parti del gioco, ovviabile scegliendo adeguatamente il livello di sfida all'inizio dell'avventura e per l'assenza della cooperativa, unico "buco" in un comparto multiplayer altrimenti curatissimo. Ma in conclusione possiamo affermare tranquillamente che siamo di fronte ad un ottimo gioco, sicuramente consigliato agli appassionati di FPS e di spaghetti western.
8.6

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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