Recensione - Links 2004
Vediamo un po' più in profondità l'esito del lavoro svolto dai programmatori. Una volta in-game, la schermata di gioco non differisce pesantemente dal suo illustre collega targato Ea, e presenta oltre alle informazioni sul giocatore e il display dei messaggi, il ben più utile indicatore del vento, tutte le opzioni di controllo del tiro e l'immancabile barra di potenza. Anche i comandi a sommi capi non differiscono, con lo stick sinistro adibito allo swing, i due grilletti al cambio di mazza e il tasto A per avvicinare la telecamera e muovere il mirino, in cui la pallina orientativamente dovrebbe andare a cadere. Il tasto B è utile invece per effettuare un Mulligan, mentre la X e la Y rispettivamente per attivare la visuale dall'altro e visualizzare le informazioni sul giocatore. Niente di nuovo sotto il sole, potrebbe affermare qualcuno, ma è anche vero che il sistema di controllo è semplice e immediato e il praticantato, utile alla totale padronanza del gioco, non supera la ventina di minuti scarsi. Con una buona gestione delle telecamere e con previa meditazione accurata del colpo, non sarà difficile effettuare un buon tiro, anzi, la semplicità del gioco si fa sentire, complice la barra della potenza di tiro dotata di una linea che ci indica la potenza “giusta”, che fortunatamente nei livelli di difficoltà più elevati sparisce, lasciando spazio alla libera interpretazione del giocatore. Il sistema di difficoltà, è una di quelle limitazioni che il giocatore non ha modo di scavalcare. Una volta selezionato, non si cambia. La scelta è dettata sicuramente da nobili principi sportivi, onde evitare sfide impari tra utenti che hanno sudato le proverbiali sette camicie a un livello di difficoltà più elevato.
È difficile stabilire quale dei due giochi sia più arcade, dato che sono elementi di secondo piano a determinare la differenza tra le percentuali simulative dei due titoli. Swing stravaganti, fiammate e modalità arcade secondarie del titolo EA si contrappongono ad una maggiore ortodossia della nobile disciplina proposta da Links. Nella realtà tuttavia la disciplina golfistica risulta essere molto più complessa di quanto le sue trasposizioni ludiche potranno mai mostrare: non esistono indicatori precisi di potenza, direzione e velocità del vento, ne linee guida che agevolano il put. È per questo che nessuno dei due titoli può essere definito realistico al cento per cento, ma entrambi si avvalgono di un sapiente mix tra elementi simulativi e arcade. Piccole differenze per la gestione degli effetti, un indicatore per la potenza dello swing, un'interfaccia semplice e intuitiva che accompagna la scelta della tipologia di tiro, ecco le vere e proprie differenze che possiamo riscontrare nel sistema di controllo di Links rispetto a quello ti Tiger Woods. Due sistemi di controllo che, come detto prima, non differiscono poi tanto. Nessuna novità rivoluzionaria quindi, ma alcune variazioni sul tema, come ad esempio l'interruzione della linea di traiettoria sul green, fattore che rende estremamente ostici i put più lunghi.
Per trovare vere e proprie differenze il discorso va spostato altrove, per esempio al grado di customizzazione del giocatore creato, che vede il titolo Ea nettamente in vantaggio e il titolo Microsoft in evidente imbarazzo. Analogo discorso riguarda il gioco in singolo che, a dirla tutta, non è certo la carta vincente di questo Links. Le modalità sono più o meno sempre le stesse, ed è la Career Play quella più lodevole e degna di maggiore attenzione. Già evidenziata l'importante defezione dell'editor dei personaggi, che in Tiger Woods aveva colpito per varietà ed enorme database e che qui è completamente assente, la modalità carriera, si dimostra tanto longeva (30 tornei in cinque diversi Tour), quanto ripetitiva. Una interminabile serie di tornei che ci vedranno impegnati per parecchio tempo, ma che saranno caratterizzati da una spiccata carenza di varietà. Nel concorrente EA la modalità carriera, tralasciando l'ottimo editor, era peraltro estremamente più varia, con la possibilità di sbloccare giocatori segreti, di comprare tonnellate di attrezzatura, accessori e capi d'abbigliamento, mentre in Links il fattore economico è reso in maniera molto più superficiale.
Tra le modalità rimanenti, quella single round o multiplayer necessitano di poche presentazioni, ma d'obbligo è rendervi noto della possibilità di giocare via Sistem Link, oltre che online, dove Links si prende la sua maggiore rivincita nei confronti del suo diretto rivale. Quella di XSN Sports può essere considerata una vera e propria arena dove sfidare giocatori di tutto il mondo, partecipare a tornei e scalare le posizioni della classifica mondiale. Proprio la piena compatibilità col supporto Xbox Live! fa ben sperare per il futuro, per la possibilità di scaricare contenuti aggiuntivi (vista la presenza di solamente otto campi di gioco).
L'impatto grafico è quello delle grandi occasioni, e anche qui il raffronto col gioco EA è d'obbligo. Le ambientazioni, ricche e suggestive sono vere e proprie perle, ritagli di paesaggi da cartolina e soprattutto ricostruzioni di alcuni dei più famosi tracciati come il mitico St. Andrews, presente peraltro anche nel titolo EA. Seppure l'ottima realizzazione delle ambientazioni sia un fattore di riconoscimento per ciascuno dei due contendenti, la qualità delle texture di Links spicca per definizione e brillantezza, ricordando quelle già ammirate in titoli come Top Spin e Amped 2. Tuttavia non è questo il solo fattore a far pendere l'ago della bilancia verso il gioco XSN, ma bisogna elogiare la maggiore cura che accompagna elementi di contorno come i tifosi che seguono la partita in prossimità del green. Mentre in Tiger Woods delle sagome di legno non meglio identificate si muovevano in maniera ridicola e confusionaria, in Links il pubblico sullo sfondo è interamente poligonale e applaude in maniera convincente ad ogni colpo spettacolare eseguito da uno dei giocatori. Quanto al sonoro, convincenti i rumori di sottofondo, complice il Dolby Digital che garantisce un grado di immedesimazione quasi totale, e quasi ininfluente il commento di Ken Venturi. Si rivela alquanto discutibile la possibilità di importare le colonne sonore salvate su Hard disk, questo perché la musica, di qualsivoglia genere rovinerebbe l'atmosfera di un gioco prevalentemente silenzioso.
Tirando le somme, Links 2004 è davvero un buon gioco, apprezzabile veramente solo ai livelli di difficoltà maggiori (intermediate e advanced). Le differenze rispetto al titolo targato Ea riguardano in prima misura la longevità in singolo, dove Links mostra il fianco a critiche a cui però, riesce a controbattere con una modalità online degna di lode. Un gioco profondo che, forse meno di quanto ci saremmo aspettati, è comunque riuscito a convincerci. Consigliato un po' a tutti, maghi del put o novizi.
Ringraziamo GameSurf per la collaborazione. 8.0
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