Recensione - Silent Hill: Homecoming
di
Domenico Rodà / Nico_89
P
Il Gioco
Silent Hill: Homecoming sbarca finalmente in Europa con cinque mesi di ritardo rispetto agli USA: la trama vede protagonista il soldato Alex Sheperd che, dopo aver ottenuto il congedo dall’esercito americano, ritorna nella sua amata cittadina inconsapevole dei pericoli che lo attendono. Tornato a casa, Alex scopre infatti che il fratellino Josh è misteriosamente scomparso dopo che strani avvenimenti hanno ridotto il posto ad una vera e propria città fantasma, immersa nella nebbia e priva di qualsiasi forma di vita. Gli unici apparentemente sopravvissuti sono il giudice della città, la migliore amica di Alex e sua madre, la quale ridotta in stato catatonico riesce a mormorargli che il padre ha lasciato la città alla ricerca di Josh. Il nostro compito sarà scoprire chi o cosa si celi dietro questi strani eventi e, soprattutto, portare in salvo il fratellino Josh, costante oggetto di ricordi e visioni. Nel corso del gioco sono piuttosto frequenti dei flash-back di piccoli episodi d’infanzia che, una volta sommati fra loro, costituiranno l’intricato puzzle narrativo che caratterizza Homecoming dall’inizio alla fine.Dal punto di vista del gameplay, Homecoming sfrutta le stesse meccaniche viste nei precedenti episodi fornendoci un mix tra esplorazione, ricerca di indizi, dialoghi con vari personaggi e combattimento; la presenza dell’inventario, suddiviso in due sezioni, è stata mantenuta, così come biunivoca risulta la combinazione di tasti atti ad eseguire gli attacchi: con A quelli veloci e con X i fendenti; tramite B invece effettuiamo le schivate. Naturalmente abbiamo la possibilità di utilizzare sia armi bianche, come coltelli o accette, che da fuoco, quali pistole, fucili a pompa e così via. A movimentare l’azione intervengono, anche se non con grande frequenza, i vari nemici sparsi qua è là nelle labirintiche strutture presenti nel gioco. Capita così di affrontare mostri inferociti e di specie diverse, dai classici cani ed infermiere zombie ai Siam, enormi bestie dotate di forza sovrannaturale. Non mancheranno inoltre i puzzle da risolvere, seppur semplici nel complesso e mai troppo frequenti. Le difficoltà selezionabili sono solamente due: Normale e Difficile. La differenza consiste quasi esclusivamente nella resistenza di Alex ai colpi nemici, e in quella dei nemici stessi. A livello Normale, la storia si completa tra le 8 e le 10 ore di gioco eventualmente espandibili qualora vogliate esplorare tutti i cinque diversi finali del titolo.
Commenti