Recensione - Need for Speed Undercover
di
Roberto Vicario / Spr1ggan86
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Need for Speed Undercover prende una strada differente da quanto abbiamo visto nel precedente episodio ProStreet, per tornare alle origini e riproporre la formula che tanto aveva portato fortuna in Most Wanted: mondi aperti e inseguimenti con la polizia. La trama di questo episodio è stata particolarmente curata: impersoniamo un agente sotto copertura, con lo scopo di infiltrarci in un’organizzazione che contrabbanda auto di lusso e probabilmente invischiata in altri traffici loschi. Per immedesimarci di più nella storia e contemporaneamente darle un taglio cinematografico, EA ha girato delle vere e proprie scene con attori in carne ossa: il nostro contatto nell’FBI è impersonato dalla bella attrice Maggie Q.
Ancora una volta il parco macchine del gioco annovera quasi tutte le le più importanti case di auto sportive, divise per regione. Oltre alle classiche muscle car americane (Chevrolet, Ford, Pontiac ecc.), abbiamo modo di guidare le agili macchine giapponesi, ma il meglio arriva dalla compagine di case europee presenti nel gioco: BMW, Audi, Porsche, Lamborghini e persino Bugatti la fanno da padrone. Per ottenere queste auto abbiamo due possibilità: acquistarle con i soldi guadagnati vincendo nei vari eventi, oppure ottenendole come premio per in determinate gare.La mappa di Tri-City, l'area di gioco, è sufficientemente ampia e abbastanza varia: troviamo una classica zona cittadina, una più montana piena di tornanti e le immancabili autostrade dove hanno luogo avvincenti inseguimenti testa a testa tra le dream cars presenti nel titolo.
Nonostante l'impostazione aperta del gioco, con un’intera città e periferia a disposizione, in realtà di esplorabile c’è ben poco. Spesso ci si trova a vagare senza meta, e piuttosto che raggiungere un punto guidando, si ricorre alla mappa per selezionare la sfida desiderata e farsi teletrasportare direttamente al punto di partenza. Come già detto, lo scopo del gioco è conquistare fama e reputazione nel giro delle corse clandestine, in modo da arrivare ai pezzi grossi dell’organizzazione e, grazie alla collaborazione della polizia, tentare di incastrarli. Per guadagnare questa reputazione ci vengono proposte diverse sfide, alcune consistenti in gare a circuito chiuso sulle strade cittadine, altre (Dominio) in cui dobbia cercare di rimanere in testa per un determinato periodo, con la possibilità di decidere la strada da percorrere a meno che non veniamo superati. Troviamo inoltre le classiche sfide a checkpoint e quelle in cui dobbiamo andare da un punto A ad un punto B. Quelle sicuramente più interessanti sono quelle in cui a fare da protagonista è la polizia. In determinate gare infatti dobbiamo cercare di distruggere alcune volanti speronandole oppure sfruttando determinati oggetti e impalcature presenti sul ciglio della strada.
Altra modalità piuttosto divertente è quella denominata “danni”: in un determinato tempo dobbiamo distruggere una data quantità di oggetti o macchine per arrivare alla cifra in dollari di danni prestabilita, e una volta arrivati a quell’obbiettivo cercare di fuggire dalla polizia. Questa però non rappresenta mai un serio pericolo pur disponendo di diversi modelli d’auto, strisce buca-gomme, posti di blocco e addirittura elicotteri: questo perché l’intelligenza artificiale non è eccessivamente impegnativa, raramente infatti vi troverete a venire braccati e di conseguenza arrestati. Questo problema dell’ IA purtroppo si estende anche agli avversari degli altri eventi, infatti la facilità con la quale ci si trova a vincere le gare è a volte disarmante. Se questa cosa all’inizio può anche essere positiva, per invogliare il giocatore a continuare la storia senza farsi scoraggiare sin dalle prime battute, alla lunga abbassa il livello di sfida in maniera drastica rischiando di annoiare il giocatore.
Oltre all'acquisto di auto, i soldi vinti nella gare possono essere utilizzati anche per potenziare il nostro parco macchine. Come ormai tradizione della serie, la personalizzazione può essere sia estetica che meccanica: tuttavia, rispetto a quanto visto in capitoli precedenti, le possibilità di tuning qui sono meno profonde, e se da un lato risultano essere meno criptiche per i non appassionati di motori, dall'altro gli amanti del tuning storceranno sicuramente il naso.
Dal punto di vista tecnico il gioco presenta alti e bassi: se da un lato c’è una qualità piuttosto elevata nella riproduzione dei bolidi sia propri che avversari, lo stesso non si può dire di scenari e bordo pista, veramente poco convincenti soprattutto nella definizione delle textures. Anche il traffico è estremamente rarefatto e non risulta un ostacolo durante le gare, con macchine che appaiono sporadicamente qua e là e con modelli poligonali veramente poveri, simili tra loro e poco dettagliati. Inoltre quando prendiamo velocità il gioco subisce vistosi cali di frame-rate, che penalizzano l’esperienza soprattutto nella fasi più concitate.
Decente invece il comparto audio: i rombi delle auto sono ben campionati, e con un buon impianto audio è una piacere portare a 7/8000 giri le auto per sentire tutti i loro cavalli. Abbastanza convincente anche il doppiaggio in italiano, che per un titolo del genere risulta sicuramente all’altezza.
La parte multiplayer, un po’ come avviene per il single player, non è molto sviluppata: sono presenti tutti i tipi di gara tipici dei racing game online, con una divertente variante di guardie e ladri in cui ci si divide in due squadre, una che deve cercere di scappare con un bottino e gli altri con il compito di riconquistarlo. Plauso invece al lavoro deglisviluppatori sul netcode del gioco: raramente infatti abbiamo notato problemi di lag o disconnessioni.
Insomma, come avrete capito, neanche questa volta EA sembra essere riuscita a sollevare le sorti di questa saga che da qualche anno sembra essersi smarrita per strada. Una realizzazione tecnica lacunosa e scelte di gameplay quantomeno discutibili, su tutte le calibratura della difficoltà, impediscono a Need for Speed Undercover di emergere nella calca di titoli natalizi. Forse gli sviluppatori dovrebbero far saltare un anno alla saga, dedicando due anni pieni di sviluppo al prossimo episodio e cercando di proporci qualcosa di davvero degno del nome Need for Speed. 6.2
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