Recensione - Saints Row 2
di
Roberto Vicario / Spr1ggan86
P
Dove ci eravamo lasciati?
Il primo Saints Row è diventato famoso per essere il primo titolo a giocabilità aperta ad affacciarsi sulla nuova generazione di console, offrendoci una storia in cui il nostro scopo era farci largo con la nostra banda per prendere il controllo di Stilwater. Gli eventi narrati in questo secondo capitolo si svolgono qualche tempo dopo il primo: dopo la violenta esplosione con cui si è concluso il primo Saints row, ci ritroviamo nella sala di infermeria del penitenziario di Stilwater, e dopo aver personalizzato il nostro alter-ego avrà inizio la nostra nuova avventura: una volta evasi dal penitenziario dovremo ricontattare i nostri vecchi amici, o almeno quelli rimasti vivi, e cercare di arruolare nuove reclute per riformare i Saints e tornare a dominare su Stilwater.
Se GTA faceva dell’humor una parte fondamentale del titolo, questo Saints Row 2 non è da meno, anzi, osa di più giocando la carta dell’irriverenza un po’ come nelle parodie cinematografiche: tutto qui è portato all’eccesso, per tutto il corso del gioco vedremo personaggi e situazioni che strizzano l’occhio a quelle che si vedono nei film polizieschi o in altri giochi del genere, e i personaggi fanno sorridere non solo per il loro atteggiamento eccessivo ed esagerato, ma anche per la loro caratterizzazione. Intendiamoci, non si arriva a livelli caricaturali ma più di una volta vi verrà da sorridere nel vedere determinate situazioni o personaggi. Questa non può che essere una cosa positiva, e sicuramente va reso merito agli sviluppatori per aver intrapreso questa direzione, così da differenziarsi dalla concorrenza e proponendoci così un prodotto diverso dal solito.
Parola d’ordine: varietà
Come avrete capito, il gioco è nuovamente ambientato a Stilwater, città in cui troveremo altre tre bande sulle quali dovremo cercare di avere la meglio: Sons of Samedi (una banda di drogati), Brotherhood (degli energumeni completamente tatuati e con la passione per le macchine), e infine i Ronin (gruppo ispirato alla yakuza giapponese). Come nel primo capitolo, per poter affrontare le nostre missioni dovremo acquisire una certa dose di rispetto, in diversi modi. Uno è lo stile: comprando vestiti eleganti, "pimpando" le nostre auto in carrozzeria oppure cercando di acquistare nuove case abbellendole, i punti stile aumenteranno e così anche il rispetto. Altro modo per poter guadagnare rispetto sono i diversivi: un po’ come avviene in GTA potremo infatti improvvisarci poliziotti, guidatori di ambulanza oppure pompieri, ma la cosa bella del titolo THQ è che non c’è limite alla fantasia, e non c’è alcun rispetto per il politicamente corretto. Tutto questo si traduce in creatività: diversivo vuol dire anche prendere un camion di letame e spararlo sui malcapitati di turno o, perché no, arrivare con una moto sul tetto di un grattacielo e lanciandosi a tutta velocità per poi aprire un paracadute precedentemente equipaggiato.
Ma non finisce qui: durante la nostra esplorazione della città avremo modo di sbloccare sulla mappa numerose attività secondarie, dei tipi più diversi. In "controlla la folla" possiamo guadagnare denaro facendo da bodyguard a un vip attaccando chi tenta di avvicinarsi, in "demolition derby" prendiamo parte ad un vero e proprio rodeo dell’auto all’interno dell’arena della città, e in "escort" dovremo dislocare sul territorio le prostitute del pappone di turno. Continuando, "fight club" ci permetterà di prendere parti ad incontri clandestini, "frode assicurativa" invece è probabilmente la modalità più divertente, nella quale dovremo cercare di creare l’incidente più grande e doloroso possibile per il nostro personaggio, recandogli il maggiori danni possibili che si tramuteranno in denaro. Quelle elencate sono solo alcune delle attività secondarie che il gioco presenta, e le altre sono tutte altrettanto spassose: vi porteranno via una gran quantità di tempo, e potremmo definirle un vero gioco nel gioco: questo è innegabilmente un punto a favore del titolo THQ, che lo discosta dal suo rivale di casa Rockstar.
Tutte le modalità sopra descritte ci permetteranno di acquistare rispetto, che a determinati livelli sbloccherà le missioni delle varie bande tramite le quali potremo portare avanti la trama principale. Anche in questo caso la varietà sarà molto alta, e difficilmente ci troveremo ad affrontare una missione simile alle precedenti, con obiettivi molto vari e talvolta anche molto demenziali. Oltre alle classiche missioni avremo modo anche di conquistare le cosiddette “roccaforti”: si tratta di veri e propri campi base dei nemici utilizzati per attività illecite di tutti i tipi, ed una volta conquistati avremo in mano il business di quelle attività oltre al controllo sul quartiere. Come nel predecessore, la città è infatti divisa in diversi quartieri, all’inizio il numero di quelli in nostro possesso sarà ovviamente ridotto ma starà a noi rimboccarci le maniche e cercare di conquistarne sempre di più portando a termine i lavori che ci verranno proposti. Potremo inoltre ricattare le varie attività commerciali per costringerle a pagarci il pizzo, e questo significherà altro denaro nelle tasche dei Saints. Con i soldi guadagnati potremo comprare macchine (sempre che non decidiamo di rubarle), vestiti, ma anche appartamenti, garage, moli e persino un hangar dell’aeroporto.
Il gioco dispone anche di una divertente modalità cooperativa: in qualsiasi momento un nostro amico potrà aggiungersi alla nostra partita e viceversa. Questa modalità risulta essere molto divertente data anche la natura del titolo, e ci ha ricordato un altro titolo che faceva della cooperatività un punto di forza, ovvero Crackdown. Un po’ sottotono invece le modalità online, poco incisive e divertenti: vi stancherete presto, probabilmente per gettarvi nella cooperativa.
Tecnicamente parlando
Ed arriviamo alle note dolenti: se infatti finora sembrava tutto ottimo, purtroppo anche questo titolo non è esente da difetti, e non sono di poco conto. Il gioco soffre di alcuni problemi grafici che inficiano l’esperienza di gioco, infatti durante la nostra prova è capitato più di una volta che per colpa di pop-up e bad cliping il personaggio si incastrasse da qualche parte costringendoci ad abbandonare la missione, oppure esponendoci al fuoco nemico con il rischio di venire uccisi. A livello di texture invece il titolo si attesta su livelli decenti, eccessivo forse l’uso della nebbia e qualche ritardo di caricamento delle texture, problemi che con un po’ più di attenzione da parte degli sviluppatori potevano essere tranquillamente risolti.
Nulla da dire invece sulla soundtrack, una delle più vaste mai viste in un videogioco, con generi e artisti che ricoprono quasi tutti i generi e gli anni musicali, dai '70 ad oggi.
Insomma, Saints Row 2 ci è piaciuto nonostante alcune incertezze grafiche: un grande varietà di minigiochi e l’originalità delle missioni, affiancante ad una trama semiseria, profonda e con molti spunti dissacranti, fanno si che questo titolo meriti di essere comprato. 8.0
Commenti