Recensione - Dark Sector
di
Valentina Carparelli
P
Una storia mutante
La trama di Dark Sector pone le sue basi su una premessa piuttosto abusata: il consueto supereroe di gradevole aspetto ed un po’ “zotico”, impegnato a fronteggiare uno scienziato pazzo dall'intelligenza straordinaria ma volta al male. Tuttavia, concedendo alla storia la possibilità di evolversi, dopo già un paio d'ore abbiamo rilevato la presenza di uno stile narrativo di notevole presa. Nel videogioco impersoneremo Hayden Tenno, venticinque anni, uno dei migliori agenti della CIA, inviato in missione a Lasria, una fantomatica città dell’Europa dell’Est pervasa da un’atmosfera innaturale ed inquietante. Lo scopo della spedizione è indagare su degli esperimenti che interessano il Technocyte, un pericoloso virus genetico in grado di trasformare gli esseri viventi in sanguinosi automi da guerra e privi di volontà propria. Nel corso del gioco, Tenno combatterà sia contro questi androidi che contro un gruppo paramilitare anch'esso interessato al virus. A fiancheggiare il nostro paladino nelle sue evoluzioni ci saranno Nadia Sudek, esperta di arti marziali e protagonista di alcuni fulminanti colpi di scena e Yargo Menshik, ex colonnello georgiano esperto di elettronica e tecniche di sorveglianza.
Il primo capitolo di Dark Sector è un utile tutorial che ci insegnerà a padroneggiare i comandi del gioco per entrare in simbiosi con il protagonista: impareremo a prendere la mira, a sfruttare ogni copertura per ovviare agli attacchi dei nemici, a saltare gli ostacoli, ad effettuare capriole, scatti veloci e ad interagire con i vari elementi dello scenario; terminata la breve sessione di apprendimento inizierà l’avventura vera e propria.
Una volta giunto a Lasria, Hayden sarà presto aggredito da un misterioso parassita accorgendosi, dopo essersi svegliato da uno stato d’incoscienza, di essere diventato lui stesso vittima di questo terrorizzante programma scientifico. Munito di un organismo con un potente sistema di difese immunitarie ed una sopportazione al dolore fisico a dir poco sovrumana, l'agente della CIA riuscirà a domare il virus, arrestando all’occorrenza la mutazione genetica del suo corpo ed addirittura a trarne vantaggio per sventare i piani diabolici dello scienziato responsabile di tutto questo.
Ed ecco infatti che entra in scena il Glaive, originale arma generata dal braccio infetto del nostro alter ego. Quest’arma biogenetica è simile ad uno shuriken velocissimo e molto tagliente, che potremo controllare rallentando il tempo grazie all'effetto “aftertouch” riuscendo così a mirare con estrema precisione ai punti vulnerabili dei nemici, mutilandoli in un istante. Dal terzo capitolo della storia, il Glaive potrà essere rivolto anche verso determinati oggetti per risolvere semplici enigmi, come spegnere o accendere interruttori apparentemente irraggiungibili, attivare meccanismi situati in posizioni anguste o addirittura potrà fungere da torcia per illuminare le zone più buie, solitamente sotterranei e cunicoli fognari. Con il proseguo dell’avventura, questi poteri sviluppati dall'arto di Tenno saranno in continua espansione ed in grado di assorbire un certo numero di elementi presenti in natura, come ad esempio il ghiaccio, l’acqua, il fuoco e l’elettricità; in sostanza, più il virus avanzerà nelle cellule, più la forza del protagonista crescerà a dismisura e più lui riuscirà a controllare il suo immenso potere.
Questa singolare arma risulterà quindi alla fine essere la vera protagonista della narrazione, ma lasciamo a voi scoprire il resto. Se appartenete al rango di quei videogiocatori capaci di saper attendere l’evolversi degli eventi in una storia, allora avrete tra le mani un titolo che vi premierà con un buon livello di coinvolgimento. Il gioco, pur non impegnandovi più di undici - dodici ore, sarà in grado di lasciarvi con quella sensazione di compiuto una volta giunti al decimo ed ultimo capitolo.
La difficile lotta per la sopravvivenza
Hayden Tenno può usare, oltre al Glaive, un arsenale di armamenti convenzionali, tra l’altro upgradabili tramite potenziamenti, comprendente pistole, mitragliatrici leggere ed il potentissimo D3, un fucile d’assalto veloce e maneggevole ma con un unico handicap, quello di possedere una gittata di fuoco molto ravvicinata. Le armi si possono ottenere in due maniere: la prima è sottraendole al nemico ma, in tal caso, avranno durata limitata perché costruite con un meccanismo di auto distruzione che si attiva non appena vengono impugnate da mani estranee. La seconda possibilità è invece di acquistarle da un losco mercante vestito di nero, locatario di bancarelle illegali accessibili mediante tombini contrassegnati da un emblema a forma di fiore di loto. Ma nulla ci è regalato: dovremo perlustrare con attenzione ogni zona dei vari scenari alla ricerca di casse e valigette contenenti del denaro da spendere per l’acquisto di queste armi, potenziamenti ed oggetti di sopravvivenza; vi consigliamo di effettuare una ricerca oculata attraverso i livelli perché il prezzo da pagare per ogni gadget è sempre elevato.
Dark Sector ha un gameplay semplice ed intuitivo grazie anche ad un’ottima telecamera posta alle spalle del protagonista, "alla GRAW" per intenderci, ben posizionata e priva di incertezze, riuscendo a farci condurre il protagonista sempre con estrema naturalezza. Però non è tutto oro quel che luccica, poiché proprio nel gameplay, pur risultando sciolto e preciso, riscontriamo un problema di fondo: i combattimenti diventano nel tempo un frenetico susseguirsi di sparatorie, così come i combattimenti corpo a corpo, altra caratteristica del gioco, risultano troppo simili tra loro. Grazie ancora alla potenza del suo arto modificato, trovandosi a ridosso del nemico Hyden potrà attaccarlo, tranciandogli e triturandogli gambe, braccia e capo fino al completo sfinimento del suo rivale. Per porre fine all’agonia dell’avversario potremo poi eseguire degli efferati colpi di grazia al rallentatore. Purtroppo queste mosse risultano alla lunga essere fin troppo ripetitive, costringendoci a pigiare sempre gli stessi tasti del pad per eliminare il malcapitato di turno. Avremmo gradito un numero di combo maggiore e più appagante, dato che gli scontri con i nemici, con il proseguire degli stage, varieranno da medio-facili a difficili.
Quanto ci fu promesso in precedenza dagli sviluppatori riguardo al livello di difficoltà, che sarebbe aumentato in relazione alle nostre capacità combattive, è stato mantenuto e, se solo il gameplay fosse stato più completo, questo fattore avrebbe condotto il titolo a picchi di grande divertimento e non ad indebolirsi ed a perdere mordente come invece accade. Un’altra imperfezione del gioco è rappresentata dagli avvenimenti scriptati, come taluni attacchi nemici o eventi basilari che avvengono sempre nello stesso modo, nei momenti in cui si arriva in determinati punti dello scenario; in altre parole, se moriremo spesso in una data scena, saremo costretti a ripetere lo stesso segmento preregistrato del livello, portandoci presto alla noia.
Nonostante il gameplay risulti un po’ ripetitivo, possiamo ritenerci discretamente soddisfatti dell'IA dei nemici; per la maggior parte, tutto fila liscio come dovrebbe, con i nostri oppositori che provano ad accerchiarci per avere la meglio, ed anche se il tutto si risolve con l’ennesima intensa sparatoria, quasi sempre si dovrà ricorrere ad una pianificata strategia per soverchiare l’avversario. A questo abbiamo rilevato solo delle sporadiche eccezioni: in alcuni momenti non risulterà affatto difficile uccidere i nemici anche nei momenti di una loro eventuale copertura perché, pur nascondendosi dietro un muro o una colonna, continueranno ad esporre part del corpo destinandosi pertanto a morte sicura.
I boss di fine livello sono capaci di darci un bel po’ di filo da torcere, ma come ogni buon gioco che si rispetti, anche in questo caso, con discrete dosi di tattica ed astuzia, unite alla conoscenza del territorio in cui ci si trova, riusciremo ad escogitare una soluzione per uscirne indenni. Tuttavia, nel caso in cui nel combattimento il nostro eroe fosse ferito, avremo tutto il tempo di fargli ripristinare la salute, difatti ci basterà accucciarci dietro uno dei tanti ripari, colonne, casse, per rigenerarci. L'approssimarsi della nostra morte ci verrà indicato tramite una progressiva colorazione dell'immagine a schermo, come accade sempre più spesso nei titoli di ultima generazione.
Mutazioni tecnico-artistiche
Tecnicamente ed artisticamente Dark Sector sa certamente comportarsi in maniera egregia: caricamenti impercettibili, sequenze cinematiche degne di nota, un motore grafico impeccabile e senza incertezze, un design degli scenari azzeccato ed animazioni perfette: tutto estremamente curato ed in definitiva un titolo di forte impatto visivo.
Hayden Tenno è realizzato magistralmente, con animazioni pressoché perfette e movimenti eleganti e ben legati tra le varie azioni, così come le textures di tutti gli altri personaggi principali e di contorno sono molto ben dettagliate, con volti mai anonimi e dotati di animazioni sempre varie. Capita anche di trovare textures sfocate e poco dettagliate, ma gli sviluppatori le hanno inserite con maestria negli oggetti in secondo piano o più celati per non aggravare la scena, per cui questa pecca non è particolarmente evidente. L’effetto di devastazione che si può creare con certe armi è spettacolare, come ugualmente superba è la simulazione fisica degli oggetti, e la resa visiva del Glaive che pare essere di vero metallo. Per non parlare poi dell’esemplare maestria dei programmatori nel proporci continuamente scene di inaudita violenza come sangue che schizza a fiotti sulle mura e sulle colonne dei vari edifici, le mani trafitte, le gambe amputate, le teste decapitate sotto i costanti attacchi dell’arma biogenetica.
La grafica delle ambientazioni assolve pienamente allo scopo di riprodurre un’atmosfera angosciante; durante tutto il gioco esploreremo scenari sempre vari: si va da città deserte ad industrie energetiche, a castelli fatiscenti e miniere in rovina. Gli edifici disseminati per il territorio evidenziano un'ottima cura realizzativa, ed a media e lunga distanza è possibile ammirare degli esterni estremamente fotorealistici, con ottimi effetti di un’illuminazione dinamica. E’ notevole l’uso di filtri che simulano la rifrazione della luce su talune superfici solide rese lucide e dall’aspetto levigato o su quelle bagnate sotto gli effetti di una pioggia battente, con il paesaggio che è parzialmente riflesso su di esse.
I meriti maggiori vanno in definitiva alla direzione artistica del gioco: i designer sono riusciti a creare uno stile “Dark” assolutamente suggestivo ed in simbiosi con trama e personaggi. Avrete evinto, quindi, che non siamo rimasti indifferenti a cotanta bravura degli autori, e non ci sembra esagerato scrivere che Dark Sector è uno fra i giochi graficamente più belli usciti su Xbox 360: può tranquillamente camminare a testa alta accanto a titolo come Gears of War e Halo 3. L'unico difetto che abbiamo rilevato nella grafica del titolo è relativo ad occasionali compenetrazioni tra i poligoni dei vari oggetti, ma si tratta in ogni modo di un difetto minimo, citato per pignoleria ed in grado di non intaccare in nessun modo l’esperienza complessiva di gioco.
Riguardo all'audio, permetteteci di assumere per un momento il ruolo dei diavoli tentatori: se cercavate una motivazione per decidervi a comprare un impianto Dolby Digital 5.1, possiamo garantirvi che Dark Sector è un pungolo più che valido. Il sonoro è allo stato dell’arte: già nel momento in cui apparirà la prima schermata di gioco, l’udito sarà catturato da una serie di effetti avvolgenti che caratterizzeranno tutta l’avventura, contribuendo in maniera decisa alla creazione di quell’atmosfera tenebrosa insita nel titolo. Il graffiante effetto sonoro del Glaive allo sfiorare delle superfici ed il suono prodotto dal fuoco delle armi, sono realizzati con esemplare maestria. La musica è orchestrata in maniera inappuntabile, ed i gamer più navigati riusciranno forse ad assemblare nella loro memoria il ricordo di un motivetto di una decina d'anni fa, all’epoca di grande atmosfera e capace di far venire i brividi lungo la schiena. Il riempitivo armonico, che unisce i due temi principali del gioco ricorda infatti in maniera marcata, in quanto a ritmo e profilo armonico, quel capolavoro che fu <>Resident Evil 2. I programmatori, grazie quindi ad una colonna sonora altamente suggestiva, sono riusciti nell’intento di ricreare una atmosfera surreale con brani molto adatti ai ritmi del gameplay, dipinti da un insieme di suoni tranquilli o da melodie costruite con notevole tensione. Importante è inoltre il doppiaggio: interamente in italiano e di ottima fattura, con voci carismatiche e mai sottotono; quando si è di fronte ad un titolo tradotto e doppiato in italiano in maniera esemplare come nel nostro caso, non si può fare altro che complimentarsi con l'editore per il lavoro svolto.
Il settore oscuro del Live
Prima di tirare le somme ed arrivare al giudizio finale, è importante un’ultima considerazione: oggi un gioco d'azione come questo può ritenersi completo e perfetto se dispone di un buon supporto online per giocarlo in compagnia; sfortunatamente Dark Sector non brilla su questo versante, a causa delle sue modalità non proprio gratificanti e di un numero esiguo di mappe, soltanto cinque. Oltre a “Partita libera” e “Partita classificata” che stabiliscono ormai lo standard su Xbox Live, ogni scenario supporterà dieci giocatori che si fronteggeranno in altre due modalità: Infezione ed Epidemia. Nella prima, un giocatore impersonerà Hayden Tenno e dovrà difendersi dagli androidi e dai soldati che saranno impersonati dai restanti nove giocatori: chi riuscirà a sconfiggere Tenno ne assumerà l'identità nella partita successiva. Anche se questa può sembrare una battaglia impari, vi assicuriamo che i poteri del protagonista sapranno tenere testa alla situazione, dato che si potranno usare le abilità apprese nella modalità a singolo giocatore.
Epidemia è un cinque contro cinque dove i reciproci comandanti dovranno essere difesi dalle truppe nemiche; per intenderci, ognuna delle squadre disporrà di un Hayden come personaggio cardine da proteggere fino alla fine del match, momento in cui sarà stilata la classifica dei punteggi in base alle kill eseguite. Le partite non presentano problemi di lag ed il codice riesce a gestire bene anche le partite con giocatori dalla connessione lenta. Un aspetto che va sottolineato è che gran parte dei lati positivi del gioco in singolo non si avvertono nel gioco online: le strategie ed i tatticismi assumono un ruolo esiguo, perché la frenesia fra gli utenti diviene in battaglia predominante. Se giocando offline la maggior parte delle volte si dovrà elaborare un minimo di tattica per sterminare il nemico, sia che si agisca di copertura, sia fronteggiandolo subito col Glaive, una volta online tutto ciò verrà in parte a mancare. Peccato, se solo gli sviluppatori avessero perfezionato di più il multiplayer ci avrebbero offerto un gioco, sì con qualche pecca, ma ottimamente realizzato nel complesso e dalla forte personalità.
In conclusione, Dark Sector si è rivelato un’ottima variante al folto mercato odierno del videogioco per i suoi brillanti spunti di originalità. Una buona struttura orientata alla storia, un eccellente comparto tecnico e grafico, un sonoro ai massimi livelli ed una perfetta localizzazione nella nostra madre lingua, ci regalano un’esperienza di gioco da vivere in ogni sua sfumatura. Peccato per un gameplay non molto profondo che intacca l’appeal globale rendendo il gioco un tantino ripetitivo, e per un multiplayer che avrebbe dovuto essere un po’ più approfondito. Non si tratta di problemi che rovinano definitivamente il titolo, ma non gli permettono di raggiungere la perfezione. In conclusione, se siete arrivati a leggere fin qui lo avrete già capito da soli: Dark Sector vale l’acquisto, il lavoro svolto dai Digital Extremes è ammirevole ed aneliamo un eventuale secondo capitolo, privo beninteso di quei piccoli difetti summenzionati. 8.0
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