Recensione - Rainbow Six: Vegas 2
di
Valentina Carparelli
P
Due episodi, una trama
Rainbow Six: Vegas 2 è stato disegnato per essere perfettamente godibile come gioco a se, ma è preferibile aver giocato il primo episodio per avere un quadro completo della storia. Il filo narrativo di questo secondo episodio va infatti a completare quello del primo; come detto la storia è godbile anche da sola, ma si svolge parallelamente e dopo gli eventi del titolo precedente, e quindi vi sono diversi riferimenti. A voler essere critici, per un titolo tanto atteso ci saremmo comunque aspettati una narrazione un po’ meno altalenante e con una storia più solida, profonda e meglio raccontata, ma questa serie non ha mai puntato tutto sulla trama, e siamo comunque davanti ad un titolo di ottima caratura, in grado di tenerci incollati allo schermo fino al completamento di tutte le missioni.
La modalità Campagna in singolo si attesta come longevità intorno alle quindici ore, e le missioni che dobbiamo affrontare per portarla a termine ci vedono nelle vesti del valoroso (o valorosa, visto che, come in Mass Effect, prima del gioco potremo personalizzare il nostro personaggio anche nel sesso) Bishop, un comandante di un nucleo dei Corpi Speciali Americani, tornato in azione per sventare l'ennesima minaccia terrorista; la nostra missione inizia sui Pirenei, dove dei terroristi hanno preso in ostaggio un gruppo di civili. A noi il compito di salvarli, ma non tutto andrà per il verso giusto, e lasciamo a voi chiaramente scoprirne i motivi. A questo punto non facciamo in tempo ad entrare nel vivo dell’azione che, tra una sparatoria e l’altra, senza tante spiegazioni, il filo conduttore della trama ci sposta dai Pirenei ad una locazione totalmente diversa, un’immensa città del Nevada: Las Vegas, detta anche Sin City, "la città del peccato".
Già da questi primi livelli l’avventura di Bishop prosegue parallela a quella della squadra di Logan Keller, il protagonista di Rainbow Six: Vegas, fino addirittura al ricongiungimento delle due trame, per dare vita infine ad una soddisfacente e finalmente appropriata conclusione, non prima però di aver affrontato un cospicuo numero di missioni, e attraversato varie ambientazioni che spaziano da cantieri, scuole, magazzini, aree industriali, teatri, a locazioni affascinanti come il deserto del Nevada. Ma per i vari intrecci che il gioco ci propone preferiamo non spingerci oltre, lasciando a voi di godervi ogni esperienza che farete nel corso delle vostre avventure per scoprire finalmente tutti i retroscena della storia.
Mettiamoci in gioco
Come di norma, una volta avviato il gioco abbiamo la possibilità di operare in diverse modalità: Storia, Caccia ai Terroristi, Scontro, Extra, e Il Mio Personaggio. La modalità Storia ci vede impegnati da soli o in cooperativa con un amico (sulla stessa console tramite schermo condiviso o su Xbox Live), lungo una serie di missioni che porteranno all’avvicendarsi di una trama mai banale, con tutte le sue sfaccettature e qualche immancabile colpo di scena. In Caccia ai Terroristi non vi sono veri e propri obbiettivi da sbloccare e portare a termine, ma lo scopo è semplicemente “ripulire” determinate aree uccidendo tutti i nemici, invece le immancabili partite online, alle quali dedicheremo in questa recensione un’apposita sezione distaccata, sono racchiuse nella modalità Scontro. Infine Extra e Il Mio Personaggio, la prima comprende le opzioni del gioco, la seconda è la modalità che ci permette di creare il nostro alter ego virtuale da usare nella campagna in singolo e online: la scelta individuale può ricadere su di una figura maschile o femminile, avendo la possibilità di modificarne l’aspetto del volto tramite configurazioni preimpostate, o con la videocamera Live Vision inserendo il nostro viso come già era possibile fare nel precedente episodio, e scegliere un vario arsenale di armi ed equipaggiamento da far indossare a questo nostro soldato virtuale tra cui cappelli per temperature rigide, passamontagna da infiltrazione, elmetti militari e tanti altri gadget che renderanno il nostro alter ego una splendida e violenta macchina da guerra.
Il modello di gioco di Rainbow Six: Vegas 2 non si discosta molto dalla formula di successo utilizzata nel precedente episodio: i comandi ai compagni di squadra sono eseguiti su quello che stiamo puntando col nostro mirino, ad esempio dobbiamo avere necessariamente la visuale di una porta per impartire l’ordine di piazzarvisi vicino per poi fare irruzione con un secondo comando, dato anche a distanza. In ogni modo ogni ordine impartibile non è mai complesso ma sempre molto istintivo, dopo che si è fatto proprio il meccanismo. Ma ciò che effettivamente fa di questo episodio l’ennesimo grande gioco della serie Rainbow sono alcune importanti sfumature che contribuiscono a rendere l’azione ancora più interessante e per alcuni versi più frenetica: tra queste vi è l’A.C.E.S., Advanced Combat Enhancement Specialization, una vera novità in questo sequel tramite la quale è possibile far specializzare il nostro personaggio in tre abilità principali, Combattimento ravvicinato, Assalto e Precisione. Per abilitarsi nella prima è necessario uccidere il nemico posizionandosi dietro i muri e sparando alla cieca, oppure colpirlo meschinamente alle spalle, invece Assalto è uno stile rude e veloce pensato per il guerrafondaio con esplosivi ed armi pesanti, e per finire la specializzazione in Precisione che farà del nostro alter ego un perfetto cecchino, quindi durante il gioco in base al comportamento usato nelle varie missioni, verranno a sbloccarsi armi ed equipaggiamenti più consoni allo stile usato.
E’ fondamentale quindi scegliere all’inizio della nostra avventura una precisa tattica affiancata da un determinato arsenale di guerra cercando di non cambiare questa nostra personale maniera di giocare fino al filmato conclusivo del titolo; ci accorgeremo dei nostri miglioramenti grazie ad una barra posta in basso allo schermo che aumenterà di livello con l’incrementare della nostra esperienza. Inizialmente questa novità implementata dai programmatori può sembrare un po’ restrittiva, ma ben presto vi accorgerete come possa invece essere gratificante ai fini tattici di un bel gioco che fa del genere stealth e di azione i suoi cavalli di battaglia. Questa nuova e raffinata meccanica funziona a parer nostro ottimamente, perché crediamo possa soddisfare il giocatore più esigente desideroso di mettere in mostra lo stile del proprio personaggio, e credeteci, è splendido poter creare il proprio alter ego raffigurante precise qualità virtuali da noi scelte per l’occasione. In tanti giochi il personaggio principale è soltanto uno fra tanti, e simile a tanti, in Rainbow Six: Vegas 2 è il nostro soldato creato ed “educato” da noi verso un preciso stile di combattimento.
Tra le innovazioni merita attenzione anche è la funzione di scatto simile a quella di Gears of War, un’aggiunta fondamentale che ha arricchito notevolmente la giocabilità: ogni manovra e movimento diventa molto più agevole per il protagonista, da tenere presente però che durante lo scatto non è concesso sparare, quindi è utile usare tale funzione unicamente per motivi elusivi come il correre velocemente dietro un riparo quando siamo sotto il fuoco nemico. A questo punto avrete capito ovviamente che il gioco è impostato verso il realismo, e nonostante la funzionalità Sprint, dimenticatevi di correre incontro al nemico senza aver prima pianificato una tattica, in ogni missione sarà necessario un approccio molto strategico, perché il contrario vi condurrebbe a morte sicura.
Positiva anche l'introduzione delle superfici perforabili dai proiettili, cosa già vista in Call of Duty 4: questo rende più tattica l'azione soprattutto per quanto riguarda il multiplayer, mentre nella campagna in singolo non è poi così rilevante, tranne per sporadiche occasioni in cui torna utile.
Tecniche di combattimento
La realizzazione tecnica di Rainbow Six: Vegas 2 è varia e profonda per molti motivi e un po’ dubbia per altri, rendendolo un titolo per alcuni versi interessante e piacevole da vedersi e in altri casi capace di lasciare l’amaro in bocca. Il motore grafico utilizzato è il medesimo del primo episodio, ovvero l’Unreal Engine 3, i personaggi sono ben riprodotti, il protagonista Bishop, sia che si tratti di un uomo che di una donna, è stato rifinito con texture dettagliate, così come le animazioni facciali dei vari personaggi di rilievo e di contorno, a tutti vedremo muoversi in maniera eccellente ogni muscolo del volto, rendendo perfettamente anche la sensazione di realismo delle movenze labiali sempre in sincrono con le parole pronunciate; altri esempi di realismo sono i segni dei proiettili lasciati sui muri persistenti nel tempo e le animazioni dei soldati in fase di morte, migliorate rispetto al primo episodio.
Purtroppo la stessa perfezione non è rilevabile negli ambienti, che variano la loro qualità dall’impeccabile al sufficiente: in parecchie locazioni del gioco possiamo ammirare molto di quello che ci era stato promesso dagli sviluppatori, come grandi costruzioni poligonali perfettamente disegnate, invidiabile pulizia dell’immagine, esplosioni ed effetti particellari molto belli ed un uso notevole del parallax mapping, ma allo stesso tempo è possibile notare scenari con una gestione d’illuminazione non ancora all’altezza della nuova generazione, alcuni cali stilistici nella costruzione di alcuni livelli che si rivelano essere un po’ anonimi, sporadici oggetti resi in bassa risoluzione e altre cose più marginali che non permettono a questo sequel di eccellere sul fronte della grafica. Però tirando le somme, nell’ambito scenico il titolo ha sempre quel qualcosa di affascinante, sarà per l’atmosfera, sarà per la tensione che ci avvolge durante le missioni, ma certamente anche con qualche difetto siamo riusciti ad immergerci felicemente negli ambienti riprodotti, quindi con tutta tranquillità affermiamo di trovarci davanti ad un prodotto finale senza ombra di dubbio gratificante e in grado di camminare a testa alta nel rigoglioso mondo degli FPS.
L’interattività con l’ambiente è buona, i vetri si rompono in mille pezzi alle nostre incursioni, i proiettili dei fucili di un certo calibro e i mitra più potenti perforano alcuni muri, porte, tavoli ribaltati o altri oggetti, permettendo all’abile tiratore o guerrafondaio virtuale di studiare tecniche diverse di approccio per uccidere il proprio nemico, assalendolo o cecchinandolo nonostante la sua copertura. Assolutamente assenti effetti di pop-up, il gioco risulta nella sua quasi totalità fluido, soltanto un paio di volte abbiamo notato dei rallentamenti in situazioni maggiormente concitate e soprattutto alla presenza di qualche esplosione in più, ma si è trattato di avvenimenti estremamente occasionali e che non hanno assolutamente compromesso l’ottima giocabilità del prodotto. Purtroppo una piccola nota dolente siamo costretti a metterla in risalto: l’intelligenza artificiale dei nostri compagni e degli avversari non è sempre all’altezza della situazione, non si può davvero definirla tra le più brillanti mai viste, ma tutto sommato non costituisce una pecca imperdonabile: durante lo svolgersi della nostra avventura ci è capitato ad esempoi di vedere la nostra squadra muoversi zigzagando come se non sapesse esattamente dove andare, o usando tecniche di attacco sempre uguali e prevedibili o addirittura rimanere sotto il fuoco nemico senza cercare riparo, e ugualmente i nemici, a volte li vediamo affrontare i nostri proiettili senza cercarsi una copertura, incorrendo irrimediabilmente in morte sicura; sicuramente un piccolo passo indietro rispetto al capitolo precedente, capace di regalarci all’epoca compagni in grado in ogni occasione di nascondersi e sfruttare i ripari in maniera più intelligente. In questo caso abbiamo una squadra sì equipaggiatissima ma non in grado di adempiere completamente al proprio dovere.
Certo però non di tutta l’erba si fa un fascio, perché in tante occasioni i nostri soldati, così come i nemici, si sono mossi nella maniera migliore elaborando azioni sorprendenti e degne di nota, il livello di sfida quindi rimane su livelli più che considerevoli grazie anche all’elevato numero di soldati nemici presenti nelle mappe, e questo fattore spinge il giocatore ad impegnarsi costantemente per giungere all’agognata conclusione.
Sul fronte audio il lavoro svolto dai ragazzi di Ubisoft è brillante, durante il gioco le musiche non sono mai invadenti ma tutte orchestrate magistralmente riuscendo a non surclassare le voci dei personaggi e delle sparatorie, risultando inoltre perfettamente collocate nel contesto della storia conferendo il giusto pathos; più che soddisfacente la presenza del doppiaggio in italiano, capace di aiutarci ad immedesimarci nelle varie missioni grazie ad un’ottima interpretazione dei doppiatori. Tutto questo si unisce perfettamente con gli effetti sonori delle armi e dei proiettili che perforano le superfici e il frastuono delle esplosioni negli scontri più violenti, ogni suono è perfettamente riconoscibile e distinguibile e contribuisce a ricreare il feeling unico di questa serie.
La guerra infinita
La campagna offline si mostra decisamente longeva grazie ad una discreta trama che ci ha incuriositi fino alla fine, anche se non siamo a livelli di Oscar, ma ciò che rende grande questa serie è sicuramente il comparto online: tutti i meccanismi dei precedenti episodi sono stati mantenuti e conditi con nuove sfumature che si integrano felicemente nel contesto, offrendo un insieme solido e in grado di accontentare il giocatore più smaliziato. Rainbow Six: Vegas 2 è ricco di modalità multigiocatore, tutte molto interessanti a partire dalla Story Coop, che ci permette di svolgere le missioni della storia con un amico su Xbox Live con un amico; una nota di merito anche alla modalità Caccia ai Terroristi, in cui insieme ad altri amici dovremo stanare e sconfiggere numerosi nemici guidati dalla CPU. Non mancano ovviamente i soliti Deathmatch tutti contro tutti o a squadre, il famoso Attacco e Difesa dove due squadre devono difendere degli obbiettivi comuni, e Conquista in cui il compito è conquistare uno specifico numero di postazioni radar mobili e mantenerne il possesso fino a raggiungere il numero massimo dei punti di trasmissione. Infine la classica modalità Capo Squadra dove il nostro comandante deve essere difeso dalle truppe nemiche e viceversa.
Il tutto si svolge in dodici mappe molto ben realizzate, con caratteristiche estremamente eterogenee ed ottimamente equilibrate: si va da quelle al chiuso tipiche di questa serie a quelle in aree aperte e vastissime. Nella modalità online è implementata anche la novità dell’A.C.E.S., questo sistema risulta una efficiente novità anche in multiplayer, dove sfrutta ancora di più le proprie potenzialità risultando estremamente intelligente ed appagante; inoltre ben realizzato il sistema di acquisizione gradi, già esistente nel precedente capitolo e riportato nel suo sequel nella sua massima espressione. Sicuramente i soldati virtuali troveranno tutto ciò che avevano atteso con impazienza in questi lunghi mesi. E’ da segnalare qualche sporadico lag principalmente giocando in presenza di utenti statunitensi, ma niente di rilevante. Dobbiamo invece segnalare una, se pur piccola, disattenzione da parte dei programmatori sul cosiddetto netcode, ossia il codice che gestisce tutto il gioco online: nelle partite online, soltanto chi hosta ha il ruolo di comandante e quindi di poter dare ordini ai suoi subalterni, e fin qui niente di male, però se l’host dovesse morire può dire addio alla partita perchè la risurrezione è altamente improbabile con la conseguenza quindi di un’uscita prematura dalla stanza di gioco. Ma questo difetto peraltro risolvibile con una patch, non inficia la valutazione globale del titolo, potendo tranquillamente confermare che anche questa volta i ragazzi di Ubisoft hanno fatto centro. Rainbow Six: Vegas 2 non è il solito FPS, l’insieme di tutti i suoi elementi ed il modo in cui questi sono stati presentati tengono il giocatore costantemente incollato al pad, sia che abbia voglia di una veloce partita online, sia per progredire nella campagna insieme ad un amico.
Conclusione
E’ giunto il momento del nostro giudizio finale: Rainbow Six: Vegas 2 è un prodotto di tutto rispetto, le aspettative erano tante e sono state finalmente appagate. Siamo davanti ad un buonissimo titolo, con moltissimi pregi e qualche zona d’ombra, che non modifica però un giudizio più che positivo per l’ennesimo episodio appartenente alla serie targata Tom Clancy. In alcune scene il titolo sa flettere i muscoli, ma la grafica non è certo la sua punta di diamante mostrando texture e modello d'illuminazione non sempre all’altezza delle produzioni più recenti, però un livello di difficoltà ben calibrato, una giocabilità perfetta in grado di catturare col tempo anche chi fino ad ora non si è mai avvicinato agli sparatutto, la struttura dei livelli che offre al giocatore molte possibilità di pianificare strategie sempre diverse, una trama solida e coinvolgente, insieme ad un reparto sonoro encomiabile ed un sistema di controllo dei comandi preciso, perfetto ed intuitivo ne fanno un gioco di elevato interesse. Se poi siete muniti di un abbonamento a Xbox Live Gold, infinite battaglie contro gli amici e soldati virtuali sparsi in tutto il mondo renderanno l’esperienza di gioco praticamente infinita. Aspettavamo con fervore l’arrivo di questo titolo per poterne sfruttare le nuove caratteristiche offline ma soprattutto appropriarci nuovamente della ineguagliabile modalità online, e possiamo con tutta onestà ritenerci soddisfatti. L’acquisto quindi è consigliatissimo, Rainbow Six: Vegas 2 è un gioco incredibilmente soddisfacente per gli amanti del genere, e per tutti gli altri un bellissimo episodio che, una volta padroneggiati i vari meccanismi sarà capace di accompagnare fino all’uscita del prossimo capitolo. 8.8
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