Recensione - Frontlines: Fuel of War
di
Valentina Carparelli
P
La crisi dell’oro nero
Una volta avviato il gioco, una forte sensazione di responsabilità ci pervade interiormente, una frase toccante e significativa fa da sfondo al filmato introduttivo in computer grafica che avrà il compito di immergerci subito nell’azione: “E’il mondo in cui siamo cresciuti, difendiamolo”, con queste parole in mente ci apprestiamo ad esaminare la sceneggiatura su cui si basa questo FPS bellico.
Tutto ha inizio nel 2008, quando il prezzo del petrolio tocca la cifra record di oltre cento dollari al barile (e, anche se la storia del gioco è stata scritta prima, questo è accaduto davvero a gennaio 2008!), iniziando così un’inarrestabile ascesa fino a quando le economie globali, cominciando ad accusare fortemente il problema, decidono di far intervenire i governi nazionali. Nel 2012 anche i paesi più industrializzati, trovandosi in forte crisi scelgono soluzioni alternative come l’energia solare o eolica e, mentre in diverse parti del mondo cominciano disordini politici, il Medio Oriente inizia a sentirsi fortemente minacciato per le poche, ma importanti riserve petrolifere che gli rimangono. Iniziano così i “nuovi anni 30”, nei quali le forze dell’Occidente e dell’Oriente si trovano a doversi fronteggiare per la conquista dei pochi giacimenti rimasti, ricorrendo addirittura alle armi nucleari.
E’ l'epilogo della Rivoluzione Industriale, l’inizio della tragedia, l’inizio di infinite morti e paesi devastati. Le superpotenze mondiali si dividono in due blocchi: la Coalizione Occidentale, formata da Stati Uniti ed Europa, e l’Alleanza della Stella Rossa, formata invece da Russia e Cina. Entrambi decideranno di costruire sistemi missilistici satellitari con lo scopo di prevenire l’uso di armi nucleari, arruolare giovani forze e progettare veicoli alimentati con carburante sintetico. Il conflitto nel 2024 sarà inevitabile e le sorti del mondo dipenderanno da chi ne uscirà vivo. Lasciamo chiaramente a voi scoprire gli sviluppi della trama e la maniera particolare in cui si evolverà.
Soldati! Queste le vostre istruzioni
Il menù principale è intuitivo e di facile utilizzo, e ci permette immediatamente di iniziare la campagna come soldato della Coalizione dell’Occidente scegliendo il livello di difficoltà tra principiante, veterano e professionista. Il gioco in singlolo è piuttosto semplice e la longevità si attesta, ahinoi, sulle cinque-sei ore perché strutturato in sette brevi livelli; il consiglio è di giocare la storia a livello professionista, il più alto, per apprezzare maggiormente ciò che il titolo ha da offrire. Ogni missione è ambientata in grandi mappe, delle quali dobbiamo progressivamente catturare una serie di obbiettivi per poter far avanzare la linea del "fronte" così da poter accedere alla sezione di mappa successiva, sottraendola al nemico. Sarà nostro compito pianificare una strategia adatta per uccidere i nostri nemici, avanzare fino alla conquista totale del territorio e passare così da una mappa all’altra svelando le varie sfaccettature della trama. Un doveroso accenno va alla grandezza di queste mappe, enormi ed interamente e liberamente esplorabili, negli esterni ma anche negli interni di molti edifici. Tutte rappresentano immense ambientazioni aperte e offrono agli strateghi virtuali molte possibilità di aggirare e prendere ai fianchi il nemico: la sfida maggiore, infatti, è posta dal riuscire a farlo tenendo presenti tutte le truppe nemiche sparse sul campo di battaglia.
Avrete quindi capito che abbiamo a che fare con uno shooter tattico: durante le missioni gli obbiettivi richiederanno lo studio di una tattica e saranno contraddistinti da icone gialle che, se inquadrate dal mirino della nostra arma, ci sveleranno la distanza da percorrere per raggiungerli, e una volta conquistati muteranno il loro colore da giallo a blu; questi obbiettivi sono visibili anche su una mappa presente nell’angolo superiore dello schermo, ed ingrandibile a tutto schermo premendo a destra sul tasto direzionale. Il gioco non prevede un indicatore di energia o kit medicinali, ma usa il meccanismo, ideato da Halo e poi ripreso da numerosi titoli, dell'energia autorigenerante: una volta feriti lo schermo inizierà ad assumere tinte monocromatiche per indicare il nostro scarso stato di salute, ma basterà ripararci al sicuro per far ripristinare interamente il livello energetico.
Frontlines: Fuel of War offre un gran numero di armi tra cui scegliere: armi d’assalto, fucili, pistole, granate, lanciarazzi, mitragliette e armi più furtive, fucili di precisione, claymore e C4, ma una delle innovazioni più interessanti è rappresentata da complessi macchinari bellici chiamati Droni. Si tratta di piccoli robot che potranno essere telecomandati e diretti in varie locazioni con il compito di identificare ed annientare postazioni nemiche. Ce ne sono di diversi tipi: dal piccolo aereo telecomandato da far arrivare e detonare vicino ai nemici, al mini-tank da assalto dotato di mitragliatrice alla piccolissmia buggy telecomandata da far esplodere sotto i carri armati. Ma non finisce qui, perchè col progredire del gioco sarà possibile specializzarsi in quattro ruoli diversi ed ottenere ulteriori equipaggiamenti: ogni volta che inizieremo una nuova partita o ci rigenereremo (una sorta di resurrezione dopo essere stati uccisi, trovando il campo di battaglia nello stesso stato in cui l'avevamo lasciato, stile BioShock), potremo selezionare una differente combinazione di questi equipaggiamenti e ruoli. Potremo diventare tecnici IEM, capaci di mimetizzarci e nasconderci ai radar nemici senza essere rilevati dai Droni, tecnici Droni capaci di inviare un Drone volante cingolato e in grado di scaricare potenti e veloci attacchi di mortaio, e infine tecnici specializzati in supporti aerei.
Il titolo incoraggia il giocatore a sviluppare strategie personali per raggiungere la vittoria, infatti la filosofia alla base del gioco è ricercare il ruolo e la tattica più giusta per accerchiare e uccidere le truppe nemiche fino a quando non rimarrà un solo territorio di un unico colore. Insomma, la varietà è sicuramente uno dei pregi maggiori della campagna in singolo, e lo è anche il divertimento, anche se non senza qualche problema che andremo ora ad analizzare. Già, perché la scelta di dare ampia libertà al giocatore nello scegliere il miglior percorso da affrontare, un ruolo ed un equipaggiamento più consono ai propri gusti, ha i suoi tanti lati positivi, ma non può sopperire ai difetti del gioco rendendolo immune da pareri negativi.
La tecnica non e’ acqua
L’ambientazione che fa da cornice alle vicende del gioco è affascinante e piena di atmosfera: lande deserte, giganteschi silos, imponenti costruzioni industriali, tutto costituito da numerosi particolari che contribuiscono a rendere l’idea di un ambiente tristemente freddo, minaccioso ma affascinante. L’atmosfera creata da azioni terroristiche, agguati, soprusi è resa benissimo riuscendo ad influenzare lo stile di gioco che ci spingerà a non essere incauti ma ad agire con attenzione e circospezione. Quindi il gioco è perfetto? Purtroppo no: l’atmosfera in un titolo di nuova generazione non basta, serve anche una buona realizzazione tecnica e grafica, e qui i ragazzi di Kaos hanno fallito. La realizzazione degli ambienti in cui opereremo con la nostra squadra sono sì di profonda atmosfera, ma tutto sommato di livello grafico sotto la media per gli standard qualitativi cui siamo oggi abituati, e capaci di lasciarci con l’amaro in bocca. Per carità, non è che in un gioco in cui si vuole ricercare la tattica e la pianificazione delle azioni, come può essere benissimo questo, ci si vada ad impuntare su un aspetto per certi versi secondario come la grafica, però se questo parametro rischia di sminuire il livello d’immersione nell’azione di gioco, allora non si può considerarlo più secondario e marginale. Il motore grafico, pur basandosi sull’ottimo Unreal Engine, non è stato ottimizzato e spesso ci ritroveremo con momentanei cali di frame-rate o con bug assolutamente non trascurabil, come soldati ai quali scompaiono le gambe dentro rocce o pneumatici di camion che spariscono facendo rimanere il mezzo di trasporto sospeso per aria, o addirittura corpi di soldati momentaneamente senza testa: errori di programmazione grossolani ma fastidiosi alla vista. I protagonisti risultano animati male e principalmente, nelle sequenze d’intermezzo create con il motore del gioco, possiamo notare sul nostro alter-ego e sui personaggi di contorno texture piatte, slavate e mancanti di personalità; è capitato in alcune cut scene che i personaggi non muovessero neanche le labbra durante i dialoghi, dando l'impressione di essere manichini inanimati.
Sottotono anche il sonoro: nel corso delle varie missioni, il sottofondo musicale è dato in parte da una musica che stona con gli ambienti di gioco, non è brutta ma la melodia sembra poco adatta ad un titolo del genere. Inoltre tutti quei rumori ambientali come le voci fuori campo di chi ci trasmette i rapporti, il vociferare dei soldati nelle occasioni in cui veniamo a contatto non riescono ad aiutarci ad immergerci appieno nell’azione di gioco, così come il parlato che, anche se localizzato interamente nella nostra lingua, non si salva come recitazione perchè mal interpretato e monotono. Peccato, la scarsa durata della campagna e problemi come questi impediscono a Frontlines: Fuel of War di ottenere valutazioni più alte.
Tutti insieme appassionatamente
Un punto fermo di Frontlines: Fuel of War è la componente multyplayer online estremamente solida e brillante; potremo partecipare a partite online a squadre fino a cinquanta giocatori (notare che sulla custodia del gioco è scritto fino a trentadue giocatori, ma nella mappa “Il villaggio” ne sono supportati ben cinquanta). E' disponibile una modalità cooperativa per catturare insieme agli amici gli stessi obbiettivi della campagna in singolo, mentre per il multiplayer competitivo troviamo una meccanica più interessante. All’inizio di ogni match, al centro del campo di battaglia viene tracciata una linea di confine che divide in due colori il territorio, rosso e blu; lo scopo di ogni squadra è conquistare gli obbiettivi posti nella propria metà mappa e non quelli collocati in territorio nemico. In poche parole la modalità base è una sorta di “conquista il territorio”, in cui i rinforzi nemici possono essere annientati eliminando le loro unità e facendo avanzare il nostro fronte verso il territorio ostile: vince chi riesce a colorare totalmente la mappa del colore della propria squadra, riducendo a zero i soldati avversari e catturando tutti i checkpoint visibili sulla mappa.
Altra caratteristica del gioco online è la possibilità di formare due squadre fino a quattro giocatori ciascuna con un leader a capo di ognuna. Lo scopo del gioco è il medesimo di quello appena illustrato, ma in questo caso bisognerà agire più di astuzia, pianificando una tattica per espugnare il fronte nemico. Le squadre contano su un proprio canale vocale privato tramite il quale il leader potrà impartire comandi ed evidenziare gli obbiettivi prioritari da conquistare; i comandi da impartire sono i soliti: attacca, difendi, spostati, riparati e saranno indicati sulla mappa di tutti i membri.
Le mappe sono anche qui enormi, con un livello di libertà assoluta quasi sconcertante: la sensazione iniziale nelle prime partite online è, infatti, di smarrimento: dove vado? Chi attacco? Che faccio? Proseguo a piedi o prendo un mezzo? E’ un’esperienza senza ombra di dubbio soddisfacente e che lascerà il segno in tutti coloro che amano strategia, azione, guerra e furtività nel mondo del Live. Prima di gettarci nell’azione e ogni volta che si subirà un respawn, potremo scegliere un diverso armamentario, equipaggiamento e vari gingilli telecomandati da usare come Droni di avvistamento o Droni Kamikaze. Durante le varie missioni online, ogni fazione sarà premiata con diverse e più potenti attrezzature in base alla bravura dei singoli giocatori. Alcune volte purtroppo ci sono problemi di connessione e lag causati dai server troppo affollati, ma si vocifera già di una patch che risolverà ogni problema. In caso di tali problemi, l’importante è accedere in quelle partite con una qualità di connessione di almeno quattro tacche. Se avete la capacità di sorvolare su alcune delle problematiche del titolo e siete muniti di abbonamento Live Gold, lista amici abbastanza piena e ancora meglio siete amanti degli FPS bellici, spargete la voce perché il vostro gioco è arrivato.
Conclusione
Frontlines: Fuel of War è un FPS nato per l’online; nonostante la modalità single-player sia capace di tenerci incollati allo schermo fino alla scena finale, non riesce, però a dare quella soddisfazione che si può provare giocandolo in rete con i propri amici. Questa ultima fatica dei ragazzi di Kaos è una piacevole sorpresa per la legione di tiratori che affollano l’universo Live. Se partite con la premessa di sorvolare su alcuni aspetti poco convincenti come un reparto tecnico non all’altezza delle nuove produzioni, dovete assolutamente dargli una possibilità. 7.6
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