Recensione - Dark Messiah of Might and Magic: Elements
di
Giovanni Grasso / Shadowlord
P
Fermate il Messia Oscuro!
Sareth, il nostro alter-ego digitale, è stato mandato alla ricerca di un cristallo magico indispensabile per il ritrovamento di un potente artefatto che permette di richiamare i demoni dal loro lungo esilio o di ricacciarli ancora più a fondo nel loro inferno di fuoco e zolfo. Phenrig, padre putativo e mentore di Sareth, lo aiuterà a trovare il cristallo magico, ma presto però verremo travolti dagli eventi e trascinati alla ricerca del Teschio delle Ombre, il manufatto che, grazie all'avvento del Messia Oscuro, potrebbe scatenare le forze demoniche. Prima della partenza però, lo stesso Phenrig fonderà nella nostra anima la bella e sensuale Xana, che ci sarà d'aiuto durante la nostra avventura consigliandoci o appoggiandoci direttamente in battaglia.
Questa, a grandi linee, è la trama alla base di Dark Messiah of Might and Magic: Elements, action game fantasy in prima persona con blandi elementi RPG. Non aspettatevi quindi un gioco "alla Oblivion", ma piuttosto una sorta di FPS tra spade ed incantesimi. Il tipo di giocabilità è estremamente diretto, non c'è spazio per tattica o stratagemmi, e purtroppo questo viene applicato anche ai nemici, che mostrano una IA quasi inesistente: ogni nemico cercherà di attaccarci non appena ci avvista, correndoci incontro se armato di spade e mazze oppure lanciando frecce o incantesimi dalla distanza se dotato di queste possibilità. Una volta che avranno subito abbastanza danni, alcuni nemici batteranno semplicemente in ritirata allontanandosi. Nessuna tecnica di aggiramento o di copertura, solo brutali attacchi frontali. Anche i boss non sono esenti da questo problema, risultando una seccatura piuttosto che una sfida.
Per questi motivi il titolo non presenta grandi difficoltà, e con un uso oculato di pozioni si può ridurre le morti al minimo. eccezion fatta per i salti a grande altezza che risultano letali. Il sistema di controllo è quello tipico degli FPS, ma i controlli sono eccessivamente legnosi rischiando di compromettere un salto, anche a breve distanza, perché non si riesce a prendere bene le misure. Continuando a parlare dei difetti del gioco, merita una menzione lo spazio occupato su schermo dalle armi equipaggiate, che spesso coprono aree più ampie del dovuto non permettendo una visione chiara; lampante e l'esempio della palla di fuoco, che occupa gran parte dello schermo. Altri pesi da mettere sul piatto dei difetti sono la realizzazione tecnica, di cui parleremo più avanti, e la presenza di bug in grandi quantità. Ci è capitato di dover riavviare delle partite per via dell'impossibilità di aprire l'inventario, oppure dopo esserci trovati incastrati in un muro per aver scalato una corda che compenetrava allegramente una parete rocciosa. Ci è capitato addirittura che, nel secondo livello, il cavallo che doveva trasportarci sia partito da solo, lasciandoci all'interno di una montagna e forzandoci a riavviare il gioco.
Probabilmente qualcuno dei potenziali acquirenti del titolo si sarà spaventato leggendo questo bollettino di guerra, ma il gioco ha anche dei pregi che, al giocatore perseverante, salteranno agli occhi come piacevoli esperienze di gioco. Il livellamento del nostro alter-ego sarà automatico, ovvero man mano che avanzeremo di livello le nostre abilità cresceranno in modo prestabilito ottenendo incantesimi o bonus. Dark Messiah of Might and Magic: Elements, come già spiegato, è soprattutto votato all'azione, e lanciare ad esempio una palla di fuoco e far saltare in aria un nemico o ottenere un’abilità particolarmente utile risulta molto gratificante. Un'altra caratteristica da elogiare è la varietà di modi in cui si può uccidere un avversario: lanciarlo nel vuoto, utilizzare spuntoni sparsi per il livello, far uso di casse oppure di vasi di petrolio e poi lanciare un incantesimo di fuoco, far scattare trappole nei livelli, dare colpi di grazia al nemico a terra o in fuga (i pugnali possono anche essere lanciati) o preparare noi stessi delle trappole, lasciando del petrolio sul pavimento per poi accenderlo quando un avversario si avvicina troppo. Questi sono alcuni esempi di come sfogare il nostro istinto omicida contro troll o ragni troppo cresciuti, ma si potranno inventare altri modi sfruttando la fisica del motore Havok unita alle potenzialità del motore Source di Valve. Non a caso sono le stesse tecnologie alla base di Half-Life 2, titolo che deve il suo successo anche all'ottima simulazione fisica.
Inoltre man mano che si causano danni agli avversari, si riempirà la barra dell'adrenalina che ci permetterà di potenziare per pochissimo tempo la potenza di incantesimi o delle armi, in questo stato si potrà anche uccidere il nostro avversario in modo cruento, una sorta di "fatality" insomma. I livelli di gioco sono abbastanza complessi, anche se la strada per raggiungere la fine è sempre una, quindi la struttura è decisamente lineare.
Cinque classi per un eroe
All'inizio del gioco potremo selezionare la nostra classe di specializzazione tra le cinque disponbili. Troviamo il Mago, ottimo per colpire a distanza ma debole nel corpo a corpo, dà il meglio di sé utilizzando la magia per bruciare, congelare o elettrificare il nemico. C'è poi l'immancabile Guerriero: l'opposto del mago, senza poteri magici può contare su molte armature e sulla sua fida spada, letale nel corpo a corpo. L'Arciere è un altro personaggio portato per l'attacco a distanza, ma più equilibrato per quanto riguarda il corpo a corpo grazie all'utilizzo dei pugnali. L'Assassino, disponibile solo in single-player, rappresenta invece l'anima stealth del gioco: rimanere nell'ombra e pugnalare alle spalle, questo il suo credo. Sfruttare l'ambiente deve essere la priorità con questo personaggio che si trova svantaggiato nel corpo a corpo per via di una costituzione e una protezione non certo di altissimo livello. La Sacerdotessa è infine una classica specializzazione di supporto, disponibile solo per le partite multiplayer: cura, resuscita ma non disdegna anche sortite offensive la sua abilità eroica permette di curare e resuscitare tutti entro 15 metri.
Notare come non esistano classi ibride come in molti giochi di ruolo, quindi è necessario affrontare i livelli sfruttando appieno le potenzialità di ogni classe, ad esempio evitando di essere circondati quando si utilizza il mago, o bersagliati da arcieri quando si impersona il guerriero. Molti degli oggetto che troveremo potranno essere utilizzati solo dalla classe di appartenenza corretta: se con il mago troviamo ad esempio un'armatura pesante, questa potrà essere tenuta come oggetto da collezione ma non potremo mai indossarla.
Ogni classe ha poi delle "abilità eroiche", magie particolarmente potenti che potranno essere usate solo nelle partite multiplayer su Xbox Live. Il gioco online prevede, oltre al classico deathmatch, anche l'interessante modalità Crociata che si svolge su cinque livelli di gioco. Lo scopo è quello di conquistare i punti di rinascita in ogni mappa: una volta ottenuti si passa al livello successivo avvicinandosi alla roccaforte avversaria, fino a poterla assaltare. Si vince la partita conquistando la roccaforte avversaria prima che il nemico arrivi alla nostra.
Gli orchi sono brutti... ma proprio brutti
Che l'impianto tecnico del gioco sia insufficiente lo si vede fin dalla prima apparizione di Sareth. L'erba si presenta come un ammasso di quadrati verdi e ci si chiede se quella vista nel primo Halo fosse solo fantascienza. La texture sono bruttine ed anonime, e le animazioni non sono da meno. I movimenti dei vari mostri e avversari sono grezzi e poco curati, basta osservare i ghoul che zampettano sulle pareti. Se poi aggiungiamo i bug nella rilevazione delle collisioni che a volte ci incastrano senza via di uscita nello scenario, cadiamo nello sconforto. A dire il vero alcune cose si salvano, come la realizzazione dell'acqua o la ricostruzione di Stonehelm. Segnaliamo anche un eccessivo uso dell'illuminazione HDR: spesso ci si trova abbagliati da fonti di luce o appena usciti da location scure, insomma le luci e gli ambienti illuminati “sparano” troppo.
Anche il sonoro non raggiunge buoni livelli. Il doppiaggio è altalenante, la voce di Xana è molto azzeccata mentre quella di Phenrig tutto il contrario ed alcuni effetti sonori risultano quasi ridicoli. Emblematico è l'effetto acustico che è stato assegnato all'estrazione del primo bastone del mago, totalmente fuori luogo.
Fine dell'avventura
Dark Messiah of Might and Magic: Elements si è rivelato essere tecnicamente mediocre ma anche relativamente coinvolgente. Se si riesce a chiudere un occhio sui difetti che si porta indubbiamente dietro, si avrà fra le mani un bel titolo con una buona rigiocabilità grazie alle classi ben diversificate, e soprattutto decisamente divertente grazie ai mille modi in cui uccidere gli avversari. Se siete appassionati di fantasy potrebbe valere la pena di provarlo, ma probabilmente non vale il prezzo intero, e potreste provare a noleggiarlo o rivolgervi al mercato dell'usato. 6.2
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