Recensione - TimeShift
di
TheFury87
P
Aiden Krone, uno stimato ed apprezzato ricercatore americano, viene messo a capo di un progetto segreto per lo studio sulle possibilità di distorsione del tempo. Dopo anni di ricerche a vuoto e tentativi falliti, lo scienziato riesce finalmente a raggiungere il suo obiettivo: crea infatti una tuta unica nel suo genere, in grado di distorcere a piacimento la dimensione spazio-temporale. Orgoglioso ed eccitato per l’utilità che questa invenzione potrebbe avere per l’intera umanità, Krone si trova però ben presto di fronte alla cruda realtà: i suoi capi, infatti, vedono questa tuta solamente come un’arma dalle potenzialità infinite, da usare per scopi non certo benefici. Ed è così che lo scienziato americano vede tutti i suoi anni di duro lavoro sbriciolarsi di fronte al cinismo dell’uomo; in preda allo sconforto, Krone perde la ragione e viene assalito dallo stesso desiderio di potere che fino a prima disprezzava totalmente. Per questo indossa una delle due tute costruite e viaggia indietro nel tempo, modificando gli eventi successivi e diventando una sorta di dittatore totale dell’intero mondo. Ed è qui che entra in gioco il protagonista, che rimarrà ignoto per tutto il tempo, e che indossa l’altra tuta per raggiungere Krone e sconfiggerlo, grazie anche all’aiuto di una forza di resistenza civile presente nella dimensione parallela in cui lo scienziato è il cattivone di turno. E questo è pressoché tutto riguardo alla trama; niente di particolarmente originale o profondo, più un pretesto per dare inizio alla storia piuttosto che tenere incollato il giocatore allo schermo per scoprirne gli sviluppi. Sotto questo punto di vista, si poteva fare certamente qualcosa in più.
Una macchina del tempo umana
La caratteristica distintiva di TimeShift, come del resto ci ricorda il nome stesso, è la possibilità di controllare il tempo tramite la tuta indossata dal misterioso protagonista. Avrete infatti l’opportunità di riavvolgere, fermare ed accelerare il tempo per modificare il mondo di gioco che vi circonda, cercando di volta in volta il modo migliore per superare le diverse situazioni che vi troverete ad affrontare. Qualcosa di rivoluzionario ed innovativo per un videogioco fino a qualche anno fa, ma che ora sta già iniziando a diventare routine. Non è così, in realtà, per TimeShift: i ragazzi di Saber sono infatti riusciti ad aggiungere una certa varietà al gameplay per quanto riguarda questo lato del gioco, dando libero sfogo alla fantasia dei giocatori in numerose situazioni. Ad esempio, vi capiterà di raggiungere un passaggio che rappresenta l’unica via di uscita dal palazzo in cui vi trovate, e che sta per crollare; quando giungete a pochi metri dal corridoio che si collega all’edificio a fianco, consapevoli che ormai ce l’avete fatta, lo vedrete cadere sotto i colpi di un robot gigantesco, cancellando la vostra unica speranza di salvezza. Morte sicura per tutti, ma non per il vostro alter-ego con la sua tuta: basterà infatti riavvolgere il tempo e percorrere velocemente il corridoio proprio mentre si ricompone sotto i vostri occhi, per poi crollare definitivamente dopo il vostro attraversamento. Oppure, vi troverete a sfondare una porta trovandovi subito dopo un losco individuo con un fucile puntato a mezzo metro dalla vostra faccia: a pochi attimi dalla vostra morte, vi basterà fermare il tempo, rubare il fucile al nemico e freddarlo con la sua stessa arma, tutto ciò ancor prima che il tempo riprenda a scorrere normalmente. Tutti questi mini-enigmi da risolvere con le vostre abilità di manipolazione del tempo si susseguiranno con una buona frequenza durante le missioni, garantendo un ottimo diversivo dalle “solite” sparatorie, che comunque rimangono la parte principale del gioco. Purtroppo, la possibilità di utilizzare queste abilità in ogni momento (anche se solo per un tempo limitato) rischia di rendere alcune fasi fin troppo facili e ripetitive: in teoria, è possibile affrontare un’intera sezione fermando il tempo, avanzando uccidendo tutti quelli che si incontrano, nascondendosi ed attendendo che la barra dei poteri di distorsione si ricarichi, per poi ricominciare il tutto da capo. E’ ovvio che in ogni caso sta al giocatore decidere come affrontare TimeShift, ma indubbiamente queste capacità di cui si dispone rischiano di rendere il gioco fin troppo semplice in alcune sue parti. Per quanto riguarda le armi, invece, c’è da sottolineare una superiorità troppo evidente rispetto a quelle a disposizione degli avversari. In generale, la tuta con tutti i suoi poteri affiancata a queste numerose armi fin troppo potenti fanno pendere la bilancia della difficoltà verso una facilità quasi disarmante in numerose situazioni.
Tecnicamente parlando
In un periodo in cui i vari Mass Effect, Call of Duty 4 o Assassin’s Creed ci deliziano con le loro caratteristiche tecniche mozzafiato, è difficile sobbalzare sulla sedia di fronte a TimeShift. L’ambientazione steam-punk è ben congegnata, appropriata allo stile di gioco ed abbastanza variegata, e nel complesso funziona decisamente bene. Peccato però che basti avvicinarsi ad una parete o ad un qualsiasi oggetto per notare una certa trascuratezza e imprecisione nei dettagli, comunque giustificata (in parte) dal fatto che gli sviluppatori non avevano certo a disposizione i mezzi e le possibilità finanziarie dei colossi del mercato attuale. Come detto comunque, se non si hanno troppe pretese, la grafica nella sua totalità può essere considerata soddisfacente. Stesso discorso vale per l’I.A.: i nemici si nascondono dietro ai ripari e mantengono sempre una buona posizione difensiva, e se rimanete per troppo tempo nello stesso punto cercheranno di accerchiarvi. Tuttavia, dopo pochi livelli gli avversari diventano decisamente prevedibili, in quanto i loro movimenti sono sempre gli stessi qualsiasi cosa voi facciate. Niente di particolare per quanto riguarda invece il sonoro, caratterizzato da un doppiaggio mediocre e da una colonna sonora decisamente anonima. Insomma, l’impressione è che le buone idee degli sviluppatori di Saber Interactive siano decisamente compromesse da una realizzazione mediocre, che penalizza oltremodo un titolo che potenzialmente avrebbe potuto ritagliarsi uno spazio più che degno tra gli FPS per Xbox 360.
Fermiamo il tempo sul Live
Al giorno d’oggi, per quasi tutti gli sparatutto il Live è diventato un’estensione imprescindibile del gioco in singolo, immancabile per qualsiasi gioco che punti in alto. E da questo punto di vista, TimeShift centra il bersaglio: gli sviluppatori sono riusciti a mettere in piedi una modalità multiplayer che ha poco da invidiare anche a colossi come Call of Duty 4 o Halo 3, che dominano le classifiche dei titoli più giocati online. I pregi delle modalità multiplayer di TimeShift sono gli stessi che stanno alla base dei giochi sopracitati: ottimo bilanciamento delle armi, modalità classiche (deathmatch singolo o a squadre, Capture The Flag, 1 vs 1) sempre convincenti, che si vanno ad aggiungere ad alcune interessanti idee che prendono spunto dal gameplay in single. Infatti, in tutte le modalità di gioco è possibile utilizzare una sorta di granata dotata del potere di distorcere il tempo in un raggio limitato dall’esplosione: all’interno di questa, i nemici investiti dall’onda d’urto rimangono intrappolati per qualche secondo, come se il tempo rallentasse. Le arene sono ben strutturate, e garantiscono un ritmo di gioco sempre veloce ed emozionante. In generale, i motivi per apprezzare il multiplayer di TimeShift sono molti: se non siete fanatici solamente dei giochi tattici e dal ritmo lento, il titolo Vivendi è certamente adatto a voi.
Conclusioni
Tirando le somme, TimeShift è un gioco senza troppe pretese che risulta essere gradevole, a tratti spettacolare, divertente e longevo al punto giusto, che paga però lo scotto di troppi alti e bassi, soprattutto a causa della realizzazione tecnica non certo all’altezza della spietata concorrenza attuale, così come la scelta alquanto azzardata di rilasciare il gioco in uno dei periodi più saturi di capolavori che la storia videoludica abbia mai affrontato. Ottimo invece l’online, che però da solo non può giustificare l’acquisto del gioco. Peccato, perché con qualche accorgimento tecnico in più e con un paio di idee che potevano essere sviluppate meglio, la creazione di Saber Interactive avrebbe potuto ottenere un successo maggiore. 7.2
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