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Dynasty Warriors: Gundam
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Recensione - Dynasty Warriors: GundamXbox 360Game

Dopo essere rimasta per anni una esclusiva delle console Sony, finalmente la famosa serie giapponese di combattimenti tra mech Gundam arriva anche su Xbox 360, e lo fa grazie ad una iconsueta alleanza tra Namco Bandai, detentori della licenza ufficiale, e Koei, sviluppatore conosciuto principalmente per sua serie Dynasty Warriors. Ecco quindi prendere forma Dynasty Warriors: Gundam, titolo che unisce gli elementi delle due serie nel tentativo di realizzare qualcosa di mai visto prima. Vediamo insieme se l'esperimento è riuscito.



Se avete qualche anno sulle spalle conoscerete sicuramente il mitico Gundam: in un’epoca in i “robottoni” andavano di moda più del Sudoku, questa magnifica serie anime aveva per protagonisti dei robot giganti conosciuti come Mobile Suit e comandati da esseri umani, più precisamente dei militari. Nel lungo corso della storia dei videogames, Gundam è stato uno degli anime giapponesi più sfruttato, quasi esclusivamente sulle console Sonyu: si sono visti molti giochi dedicati alla serie, ma al numero consistente di titoli non si è mai accostata una qualità all'altezza delle aspettative. Questo non è mai stato un gran problema per la Bandai, visto che in Giappone le vendite andavano sempre alla grande, anzi erano talmente soddisfacenti che molti titoli non hanno mai varcato i confini giapponesi.

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E' ora arrivato sui nostri lidi, grazie all'accordo tra Namco Bandai e Koei, un titolo che unisce le epiche battaglie tra decine o centinaia di unità tipiche della serie Dynasty Warriors e l'universo di Gundam. Conosciuto in Giappone con il nome di Gundam Musou, il titolo scelto per noi occidentali è il più riconoscibile Dynasty Warriors: Gundam.


Meccaniche collaudate
Chi ha giocato i sei capitoli della serie Dynasty Warriors ed i vari spin-off, sicuramente non avrà difficoltà a muovere i primi passi nel mondo di questo nuovo titolo ispirato a Gundam. Le meccaniche di gioco infatti sono le medesime della serie di Koei ambientata nell’oriente medievale, senza aver subito particolari modifiche: solo lo scenario è cambiato visto il drastico cambio di epoca e trama.

Fondamentalmente ci troviamo di fronte ad un titolo simile per impostazione a Ninety Nine Nights, largo quindi a larghe ondate di nemici da spazzare via come fossero foglie secche grazie alle varie combo eseguibili con i tasti del pad. La varietà di queste combinazioni non altissima visto che i tasti da utilizzare sono soltanto due, uno per gli attacchi ravvicinati e l'altro per quelli dalla distanza: l’uso alternato di questi attacchi può dare vita a delle combo in grado di stendere più in fretta e con maggior cattiveria i nemici, riempiendo una barra speciale in grado di attivare un super-attacco in grado di devastarne un maggior numero.


Due Campagne per Gundam
Appena caricato il gioco troviamo la prima sorpresa. Dynasty Warriors: Gundam è dotato infatti di due diverse Campagne, denominate Ufficiale ed Originale. Nella prima ci ritroviamo catapultati nella storia che ha fatto impazzire tutti i fan di Gundam impersonando i più famosi personaggi della serie come il carismatico Amuro Ray e Judau Ashita. In pochi istanti ci ritroviamo sulla terra a fronteggiare gli attacchi delle forze di Zeon con lo scopo di vincere in tutte le aree fino agli immancabili scontri con i comandanti che appariranno per difendere le basi, ed i boss che scenderanno in campo per ultimi. Ogni personaggio selezionabile all’inizio ha quattro missioni, che se terminate con successo daranno la possibilità di sbloccare nuovi personaggi bonus nascosti per utilizzarli nell’altra modalità che i programmatori di Koei ci hanno gentilmente regalato. La sorpresa del gioco si chiama infatti Modalità Originale: avremo a che fare con personaggi apparsi in serie successive alla prima in una stramba ma interessante trama che porterà a delle alleanze improbabili quanto inaspettate (i fan potrebbero anche non gradire). La nostra missione infatti avrà uno scopo pacifico e l’obiettivo da salvare sarà la Terra stessa.

Sempre nella schermata principale fa capolino la modalità Versus per due giocatori, dove potremo sfidarci con un amico in vari tipi di gioco. La partita normale è simile ad un normale picchiaduro in cui i due si affrontano finchè uno dei due non esaurisce l'energia. Nella partita fra guerrieri invece il gioco sarà suddiviso in due fasi: nella prima dovremo annientare un’orda di nemici comandati dalla CPU in modo da guadagnare più power up possibili, da usare poi nella seconda fase quando scatterà il classico combattimento tra i due giocatori. Ovviamente chi ha combattuto meglio nella prima parte sarà avvantaggiato. La terza ed ultima tipologia di gioco è la gara di tiro, ed in questo caso dovremo difendere il nostro settore dagli attacchi del nemico cercando di mantenere il numero degli avversari presenti nella nostra area sotto le cinquanta unità. Sconfiggendone a nostra volta potremo aumentare le nostre unità e vincere la sfida.

Koei ha pensato bene di inserire anche una Galleria dove potremo conoscere meglio i vari piloti che appariranno nel gioco. Da segnalare le piccole biografie a loro dedicate, veramente ben fatte, inoltre avremo la possibilità di vedere i vari Mobile Suit nel dettaglio ruotandoli con il pad e riprendendoli da diverse angolazioni, e potremo anche ascoltare una galleria audio comprendente voci e musiche della serie originale. C'è poi una opzione che ci permette di dare uno sguardo ai nostri record giocatore. Progredendo nelle Campagne la galleria diverrà sempre più interessante e si aggiornerà automaticamente.

Purtroppo risulta assente ingiustificata una modalità versus o cooperativa su Xbox Live, che poteva rendere il tutto un po’ più interessante: sarebbe stato il massimo ad esempio prendere parte dell’avventura insieme magari ad un esaltato fan nipponico.

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Note tecniche
Iniziamo con il dire subito che questo tipo di giochi raramente impressiona il giocatore per quanto riguarda l'aspetto visivo, questo perché il motore grafico è costretto a gestire centinaia di personaggi contemporaneamente quindi non ci si devono aspettare mai delle visuali da togliere il fiato. Dynasty Warriors: Gundam non fa eccezione alla regola, anzi possiamo tranquillamente affermare che si è visto di meglio in giro, Ninety Nine Nights in primis. La realizzazione dei mech è buona, ma i campi di battaglia oltre che risultare a volte molto spogli presentano anche diversi problemi, ad esempio in molte aree ci capiterà di vedere estesi tratti di fondale che si “disegnano” man mano che proseguiamo con il nostro mech, e la linea d’orizzonte non è neanche troppo distante. Il frame-rate invece rimane sempre piuttosto solido anche nelle condizioni di estremo sovraffollamento dello schermo, ma ad essere sinceri ci aspettavamo qualcosa di più da Koei, che continua nelle sue produzioni a riadattare lo stesso motore grafico usato nella scorsa generazione. Se solo ci fosse stata più voglia di fare e più impegno (e, probabilmente, soldi), questo Gundam poteva sicuramente risultare molto più gradevole alla vista.

Oltre a poter mazzolare migliaia di mech dall’IA abbastanza scarsa per minuti e minuti infatti c’è ben poco da annotare, gli stessi rari edifici presenti sui campi di battaglia ad esempio mostrano un livello di distruttibilità quasi nullo ed a parte qualche microscopico palo della luce sparso qua e là da buttare giù sotto il possente peso del nostro Gundam, c’è poco da distruggere. Le esplosioni, seppur mostranti diverse parti di mech che vanno in frantumi, non sono proprio il massimo ed anche se i mech caduti esplodono in maniera discreta, i loro resti non rimangono sul campo di battaglia: questo rende il tutto più irreale, soprattutto quando facciamo fuori 500 nemici e troviamo il campo di battaglia pulito e sgombro come se nulla fosse accaduto. Questo compromesso è probabilmente stato scelto per non appesantire troppo il motore grafico, ma davvero non si poteva fare di più?

Risultano gradevoli alla vista invece gli effetti di scie delle spade ed i brevi intermezzi che ci si presenteranno non appena incroceremo la nostra spada laser con quella del boss di turno, oppure durante qualche dialogo.

La parte sonora risulta molto gradevole, grazie soprattutto alle musiche ed agli effetti sonori molto godibili anche se poco rumorosi: a tal proposito va segnalata la possibilità di settare dal menu sia le voci giapponesi che quelle inglesi. Ovviamente l’atmosfera sale alle stelle soprattutto per i veri fans se si sceglie la lingua nipponica, il doppiaggio infatti è eseguito ad arte ed è davvero due spanne sopra a quello inglese che comunque risulta di discreta qualità. Per chi invece è deluso dalla mancata localizzazione del parlato in italiano, segnaliamo la presenza dei testi nella nostra lingua, tradotti tra l’altro piuttosto bene.

Passando agli aspetti negativi c’è da segnalare come spesso vengano visualizzati dei personaggi proprio al centro dello schermo o comunque in punti focali dove si sta svolgendo una particolare azione, disturbando non poco il giocatore.


E tutto il resto? È noia!
In questo genere di giochi è importante stimolare di continuo il giocatore con colpi di scena nella trama o con delle sorprese e cambiamenti nel gameplay che non lo facciano stancare. La noia è la principale nemica del genere degli hack'n'slash, questo perché le meccaniche di gioco di questo genere prevedono milioni di combattimenti contro orde di nemici ed ogni livello dura molto. E questo è un grave punto debole di Dynasty Warriors: Gundam: solo i fan di Gundam ed i giocatori più accaniti riusciranno a finirlo tutto sbloccando tra l’altro alcuni extra molto carini, mentre i più rinunciatari demorderanno invece già dopo poche missioni a causa delle poche combo disponibili e della ripetività dei livelli che risultano poco vari e sin troppo simili tra loro. L’IA dei nemici è quasi del tutto assente, il loro scopo è praticamente farsi macellare dal giocatore, e soltanto alcuni boss si salvano risultando molto più impegnativi dei mech standard, richiedendo anche un po’ di strategia per avere la meglio. Si potrebbe rendere il tutto più impegnativo giocando al massimo livello di difficoltà, ma in questo caso il titolo diventa anche molto frustrante visto che possiamo salvare solo alla fine delle lunghissime missioni senza checkpoint posti durante il percorso o prima dei boss, quindi la morte significa ricominciare dall'inizio una estenuante missione.

Interessante comunque la possibilità di recuperare dei potenziamenti direttamente dai boss sconfitti così da poterli poi equipaggiare sul nostro Gundam. Questa operazione si può svolgere prima di iniziare la missione in una apposita schermata, seguita poi dalla visualizzazione del briefing con i diversi obiettivi da svolgere e difendere.

Tecnicamente il gioco sarebbe piuttosto lungo, ma i problemi già menzionati impediscono a questo di tradursi in un'alta longevità: dopo aver ucciso anche più di 1000 nemici che si comportano tutti in egual modo, la frustrazione unita alla noia potrebbero infatti far desistere anche il videogiocatore più paziente. A migliorare la varietà, e la longevità, del titolo contribuiscono la doppia Campagna descritta all’inizio e la modalità in cooperativa a due giocatori in split screen, peccato solo che non sia disponibile anche online.

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Note conclusive
Dynasty Warriors: Gundam è un gioco che, nonostante l'originalità dell'idea per la serie Bandai, sa di vecchio. Si tratta in fin dei conti di un normalissimo episodio di Dynasty Warriors con storia, personaggi ed ambientazioni diversi presi dalla serie di Gundam, ma questo non basta. Tecnicamente sotto la media e non al passo coi tempi, potrebbe interessare agli innumerevoli fan di Gundam e dei mech in generale anche grazie alla presenza della Galleria, ricca di contenuti sulla serie giapponese. I puristi apprezzeranno il doppiaggio originale, le buone musiche e gli intermezzi stile anime, mentre gli altri si annoieranno molto presto a causa di una IA poco sviluppata e livelli poco vari e scarsamente interattivi. Risolleva un po’ la sorte del gioco la possibilità di svolgere due Campagne diverse anche in cooperativa.
5.8

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L'autore

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Nasce nel 1979, dopo qualche mese vede Galaxian e da allora è amore per i vg. Da quando negli anni 80 il fratello maggiore acquista un Commodore 64, ha comprato praticamente tutti i videogiochi e le console che poteva permettersi e che ancora conserva gelosamente. Nel 2005 conosce Neural proponendosi come recensore, e da lì in poi oltre ad una collaborazione è nata una grande amicizia.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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