Recensione - Beowulf
di
Roberto Vicario / Spr1ggan86
P
Dal film al gioco
L’avventura comincia con una gara tra il nostro eroe Beowulf e un rivale: questa gara servirà principalmente da tutorial e non è presente nel film (anche se vi si accenna), e dal capitolo successivo il gioco si allineerà con la trama del lungometraggio. Il giocatore interpreterà Beowulf, un ammazza-mostri la cui fama riecheggia per tutti i regni. Dopo un lungo viaggio con i nostri uomini, approderemo sulle coste delle fredde terre del nord, più precisamente al castello danese di Herot. Qui una spaventosa e violenta creatura di nome Grendel terrorizza e uccide gli abitanti, e il Re Hrothgar ci chiederà di risolvere la situazione per lui. Ancora una volta il protagonista si troverà a combattere un ignobile mostro, ma l’uccisione di questa creatura sarà solo la classica goccia che fa traboccare il vaso; una serie di eventi e casualità lo porteranno da semplice eroe a diventare il sovrano di Danimarca.
Nei panni di un eroe
L’interfaccia all'interno del gioco è piuttosto essenziale: sulla destra dello schermo troviamo la quantità di uomini che ci seguiranno nelle nostre avventure, ai quali potremo anche impartire un discreto numero di ordini. In basso a sinistra invece troviamo la barra della salute ed un indicatore che una volta riempito permetterà di utilizzare alcuni power-up sia su Beowulf che sui nostri seguaci. C'è poi l’indicatore carnale, che permette di scatenare una “furia carnale”, in cui per alcuni secondi saremo quasi invincibili e dotati di una forza sovraumana. Tra i power-up che potremo utilizzare ci sarà per esempio la possibilità di incoraggiare i nostri cavalieri con urli e cori di battaglia, oppure potenziare le loro capacità per alcuni secondi.
Per quanto riguarda il nostro personaggio, durante lo scontro troveremo assegnati al tasto B e al tasto Y i colpi rispettivamente debole e forte, ed alternandoli potremo effettuare delle combo, alcune delle quali attiveranno uno scenografico effetto al rallentatore. In combattimento Beowulf è un vero eroe, ma il rischio di ripetitività negli scontri è molto alto. Le missioni sono piuttosto lineari: all’inizio di ogni livello dovremmo uccidere orde di barbari o mostri per arrivare infine al nostro obbiettivo che solitamente si risolve nell’uccisione di un boss. Fortunatamente ogni boss ha una diversa tattica per essere ucciso, ma questa caratteristica non riesce a sopperire alla continua ripetitività delle missioni che per tutta la durata della nostra esperienza non riusciranno a scostarsi da questa “scaletta”. Anche la possibilità di poter effettuare una serie di combo molto violente tramite la pressione con giusto tempismo di una serie di tasti, viene usata come espediente per creare un po’ più di varietà degli scontri, ma ancora con scarsi risultati.
Questo problema viene assottigliato dall’inserimento tra un missione e l’altra di vari compiti. Tra un capitolo e l’altro delle nostre missioni potremo tornare al nostro regno e compiere varie operazioni tra cui potenziare le noste armi oppure scegliere quelle per la missione successiva, o potremo semplicemente girare per il posto e ascoltare quello che i nostri sudditi hanno da dirci per capire come prosegue il nostro operato di magnanimo Re o di violento dittatore. Tuttavia tutte queste cose non influiranno sulla trama e ben presto ci troveremo a saltare anche questa parte del gioco per buttarci direttamente nelle missioni. Prima abbiamo accennato alla “furia carnale”: questa modalità merita sicuramente una menzione ulteriore perché è probabilmente quella che rende un pò più profondo il titolo: nel corso delle missioni infatti quando utilizzeremo questa caratteristica non riusciremo più a distinguere i nemici dagli amici, rischiando così di far perire per mano nostra degli utili alleati per il proseguo della missione; altra particolarità di questa specialità di Beowulf è il fatto che tutta questa forza porterà anche all’usura dell’arma che utilizzeremo fino alla sua rottura, al che saremo costretti a trovarne un’altra sul campo di battaglia.
La tecnica di Beowulf
Il gioco usa lo stesso motore grafico di Ghost Recon Advanced Warfighter, tuttavia il risultato non riesce ad essere lo stesso: nonostante una caratterizzazione dei personaggi piuttosto buona, le restanti texture sono molto scarne. Soprattutto quelle delle ambientazioni sono decisamente sotto la media di quello che la 360 è stata capace di offrirci finora, ed a tutto questo si aggiunge una certà povertà degli ambienti con pochi oggetti con i quale si può interagire, ed una fisica decisamente scarsa.
Anche dal punto di vista audio il lavoro non si può certo dire sufficiente: se da una parte il doppiaggio non è tra i peggiori che abbiamo sentito, il campionamento dei suoni e la colonna sonora non hanno mordente e rimangono piuttosto anonimi. Insomma, il lato tecnico lascia molto a desiderare: lo sviluppo del gioco è stato probabilmente chiuso in fretta per renderlo disponibile in contemporanea con la sua controparte cinematografica, lasciando delle lacune su cui è difficile chiudere un occhio.
Comclusioni
Siamo di fronte all’ennesima prova di come una buona idea possa venir sfruttata male: la trama del film si prestava perfettamente ad una trasposizione videoludica, ed anche le idee di base non erano male, purtroppo però uno sviluppo affrettato e un po’ superficiale non regala la sufficienza a questo – seppur a tratti divertente – titolo. 5.4
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