Recensione - Call of Duty 4: Modern Warfare (2007)
Con Call of Duty 4: Modern Warfare, Infinity Ward ha deciso di lasciare i travagliati, e ormai abusati, campi della Seconda Guerra Mondiale per spostare l’azione in un periodo storico più recente, e visti gli avvenimenti degli ultimi anni non stupisce scoprire che il titolo parte dal Medio Oriente, in un paese in cui degli ultranazionalisti hanno deciso di abbattere lo Stato e prendere il potere con l’ausilio della guerriglia tra le strade. Inoltre, grazie all’aiuto delle forze speciali inglesi SAS, scopriamo che questi fanatici hanno con loro delle testate nucleari di preoccupante potenza, e nessuna remora ad innescarle. Questo è lo scenario in cui si svolge la nuova fatica degli Infinity Ward, che porterà la trama in diverse diramazioni (da un lato impedire l’attivazione degli ordigni, dall’altro catturare il leader degli ultranazionalisti) per farci giocare in diversi luoghi e nei panni di più protagonisti.
Situazioni sempre diverse
Le missioni in Medio Oriente ci vedranno nelle vesti di un Marine USA alle prese con colossali scontri (alla faccia della guerriglia) tra le strade della capitale araba. A conferire un approccio più tattico alle missioni ci pensano poi i SAS che attraverso gli stati dell’ex URSS daranno la caccia ad Al-Asad, il leader della rivolta araba. Grazie a questa scelta di gameplay, COD 4 non risulta mai ripetitivo e stancante, fornendo una varietà di missioni che ha dell’incredibile per un FPS. Si passa dagli infuocati scontri tra polverose strade arabe, con l’aiuto anche di carri armati, caccia ed elicotteri, alle buie stradine di qualche paese dell’Azerbaijan passando per voli a bordo di C-130 o incursioni silenziose nella città fantasma di Prypiat (abbandonata dopo il disastro di Chernobyl nel 1986). La riproduzione dei paesaggi risulta estremamente fedele, e in alcuni punti davvero spettacolare; Prypiat con le sue case abbandonate ma ancora arredate lascia un vago senso di mistero e malinconia, visto anche che la missione permette di gustare tale paesaggio senza le preoccupazioni di scontri a fuoco caotici e spossanti.
Anche i colpi di scena abbondano, in una trama che si rivela via via più complessa e intricata del previsto; e, come in ogni episodio della serie, tutto è vissuto in prima persona senza filmati d’intermezzo, rendendo l’immedesimazione particolarmente profonda. Purtroppo la campagna lascia un leggerissimo senso di incompiuto in quanto il finale giunge in un certo senso inaspettato, totalmente diverso da quello a cui ci aveva abituato la serie con le sue battaglie conclusive di dimensioni epocali; ma è una sensazione che passa presto. Ad impedire a Call of Duty 4: Modern Warfare di raggiungere la vetta assoluta del genere FPS sono delle piccole e scomode eredità che nella nuova generazione sarebbero potute essere tranquillamente liquidate. Durante i dialoghi il personaggio che parla fissa un punto dove dovrebbe essere il giocatore, purtroppo se il giocatore decide di spostarsi l’interlocutore continuerà a parlare fissando il vuoto; e lo stesso accade per i dialoghi conditi da azioni alquanto cinematografiche, se il giocatore non è nel punto in cui avviene l’evento il dialogo si svolge comunque sfociando poi in ridicole scenette mute nel momento in cui si corre ad osservare l’azione. Questo rende palese quanto il gioco si basi pesantemente su scene scriptate, ossia pre-registrate, piuttosto che condotte con l'ausilio di routine di intelligenza artificiale. A parte queste piccole debolezze, il titolo non soffre comunque di bug o imperfezioni di particolare rilevanza.
Forse l’unica grande lamentela che possiamo rivolgere al lavoro Infinity è il livello di difficoltà veterano, profondamente cambiato nel suo essere "difficile" rispetto ai titoli precedenti. In Call of Duty 2 il personaggio era solo uno dei tanti soldati, e ciò permetteva delle scappatoie anche alle difficoltà più elevate in quanto non si era sempre presi di mira appena si fosse messa la testa fuori dal riparo; in COD 4 non è così, e nel momento in cui decidiamo di nasconderci per riprendere in mano la situazione veniamo sommersi da un nugolo di granate lanciate dai nemici con precisione millimetrica, finendo per morire a causa delle esplosioni.
Vita da soldato
Ciò che merita una particolare analisi è il comparto multigiocatore, nel quale Infinity Ward sembra aver dato sfogo a tutta la sua inventiva migliorando la già ottima esperienza Live dei precedenti capitoli. Tutti i meccanismi perfettamente funzionati delle precedenti iterazioni sono stati mantenuti, perfezionati e infine conditi con altrettante novità che si integrano egregiamente offrendo un pacchetto solido e in grado di accontentare il giocatore in moltissimi aspetti. Innanzitutto il sistema di gradazione si divide (come già visto in altri giochi) in livelli ed esperienza, con la differenza che qui il livello è uno solo per tutte le tipologie di gioco. Per aumentare il proprio livello bisogna uccidere: ogni uccisione vale un determinato punteggio, che insieme al bonus di fine va a formare il “bottino” di ogni match. Questo sistema risulta estremamente intelligente in quanto anche nella sconfitta si portano a casa punti, e quindi si sale di livello. Inoltre durante le partite si possono sbloccare delle sfide, vale a dire degli obiettivi (un po’ come quelli per la GamerCard) che premiano il giocatore con un gran quantitativo di punti rendendogli la scalata della graduatoria più veloce. Purtroppo il motore di ricerca per le partite non distribuisce equamente i livelli, può capitare quindi di vedere squadre formate da livelli 30,40,50 giocare contro avversari decisamente più bassi in graduatoria.
Le novità non si fermano però al sistema di classificazione. Durante la partita una serie di uccisioni senza morire viene premiata con la possibilità di richiedere il supporto aereo, un elicottero o una ricognizione radar. Infine, man mano che si sale di livello e si completano le sfide, l’arsenale a nostra disposizione si arricchisce con nuove armi e nuovi gadget come lanciagranate, mirini telescopici e colori mimetici per il nostro personaggio, inoltre abbiamo a disposizione tre slot in cui inserire dei bonus quali maggior resistenza, una ricarica più veloce e così via: in questo modo ogni soldato incontrato online sarà diverso dagli altri per qualche aspetto. Non dimentichiamo infine la novità forse più rilevante per quanto riguarda l’impatto sul gameplay: i fucili di un certo calibro ora possono trapassare i muri permettendo ad un abile tiratore di uccidere il proprio bersaglio, anche se questo è riparato dietro una porta, una lamiera fine o altri ripari poco resistenti; questo vale per il multiplayer quanto per la campagna in singolo.
Visioni di guerra
COD 4 si presenta visivamente in maniera eccezionale... ad un primo sguardo. I modelli dei personaggi e dei nemici sono realizzati splendidamente e sono particolarmente realistici, mentre il resto lo è un po’ meno. Nulla di preoccupante, ma vedere una vegetazione pressoché identica a Call of Duty 2 e l’interazione con le ambientazioni ridotta al minimo, eccetto rari e spettacolari casi, farà storcere il naso a molti più proiettati verso il futuro. Anche i modelli delle case sono alquanto semplificati, e le texture presentano una risoluzione mediamente bassa se comparate con altre produzioni recenti. Il gioco rimane comunque insuperabile per quanto riguarda gli effetti come fumo ed esplosioni, e il comparto sonoro può essere definito il migliore in circolazione (con qualche piccolo colpo basso, provate ad ascoltare con attenzione nella missione ambientata a Prypiat: sentirete nel rumore del vento che si infila tra le mura di una vecchia scuola delle voci di bambini che giocano… da brivido). Per quanto riguarda i corpi di nemici o compagni caduti, privi di qualsiasi possibilità d’interazione, più che un difetto è una caratteristica della serie bellica che non abbassa di certo la qualità del risultato finale. Stupisce invece lo sforzo fatto dagli sviluppatori per mantenere il frame-rate a 60 fps costanti: il gioco è fluidissimo e la cosa si nota molto, soprattutto quando spostiamo rapidamente lo sguardo sull'asse orizzontale.
L’ultimo colpo
Call of Duty 4: Modern Warfare è figlio di Infinity Ward, e questo si nota dal momento in cui si comincia a giocare e a provare le stesse sensazioni del primo Call of Duty e del suo successore (per quanto bello, il terzo episodio mancava di mordente). Con le innovazioni introdotte nella sezione multigiocatore e la campagna altamente coinvolgente, questo gioco non può assolutamente mancare nella collezione di un gamer accanito, fosse solo per sperimentare un’ambientazione, quella moderna, del tutto inedita per la serie. 9.2
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