Recensione - Assassin's Creed
Il destino di un assassino
Assassin's Creed è un gioco di fantascienza. Se avete finora visto unicamente le immagini ed i filmati ufficiali diffusi da Ubisoft, probabilmente vi starete chiedendo cosa possa avere di fantascientifico un titolo ambientato nella Terra Santa in epoca medievale. L'idea è geniale: senza rivelarvi tutti i risvolti della cosa affinché possiate avere il piacere di scoprirli da soli, mi limiterò a dirvi che la storia che viviamo nel gioco non è altro che la rappresentazione di una serie di "ricordi genetici" impressi nel DNA di Desmond, il protagonista, che tramite una macchina chiamata Animus può rivivere le avventure del suo avo assassino, Altair. La genialità non sta però nell'idea in sé, ma piuttosto nel fatto che si tratta di un espediente narrativo che ha permesso agli sviluppatori di rendere plausibili meccaniche di gameplay che avrebbero altrimenti stonato in un contesto medievale. Anche il sistema di salvataggio rientra in quest'ottica: infatti, tornare indietro ad un checkpoint dopo essere morti non è altro che il ricaricare un dato ricordo all'interno dell'Animus. Non fa una piega.
Ma veniamo alla storia del vero protagonista del gioco, o per lo meno quello con il quale passeremo più tempo: Altair è un Hashashin, un membro di alto livello dell’oscura setta degli assassini, che per aver tradito gli ideali della sua fratellanza viene degradato e privato di tutte le sue armi. Potrà riacquistare ranghi ed armi solo svolgendo una serie di prove assegnategli dal gran maestro della setta, consistenti nell'uccidere una serie di personaggi di spicco dimoranti nelle città di Gerusalemme, Damasco ed Acri. Il periodo storico è quello della presenza di Riccardo Cuor di Leone a Gerusalemme, impegnato a combattere le forze del condottiero musulmano Saladino. In questo contesto verremo a conoscenza di misteriosi intrighi che si dipanano alle spalle di Riccardo, mentre uccidiamo uno dopo l'altro gli obiettivi fornitici dal maestro. Non è tutto: ci sono altri misteri che aggiungeranno sale alla storia, uno dei quali si dipanerà intorno a Desmond ed al centro di ricerca di cui è ospite.
La furia dell'aquila
Ogni missione che dovremo svolgere per conto della setta degli Assassini si svolge secondo la stessa struttura: esplorazione di un quartiere della città, raccolta di informazioni, uccisione dell'obiettivo, fuga. Tutte e tre le città del gioco sono riprodotte perfettamente nella loro piena estensione, costellate di palazzi e costruzioni di vario tipo, dandoci la possibilità di esplorarne sia le strade che i tetti. Ogni città è divisa in tre quartieri: uno povero, uno medio ed uno ricco, ed ogni missione è ambientata in uno di questi, sbloccati e resi accessibili progressivamente. Il lavoro che dovremo compiere inizialmente per portare a termine una missione sarà quello di raggiungere il quartiere, arrampicarci su uno dei "punti panoramici" della città (generalmente delle torri molto alte) e scrutare i dintorni da quella posizione: questo farà si che sulla mappa della città appaiano le indicazioni con la posizione di individui utili a ricavare informazioni sulla missione in atto. Fatto questo si passa alla raccolta di informazioni: si tratta di raggiungere le persone indicate sulla mappa, ed a seconda del tipo di attività spiarle ascoltando cosa dicono, seguirle malmenandole in un luogo appartato per farci dare le informazioni oppure borseggiarle di nascosto per rubare loro dei documenti importanti. Tutte queste attività vengono svolte molto facilmente e non rappresentano una grande sfida, e l'unica eccezione sono alcuni informatori, membri della setta degli Assassini, che per rivelarci quello che sanno ci chiederanno di svolgere dei compiti come uccidere silenziosamente delle guardie per la città. Questi compiti sono più impegnativi anche perché dovremo svolgerli senza farci scoprire ed entro un tempo limite, di solito tre minuti.
Una volta raccolte le informazioni, dovremo recarci alla base locale della setta degli Assassini per ricevere l'ok ufficiale a procedere, e potremo quindi dare il via alla missione vera e propria. Si tratta ogni volta di raggiungere un punto sulla mappa indicante la posizione del nostro obiettivo, che è però sempre molto ben protetto e quindi dobbiamo prima trovare il modo per avvicinarci (generalmente passando dai tetti) e poi riuscire ad ucciderlo senza subire prima lo stesso fato per mano delle guardie che lo difendono. Una volta eliminato l'obiettivo, non resta che fuggire seminando gli inseguitori e fare ritorno alla base degli Assassini, per ricevere la missione successiva.
Mentre esploriamo la città alla ricerca di indizi o per dirigerci verso il nostro obiettivo, potremo incontrare inoltre dei gruppi di malintenzionati, spesso soldati saraceni o di Riccardo, che importunano e maltrattano dei passanti. In questi casi possiamo decidere di ignorare l'accaduto oppure attaccarli per salvare il povero malcapitato: se sceglieremo la seconda opzione, dopo aver vinto lo scontro verremo ringraziati dal popolano che ci prometterà di far sì che tutti sappiano delle nostre gesta. Questo si traduce in un risultato pratico molto utile: se abbiamo salvato un civile si formeranno dei gruppetti di cittadini, chiamati "vigilanti", che interverranno in nostro aiuto qualora ci vedano in difficoltà con le guardie, afferrandole e permettendoci di scappare oppure di combatterle con maggior facilità, mentre se abbiamo salvato un monaco si formeranno dei gruppetti di monaci che girano per la città e tra i quali potremo mimetizzarci per passare inosservati posti di blocco e zone protette. Salvare un buon numero di cittadini prima di affrontare una missione diventa quindi molto utile, soprattutto in fase di fuga quando potremo passare vicino ai gruppi di vigilanti per far sì che rallentino i nostri inseguitori.
Di cappa e di spada
Altair è un assassino, ed il suo ruolo sottintende ovviamente una grande familiarità con le armi e le uccisioni, sia che avvengano furtivamente che in combattimenti aperti. Tutti gli Assassini, durante il rito dell'iniziazione all'ordine, vengono privati del dito medio della mano sinistra ed equipaggiati di una lama a scatto alloggiata sull'avambraccio che fuoriesce dal pugno proprio nello spazio lasciato libero dal dito mozzato: quest'arma viene utilizzata per compiere assassini furtivi. Dopo averla selezionata (usando il d-pad), basta avvicinarsi alle spalle di un nemico senza farci notare, agganciarlo col grilletto sinistro e premere il pulsante di attacco per trafiggerlo silenziosamente senza farci notare anche in mezzo alla folla: il malcapitato ci metterà qualche secondo ad accasciarsi al suolo, tempo più che sufficiente per dileguarci passando inosservati.
Questa tecnica è molto utile per fare fuori nemici isolati senza destare sospetti, ma quando avremo a che fare con gruppi più numerosi sarà necessario un approccio più diretto. In questo caso il gioco ci mette a disposizione un sistema di combattimento che, usando principalmente la spada, ci permette di fronteggiare i nostri nemici. Non si tratta del classico combattimento che richiede la pressione concitata e continua dei pulsanti del joypad, ma piuttosto è basato tutto sul tempismo e la temporizzazione delle mosse: per rompere la guardia di un avversario ad dovremo ad esempio prima sferrare un attacco e poi, nel momento in cui la spada lo colpisce, premere di nuovo il pulsante X per forzargli la mano e lasciarlo senza difesa, in modo da poterlo attaccare subito dopo con un colpo mortale. La mossa di gran lunga più efficace e spettacolare è però il contrattacco: aspettando l'attacco dei nemici, basta premere il grilletto destro ed X nel momento ci cui stanno per colpirci per rispondere con un rapido contrattacco che finisce la maggior parte delle volte con la morte dell'avversario. Le contromosse sono portate avanti con animazioni splendide ed estremamente coreografiche, che non sfigurerebbero in un film d'azione ad ambientazione medievale.
Purtroppo però il sistema di combattimento non è abbastanza profondo da rendere ogni combattimento diverso dagli altri, e si finisce per condurre i combattimenti sempre nello stesso modo, dall'inizio alla fine del gioco. Qualcosa cambia perché man mano che progrediamo acquisiamo nuove abilità, ma dal momento che guadagneremo l'uso del contrattacco lo useremo il 90% delle volte per via della sua estrema efficacia. I combattimenti si mantengono inoltre sempre a livelli medio - facili, e non rappresentano mai una vera sfida: man mano che avanziamo verso la fine del gioco aumenterà il numero di nemici da combattere, ma alla fine poiché ne fronteggeremo sempre uno per volta questo si tradurrà nella necessità di ripetere le stesse azioni più volte, senza che queste siano più difficili da compiere.
Questo è un vero peccato perché fa si che i combattimenti diventino alla lunga più una seccatura che un reale divertimento. Eppure gli sviluppatori del gioco sono gli stessi che avevano realizzato Prince of Persia, serie che invece si distingueva per il suo avvincente e divertente sistema di combattimento.
Altair, traceur medievale
Ma la caratteristica di Assassin's Creed che riesce a stupirci maggiormente sono le incredibili doti atletiche di Altair ed il relativo sistema di controllo ideato dagli sviluppatori: se conoscete la disciplina del Parkour, lo spettacolare sport urbano i cui praticanti (chiamati in gergo traceurs) si lanciano in corse acrobatiche tra i tetti di una città, siete in grado di farvi un’idea di cosa troverete nel gioco. Altair può, infatti, correre tra le strade così come sui tetti, sfruttando tutti gli elementi dell'ambientazione per passare da un palazzo all'altro. Gli sviluppatori hanno disegnato le città in modo che vi siano sempre dei modi per passare da un tetto all'altro: tavole messe a mo’ di passatoia, travi ed assi di legno sporgenti sulle quali saltare ed altri elementi simili ci permettono di muoverci liberamente (guardie permettendo) tra i tetti delle città. Il tutto è portato avanti con estrema naturalezza: riprendendo un'intuizione già sfruttata ultimamente da Nintendo nella serie di Legend of Zelda, queste fasi "acrobatiche" non vengono condotte come un classico platform in cui bisogna premere il pulsante di salto con il giusto tempismo pena frustranti cadute, ma è tutto automatico. Basta premere il grilletto destro contemporaneamente al tasto A mentre dirigiamo Altair verso il limite di un palazzo, che questo compierà automaticamente un balzo atterrando sulla superficie dall'altra parte oppure si aggraperà ad una parete di fronte, pronto per scalarla. Anche le arrampicate sono condotte in maniera intuitiva e spettacolare: tutti gli elementi decorativi o strutturali dei palazzi sono sfruttabili come appigli per poter procedere sulla superficie, così basta semplicemente indirizzare lo stick sinistro verso gli elementi che vogliamo utilizzare per vedere Altair utilizzarli arrampicandosi come un medievale Uomo Ragno.
Detto così la cosa potrebbe sembrare sin troppo semplice: dov'è il divertimento? Semplicemente, qui la sfida non è nel premere tempestivamente determinati pulsanti per saltare o scalare, ma nello scegliere prontamente e senza esitazioni i percorsi migliori tra i palazzi, cosa che sarà determinante quando ci troveremo a dover seminare manipoli di guardie che ci stanno inseguendo dopo averci identificati come assassini. Gli inseguimenti sono tra le fasi più adrenaliniche ed appaganti di tutto il gioco, e soprattutto verso la fine vi troverete a sudare sette camicie prima di riuscire a scrollarvi di dosso gli inseguitori. Fortunatamente gli sviluppatori hanno messo a nostra disposizione un meccanismo per riuscire a levarci d'impaccio: le mappe sono disseminate di luoghi nei quali nasconderci, come ad esempio covoni di fieno per le strade o gazebo coperti sui tetti, e tutto quello che dovremo fare sarà riuscire a trovarci nei pressi di uno di questi in un momento in cui gli inseguitori non riescono a vederci (ad esempio se siamo per strada, basterà salire su un tetto per rimanere invisibili alle guardie che nel frattempo si stanno arrampicando) e tuffarci all'interno per far sì di sparire completamente dalla loro vista e farli desistere. Di altissima spettacolarità inoltre sono i tuffi che possiamo compiere dall'alto dei palazzi nei covoni per strada: tutte le locazioni in cui potremo fare questo sono opportunamente segnalate con la presenza di gruppi di uccelli appollaiati, così che sapremo sempre dove poter fare un salto anche senza aver visto il covone sottostante. Man mano che si procede nel gioco gli inseguimenti diventano sempre più difficili, perché aumenterà il numero di guardie che ci inseguiranno ed inoltre i tetti saranno pieni di sentinelle rendendo più difficile nasconderci alla loro vista.
Il medioevo in chiave next-gen
Altro pregio del titolo Ubisoft è il comparto grafico: dalle visuali mozzafiato alle animazioni perfette tutto è estremamente curato, regalandoci un titolo di forte impatto visivo. Scalare gli edifici con il sole alto nel cielo mentre le rocce delle mura vengono illuminate realisticamente è un vero spettacolo, ed ancor più lo è quando si raggiungono i punti più alti della città, dai quali è possibile ammirare a 360 gradi tutte le costruzioni fino alle mura di cinta. Gli edifici sono tutti estremamente dettagliati e ben decorati, cosa che come spiegato ha anche uno scopo funzionale al gameplay visto che è quasi tutto sfruttabile come appiglio per le nostre scalate. Anche la folla di cittadini che popolano le strade è molto ben realizzata, anche se questi peccano in scarsa varietà, con gli stessi modelli che si ripetono fin troppo spesso. Ovviamente Altair è realizzato magistralmente, tutte le sue animazioni sono praticamente perfette e le sue vesti si muovono fluidamente mentre corre o combatte; anche i nemici sono molto ben riprodotti, soprattutto quando sono vestiti in cotta di maglia: l'effetto metallico dei molti anelli di ferro che compongono le armature è riprodotto magistralmente.
Le uniche pecche registrabili nel comparto grafico sono sporadici cali di frame-rate, comunque mai fastidiosi, ed un effetto di pop-up degli oggetti che notiamo soprattutto quando corriamo a cavallo nel Regno, l'area di campagna che separa tra loro le varie città e la sede della setta degli Assassini. Tranne che all'inizio del gioco, queste fasi a cavallo sono peraltro del tutto evitabili, visto che il gioco offre sempre l'opzione di saltare da una parte all'altra senza dover necessariamente percorrere tutta la strada. Se siete però il tipo di giocatori che vogliono sbloccare tutti gli obiettivi possibili, esplorare il Regno vi darà la possibilità di trovare una serie di stendardi (presenti anche nelle città) e scalare tutti i punti panoramici presenti, al fine di ottenere i relativi obiettivi.
Anche il comparto audio è molto ben realizzato, con un buon doppiaggio in italiano (qualcuno riconoscerà le stesse voci già apprezzate negli ultimi episodi della serie Splinter Cell) ed una colonna sonora d'atmosfera e molto adatta ai ritmi del gameplay. Un po’ troppo ripetitive invece le voci del popolo che captiamo passeggiando per le città: così come incontriamo sempre gli stessi personaggi, anche le frasi che gli sentiamo occasionalmente dire sono spesso le stesse.
La sindrome del copia e incolla
Insomma, Assassin's Creed ha sicuramente carisma da vendere: storia intrigante ed appassionante, stupende visuali ed una giocabilità innovativa che, anche se non colpisce sempre nel segno come nel caso dei combattimenti, porta una ventata d'aria fresca nel genere degli action - adventure games. Purtroppo però il gioco presenta una pecca che ne compromette la qualità generale. Nonostante lo sviluppo del gioco sia durato circa tre anni, sembra che gli sviluppatori non abbiano comunque avuto tempo sufficiente per dotarlo di una grande varietà di situazioni, finendo per riproporci iterativamente sempre le stesse. Questo lo notiamo in numerose aree: dei combattimenti ne abbiamo già parlato, poi le azioni da compiere per raccogliere informazioni sui nostri obiettivi sono sempre le stesse diventando alla lunga un mero obbligo da adempiere sbrigativamente per arrivare al vero obiettivo, ed anche gli edifici da scalare sono spesso molto simili tra loro così che una volta che ne abbiamo memorizzato gli appigli li troveremo sempre nelle stesse posizioni. Anche le sedi locali della setta degli Assassini dislocate nelle tre città sono tutte identiche tra loro, ed i dialoghi con i vari responsabili prima e dopo delle missioni si svolgono sempre allo stesso modo.
Sembra quindi come se gli sviluppatori, a corto di tempo ed obbligati a rilasciare comunque il gioco, siano ricorsi ad un’attività di copiatura ripetuta di oggetti e contenuti piuttosto che crearne di nuovi per ogni missione ed ambientazione. Questo rende il gioco alla lunga ripetitivo e smorza quell'effetto di meraviglia che proviamo nelle prime ore, quando ci sorprendiamo per ogni novità. Davvero un peccato, perché un potenziale capolavoro ne esce così compromesso senza riuscire a raggiungere le vette sperate: probabilmente la maggior parte degli sforzi sono stati fatti per creare la tecnologia alla base del titolo piuttosto che i contenuti veri e propri, e questo ci fa sperare che in un eventuale seguito gli sviluppatori, avendo già fatto il lavoro tecnologico, possano concentrarsi maggiormente nel creare un'esperienza più varia ed appagante.
In conclusione, dopo le circa 13-14 ore impiegate per arrivare alla fine del gioco, Assassin's Creed si è rivelato come un titolo dai due volti: da una parte una storia intrigante e coinvolgente, un gameplay innovativo ed una grafica spettacolare, e dall'altra una ripetitività di fondo che gli impedisce di assurgere allo status di capolavoro che un'opera così ambiziosa avrebbe meritato. Anche così risulta comunque essere uno dei giochi più interessanti di questa stagione natalizia, come non mai affollata di titoli notevoli, e merita sicuramente la vostra attenzione: Desmond ed Altair sapranno catturarvi in un’avventura appassionante, trasportandovi fino in fondo grazie ai pregi del titolo che, su un’ipotetica bilancia, pesano sicuramente di più rispetto ai suoi difetti di gioventù. 8.8
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