Recensione - Mace Griffin Bounty Hunter
Siamo nel venticinquesimo secolo. La razza umana ha colonizzato il sistema solare e si è spinta oltre, fino a nuovi sistemi popolati da razze aliene, che circa duecento anni più tardi avrebbero convissuto in armonia con gli umani. Dopo la scoperta di un nuovo sistema di pianeti scoppiò la corsa all'accaparramento di risorse, in maniera anche cruda e sanguinosa, e tutte la varie corporazioni istituirono una forza armata atta a vigilare sulla spartizione dei nuovi pianeti: i controllori. Ma un altro corpo armato d'Elite, aveva il compito di vigilare sui controllori: i Rangers, di cui Mace Griffin è uno dei più esperti componenti. Dopo aver pestato i piedi a persone troppo in alto Griffin viene incastrato e condannato a scontare una detenzione di dieci lunghi anni. Passato il periodo di carcerazione Griffin si arruola nel corpo dei Bounty Hunter, subentrati ai Rangers nell'ordine gerarchico. E' il momento della sua vendetta personale...
La sagra del già visto
MGBH è un fps, uno dei tanti. La piccola e marginale differenza rispetto al resto del gruppo risiede nel fatto che il gioco alterna a sezioni di puro FPS, altre di sparatutto spaziale, in quanto il protagonista, Mace Griffin appunto, potrà sia combattere sulla terraferma con il suo personale arsenale, sia salire su mezzi spaziali per dare vita ad appassionanti battaglie nel cosmo. Principalmente però il gioco ha le dinamiche di un FPS, caratterizzato da un gameplay semplice ed essenziale che porterà il giocatore ad eliminare tutto gli ostacoli che si troverà di fronte. A tal scopo Griffin avrà a disposizione un arsenale di tutto rispetto, comprendente armi tra le più disparate, per affrontare il pericolo sempre con la giusta strategia: oltre alla fida pistola, egli avrà a disposizione una bacchetta con la duplice funzione di oggetto contundente e storditore, un mitragliatore, che diventa all'occorrenza un lanciagranate, un fucile a pompa, l'ormai immancabile fucile da cecchino, il lanciamissili e tante altre armi, tra cui una pistola laser, e granate accecanti, esplosive o adesive a detonazione radiocomandata. Il ragazzo non sarà certo sprovvisto di armamenti nelle lunghe ed estenuanti missioni che sarà chiamato a svolgere, anche se a dirla tutta il vasto assortimento di armi sa di già visto, con la sola eccezione della bacchetta-storditore, che verrà utilizzata esclusivamente per gli indegni compiti di rompere le grate per accedere ai cunicolo, o per rompere le casse senza sprecare munizioni, e comunque verrà accantonata presto. Tante armi, come detto, che possiedono tutte una loro precisa funzione, e che sono l'unico sotterfugio per garantire al gioco un approccio tattico.
Per proseguire con successo e arrivare alla fine di ogni missioni indenni, le cose da fare sono due: elargire tonnellate di piombo a orde di nemici, tenere d'occhio le preziose munizioni, presenti in quantità buone ma non industriali, e soprattutto utilizzare le armi con intelligenza, alternandole sapientemente per sfruttarne al meglio la loro potenza di fuoco e le loro caratteristiche. Appare quindi chiaro come la componente degli scontri a fuoco abbia un ruolo predominante, considerato pure il fatto che le locazioni entro cui dovremo combattere sono ampie ed articolate, ma solo in sporadiche occasioni avremo bisogno di spremerci le meningi per trovare la retta via. Come precedentemente affermato, MGBH non si limita ad essere un semplice FPS, in quanto il nostro fido Mace potrà anche salire su caccia spaziali per prendere parte a spettacolari battaglie aeree nel cosmo. E tra un asteroide e una nave madre il risultato non è malaccio, anche se una maggiore profondità avrebbe reso queste sezioni più complete: alla guida dei mezzi aerei Griffin avrà a disposizione laser e missili in quantità, e dopo aver sconfitto le flotte nemiche, dovrà esibirsi in spettacolari atterraggi, spettacolari, si, anche se forse trattati in maniera troppo semplicistica perché tutto il procedimento avviene automaticamente. Certo una fase di atterraggio più manuale avrebbe aumentato la difficoltà, ma avrebbe anche incrementato il fascino di questo gioco. In generale, i livelli sono strutturati quasi sempre in maniera similare, con un una breve cut scene che ci atta a illustrarci il nostro prossimo colpo, l'atterraggio presso grandi navi spaziali o stazioni cosmiche, una lunga serie di sparatorie contro il nemico di turno e lo scontro aereo di fine livello, contro il nemico che tenta la fuga.
Ma è tempo di magagne, che in alcuni momenti si dimostreranno anche fastidiose: durante le sezioni di FPS capita di dover appoggiare, o comunque di cooperare con altre forze armate, per cercare di sconfiggere i nemici; ebbene in parecchi frangenti, causa uniformi cromaticamente simili o anche armamentario speculare, risulterà ostico riconoscere e distinguere tra amici e nemici, fattore che spesso e volentieri ci farà compiere, volenti o nolenti, stragi di innocenti. Ad incrementare la difficoltà di distinzione possiamo riscontrare una I.A. non certo idilliaca: qualora non riuscissimo a capire chi ci troviamo davanti, verrà spontaneo avvicinarsi al combattente di turno per vedere se è ostile o meno, ma si verificherà molto di frequente che dopo essere passati affianco o davanti al nemico, esso quasi non si accorga di noi, se non dopo alcuni secondi, per scaricarci addosso quintali di piombo alle nostre spalle. In generale, però l'intelligenza artificiale, in tutte le sue varianti, si dimostra particolarmente contraddittoria. I nemici, in particolari frangenti, dimostrano di essere poco più che bersagli mobili, anche se ipoteticamente capaci di adottare tattiche che prevedono attacchi rapidi, veloci ritirate dietro barriere naturali per poter ricaricare l'arma e lancio di granate per stanare i nemici.
Tattiche che però vengono totalmente vanificate da una marcata deficienza artificiale che li porta a compiere azioni senza senso: nascondersi dietro a cassoni lasciando affiorare la testa, rimanere immobili quando una granata viene lanciata nei loro pressi, rimanere coinvolti nelle esplosioni delle loro stesse granate, e così via. Tutto sommato però gli scontri sono godibili, ma lasciano un poco l'amaro in bocca perché con un pizzico in più di profondità e attenzione sarebbero risultati decisamente buoni. D'altronde, anche le sezioni di battaglia spaziale, come già abbiamo asserito in precedenza, non spiccano per qualità risultando essere tutte similari e poco varie si ridurranno a un intenso fuoco incrociato alternando abilmente i fasci di laser coi missili, al fine di annientare le flotte nemiche, che dal canto loro si opporranno in maniera esile e flebile con qualche sporadica risposta al fuoco. Per la maggior parte del tempo le navi nemiche cercheranno di defilarsi con intricate manovre, ma senza quasi mai riuscire nella fuga. Il risultato è presto detto: lunghe sparatorie per annientare dozzine di navette nemiche che raramente si oppongono in maniera radicale e atterraggi semplici e automatici.
Mace Griffin Bounty Hunter ha qualcosa di buono da mostrare, con alcune sezioni che non mancheranno di divertire e catturare l'attenzione per alcune ore, ma il suo gameplay, alla lunga si dimostra veramente troppo lineare per risultare essere veramente incisivo. Il gioco soffre, l'assenza della sezione in multiplayer, ormai presente nella maggior parte degli fps su Xbox. Senza ombra di dubbio l'avventura in singolo garantisce una longevità non indifferente, ma l'assenza del multiplayer è a mio avviso molto limitativa per un titolo del genere: peccato.
Ad un gameplay decente e nulla più si affianca un comparto tecnico discreto: il motore grafico fa sfoggio di una pulizia senza paragoni, mantenendo sempre costante un frame rate peraltro attestato sui 40 fps, e non presentando errori nella gestione delle texture, ne' di aliasing. La quantità di poligoni è decisamente alta, ricoperti da textures di buona qualità. La cura riservata ai personaggi è sicuramente buona, anche se siamo lontani dai fasti di Halo, e anche i fondali si dimostrano di buon livello, con un sagace uso del bump mapping. Bisogna però segnalare che in alcuni, rari frangenti, spiccano degli errori nella gestione dei personaggi, che alle volte sono accompagnati da animazioni poco naturali o, dopo essere stati freddati, rimangono stranamente in piedi. Alcune locazioni si dimostrano suggestive e fanno trasparire bene l'atmosfera estremamente futuristica che permea tutto il gioco.
Durante le battaglie spaziali il risultato ottenuto è decisamente appagante, con ambientazioni di buon livello e fondali ben costruiti. Anche il contorno è buono, con effetti particellari discreti ed un effetto acqua increspata spettacolare. Fatto però il punto sulla situazione notiamo che pur essendo particolarmente pulito, il motore grafico non spreme a dovere le potenzialità della macchina microsoft e comunque sia, anche a più di un anno e mezzo dalla uscita di Halo, il titolo Bungee rimane tuttora il migliore su piazza. Senza poi contare una miriade di altri titoli. In generale, la grafica, pur essendo pulita e svolgendo diligentemente i sui compiti risulta forse un pelo obsoleta, e i più pignoli su Xbox si aspetterebbero ben altro. Grafica di buon livello, quindi e comparto sonoro che non è da meno, con parlato completamente localizzato in italiano. Frequenti scene di intermezzo spezzeranno l'azione, con dialoghi e narrazioni articolate e di ottimo livello. Gli effetti sonori sono vari di discreto livello. Oltre a ciò si apprezza una colonna sonora che certamente fa il suo dovere, anche se, a dirla tutta non verrà certo ricordata negli annuari.
Ringraziamo la redazione di GameSurf per la collaborazione. 6.8
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