Recensione - Pro Evolution Soccer 6
Partita rapida
Non appena inserisco il DVD di Pro Evolution Soccer 6, sale l'impazienza di mettere subito alla prova il gioco con una partita rapida. Parte una bella sequenza con un palleggiatore su cui vengono inserite delle immagini in computer grafica 2D per sottolineare l’azione, il ritmo della musica è buono e sufficientemente coinvolgente soprattutto perché segue le gesta del giocoliere. Finalmente mi trovo nello splash screen e procedo senza indugi a schiacciare START per poter visualizzare il menu principale. Come era lecito aspettarsi è cambiato relativamente poco nel menu e la prima voce, come tradizione, è la partita immediata. I menu sono disegnati piuttosto bene con un look pulito ed elegante e voci chiare ed autoesplicative.
Iniziamo con una bella partita secca giusto per saggiare le possibilità offerte da questa nuova incarnazione del gioiello di casa Konami: immediatamente siamo di fronte ad un menu che gli affezionati del gioco riconoscono subito. La scelta delle squadre segue la medesima modalità dei suoi predessori con la tipologia (nazionali, di club o altre serie) in alto nel box. Una volta decisa la tipologia della propria squadra si naviga tra i raggruppamenti continentali, nel caso delle nazionali, oppure nei vari tornei nazionali come Liga (Spagna), Serie A (Italia) e Premier League (Inglese). Qui iniziano però le note dolenti: a colpo d’occhio si nota che le leghe e le squadre presenti sono veramente poche rispetto all’edizione precedente, e alcune di queste hanno il nome variato, con tutti i giocatori aventi nomi di fantasia. E' un problema di licenze, ma insieme alla mancanza dell’editor, che nelle passate edizioni permetteva ai volenterosi di porre rimedio a questo problema, questa limitazione rappresenta una grossa penalizzazione per gli appassionati.
Un’altra nota curiosa è, vista l’assenza delle serie cadette, la presenza di "Altre Leghe A" in cui, riflettendo le condanne combinate per lo scandalo del calcio, la Juventus figura in compagnia di molte altre squadre di cui Konami non ha acquisito i diritti per i rispettivi campionati. La schermata successiva, in cui scegliere la divisa della squadra, è rimasta pressochè invariata rispetto alla precedente edizione avvalendosi, ovviamente, dell’alta definizione. Infine, come ci aspettiamo, scegliamo lo stadio tra i soli 8 disponibili, tra i quali figurano lo Stadio Olimpico di Roma, il Meazza di Milano e l’immancabile Santiago Bernabeu. La solita scena d’ingresso in campo con una occhiata alle tribune gremitissime e si va al calcio d’inizio per dare avvio alle ostilità.
La prima cosa che si nota, per chi come il 90% degli affezionati di Pro Evolution Soccer 6 non legge il manuale, è il cambiamento riguardante l’assegnazione di funzionalità dei tasti del joypad. Le azioni associate a ciascun tasto sono state rimappate in modo da sfruttare al meglio la loro disposizione sull’Xbox 360 oltre che facilitare la realizzazione di combinazioni altrimenti alquanto complicate. I tasti dorsali vengono quindi sfruttati a dovere ricoprendo ruoli fondamentali come lo scatto e la scelta del giocatore, unitamente ai grilletti che ora si occupano di alcune mosse speciali che è possibile realizzare con l’utilizzo congiunto del grilletto e di altri tasti. I tasti A,B,Y,X mantengono le stesse funzioni del l’edizione precedente con variazioni più o meno marcate riguado la loro sensibilità durante le mosse speciali o il tiro. La nuova assegnazione dei tasti sul joypad richiede un minimo di adattamento ma, alla fine del periodo di apprendistato, si nota un miglioramente globale del gioco.
Superata la problematica della nuova disposizione dei comandi (peraltro completamente reversibile attraverso una impostazione personalizzata dei controlli), il gioco si svolge esattamente come ci si aspetta da PES: realistico e credibile. L’IA dei giocatori è migliorata in particolare riguardo l’applicazione degli schemi e il contesto di gioco: è notevolmente attenuata, se non eliminata, la deriva dei giocatori quando vengono selezionati. Questi ora rispondono prontamente ai vostri comandi senza proseguire per qualche, preziosissima, frazione di secondo nell’azione precedentemente determinata automaticamente dalla console. E’ generalmente migliorato il sistema di gioco aereo mentre è stato reso un pelo più complicato il tiro anche se i giocatori più esperti troveranno questa soluzione maggiormente utilizzabile. Insomma, il primo impatto, dal punto di vista della giocabilità, è assolutamente positivo: quello che c’era di buono nei precedenti PES è stato portato integro sulla nuova versione.
Gli infortuni
Nel calcio sempre più veloce dei tempi moderni, gli infortuni dei giocatori costituiscono un grosso problema per le squadre: allo stesso modo, le pecche che dobbiamo purtroppo rilevare in PES 6 costituiscono dei gravi infortuni nella vita della serie. L’attesa per questo titolo ha forse giocato un brutto scherzo a Konami che, anche nelle dichiarazioni pre-lancio, ha mandato segnali che tendevano a vedere questo gioco come un primo approccio alla nuova generazione di console. Infatti PES 6 ha ben poco a che spartire con le meraviglie grafiche che abbiamo visto finor’ora su Xbox 360 e ancor meno con quelle che si intravedono nella seconda ondata di giochi next-gen. Dopo averci giocato per diversi giorni, l’impressione è che le parole di Konami, che lo descrivevano come un porting, sono esatte. PES 6 non è altro che questo, un porting del codice PS2 su 360, in cui era prioritario mantenere la giocabilità agli altissimi livelli di questo titolo e così è stato. Le testimonianze di questo sono tangibili nella grafica degli stadi (assolutamente bidimensionali), nella totale assenza di effetti di luce sui giocatori, nel tunnel degli spogliatoi uguale per tutti gli stadi, nel commento asfittico, nel sonoro assente o quasi e, infine, nel pubblico che, sebbene 3D, non ha nessun grado di parentela con quello di altri giochi dello stesso genere. L’elenco degli infortuni continua copioso nella mia mente se penso alla mancanza dell’editor, alle pochissime licenze e alle modalità di gioco off-line sempre uguali a loro stesse e veramente fuori contesto su Xbox 360. Arrivo a concludere che PES 6 è come il seguito di un buon film: serve più alla casa produttrice per fare "cassetta" che ai veri usufruitori.
Live è meglio
La possibilità di giocare con un proprio amico/avversario su Xbox Live è stata una delle colonne portati di PES 5 ed era anche, per certi versi, una delle principali preoccupazioni di gameplay da risolvere in questa versione. Contrariamente a quanto detto nel precedente paragrafo, la nostra esperienza di gioco Live è globalmente migliorata limitando al massimo (se non eliminando) il problema del lag. Nella precedente versione la console che ospitava come server la partita, viste le nostre connessioni ADSL, godeva di un notevole vantaggio: per ovviare a questo problema Konami al cambio di campo cambiava anche l’host della partita, e questa soluzione poteva portare alla comporsa improvvisa di lag e costituiva comunque una penalizzazione per la squadra, nel secondo e decisivo tempo della partita, che non aveva l’host.
In questa edizione di PES è cambiata sicuramente la strategia di sincronizzazione delle due console e, in cambio di un ritardo avvertibile sui comandi per entrambi i giocatori, è stato notevolmente mitigato il problema della precedente edizione. Purtroppo c’è ancora del lavoro da fare in tal senso: durante i calci d’angolo tutto si muove al rallentatore e, nel cruciale momento del tiro, si avverte un effetto di eccessivo ritardo della propagazione dell’evento di rilascio del tasto di tiro. Ne consegue che risulta estremamente complesso dosare la forza da imprimere al pallone per scagliarlo verso la porta il che rende il tiro, nella maggior parte dei casi, più adatto al rugby che al calcio. Magari, col passare delle partite, la nostra sensibilità sarà rieducata ai nuovi parametri di latenza di questo evento e risulterà più facile effettuare tiri che impegnino (o superino) il portiere avversario.
Globalmente ci sembra che la qualità di gioco on-line sia migliorata rispetto alla versione precedente e dunque costituisca una novità da accogliere positivamente. Al momento risulta però particolarmente difficoltoso svolgere delle partite classificate via Xbox Live e i meno pazienti sicuramente non avranno la possibilità di sfidare altri giocatori di pari livello sul Live. La problematica non si presenta con le partite tra amici nelle quali tutto fila via senza particolari ostacoli e si riesce a giocare immediatamente. Speriamo che Konami o Microsoft pongano presto rimedio a questo problema, permettendo agli appassionati di sfidarsi in sfide all’ultimo fiato.
Conclusioni
Pro Evolution Soccer 6 conserva tutte le peculiarità che ne hanno fatto un must-have per i giocatori di calcio più attenti, anche nel passaggio alla nuova generazione di console. E' però tradita l’aspettativa di miglioramenti dal punto di vista grafico, e il ridotto numero di licenze, anche rispetto alla medesima edizione ma su altre piattaforme, costituiscono un dazio carisimmo da pagare per godere delle immagini in HD e della piena usabilità delle feature della Dashboard di Xbox 360. La sistemazione del Live costituisce un concreto passo in avanti anche se perfettibile dal punto di vista implementativo, permettendo di godere di un gameplay abbastanza coerente sia quando si fa l’hosting della partita che quando si è ospiti sulla console del proprio avversario. Strani ed inaspettati i problemi delle partite classificate che raccolgono diverse segnalazioni negative nel nostro forum e in generale nella community di utilizzatori di Xbox Live. In conclusione PES 6 si dimostra una versione conservativa del gioco, e pertanto tutte le novità favoleggiate non trovano riscontro nell’attuale versione che però conserva, in taluni casi migliorandola, la giocabilità che ne ha fatto un must-have. Per il resto bisognerà attendere il 2007. 7.6
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