Recensione - Ghost Recon: Island Thunder
Un vestito nuovo per i Ghost
Va innanzi tutto chiarito che questo nuovo capitolo della serie è considerabile più come una sorta di data disk che un nuovo gioco vero e proprio, questo perché il motore e le meccaniche di gioco sono pressoché identici al titolo precedentemente in commercio, e la differenza sta tutta nei contenuti, ossia la nuova campagna single-player e gli scenari multiplayer. Come per tutti i titoli della linea Tom Clancy's, nella modalità campagna single-player la storia del gioco è ambientata in un ipotetico futuro prossimo, e questa volta ci vedremo trasportare sull'isola di Cuba poco dopo la morte di Fidel Castro, evento che ha scaraventato l'isola nel caos, con fazioni politiche e malavitose che combattono e sgomitano per ottenere il potere. Dovremo guidare il gruppo di soldati scelti Ghosts in una serie di otto missioni in cui cercheremo di bloccare le attività dei gruppi sovversivi: la struttura delle missioni è quella classica a checkpoints, con una lista di obiettivi da portare a termine (alcuni dei quali obbligatori ed altri facoltativi), il tutto circondati dalle lussureggianti ambientazioni dell'isola di Cuba con una buona riproduzione sia della vegetazione che degli insediamenti umani, come i covi dei guerriglieri o le città. Man mano che avanzeremo nelle missioni della campagna, vedremo sbloccare nuovi soldati e quelli impiegati nelle missioni saliranno di livello aumentando le proprie caratteristiche, mentre gli elementi feriti in missione diventeranno momentaneamente inutilizzabili, e perderemo invece per sempre quelli uccisi. Come già accennato, il gameplay di gioco è praticamente identico al precedente episodio, e ci permette di guidare una squadra di sei soldati, scelti in una rosa di una ventina, dividendoli in due sottosquadre di tre elementi ciascuna, con la possibilità di impersonare direttamente uno qualsiasi dei soldati ed impartire ordini agli altri membri della squadra che, guidati da una IA discreta ma non priva di difetti (talvolta i nostri compagni di squadra si posizionano in maniera poco conveniente, come ad esempio mettendosi davanti ad una porta mentre la stiamo aprendo, per beccarsi così una pioggia di piombo dai nemici all'interno), sapranno coadiuvarci nelle missioni aiutandoci a far fronte al fuoco nemico. I controlli di gioco sono piuttosto intuitivi e facili da utilizzare, ed una volta padroneggiato il sistema di combattimento e l'utilizzo della mappa dell'area di gioco per controllare la situazione ed impartire gli ordini ai soldati, potremo concentrarci nella creazione delle più efficienti strategie di attacco. Il livello di simulazione rimane invariato, fermo agli alti livelli a cui ci aveva abituato il gioco, il che significa la possibilità di morire per un solo colpo in testa, l'assenza totale di med-kits e dei nemici mortalmente agguerriti. Per cui dovremo sempre agire in maniera più che attenta, muovendoci un po' alla volta ed assicurandoci di avere un buon controllo di tutti i punti strategici del territorio, per evitare di venire sopraffatti. Fortunatamente ci viene in auto la funzionalità di salvataggio, che ci permette di salvare durante le missioni in modo così da non dover ricominciare tutto da capo qualora dovessimo essere sopraffatti dal nemico.
La festa è Live!
Ancor più che nel primo Ghost Recon, in Island Thunder la modalità Campagna (che figura quasi la metà delle missioni rispetto al gioco originale) non è altro che un antipasto della parte invece più appetitosa, ossia il multiplayer online. Sarà possibile cimentarsi in scontri online con un massimo di 16 giocatori contemporanei, in una serie di modalità che vanno dal classico deathmatch tutti contro tutti al gioco cooperativo contro la CPU, agli scontri a squadre. Per chi non appartiene a gruppi di giocatori assidui, la funzionalità di Optimatch permette di trovare le partite in corso in attesa di nuovi giocatori, basandosi su una serie di parametri come il tipo di partita e la quantità di giocatori, ed in caso di hosting di una partita è possibile personalizzare una serie di parametri come la mappa usata, il tipo di armamento utilizzabile dai giocatori, il numero di giocatori totali, il tipo di gioco e volendo è possibile limitare la partita solo agli utenti iscritti nella propria lista amici. Come aggiunta rispetto all'episodio precedente, abbiamo 12 nuove mappe multiplayer più altre 4 riprese dal gioco originale e votate direttamente dagli utenti come le migliori. Inoltre è stata aggiunta la funzionalità di download dei contenuti aggiuntivi, per cui nei prossimi mesi potremo aspettarci la messa online di nuove missioni single-player e nuove mappe multiplayer. Per chi non ha un abbonamento Xbox Live, sono comunque presenti le modalità di gioco multiplayer offline, come la cooperativa in split screen ed il multiplayer in system-link. Per chi ha già la versione precedente di Ghost Recon, le differenze nella gestione Live rispetto al precedente non sono moltissime, e quella maggiormente visibile è l'evidenziazione del nome dei giocatori mentre stanno parlando, di modo che sappiamo sempre a chi appartiene la voce che ascoltiamo. La gestione dell'optimatch, vera spina nel fianco della prima versione, non sembra particolarmente migliorata, rimane ancora piuttosto lenta e mostra spesso partite aperte che in realtà sono iniziate già da diversi minuti. Assente anche l'opzione di selezionare le partite per lingua dei giocatori, utilissima per trovare altri italiani con cui giocare.
Tecnologia datata
Il fatto che il motore sia rimasto lo stesso del primo Ghost Recon fa sì che la grafica di gioco, anche se molto pulita e ben curata come design, risulti comunque piuttosto datata e non all'altezza delle ultime produzioni viste su Xbox, sopratutto se pensiamo che il gioco viene dalle stesse persone che ci hanno dato Splinter Cell. Beninteso, non stiamo affermando che sia un gioco graficamente mediocre, ma semplicemente si nota una certa "vecchiezza" nella tecnologia: basso numero di poligoni, textures in bassa risoluzione, assenza di illuminazione dinamica ed effetti speciali degni di nota. Basta vedere qualche screenshot del prossimo Rainbow Six 3, sempre della serie Tom Clancy's, per rendersi conto dei passi avanti compiuti in questo tipo di giochi. Il titolo è comunque pienamente godibile dal punto di vista grafico, con ottime animazioni dei personaggi ed un buon design dei livelli, ed una volta immersi nell'azione non sarà certo qualche poligono in meno a rovinarci il divertimento. Il sonoro è invece il fiore all'occhiello del gioco, lo è stato nella prima versione e lo è in questa: tutti i suoni sono riprodotti alla perfezione, sia quelli delle armi che i suoni ambientali, e la totale assenza di una colonna sonora durante il gioco aumenta ancora di più il livello di immedesimazione e la tensione che si crea subito prima di attaccare una postazione di nemici. Peccato solo per la mancata localizzazione in italiano delle voci dei soldati, che avrebbe aumentato ancora di più l'immersività del gioco.
In definitiva, Ghost Recon: Island Thunder si conferma all'altezza del suo predecessore, ma essendo uscito un anno dopo ci si aspettava forse qualche miglioramento in più oltre alla nuova campagna e le mappe multiplayer. Rimane comunque la migliore simulazione bellica esistente su Xbox, e merita l'acquisto sia per il prezzo economico che per l'alto valore conferitogli dal gioco online.
Ringraziamo Ubisoft per la collaborazione. 8.4
Commenti