MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



Metaphor: ReFantazio
copertina

Recensione - Metaphor: ReFantazioXbox Series X | SGame

Dopo un lungo processo di sviluppo, arriva finalmente sulle nostre console Metaphor: ReFantazio, nuova opera a cura di Katsura Hashino e del suo Studio Zero, autori dell’acclamata serie Persona. Saranno riusciti con questa nuova IP a plasmare un nuova e radiosa esperienza? Scopriamolo assieme nella nostra recensione!
img

Il Gioco

Negli ultimi anni, di cui molto recentemente nell’ecosistema Xbox, si è consolidata un’importante saga di JRPG chiamata Persona, arrivata attualmente alla sua quinta iterazione, se escludiamo spin-off e Remake. Una saga che, grazie soprattutto alla sua peculiare struttura e alla sua scrittura con cui ha sapientemente pescato a piene mani nella cultura nipponica, ha saputo conquistare tutti coloro alla ricerca di un’avventura dal pesante sapore giapponese. Gli autori di Persona, dopo anni di sviluppo e dopo aver fondato un nuovo il nuovo studio sotto Atlus, portano ora sul mercato la loro nuova IP, Metaphor: ReFantazio, con l’intento di arrivare ad un pubblico nuovo e scrollarsi di dosso l’eredità di una serie che nel bene e nel male, ha plasmato le fondamenta dello Studio Zero per decenni.

Il Regno di Euchronia è in pieno tumulto. Il Re è stato ucciso nel cuore della notte, vittima di un vile assassinio mentre si coricava nelle sue stanze. Il Principe ha subito la stessa sorte anni prima, lasciando ora il Trono senza un regnante. Clemar, Eugief, Roussainte, Paripus, Mustari, Elda e altre tribù che popolano il mondo, sono divise e diffidenti, guardando con incertezza il futuro del loro Regno. Un luogo, che per quanto fantasy nella messa in scena, è più attuale che mai con il nostro mondo. Euchronia è pieno di faziosità, razzismo e ingiustizie, con le Tribù più importanti che disprezzano quelle in minoranza, non considerandole loro pari. Giochi di potere, dove i potenti schiacciano i poveri, senza che nessuno osi rimodellare lo status quo del regno. Perchè nessuno riesce a immaginare un luogo diverso, dove possa esistere un’armonica coesione tra le tribù, mossa da un rispetto reciproco e dove è il popolo a eleggere i loro sovrani. Messi al bando ci sono anche dei rarissimi romanzi, che narrano di un mondo privo di malvagità, di razzismo e dal controllo della magia. Un’utopia, che spaventa i potenti e dà speranza ai deboli.

MX Video - Metaphor: ReFantazio

Su queste premesse narrative si muove l’intreccio scritto da Yuichiro Tanaka, scrittore tra l’altro degli ultimi tre Persona, tessendo magistralmente un intreccio che fin dalla prima cutscene cattura e coinvolge il giocatore, spronandolo fin dall’inizio a farsi domande e interrogandosi sulla realtà di questo mondo, così superlativamente portato a schermo, nonostante i temi pesanti su cui gravano le sue fondamenta. In questo intreccio muoviamo i nostri passi nei panni di un Elda, un ragazzo a cui dovremo dare il nome, appartenente a una delle razze più discriminate del Regno. L’Elda, accompagnato da una fata di nome Gallica, è in viaggio verso la Capitale Reale di Grand Trad, incaricato di svolgere un’importante missione segreta per conto di sua Altezza. Il Principe infatti è ancora vivo, vittima di una maledizione lanciata dall’Ufficiale Reale Louis Guiabern, responsabile anche dell’omicidio del Re. Il vile Louis è mosso da un’avida fama di potere, con l’intento di diventare Re di Euchronia. Quello che ne il nostro Eroe ne Louis si aspettano è che durante i funerali del Re, quest’ultimo appaia sotto forma di volto scolpito su un’enorme roccia fluttuante, annunciando come sarà eletto il nuovo Regnante. Attraverso quello che viene chiamato il Torneo del Trono, chiunque può aspirare a diventare il nuovo Re, ottenendo il consenso del popolo attraverso diverse prove di forza e di coraggio. L’Elda si trova così costretto a competere per il trono, reclamandolo per il Principe e sottraendolo così dalle mani del perfido Louis.

Ad accompagnare l’Elda si uniranno diversi personaggi, incontrati lungo i suoi viaggi, che per un motivo o per l’altro decidono di aiutare l’Elda nella sua impresa. Tra questi abbiamo Strohl, un nobile decaduto in cerca di vendetta; Hulkenberg, una cavaliera rinnegata alla ricerca di riscatto, e altri stravaganti personaggi che non svelerò per non rovinarvi la sorpresa. Sappiate solo che tra cospirazioni, indagini tra i palazzi dei potenti e pellegrinaggi, vi imbatterete non solo in membri che si uniranno alla vostra causa, ma anche in altri contendenti al trono, che faranno ti tutto per ostacolarvi, anche condannando l’intero Regno se necessario.

img
Parlando della struttura vera e propria, il gioco per quanto tenti di allontanarsi dalla serie Persona, ripropone molte delle sue meccaniche ma ampliandole e modificandole però in diversi elementi, con l’intento di catturare un pubblico potenzialmente molto più vasto. Si potrebbe quasi dire che Metaphor: ReFantazio sta a Persona come Elden Ring sta a Dark Souls. Il gioco è sempre quello, nella sua unicità, eppure allo stesso tempo diverso perché ha deviato imboccando un ramo diverso e differenziandosi in più modi. Se possiamo quindi affermare che Metaphor: ReFantazio è un Persona-like, in cosa rimane saldo nella struttura e dove invece diverge con prepotenza? La più grande differenza sta nel ritmo di gioco, sia per quanto riguarda i combattimenti, sia per quanto riguarda i numerosi dialoghi disseminati lungo l’avventura. Partendo proprio da quest’ultimi, chi ha giocato la serie Persona ricorderà gli interminabili e soprattutto ridondanti conversazioni tra i vari personaggi. Momenti questi capaci anche di allontanare molti giocatori poco alla volta dall’opera, ben prima dei titoli di coda. Consapevole di questo, Studio Zero ha scelto di sacrificare buona parte della caratterizzazione dei vari comprimari, risultando qui più debole rispetto a Persona. Questo però ha dato ritmo e sostanza alla narrazione globale, che si innesta perfettamente alla scrittura matura e adulta di Metaphor: ReFantazio, allontanandosi parecchio dal piccolo ecosistema di natura liceale in cui sono ambientati i Persona.

Rimane comunque la dinamica dello scorrere tempo, con le giornate divise in giorno e notte, con il calendario che determina lo scadere delle varie imprese assegnate. Il gioco infatti non ha un vero e proprio ciclo giorno/notte, ma suddivide la giornata in vari momenti: giorno, sera e notte. Di giorno si può andare a svolgere le incursioni nei dungeon, acquistare equipaggiamento nei negozi, esplicare missioni secondarie o sviluppare alcune abilità come Saggezza, Immaginazione, Coraggio, ecc... tramite alcune attività in città. Durante la sera ci si può muovere liberamente per la città, non potendo però entrare nei Dungeon, limitandoci quindi a migliorare affinità e il legame con gli altri personaggi o sviluppando abilità magari leggendo un libro o perché no, facendo il bucato. Molto spesso queste attività si riducono a brevi scenette, senza una vera e propria parte giocata purtroppo. Durante la notte infine non si potrà uscire dalla locanda/taverna della città in cui si è, limitando di molto le attività da svolgere. Andando a dormire si ripartirà dal giorno successivo, e così via. Da tenere a mente è che esiste un calendario, con missioni principali e secondarie dotate di una scadenza, superata la quale l’incarico fallirà. A differenza dei Persona dove il tempo era davvero tiranno, qui il team di sviluppo ha preferito dare molto più tempo per svolgere le varie attività e missioni. Organizzandosi gli incarichi con criterio, si riuscirà a svolgere molte missioni in poco tempo, soprattutto le Taglie, utili per esplorare dungeron secondari in cerca di loot e per far crescere i nostri personaggi di livello.

img
Per spostarci nella mappa di gioco, composta da diverse piccole aree, si utilizza un veicolo chiamato Trasvettore. Una specie di macchinario meccanico, dotato di zampe, che può muoversi ad alta velocità nei territori più insidiosi. Il veicolo, pilotato da un eccentrico personaggio chiamato Neuras, è a tutti gli effetti una casa mobile: c’è la cucina, la zona comune, le camere da letto, la libreria, ecc… tutti posti dove durante i viaggi più lunghi si può spendere del tempo per migliorare le proprie abilità. Una volta scelta la destinazione dalla mappa posta sul tavolo della sala principale, viene calcolato il percorso più veloce. Questo è utili per capire i giorni che ci vogliono per arrivare in un determinato posto, in modo da pianificare gli incarichi nel migliore dei modi. Inoltre, oltre a doversi accampare la notte durante i viaggi più lunghi, durante le tratte si può venire attaccati da creature che assaltano il Trasvettore o perfino da altri Trasvettori pilotati dagli altri contendenti al trono.

L’esplorazione a piedi è purtroppo abbastanza limitata. Oltre a muoversi per i dungeon che, eccezione fatta per quelli dedicati alle Quest Principali, non brillano di certo per ampiezza e level design, ci si può spostare per alcuni quartieri delle varie città. Nessuna macro mappa, ma tutte piccole sezioni, che se da una parte rendono gli spostamenti molti più rapidi, sacrificano di molto l’esplorazione. I Dungeon possono essere affrontati in più occasioni, difatti alcuni di essi rappresentano un sfida crescente. Esplorandoli ci si può imbattere in particolari Stanze Sicure, dove una volta dentro si può salvare la partita oppure scegliere di tornare all’ingresso del dungeon. In questo modo si può valutare un salto nella città più vicina per acquistare del nuovo equipaggiamento o fare una sostanziosa scorta di pozioni. Tornati al Dungeon si può scegliere tranquillamente di riprendere l’esplorazione dall’ultima Stanza Sicura trovata, evitando quindi di ricominciare l’esplorazione dall’inizio. Una cosa molto utile prima di avventurarsi in qualche zona pericolosa è quella di parlare con gli informatori, spesso ubicati nelle taverne o locande delle varie città. Parlando con questi loschi figuri si possono ottenere informazioni molto vantaggiose, come i punti deboli delle creature che popolano un particolare dungeon. Attenzione che tutte queste informazioni non sono gratis, quindi preparatevi a mettere mani alle vostre sudate monete.

img
Parlando invece del sistema di combattimento, questo si è rilevato più semplice del previsto, mantenendo allo stesso tempo una notevole profondità. Per prima cosa si potranno attaccare i nemici presenti sulla mappa in tempo reale tramite una semplice combo, la cui velocità varia in base all’arma equipaggiata, schivando a nostra volta i loro attacchi con una capriola. Una volta che avremo stordito l’avversario consumando la sua Resistenza, potremo decidere se scappare o se combattere nella Battaglia Tattica a turni. I nemici più deboli si potranno eliminare direttamente così, senza passare per la Battaglia Tattica, giovando al ritmo dell’esperienza tra esplorazione e combattimenti. Una volta avviata la Battaglia Tattica, il gioco si imposta come un classico combattimento a turni. Nel nostro turno, dove comanderemo ogni singolo membro del party, possiamo decidere se attaccare con la nostra arma, usare magie, oggetti o difenderci. L’aver stordito il nemico durante l’esplorazione dà alcuni importanti vantaggi (o svantaggi se è stato il nemico stesso a colpirci), che potrebbe mutare drasticamente l’esito dello scontro. Le cose fondamentali durante la Battaglia Tattica sono conoscere le debolezze e le resistenze del nostro bersaglio, oltre che saper sfruttare sapientemente ogni membro del nostro party. Perchè oltre le armi e le armature, acquistabili presso i vari mercanti, si può dotare i personaggi di un potere speciale chiamato Archetipo.

Quando un membro del nostro party vede con chiarezza il destino che deve compiere, sente il richiamo di un antico potere. Tramite una cutscene dove lo vediamo strapparsi il proprio cuore metallico dal petto e immolarlo ai propri principi, l’eroe ottiene l’abilità di evocare e trasformarsi in un essere leggendario. Questi, un po’ come i Persona, sono un potere che ogni membro del party è in grado di evocare, che rispecchia una figura iconica del contesto fantasy, come il Guerriero, il Ladro, il Cavaliere, il Mago, ecc… Ogni Archetipo è dotato di un set di abilità diverse, che aumentano man mano che l’evocazione sale di livello. Usare le abilità e gli attacchi di queste trasformazioni, consumano PM (Punti Magia) in maniera diversa in base al potere che si utilizza. Attraverso la Sintesi, si possono inoltre combinare due Archetipi diversi in un unico attacco, dando luogo a una breve cutscene che segue un devastante attacco.

img
Una volta scoperti, gli Archetipi si possono sbloccare e assegnarli ad ogni personaggio a scelta. Attraverso un luogo onirico chiamato Akademeia e gestita da More, un misterioso individuo che vive rinchiuso in questa specie di studio colmo di conoscenza, assieme al suo gatto. Per imparare a utilizzare un nuovo Archetipo bisognerà spendere del MAG, una particolare valuta che si ottiene sconfiggendo i nemici. Con il proseguire dell’avventura, si possono sbloccare gli Archetipi senza raggiungere l’Akademeia, nonostante More sia essenziale per altre funzioni avanzate che li riguarda. Una cosa da tenere a mente è che ad ogni Archetipo corrisponde un equipaggiamento, quindi ogni personaggio può impugnare un tipo di arma che corrisponde al suo Archetipo. Per esempio, se un personaggio associamo l’Archetipo del Guerriero dovrà avere uno spadone, con il Viandante la spada, con il Mago il bastone e così via. Si può cambiare Archetipo in ogni momento dal menu di pausa, a patto che lo abbiate sbloccato per quel determinato personaggio. Ogni membro del Party può teoricamente avere accesso a tutti gli Archetipi in vostro possesso, ma è consigliabile specializzare un eroe solo con alcuni di essi, in modo da farli livellare e crescere di potere.

Avere un party ben impostato, conoscendo le debolezze e resistenze dei nemici, può rendere la vita facile all’interno di un dungeon, mentre un party mal assortito può rivelarsi fatale anche contro i nemici più semplici. Per esempio aver equipaggiato solo Archetipi con pochi o nessun attacco magico, come il Guerriero o il Cavaliere, in un dungeon dove la maggior parte dei nemici è resistente agli attacchi fisici, può rendere l’impresa molto ardua. In alcuni combattimenti capita che la fata Gallica intervenga in vostro soccorso, dandovi speciali vantaggi contro i nemici più ardui, come gli Umani. Queste mostruose creature, temute in tutto il regno, sono le più difficili da abbattere, con diverse parti del corpo da colpire. Un’attenta analisi dei suoi pattern può darvi il guizzo giusto su come affrontarlo e in che punti attaccarlo con più forza.

Alcuni attacchi poi possono essere effettuati solamente dalle retrovie. Infatti, in ogni turno, dovete decidere dove collocare i vari personaggi. Stando al Fronte, si ha una maggiore forza d’attacco ma una difesa minore, viceversa se l’eroe in questione si trova nelle Retrovie della formazione. La conoscenza di tutte queste combinazioni e il saperle sfruttare, possono rendere gli scontri rapidi e facili. Ignorare tutto questo e fare tutto a casaccio, potrebbe portarvi alla morte anche contro il nemico più ottuso. A patto che giochiate a difficoltà normale. Il gioco infatti presenta cinque livelli di difficoltà, con quello più basso “Storia” che azzera quasi completamente la difficoltà e la tattica negli scontri. A difficoltà Normale invece, per raggiungere i titoli di coda, occorreranno circa una 60/70ina di ore.

img
Metaphor: ReFantazio arriva sul mercato doppiato in inglese e in giapponese, lasciando all’italiano la traduzione dei testi e dei sottotitoli. Di ottima fattura l’adattamento in lingua italiana, che rende ogni dialogo piacevole da leggere e mai ridondante. Sul versante sonoro, il gioco abbandona completamente una musicalità pop che aveva contraddistinto i vari Persona, infondendo all’opera una sonorità epica di sublime fattura, che si sprigiona nella sua totalità durante i combattimenti o negli spazi narrativi dove la storia colpisce con austero prestigio. Degno di menzione il fatto che si tratta di un gioco Play Anywhere: questo significa che vi basterà comprarlo una volta per giocarlo sia su Xbox che su PC, con i salvataggi e l'avanzamento condivisi tra le due piattaforme.

Sul fianco grafico purtroppo Metaphor: ReFantazio corre su due binari paralleli. Da una parte abbiamo una direzione artistica sublime, che cattura con efficacia attraverso una miscela di generi, idee e colori che esprime (ed imprime) uno stile unico a tutta l’Opera. Paesaggi dipinti a mano fanno da sfondo a erranti castelli medievali, mentre più a nord si esplorano città dal sapore più contemporaneo, creando un mix piacevole in cui immergersi. Sicuramente la direzione artistica pesca a piene mani dall’immaginario fantasy europeo, modellando scenari variopinti ed evocativi. Anche i menu e le interfacce non risultano mai banali, ma emergendo con una ricercata attenzione artistica al dettaglio e rendendoli essi stessi parte del mondo di gioco. Peccato però che sul versante tecnico il titolo crolli terribilmente, sotto il peso di un motore grafico ormai datato (lo stesso di Persona 5 e di Catherine: Full Body) e con senza più nulla da dire. Eccezione fatta per le location principali, il resto del mondo di gioco appare misero e mediocre, con ambienti che sembrano uscite da giochi di due generazioni fa. Un pugno nell’occhio che, nel 2024 da una produzione di questo tipo, è difficile da accettare.

Amore

Opera monumentale

- Metaphor: ReFantazio è un titolo ricco e denso di cose da fare e da scoprire. L’opera creata da Studio Zero è traboccante di contenuti, che arricchiscono l’esperienza e catturano il giocatore, accompagnandolo per mano fin dall’inizio. Niente è scagliato alla rinfusa, ma ogni scoperta è graduale e si incastra perfettamente con la narrazione. Scoprire nuove meccaniche nel gioco dopo circa 15 o 25 ore, senza che queste risultino superflue o confusionarie, non è cosa da poco. Si respira la vastità dell’opera e ci si sente parte di essa.

Un World Building per nulla banale

- Un elemento che mi sento di premiare è la ricercata costruzione e scrittura del mondo di gioco. Il lavoro fatto nel dare vita al regno di Euchronia e delle tribù che lo popolano è stratificato e ricco di spunti interessanti, proponendo temi e argomentazioni mai banali, premiate da una messa in scena potente ed accattivante. Questioni come il razzismo, l’intolleranza, la paura del diverso ecc sono raccontati sia in maniera attiva che passiva, all’interno del titolo. Mettendo in scena un mondo fantasy ricco di sfumature ma purtroppo non troppo lontano dal nostro.

Canovaccio narrativo stimolante

- Per quanto a differenza dei Persona si sia sacrificato un racconto più intimo e personale, ho trovato che il l’intreccio narrativo imbastito dal team offra a quel giocatore alla bramosa ricerca di una racconto epico e fantasy ciò che effettivamente desidera. Certo, ci muoviamo su binari già tracciati che abbracciano spesso clichè e stilemi narrativi già viste in altre opere fantastiche, ma è innegabile che molte idee narrative amalgamate allo stile artistico adottato, conferisca a Metaphor: ReFantazio una sua unicità difficilmente rintracciabile in altre opere videoludiche. La trama scorre che è un piacere e se da una parte è un peccato che la caratterizzazione di alcuni personaggi ne risenta, è innegabile che l’epopea su vasta scala ne guadagni in ritmo e narrazione.

Combat System facile ma profondo

- Avevo paura di trovarmi di fronte a un sistema di combattimento inutilmente complesso e confusionario, ma è stato un immenso piacere essere smentito. Il gioco si libera di diverse meccaniche della serie Persona, per adottare un combat system semplice quanto appagante. Qui viene premiata la tattica nel saper gestire il proprio party, dato che alla fin fine le meccaniche da gestire in combattimento non sono molte. Il punto è saperle sfruttare con astuzia, approfittando delle debolezze dei nemici. Se per esempio un nemico è debole agli attacchi di magia del fuoco, basta sfruttare un Archetipo che padroneggi tale magia ad ogni turno per avere la meglio, senza pensarci troppo. L’abilità del giocatore sta nel dispiegare un party organizzato e saper sfruttare il combattimento in tempo reale per indebolire il nemico prima della Battaglia Tattica. È tutto così semplice ma allo stesso momento dannatamente profondo.

Artisticamente ricercato

- Un elemento che mi è molto piaciuto è lo stile grafico che permea l’opera. Che siano le cutscene animate confezionate come un elegante Anime, oppure il sapiente uso di colori e design utilizzati dal team per modellare il regno di Euchronia, è innegabile che il mondo di gioco manifesta con vividezza una direzione artistica ricercata, che offre al giocatore un viaggio suggestivo che è una gioia per gli occhi. Peccato che come leggerete di seguito, le fondamenta non siano delle migliori...

Odio

Comparto tecnico mediocre

- Inutile girarci attorno, il più grande problema di Metaphor: ReFantazio deriva dal suo motore grafico ormai datato, conseguenza di uno sviluppo travagliato del titolo. Se la direzione artistica brilla, lo stesso non si può dire della miriade di scenari vuoti e grezzi, cuciti attorno a un level design mediocre e dalla povertà poligonale imbarazzante. Anche il sistema di illuminazione sembra venire da due generazioni fa, con una gestione degli effetti visivi scialba e piatta. È tutto vecchio e non fa nulla per nasconderlo. La cosa purtroppo grava ancora di più se pensiamo a quanto sia bello da vedere (e da giocare) il remake Persona 3: ReLoad, che grazie all’utilizzo dell’Unreal Engine 5 ha saputo dare lustro e nuova vita a un gioco di generazioni fa. Vedendo quello che è riuscita a fare Atlus con il remake di Persona 3, fa molto male vedere come si presenta Metaphor: ReFantazio nel 2024.

Si scrive ReFantazio, si legge Persona

- Avrete notato come in questa recensione abbia citato più volte la serie Persona, nonostante l’opera recensita sia una nuova IP. Purtroppo per quanto le intenzioni dietro la nascita di Studio Zero e di questa nuova saga sia appunto quella di lasciarsi alle spalle la famosa serie, è evidente come il team abbia voluto giocare sul sicuro. Piuttosto che pensare a un nuovo sistema di gioco per Metaphor: ReFantazio, il team ha preferito ripescare quello dell’ultimo Persona e di adattarlo forzatamente alla nuova IP. Per quanto l’esperimento possa dirsi riuscito, è onestamente un peccato che non abbiano osato e sperimentato, con un risultato che potrebbe essere fonte di delusione per chi si aspettava più novità.

Tiriamo le somme

La nuova opera di Hashino è un JRPG assolutamente riuscito e incantevolmente appagante da giocare, ma con un grave problema d'identità. Metaphor: ReFantazio è un Persona che ha cambiato d’abito, ma che non riesce a celare del tutto la sua vera identità. E forse nemmeno lo vuole. Ci sono importanti differenze che donano all’opera una sua unicità, ma il legame con la saga che l’ha preceduta è evidente, soprattutto per quel che riguarda il versante tecnico. Graficamente arretrato ma sorretto da una direzione artistica magistrale, l’Opera di Studio Zero si impone immediatamente come un titolo destinato a camminare su un sentiero di prestigio, il cui terreno insidioso derivato dal suo essere troppo ancorato al passato, potrebbe far sprofondare una gemma che, con più coraggio e innovazione, avrebbe potuto risplendere come la corona di un Re.
8.5

c Commenti (3)

copertina

L'autore

autore

Nato 500 anni dopo la sua epoca ideale, è un appassionato di videogiochi e cinema fin da quando era bambino. Megalomane, egocentrico e inspiegabilmente affascinante, crede di sapere tutto sul mondo videoludico e cinematografico, non accettando obiezioni. Nessuno è pari alla sua magnificenza.

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
caricamento Caricamento commenti...