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Avatar: Frontiers of Pandora
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Recensione - Avatar: Frontiers of PandoraXbox Series X | SGame

A ben 14 anni dal primo gioco uscito su Xbox 360, con Avatar: Frontiers of Pandora Ubisoft torna nel rigoglioso mondo ideato da James Cameron per raccontarci una nuova storia in piena sintonia col messaggio ambientalista del regista canadese. Eccovi le nostre impressioni!
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Il Gioco

E' l'anno terrestre 2146, otto anni prima degli eventi narrati nel primo Avatar cinematografico: il pianeta è in piena colonizzazione da parte degli umani e l'organizzazione corporativa RDA ha lanciato un programma per facilitare l'integrazione con gli indigeni na'vi nella Frontiera Occidentale, un'area finora mai vista del mondo di Pandora. Il TAP (The Ambassador Program) è una sorta di scuola per i bambini delle tribù na'vi, addestrati dalla dottoressa Alma Cortez - un'umana che "indossa" un Avatar per interagire meglio con i nativi - per diventare un giorno lavoratori o soldati dell'RDA. Un programma apparentemente benefico, ma la dottoressa Cortez non sa che in realtà il direttore dell'operazione, John Mercer, rapisce con la forza i bambini dai loro villaggi per introdurli a forza nel programma. Per questo motivo i ragazzi rimangono ostili e cercano spesso di scappare, ma ogni tentativo è represso con la forza.

Passano otto anni quando avviene l'imprevedibile. Una rivolta di na'vi e umani, capeggiati dal protagonista del primo Avatar Jake Sully, manda in fumo i piani dell'RDA causando anche ingenti danni alla struttura di addestramento del TAP. Il direttore Mercer decide allora di giustiziare tutti i ragazzi del programma, ma la dottoressa Cortez riesce a metterli in salvo nascondendoli in capsule criogeniche, dove rimarranno per ben sedici anni. In tutto questo tempo Mercer ha iniziato un piano di sfruttamento delle risorse di Pandora avviando trivellazioni in tutta la regione, mentre la Cortez, avvedutasi sulla vera natura dell'RDA, è entrata nella resistenza formata da umani e na'vi. E' proprio lei che risveglia i ragazzi dal sonno criogenico, quando Mercer è di ritorno nella struttura ormai in rovina del TAP per finire il lavoro che non è riuscito a completare sedici anni prima.

MX Video - Avatar: Frontiers of Pandora

E' da qui che iniziano le nostre avventure nei panni del protagonista (o la protagonista, visto che possiamo creare il nostro personaggio decidene sia l'aspetto che il sesso) di Avatar: Frontiers of Pandora, nel gioco chiamato semplicemente "Sarentu" dal nome della sua tribù ormai del tutto sparita in circostanze misteriore. Una volta fuggiti dalla struttura del TAP, iniziamo a fare la conoscenza con i clan della vasta area di Pandora in cui il gioco è ambientato, ma soprattutto iniziamo a capire quanto le operazioni di Mercer stiano mettendo a rischio l'equilibrio ambientale di Pandora, minacciando l'esistenza di intere specie e dei na'vi stessi. L'unico modo per opporsi a Mercer ed all'RDA è che le diverse tribù na'vi si alleino contro il nemico comune, ma vanno prima raggiunti e convinti che si tratta di una guerra che vale la pena di combattere. Il nostro obiettivo nel gioco sarà proprio quello di esplorare le terre di Pandora, entrare in contatto con le diverse tribù e guadagnare la loro fiducia, rovinando nel contempo i piani di Mercer nelle varie operazioni che ha lanciato in giro per il mondo di gioco, fino all'inevitabile scontro finale.

Dal punto di vista del gameplay, Avatar: Frontiers of Pandora è un action-adventure in prima persona che ricalca piuttosto fedelmente il classico template open world di Ubisoft, tanto da ricordare in numerosi aspetti sia la serie Far Cry che i recenti Assassin's Creed. La Frontiera Occidentale è molto vasta e l'esplorazione avviene inizialmente a piedi, con un ottimo sistema di parkour che ci permette si arrampicarci, salire sugli alberi e sfruttare liane; Pandorà si sviluppa molto anche in verticale, quinidi queste abilità innate dei na'vi sono utilissime. Questo almeno finché non acquisiamo il nostro "ikran", una creatura volante con la quale stringiamo un rapporto di fiducia reciproca e che possiamo cavalcare per andare ovunque, o quasi. Diverse aree del mondo, per motivi che verranno spiegati nella storia, non sono infatti inizialmente accessibili dall'ikran, e vanno quindi esplorate a piedi prima di sbloccare l'accesso per il nostro volatile. Come sempre abbiamo a disposizione una mappa che inizialmente è in gran parte offuscata dalla nebbia, che si dirada man mano che visitiamo le diverse aree; qui troviamo diversi biomi, dall'iniziale giungla/foresta ad aree più pianeggianti con vaste praterie o altre caratterizzate dalle tipiche rocce/isole fluttuanti del mondo di Pandora. Numerose zone, inoltre, sono invase da fumi tossici che le rendono mortali, e per poterle attraversare in sicurezza vanno distrutte le strutture di trivellazione dell'RDA che stanno causando la fuoriuscita di questi fumi.

Oltre che dalle strutture dell'RDA, le diverse aree sono anche popolate da diversi villaggi e accampamenti na'vi con i quali è possibile parlare per ottenere missioni secondarie oltre a quelle principali, molto utili oltre a quelle principali per far salire di livello il nostro personaggio. Qui il sistema di crescita non è basato sui punti esperienza, ma sull'equipaggiamento: man mano che giochiamo troviamo infatti armi e vestiario sempre migliori, ed equipaggiandoli faranno anche salire il nostro livello. Immancabile anche un albero delle abilità che, spendendo i punti abilità guadagnati completando missioni e facendo altre attività, ci permette di sviluppare diverse categorie di caratteristiche: quelle legate alla caccia (ricerca di materiali, stealth e caccia alla fauna), al combattimento, alla cavalcatura dell'ikran e così via.

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Le missioni sono generalmente incentrate intorno alla ricerca di specifici personaggi o villaggi, all''assalto delle strutture dell'RDA o all'indagine in location specifiche. Per quanto riguarda i combattimenti, alla base si tratta ovviamente di un FPS, ma il nostro armamento, seppur non manchino mitra e fucile a pompa, è composto principalmente da archi di diversa fattura e un'utilissima fionda che ci permette di lanciare potenti granate-mine appiccicose e sensibili al movimento. Questo, unitamente al fatto che il nostro Sarentu è piuttosto vulnerabile ai colpi nemici (nonostante la protezione offerta dal vestiario di miglior qualità), fa sì che le missioni vadano svolte in maniera più tattica, studiando la posizione ed i movimenti dei nemici per piazzare oculatamente esplosivi ed impostare la migliore strategia d'attacco. Una volta che i nemici si accorgono della nostra presenza, i combattimenti possono diventare anche molto caotici grazie alla presenza sia di soldati di fanteria che di potenti mech corazzati armati di mitragliatrici o lanciagranate, quindi ogni scontro va pianificato per bene, cercando magari di far fuori il maggior numero di nemici possibile senza allertare gli altri. In caso di perdita di salute, abbiamo due meccanismi per recuperarla: c'è il classico utilizzo di kit medici, che vanno però reperiti, oppure possiamo attendere che il nostro metabolismo na'vi ci curi automaticamente, ma per fare questo dovremo tenerci sempre sazi riempiendo un apposito indicatore consumando cibo.

Interessanti anche le meccaniche d'indagine, che ci vedono perlustrare aree di gioco alla ricerca di elementi interessanti da mettere in collegamento tra loro, o che ci vedono utilizzare il SID, una speciale "pistola di hacking" che ci permette di superare le difese elettroniche di dispositivi tramite dei minigiochi a mo' di labirinto. Uno strumento peraltro molto utile anche in combattimento, perché ci permette di disabilitare temporaneamente i mech o le torrette difensive, purché riusciamo ad avvicinarci abbastanza da hackerarli. Immancabili infine le meccaniche di crafting, che ci permettono di creare abbigliamento migliore o anche nuove frecce ed esplosivi, purché disponiamo dei materiali di base.

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L'esperienza di gioco non è affatto breve, anche se comunque non lunghissima: concentrandovi solo sulla storia principale il gioco durerà circa una ventina d'ore, mentre con le secondarie ed esplorando il mondo di gioco si arriva fino a 30-40 ore o più. Personalmente consiglio di non ignorare le secondarie anche se non sono il massimo della varietà; servono per salire di livello ed affrontare più agevolmente le missioni della storia, che soprattutto nell'ultimo quarto di gioco possono diventare molto impegnative. E se volete una mano, il gioco supporta anche la co-op online a due giocatori, permettendovi così di vivere le avventure insieme ad un amico. Il gioco è localizzato in italiano per quanto riguarda testi e sottotitoli, mentre il parlato rimane in inglese come già avvenuto per altri titoli Ubisoft.

Amore

La bellezza di Pandora

- Il miglior, e francamente sorprendente, aspetto di Avatar: Frontiers of Pandora è senza dubbio quello grafico, e nello specifico la realizzazione dei vari biomi di Pandora: la Frontiera Occidentale è ricca di rigogliosissima vegetazione, con una densità del fogliame raramente vista in un videogioco, ed il tutto reso in maniera molto realistica (con picchi di fotorealismo in alcuni biomi specifici), con texture estremamente definite e senza fastidiosi effetti di pop-up. Su Xbox Series X il gioco offre sia una modalità in Qualità a 30 fps che una Prestazioni a 60 fps, e indipendentemente dalla vostra preferenza tutte le ambientazioni risulteranno davvero spettacolari.

Combattimento tattico

- I combattimenti del gioco sono generalmente soddisfacenti, soprattutto grazie ad un'impostazione più tattica che predilige gli agguati, il posizionamento di mine e comunque la pianificazione di ogni combattimento. Questo viene parzialmente rovinato da un'IA dei nemici non troppo elaborata, ma gli scontri risultano comunque avvincenti e impegnativi.

Odio

Storia poco interessante

- Forse se siete grandi fan del mondo di Avatar questo non conta per voi, ma personalmente ho trovato la storia di Avatar: Frontiers of Pandora piuttosto banale e priva di mordente. I personaggi, soprattutto, risultano poco interessanti ed i dialoghi in gran parte noiosi, ma comunque in generale la trama risulta piuttosto dimenticabile. Peccato.

Mission design lacunoso

- Non poche missioni del gioco presentano una struttura poco leggibile, con poche informazioni sulla posizione degli obiettivi o su cosa dobbiamo fare; questi ci porta spesso a girare in tondo cercando di capire cosa dobbiamo fare realmente. Molte missioni inoltre mancano di checkpoint tra fasi anche molto lunghe della stessa missione, cosa che ci costringe a rifare tutto in caso di morte, eventualità non rara. La progressione nella storia principale inoltre ci pone spesso di fronte a missioni di livello troppo alto, costringendoci a noiosi grind in missioni secondarie per salire di livello, mentre la stessa mappa del mondo, quando dobbiamo muoverci da un punto all'altro, risulta poco pratica rendendo spesso difficile trovare persino l'indicatore della prossima missione. Si tratta di elementi fondamentali per un gioco di questo tipo, che avrebbero dovuto godere di maggior cura ed è sorprendente il fatto che Ubisoft, ormai molto esperta di design open world, abbia fatto errori simili.

Qualche bug fastidioso

- Avatar: Frontiers of Pandora non è esente da bug, inclusi alcuni problemi che mi hanno costretto a riavviarlo diverse volte perché non andavano via neanche dopo essere morto. In un caso mi è capitato che, quando i nemici mi scoprivano in una struttura dell'RDA, mi sparassero e riuscissero a colpirmi anche quando ero dietro ripari o addirittura in altre stanze, come se la struttura non avesse le pareti; più di una volta invece è capitato che, dopo essere stato ucciso in combattimento, la missione ripartisse con i nemici già in allerta e capaci di individuarmi anche quando ero ben nascosto. Entrambi i casi sono stati risolti con un riavvio del gioco, quindi nulla di bloccante, ma si è trattato comunque di episodi fastidiosi.

Tiriamo le somme

Avatar: Frontiers of Pandora riproduce in maniera molto efficace il mondo di Pandora, con ambienti ricchi e spesso visivamente stupefacenti; buono anche l'approccio tattico ai combattimenti, che ci vede usare spesso la testa e tecniche stealth piuttosto che assaltare i nemici apertamente. Quello in cui non riesce, invece, è proporci una storia avvincente, mentre diversi problemi nel design delle missioni rischiano di renderlo talvolta frustrante. Questo lo rende consigliabile maggiormente per i fan sfegatati del mondo ideato da James Cameron, mentre se cercate semplicemente un buon titolo open world potrebbe non soddisfarvi appieno.
7.0

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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