Recensione - Jusant
di
Giorgio Cusinato / Daga
P
Il Gioco
Jusant è un termine francese che significa riflusso, marea discendente, e vuole sottolineare il tema alla base di questo nuovo gioco di DON’T NOD, un potente messaggio sul rapporto a doppio filo tra ambiente e vita umana che vede centrale l’elemento cardine della vita, ovvero l’acqua, comunicato al giocatore tramite l'ambientazione stessa del gioco. La sequenza d'apertura ci presenta infatti il protagonista, un giovane ragazzo, attraversare una distesa desertica; vestito di abiti ed attrezzatura da arrampicata e con uno strano zainetto sulle spalle, si avvicina a quella che sembra essere una torre di pietra infinita, che si staglia verso il cielo, a perdita d’occhio. Attorno a lui qualche sparuto volatile ed i resti di quelle che sembrano imbarcazioni, arenate, logorate da anni di siccità ed erosione. Ed è proprio questo il setting di Jusant; un mondo dove l’acqua si è ritirata, scomparendo totalmente, lasciando dietro di sé desolazione, morte, ed i resti di un mondo che fu. Un tappeto sonoro soave ma evocativo, con archi e melodie delicate, accompagna il giovane ragazzo ai piedi della torre.
MX Video - Jusant
Con timore e fiducia iniziamo quindi il nostro cammino (o dovremmo dire la nostra arrampicata): quello che ci attende è un viaggio malinconico ma ricco di speranze, un tentativo di ridare vita a un mondo in rovina, perduto. Come ci si aspetta, muoversi in verticale è il fulcro del gameplay, ed è tutto ciò che conta; questo avviene attraverso la pressione alternata dei tasti LT ed RT, collegati a ciascuna mano del ragazzo. Il sistema di scalata è fruibile e non punitivo, abbiamo sempre una corda di sicurezza che assicura il nostro eroe nel malaugurato caso in cui ci sfugga la presa o si precipiti nel vuoto (e ciò accadrà più di qualche volta). Se nelle prime battute di gioco possiamo contare soltanto sull’aiuto delle nostre mani, nelle fasi successive potremo contare sull’aiuto di una simpatica creaturina d’acqua azzurra, chiamata “cisterna”, che nelle prime battute se ne stava rintanata dietro lo zaino del protagonista. Questo piccolo aiutante, dotato di poteri singolari, si renderà fondamentale per il successo della nostra spedizione con la possibilità di far fiorire piante ed appigli per favorire la nostra risalita verso vette altrimenti inaccessibili. L’aiuto dato dal nostro piccolo amico, nonché la possibilità di ancorare la corda a qualsiasi parete solida, ci permetterà acrobazie degne di nota, anche grazie alla realizzazione di vere e proprie altalene sul vuoto, affrontando con successo anche quelli che sembrano dirupi e voragini insuperabili. Sta a noi decidere come affrontare la scalata, con, talvolta, varie strategie percorribili. Gli appigli dei sentieri di risalita sono quasi sempre chiaramente visibili; non capiterà praticamente mai di perdersi o rimanere bloccati in un’area, anche se talvolta bisognerà aguzzare la vista o usare un po' di ingegno per capire come procedere.
Durante la nostra avventura visiteremo varie zone della torre, caratterizzate in maniera ben distinta, sia come palette cromatica sia con nuove meccaniche di gameplay, come ad esempio il vento incessante che modificherà l’inerzia dei nostri salti, o alcuni appigli che, in balia del sole cocente, potranno essere utilizzati per un limitato lasso di tempo prima di sgretolarsi. Tutto sommato, le variabili e diversificazioni del gameplay che entrano in gioco nel corso di Jusant non sono molte, ed il livello di sfida non si è mai rivelato frustrante.
Le varie fasi di scalata sono collegate da aree esplorabili orizzontalmente, a piedi. Qui ci troveremo ad esplorare scuole, botteghe di artigiani, fattorie e quant'altro collegato alla vita marittima ed alla ricchezza di risorse che il mare provvedeva agli abitanti della torre, ovviamente il tutto tristemente desertico ed abbandonato tranne che per qualche singolare specie animale simile a granchi o piccoli quadrupedi. In queste aree potremo conoscere di più del mondo di gioco, attraverso le varie lettere lasciate dagli abitanti della torre: un mondo che un tempo era vibrante, pieno di vita e dei problemi di tutti i giorni. Troveremo inoltre delle conchiglie speciali che ci permetteranno, una volta portate all’orecchio, di “sentire” i luoghi che stiamo esplorando, con i suoni di un tempo: i bambini che giocano, l’acqua che scorre dalle fontane, gli artigiani intenti a realizzare le loro opere. Si tratta di frammenti sonori d’impatto, visto che stridono con la desolazione che andremo ad esplorare.
Man mano che ci avvicineremo alla sommità potremo leggere di come gli abitanti della torre abbiano affrontato quello che sembrava essere, dapprima, un piccolo problema, come una stagione di siccità anomala, o di raccolto non profittevole, fino a vivere lo strazio dovuto alla consapevolezza che il mondo era ormai perduto e che si sarebbero dovute prendere decisioni drastiche e disperate per provare a salvare il salvabile. Il nostro fido “cisterna”, attraverso la pressione del D-pad in su, ci indicherà, seppur con una certa approssimazione, la direzione dei vari punti di interesse, in modo da non farci sfuggire il minimo dettaglio. Se per caso sentiste di aver lasciato indietro qualche collezionabile, un’utile sezione del menu di gioco vi informerà sul progresso del ritrovamento di manufatti e missive, in modo da permetterci, vista la possibilità di rigiocare successivamente i capitoli nell’ordine in cui vorrete (a patto però, di aver finito il gioco) di tornare sui vostri passi per completare quanto mancante.
E' bene comunque chiarire che quello propostoci da DON'T NOD vuole essere più un "viaggio", un'avventura di scoperta, piuttosto che un titolo impegnativo ed in cui misurare le proprie abilità Quindi non va affrontato con l'aspettativa di sfide ardue, ed impegnative, perché qui non esiste il game over e raramente vi troverete davanti ad una zona dove vi sarà difficile proseguire.
Graficamente Jusant presenta una realizzazione tecnica dallo stile peculiare, con colori pastello e una modellazione poligonale semplice ma d'impatto. Gli scorci dalla torre, sia in direzione della pianura desertica sottostante, sia negli interni, sono evocativi ed aiutano a rappresentare un universo di gioco ottimamente caratterizzato per il quale ho maturato il desiderio di conoscerne di più. Quasi sempre ancorato a 60fps (ho notato pochi estemporanei cali dovuti al caricamento di larghe porzioni di gioco) il gioco è accompagnato da una colonna sonora davvero ispirata. Seppur semplice, ha saputo toccare letteralmente “le note giuste” con melodie malinconiche.
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