Recensione - Starfield
Il Gioco
Come avvenuto in tante storie Bethesda prima di questa, anche Starfield ci immerge nel suo mondo mettendoci nei panni di un personaggio che si ritrova per caso in questa avventura, e che sta a noi "forgiare" sia nell'aspetto e background che nelle avventure che lo attendono. Stavolta ci troviamo nei panni di uno "scavatutto", un minatore impiegato presso la Argos Extractors in un avamposto minerario sulla Luna di Vectera; nelle caverne del sottosuolo si estraggono preziose materie prime, ma stavolta è diverso: un cliente ha chiesto al team di minatori di rintracciare e prelevare un misterioso manufatto che dovrebbe trovarsi da qualche parte proprio in quelle caverne.Il gioco inizia proprio mentre ci caliamo nella miniera all'interno di un ascensore con il capo dei minatori: la donna ci conduce nel complesso mentre dà ordini ai diversi uomini al lavoro, chiedendoci di usare un laser estrattore per ottenere un po' di materiale dai giacimenti circostanti. Si tratta di fatto di un primissimo tutorial che ci mostra come estrarre materie prime che saranno poi utili nelle attività di crafting. Svolta questa semplice attività, ci spostiamo nei pressi di una gigantesca trivella che ha appena aperto un enorme foro in una caverna inesplorata: è qui che il cliente ha segnalato la presenza del manufatto, e il capo chiede a noi di addentrarci nella caverna per verificare cosa ci sia. Sembra quasi che voglia mandarci avanti per sacrificarci qualora le cose vadano male, ma per noi si rivela invece essere il primo passo in una incredibile avventura; al centro della caverna ci attende, infatti, un misterioso manufatto metallico incastonato nella roccia, che afferriamo dopo averlo liberato con il laser estrattore. Non appena toccato l'oggetto, tutto intorno si fa buio ed abbiamo un'incredibile visione, come se la nostra mente avesse viaggiato attraverso l'intero universo nel giro di pochi secondi.
MX Video - Starfield
Dopo questa sorta di black-out ci risvegliamo sul lettino dell'infermeria dell'avamposto minerario, con la boss che ci fa delle domande per capire se abbiamo perso la memoria: come da tradizione Bethesda, questo è il momento per entrare nell'editor e creare il nostro personaggio, scegliere le sue abilità iniziali e dargli un nome. L'interfaccia ci permette di partire da una serie di personaggi pre-creati - sia maschili che femminili - per poi modificarli a nostro piacimento in tutte le caratteristiche del volto, dei capelli e nella fisicità corporea, fino ad arrivare a scegliere il tipo di background (ad esempio Canaglia Spaziale, Esploratore o Pellegrino), ognuno dei quali porta con sé tre abilità iniziali. Come consuetudine per gli editor dello sviluppatore americano, la gamma di scelte possibili e di elementi sui quali è possibile intervenire è vastissima, permettendoci sia di partire velocemente con dei personaggi predefiniti che di spendere decine di minuti per dare al nostro alter-ego l'esatto aspetto che desideriamo. Ma una delle caratteristiche più interessanti di cui dotare il nostro personaggio sono i Tratti, ossia delle peculiarità che definiscono il nostro passato e ci forniscono dei lati sia positivi che negativi. Ad esempio c'è quello che fa sì che siamo un eroe famoso, rendendoci "vittime" di un fan adorante che apparirà spesso per blaterare incessantemente, ma che di tanto in tanto ci offrirà anche dei doni, oppure quello che ci permette di partire con la proprietà di un appartamento su una piccola e pacifica luna, il cui mutuo verrà detratto regolarmente dai nostri crediti, o ancora quello che ci rende ricercati dai cacciatori di taglie, facendoci finire talvolta nelle loro imboscate ma che aumenta il numero di danni che possiamo infliggere quando abbiamo la salute bassa. Selezionare i Tratti, fino a un massimo di tre ma comunque opzionali, rende la nostra avventura un po' più "imprevedibile", dando talvolta vita anche a scenette divertenti in base a quello che abbiamo selezionato.
Terminata la creazione del personaggio, usciamo dall'infermeria per recarci all'esterno, sulla pista d'atterraggio dell'avamposto, dove sta arrivando il cliente che aveva commissionato la ricerca del manufatto, un tale Barrett che si presenta col suo compagno automa, VASCO. Barrett sembra avere un'idea piuttosto chiara sia di cosa sia il manufatto, sia del fatto che potesse causare delle visioni a chi l'avesse toccato per prima: ci spiega che, proprio a causa della visione avuta, siamo ormai invischiati in una storia più grande di noi e che, accompagnati da VASCO, dobbiamo portare di persona il manufatto a Constellation, un'organizzazione di esploratori ed avventurieri spaziali con sede su Nuova Atlantis, nel sistema di Alfa Centauri. Questo non prima, però, di esserci liberati di una banda di pirati spaziali della Flotta Cremisi, i quali sono convinti che l'astronave che Barrett ci ha donato per completare la missione, la Frontier, nasconda dei grandi tesori nella sua stiva. Inizia così la prima vera missione di Starfield, che ci vede affrontare i pirati sia a terra presso l'avamposto minerario che nello spazio a bordo della nostra astronave, ed infine direttamente all'interno del loro covo in un remoto laboratorio di ricerca abbandonato (di fatto una delle tantissime "missioni dungeon" che incontreremo nel gioco) per arrivare a confrontarci col loro capo e convincerlo con le buone (utilizzando la dialettica, qualora le nostre abilità ce lo consentano) o con le cattive a lasciarci in pace.
Completata questa missione - la prima di un'immensità di altre avventure che ci attendono - è ora di raggiungere la città di Nuova Atlantis, una metropoli esplorabile liberamente, per arrivare infino al quartier generale di Constellation, i cui membri ci spiegheranno che sono da tempo alla ricerca di questi manufatti i quali, posti su un'apposita base, sembrano gravitare tra loro come a voler formare una struttura sferica alla quale mancano però molte parti, nascondendo un indecifrabile segreto. Ci viene inoltre spiegato che, visto che siamo entrati in "contatto" con uno di essi, ormai siamo destinati a far parte del team ed a cercare gli altri manufatti mancanti, che possono essere ovunque: in miniere come quella appena visitata oppure in mano a collezionisti o altri individui. Fortunatamente, Constellation ha le risorse per individuarli grazie alla particolare impronta gravitazionale che generano.
Quella che vi ho appena descritto è solo la parte introduttiva di Starfield, quella che, in circa 4 ore di gioco, pone le basi per la storia principale e per tutte le missioni successive, mostrandoci alcuni dei sistemi di gioco che utilizzeremo di più: esplorazione, dialoghi e interazione con i personaggi, estrazione mineraria, combattimenti sia a terra che nello spazio, navigazione tra pianeti e sistemi solari differenti. Ma queste sono solo le basi, e nel corso del gioco scopriamo molte altre possibilità, come la modifica e costruzione di astronavi, la costruzione e gestione degli avamposti, la livellazione del personaggio, lo sblocco di nuove abilità, la gestione dell'inventario e della stiva delle navi, il commercio e il contrabbando, l'uso dei boostpack per librarci in aria, lo stealth, il borseggio, il sequestro delle navi sconfitte, la ricerca e il crafting e tanto altro.
Dal punto di vista della struttura di gioco, Starfield segue piuttosto fedelmente il "modello Bethesda": siamo in presenza di un RPG giocabile sia in prima che in terza persona, con una forte enfasi sull'esplorazione e l'interazione - quindi nei dialoghi - con gli altri personaggi ed incentrato completamente sulla componente narrativa, sia per quanto riguarda la storia principale che le tante missioni secondarie. Questo non significa ovviamente che non ci sia azione, anzi ce n'è tantissima, ma il cuore nel gioco sta indubbiamente nelle tante storie che potremo vivere, la cui narrazione avviene tramite i tantissimi dialoghi, registrazioni e documenti trovati nelle ambientazioni del gioco.
Ciò che distingue Starfield dai precedenti RPG Bethesda è invece il fatto di non essere ambientato in un'unica grande regione geografica, con la sua mappa e le sue città, ma di metterci a disposizione l'intera Via Lattea. La nostra galassia è infatti rappresentata in una mappa mostrante tutti i sistemi solari che la compongono, ognuno dei quali presenta pianeti e lune liberamente visitabili: una volta selezionata la nostra destinazione (non è necessario essere a bordo dell'astronave, il sistema di viaggio rapido ci permette di farlo da quasi qualunque luogo), il gioco calcolerà la rotta consistente in salti multipli tra diversi sistemi solari, e ci dirà se possiamo farlo in unico viaggio o se dovremo "spezzare" il viaggio in più salti singoli. Questo dipende da due fattori: dall'autonomia dell'astronave (determinata dal tipo di Motore Grav montato) e dalla presenza nel percorso di sistemi solari che non abbiamo mai visitato. Ed ogni volta che arriviamo in un sistema solare - per ogni balzo dobbiamo selezionare anche quale pianeta raggiungere - possono avvenire una serie di eventi che, se decideremo di seguirli, potrebbero temporaneamente distrarci dal nostro obiettivo: comunicazioni di navi in pericolo, richieste d'aiuto o inviti da città o avamposti sulla superficie, l'attacco da parte dei pirati della Flotta Cremisi o anche il semplice avvistamento di navi di passaggio che potremo decidere di attaccare se abbiamo scelto la via della pirateria.
Qualora finiamo in un combattimento spaziale (se attaccati, possiamo anche decidere di evitarli effettuando un nuovo "salto" verso altri sistemi solari, tecnica valida anche per andare a riparare l'astronave presso uno spazioporto per poi tornare in battaglia), i nemici vengono mostrati sullo schermo da delle frecce rosse e possiamo decidere quale agganciare, per poi iniziare un vero e proprio "dogfight" inseguendoli e utilizzando le armi montate sull'astronave: laser, machine gun, missili e altro. Importantissimo lo scudo, che si deteriora con i colpi e che, una volta esaurito, causa il danneggiamento della nave. Se nella stiva abbiamo i componenti per riparare l'astronave, premendo lo stick destro è possibile ripristinarla, altrimenti è meglio evitare di essere colpiti ancora per non diventare un ammasso di rottami fluttuanti. Molto importante anche il sistema che ci permette di ripartire l'energia del generatore tra scudi, armamenti e motore: con la croce direzionale possiamo decidere su quale sistema dirottare maggiore energia, ad esempio sottraendola al motore (quindi l'astronave andrà più piano) e aggiungendola ai laser o agli scudi per renderli più efficaci. Qualora abbiamo sbloccato per il nostro personaggio l'abilità "Controllo di puntamento", inoltre, possiamo entrare in una modalità di "aggancio" nella quale è possibile decidere quali sistemi specifici di un'astronave nemica danneggiare: questo ci permette ad esempio di distruggere solo motori e armi di un'astronave, per poterla poi abbordare e impadronircene. Alternativamente, l'abbattimento completo di un'astronave nemica la riduce in rottami spaziali dai quali possiamo ottenere materiali importanti, purché abbiamo spazio libero in stiva.
Cosa fare poi con la nostra astronave (anzi astronavi, visto che sia tramite diverse missioni, sia attraverso gli abbordaggi, potremo avere una discreta flotta), una volta atterrati in uno spazioporto? Basta recarsi dal responsabile del porto per chiedere di riparare i danni della nave attualmente utilizzata (chiamata "nave casa") oppure di mostrarci, in un apposito menu, tutte le nostre navi per poter cambiare l'attuale "nave casa". Qui possiamo anche entrare nel Costruttore Navale per aggiungere o modificarne i moduli delle navi: a disposizione una gran quantità di parti, da quelle abitative ai laboratori ai motori, al generatore fino alle armi e molto altro, che possiamo acquistare ed "agganciare" facilmente alla nostra nave a patto che siano presenti degli spazi utilizzabili. E' possibile anche rimuovere parti esistenti, che ci verranno valutate così da non perderne tutto il valore, ed ogni parte ha una classificazione da A (inferiore) a C (migliore), ma per poter aggiungere componenti di grado superiore è necessario prima aver sbloccato l'abilità che ci consente di farlo. Ed, ovviamente, la composizione dei moduli dell'astronave ne va a determinare le prestazioni, la capacità di carico ma anche la composizione interna. Le nostre navi sono infatti esplorabili liberamente, ed il modo in cui le abbiamo assemblate ne cambia la disposizione interna: locali attigui, scale per passare ai livelli inferiori o superiori, ecc. Un altro fattore che può cambiare, a seconda dei moduli abitativi utilizzati, è il numero di compagni che possiamo assegnare alla nave, che troveremo così in giro per i locali e che, a seconda delle loro abilità, offriranno dei perk aggiuntivi alla nave stessa, ad esempio nella capacità di riparazione o di efficacia degli armamenti.
Quando ci troviamo nell'orbita di un pianeta, comunque, gli spazioporti delle città non sono gli unici punti in cui possiamo atterrare: ogni pianeta ci permette posarci liberamente ovunque, per consentirci così di esplorare i dintorni alla ricerca di materie prime (sia minerali che vegetali o animali, e quest'ultimi possono anche essere molto pericolosi), imbatterci in avamposti o altre strutture abitate da personaggi che possono essere amichevoli o ostili o anche semplicemente ammirare un paesaggio alieno (a tale scopo vi consiglio di provare ad atterrare sulla linea di demarcazione tra luce e buio, così da ammirare splendidi tramonti o albe). Lo scopo dell'esplorazione libera nei pianeti non è comunque quello di ottenere missioni e nuove attività da svolgere, ma principalmente la raccolta di risorse e l'installazione, se vogliamo, di avamposti che possiamo anche dotare di basi di atterraggio così da raggiungerli più facilmente quando vogliamo. Quest'ultimi sono costruibili in maniera molto simile a quelli visti in Fallout, con la possibilità di posizionare le parti (anch'esse da acquistare o costruire in appositi banchi di costruzione a patto di avere le risorse giuste) sia utilizzando la visuale del nostro personaggio, sia più facilmente tramite una pratica vista dall'alto. Non mi dilungherò molto su questo aspetto visto che è comunque noto a chi abbia giocato a Fallout 4 o 76, ma vi basti sapere che, a chi è interessato a questo tipo di attività, può fornire un gran livello di profondità consentendo ad esempio di estrarre risorse, conservarle in container e persino creare delle rotte interplanetarie o interstellari con altri avamposti per il trasferimento delle stesse.
Tornando invece alla scoperta di nuove missioni, se queste non arrivano tramite l'esplorazione libera dei pianeti, come le otteniamo? Ci sono tantissimi modi per ottenere missioni che divergono dalla storia principale, e ne troviamo in grandi quantità. Quello che ad esempio Skyrim proponeva con l'esplorazione della mappa di gioco, Starfield ce lo propone esplorando la mappa stellare: ogni volta che "saltiamo" nell'orbita di un pianeta, infatti, possiamo incappare in tante opportunità che ci apriranno nuove missioni, come ad esempio comunicazioni da altre navi in orbita o anche dalla superficie del pianeta, oppure possiamo decidere di atterrare presso i punti d'interesse marcati su molti pianeti per scoprire quali storie ci riservino. Inutile dire, poi, che le città più grandi sono delle vere miniere di missioni e cose da fare: basta passeggiare per la strada per catturare conversazioni che ci indirizzeranno verso nuove avventure. Se questo non bastasse, le tante fazioni presenti nel gioco - militari o religiose - offrono storyline e missioni a non finire. Starfield è senza dubbio un gioco che sa offrire tantissime attività a chi ha voglia di esplorarlo a fondo.
Ho accennato in precedenza anche ai compagni: nel corso della storia principale veniamo in contatto con una serie di "personaggi chiave" che possiamo decidere di portare con noi nelle missioni. Ne potremo avere sempre solo uno con noi, anche se altri possono essere comunque assegnati alla nostra astronave. Avere un compagno con noi ci garantisce un aiuto in combattimento, ma soprattutto rende le nostre avventure più varie e interessanti grazie ai commenti che i compagni faranno, sempre legati al loro carattere e storia e che quindi ci offrono diversi punti di vista, a missioni secondarie legate al loro passato ed ovviamente c'è anche la possibilità di avviare delle relazioni sentimentali.
E parlando di combattimenti, ovviamente anche questi ricoprono un ruolo importante in Starfield. Come per l'esplorazione, questi possono avvenire sia in prima che terza persona, con i nemici (non necessariamente umani, visto che si combatte anche con la fauna presente nei pianeti) che possono attaccarci sia in corpo a corpo che tramite diversi tipi di armi. Il gioco ci mette a disposizione una vasta gamma di armi (peraltro migliorabili presso appositi tavoli da lavoro) ed equipaggiamento come tute e zaini boostpack caratterizzati da un grado di rarità che può andare da normale a leggendario; ognuno di questi oggetti dispone di diverse statistiche che concorreranno al risultato in combattimento, coadiuvate ovviamente dalle abilità che avremo sbloccato. C'è anche un sistema di "abilità" aggiuntive, sul quale però non posso soffermarmi per evitare spoiler, che ci mette a disposizione ulteriori opzioni molto "fisiche" in combattimento, da sbloccare attraverso apposite missioni.
E' presente anche un sistema di infiltrazione stealth, coadiuvato da apposite abilità o specifici equipaggiamenti, che ci permette di svolgere alcune missioni (ma non tutte, spesso il combattimento è inevitabile) completamente non notati, sgattaiolando alle spalle dei nemici, infilandoci in condotti d'aerazione o effettuando delle uccisioni stealth che non allarmano gli altri nemici della zona. Ma una volta che scatta l'allarme o si entra in combattimento, tutto diventa estremamente frenetico e dovremo fare del nostro meglio per non farci sopraffare dai nemici, che talvolta possono essere in quantità soverchianti ed attaccarci insieme a torrette automatiche o robot. Sono ovviamente indispensabili i kit medici, reperibili come tutto il resto nell'ambiente o addosso ai nemici abbattuti.
Ci sarebbe molto altro da dire su Starfield e su quello che ci propone: il fatto che è possibile visitare la Terra, ormai ridotta ad una sfera sabbiosa a causa di un tremendo cataclisma, la gestione dell'inventario e la possibilità di trasferire parte di quello che trasportiamo al compagno o alla stiva dell'astronave, la modifica di equipaggiamento e armi, il borseggio, il minigioco di scasso delle serrature, le malattie o disturbi che possiamo sviluppare esplorando ambienti estremi, il ciclo giorno/notte di tutti i pianeti ed il meteo dinamico di alcuni di questi, ma si tratta in gran parte di cose che un fan dei titoli Bethesda dovrebbe già aspettarsi, ho quindi preferito concentrarmi su quanto Starfield offre di nuovo. Ad ogni modo, se la grande mole di sistemi del gioco vi spaventa, vi consiglio di dedicare del tempo alla sezione "Aiuto" del menu del gioco, una sorta di vero e proprio manuale in cui sono spiegate nel dettaglio tutte le feature ed il loro utilizzo. Concludo informandovi che il titolo è interamente localizzato in italiano per quanto riguarda testi e sottotitoli, mentre il parlato resta in inglese.
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