Recensione - Stray
Il Gioco
E' dura, la vita del gatto. Trovare un posto in cui sonnecchiare, le superfici migliori sulle quali farsi le unghie e i posti più interessanti da esplorare con altri gatti sono attività stremanti. Ed è questo tutto ciò a cui era dedito l'innominato micio protagonista di Stray, il gioco dei francesi BlueTwelve Studio, fino a quando, durante un'esplorazione con altri gatti lungo una serie di vecchi canali di scolo ormai invasi dalla vegetazione, non fa un salto sbagliato finendo per scivolare in fondo ad una profondissima struttura di cemento. La caduta lo fa svenire, e quando si risveglia, ancora dolorante, si ritrova all'interno di una serie di tunnel che lo portano tra i vicoli deserti di una città sconosciuta piena di insegne luminose. Intrufolandosi all'interno di uno degli appartamenti, si imbatte in un computer apparentemente animato da un'IA che, tramite indicazioni sul proprio schermo, gli chiede di portargli un piccolo drone da utilizzare per uploadare la propria "coscienza". Nei panni del micio esploriamo l'appartamento per cercare il drone ed anche alcuni accumulatori necessari per alimentare il PC e, una volta trovato e consegnato il tutto, avviene l'upload e questo si anima, spiegandoci che si chiama B-12 ma che non ricorda molto del suo passato, perché la sua memoria è corrotta.
MX Video - Stray
La nostra avventura inizia così, in compagnia del drone che diventerà nostro amico fidato e strumento inestimabile per interagire con il mondo del gioco: B-12 dispone infatti di una tecnologia, simile a quella vista in Borderlands, che gli permette di dematerializzare gli oggetti trovati per poterli inserire nel suo inventario digitale e ri-materializzarli poi quando necessario, e che è alla base delle meccaniche del gioco che ci vedranno cercare, raccogliere ed utilizzare vari oggetti; è così, inoltre, che fa indossare al nostro micio una speciale pettorina pensata come alloggiamento per sé stesso.
Iniziando ad esplorare la misteriosa città in compagnia del drone, scopriamo presto che questa non è in realtà disabitata, anche se non c'è traccia di essere umano: gli abitanti sono infatti degli automi che, piuttosto curiosamente, si vestono e comportano come esseri umani, e con i quali siamo in grado di interagire tramite il nostro amico drone che fa da traduttore (come il micio sia in grado di comunicare col drone, o di leggere i monitor dei PC, questo non viene spiegato ma si sa, i gatti sono pieni di segreti che non comprendiamo). Ed è proprio iniziando a parlare con questi automi che scopriamo di trovarci in una città sotterranea creata dagli umani ma dalla quale sono tutti scomparsi e che ora è rimasta isolata dal resto del mondo a causa di un qualche catastrofico evento; sta quindi a noi indagare maggiormente per scoprire di più su questo strano luogo e, soprattutto, per trovare una via di fuga verso l'esterno, che gli automi chiamano "l'oltre". E, magari, riuscire anche a rimuovere il blocco della città così da riconnetterla col mondo esterno.
Queste sono le basi della storia di Stray, che si presenta, dal punto di vista delle meccaniche di gioco, come un platform-adventure in terza persona in cui possiamo esplorare liberamente la città sotterranea in cui ci troviamo, potendo contare sulle capacità atletiche del nostro micetto per raggiungere luoghi più alti e risolvere puzzle basati principalmente sul reperimento di oggetti. Non è presente una mappa e non c'è un indicatore che ci mostri il nostro obiettivo (anzi, è assente qualsiasi tipo di HUD o interfaccia a schermo), quindi quando ci viene affidato un obiettivo dobbiamo osservare l'ambiente circostante per capire come raggiungerlo, spesso cercando di raggiungere punti molto elevati salendo tra i tetti dei palazzi.
Si tratta di un'avventura fortemente basata sulla narrazione, quindi si parla molto con i diversi personaggi che ci affidano missioni, ci rivelano frammenti della storia del luogo e talvolta ci accompagnano anche in alcune sezioni, ma non mancano anche sequenze più "concitate". Il mondo del gioco è infatti invaso da piccoli animaletti che ci aggrediscono non appena ci vedono, quindi inoltrarci nei loro territori avvia delle sequenze di fuga nelle quali dobbiamo cercare di attraversare queste aree il più velocemente possibile, arrampicandoci e saltando tra le varie strutture per sfuggire a questi esseri. E procedendo nella storia capita anche di incontrare dei droni di sicurezza che ci sparano a vista, quindi in questo caso il gameplay diventa più stealth, vedendoci impegnati a trovare qualsiasi via alternativa per sfuggire alla loro vista o nascondendoci nei cartoni per non essere notati. Troviamo anche una componente collezionistica, sotto forma dei frammenti di memoria di B-12 che possiamo raccogliere in punti chiave dove e che lo aiuteranno a ricostruire il suo passato.
L'avventura vi terrà impegnati per circa 5 ore, un po' di più se vorrete esplorare ogni angolo dei diversi ambienti (il gioco inizia nella città ma poi troviamo anche altre ambientazioni man mano che cerchiamo di raggiungere l'esterno), e presenta una completa localizzazione in italiano, anche se non esistono dialoghi parlati perché tutte le interazioni con altri personaggi avvengono tramite lo schermo olografico del nostro drone.
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