Recensione - Amnesia: The Bunker
Il Gioco
Henri Clément è il protagonista di Amnesia: The Bunker, nuovo capitolo della serie Amnesia. Il protagonista è un soldato di stanza in Francia durante la Prima Guerra Mondiale che si ritrova intrappolato in un bunker sotterraneo e che deve indagare sul perché è stato totalmente abbandonato e la sua uscita fatta saltare in aria. La trama a grandi linee è tutta qui, ed evito di approfondire ulteriormente per non anticipare nulla. Gli eventi sono narrati attraverso i tanti documenti sparsi all’interno delle stanze che compongono il bunker, perché le interazioni umane sono praticamente inesistenti. La mappa è divisa in quattro zone, più una centrale che funge da punto di passaggio per tutte le altre ed è il luogo in cui si trascorrerà la maggior parte del tempo. All’interno di questa zona è infatti presente il più importante punto di salvataggio dell’intero gioco e vi troverete a passarci un bel po’ di volte.
MX Video - Amnesia: The Bunker
Amnesia: The Bunker, come appare chiaro sin dai primi passi, è un survival horror alla “Alien Isolation”. Il giocatore è costantemente braccato da una creatura chiamata “La Bestia” che non si può uccidere in nessun modo, ma alla quale occorre sfuggire nascondendosi o semplicemente scappando. Per rendere le cose un po’ più frizzantine, inoltre, gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire un generatore a benzina che serve per alimentare le luci e che va costantemente rifornito di carburante per mantenerlo acceso, tramite le tante taniche che si possono trovare in giro per il bunker. La durata della carica del generatore dipende dal livello di difficoltà a cui abbiamo scelto di impostare il gioco, ma attenzione che questo non si può modificare se non all’inizio della partita. Sono presenti tre livelli e due ulteriori arriveranno in seguito con una patch: la difficoltà Shell-Shocked che sarà ancora più impegnativa della difficoltà più elevata, e la difficoltà Custom che permetterà di scegliere le varie impostazioni. La difficoltà Dacile è invece quella dedicata ai giocatori che preferiscono seguire la trama piuttosto che perdere ore a rifare intere sezioni di gioco. Non esistono check point o salvataggi automatici, ed è possibile salvare unicamente attraverso le poche lanterne situate in zone piuttosto lontane fra loro. Ciò si traduce nel fatto che, se si muore, si deve rifare intere sezioni da capo. La seconda difficoltà, Normale, che è quella raccomandata dagli sviluppatori per godere al meglio del gioco. La terza invece è quella Difficile, dedicata a quei giocatori che amano le sfide particolarmente impegnative.
Il gioco si basa al 100% sull’esplorazione. Non esistono tracce o suggerimenti più o meno espliciti che ci indichino da che parte andare. Esiste solo una mappa collocata nella stanza dell’Amministrazione, che non è nemmeno consentito portarsi in giro ma bisogna necessariamente raggiungere per consultarla. Diventa poi fondamentale leggere le varie note sparse nelle varie stanze, perché sono l’unico modo per riuscire a progredire e a capire cosa è successo all’interno del bunker. Amnesia: The Bunker ha inoltre una componente procedurale: i vari codici che servono per sbloccare gli armadietti o le porte sono generati casualmente ogni volta che si inizia una nuova partita, così come la posizione dei vari oggetti. Ciò garantisce un’elevatissima rigiocabilità e l'impossibilità di ricorrere, almeno per questi elementi, a guide di gioco che ci rivelino i codici da usare. Anche la soluzione dei vari enigmi non è mai una sola e lineare, ma è possibile scegliere diverse soluzioni che portano anche a diverse reazioni da parte dell’ambiente circostante e della Creatura in particolare.
Personalmente ho trovato Amnesia: The Bunker un gioco molto difficile anche al livello Normale, che richiede un po’ di tempo per essere padroneggiato nelle meccaniche e che rischia di diventare velocemente frustrante per quelli che, come me, preferiscono un approccio più rilassato al medium. Ho trovato una grande forbice fra la difficoltà Facile e quella Media, la prima davvero troppo facile mentre quella intermedia forse un po’ troppo difficile per i miei personali gusti. Ho giocato Amnesia: The Bunker sulla mia Xbox Series X collegata a un impianto surround 5.1, e devo dire che l’audio spaziale è stato realizzato davvero bene, tanto che a un certo punto non riuscivo bene a capire se i suoni provenissero dal gioco oppure dalle stanze della mia casa.
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