Recensione - MADiSON
Il Gioco
L’oscurità ci avvolge, mentre lentamente riprendiamo i sensi. Siamo stesi sul pavimento di quello che sembra essere un soggiorno. Fuori il buio della notte è fitto, impedendoci di scrutare oltre il vetro della finestra. Mentre la nostra vista torna a fuoco, puntiamo lo sguardo verso la luce proiettata da un vecchio televisore. Oltre la porta, chiusa a chiave, un uomo batte disperatamente i pugni e ci chiama per nome. Apprendiamo così di chiamarci Luca e quello oltre la porta è nostro padre, che ci esorta ad aprirla. Qualcosa però non va, perché l’uomo sembra intenzionato a farci del male, accusandoci di aver commesso qualcosa di orribile al resto della famiglia.
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Spaventati da tutto ciò, decidiamo di allontanarci attraverso un passaggio nel muro, che ci porta alla casa accanto, appartenente al nonno del ragazzo. Arrivati in quella che è l’ambientazione principale della vicenda, entriamo subito in possesso di una strana macchina fotografica Polaroid, mentre ci rendiamo conto poco alla volta di essere osservati. La casa dovrebbe essere abbandonata, eppure molto presto ci rendiamo conto di non essere soli. Da qui ha inizio il viaggio di Luca, mentre ci viene chiesto di scavare nel passato della nostra famiglia e indagare sulle azioni di una certa Madison Hale, una serial Killer morta più trent'anni prima. Perché il nonno di Luca era ossessionato da questa sinistra figura? Cos'è la presenza che ci segue in ogni angolo della casa? Queste e molte altre domande sono le colonne portanti del plot narrativo imbastito da Bloodius Games, team di sviluppo argentino che, dopo 5 anni di lavoro, propone sul mercato il loro MADiSON.
Il titolo è strutturato come un gioco d’avventura dalle tinte horror che si ispira con notevole successo alla famosa demo giocabile P.T. sviluppata da Hideo Kojima. Il team di sviluppo sembra avere ben chiaro cosa serva per incutere terrore nelle persone, e con questo MADiSON ci promette di scavare nella disperazione e nell’ansia umana. Nonostante le fortissime componenti horror, comunque, il gioco è impostato come un’avventura grafica con numerosi enigmi da risolvere. A differenza di titoli come Layers of Fear o Outlast, qui viene chiesto al giocatore di trovare la soluzione di diversi puzzle, mai banali e incantevolmente ben delineati, con un certo grado di soddisfazione che coglie il giocatore dopo aver trovato finalmente l’intuizione che ci porterà alla soluzione dell’enigma.
Il gioco è ambientato quasi completamente nella vecchia casa del nonno del protagonista, in disordine e in completo stato di abbandono. Tutto è esattamente com'è rimasto dopo che il proprietario se n'è andato, con scartoffie sui tavoli, piatti nel lavandino, medicine sul comodino e strani quadri raffiguranti una donna senza occhi sparsi per le pareti. Eppure sembra che qualcuno frequenti quella casa: candele accese, porte che si chiudono e passi provenienti da altre stanze ne testimoniano il passaggio. La casa nasconde diversi misteri, con rompicapo studiati dal vecchio proprietario per celare i segreti suoi e della sua famiglia.
Un elemento fondamentale per avanzare nel gioco e risolvere i vari enigmi è l’utilizzo di una macchina fotografica che Luca riceve, in maniera alquanto bizzarra, come regalo di compleanno, appena giunto nella casa abbandonata. Questo oggetto ha diverse funzioni, dalle più banali come illuminare angoli bui dell’ambientazione utilizzando il flash. Il vero potere dell’oggetto, però, sta nel fatto che, fotografando determinati elementi, questi reagiscono in modo innaturale. Ecco che così, dopo aver fotografato strani simboli, oggetti d’arredo e molto altro ci si ritroverà a smascherare passaggi prima celati o, addirittura, in una suggestiva fase del gioco, persino a viaggiare nel tempo.
Oltre alla macchina fotografica abbiamo a disposizione un inventario dove conservare oggetti utili, trovati lungo il nostro vagabondare nello scenario. Questo permette di custodire un massimo di 10 oggetti che possono essere deposti in una apposita cassaforte per fare spazio ad altri. Vecchi utensili, chiavi, quadri, misteriosi emblemi e molto altro sono indispensabili per farsi strada nell’intricata location. Perché per quanto possa sembrare piccola la casa abbandonata, la realtà dei fatti ci rivela che la struttura nasconde diverse stanze segrete, passaggi misteriosi e altre cose che non vi svelerò. Passaggi inizialmente sigillati possono essere sbloccati più avanti nel corso del gioco, elemento che vi chiede di tornare spesso sui vostri passi.
Il ripetere spesso lo stesso percorso potrebbe sembrare un ingrediente fastidioso nell’esperienza di gioco, se non che ad ogni passaggio la casa sembra reagire alla nostra presenza. Qualcosa cambierà sempre, instillando nel giocatore un’angoscia perenne su ciò che potrebbe trovare svoltando ogni angolo. Perché molto presto non sarete più da soli. Non parliamo di una mera presenza scenografica solo per farvi prendere qualche jumpscare (e ne subirete parecchi, fidatevi). La presenza potrà attaccarvi e sì, potrete morire dopo aver subito un unico violento colpo. Non farò spoiler su cosa vi attaccherà e come, ma sappiate che il gioco si prenderà spesso e volentieri gioco di voi. Perché il team di sviluppo ha brillantemente scelto di incutere nel giocatore la sensazione che nessun posto della casa è mai veramente sicuro. Il gioco non vi guiderà per mano e non vi dirà come proteggervi. Dovrete scoprirlo da soli.
Trattando invece l’opera con un occhio tecnico, possiamo congratularci con il team di sviluppo nella creazione del mondo di gioco attraverso il motore grafico Unity. L’ambientazione è molto suggestiva, con effetti di luce gradevoli e allo stesso tempo piacevolmente angoscianti. Vi capiterà spesso di prendere paura di qualche semplice ombra. È giusto segnalare inoltre che il gioco presenta delle scene piuttosto macabre e violente, non adatte forse a chi è facilmente impressionabile. Un occhio tecnico più attento noterà alcune texture in bassa qualità in alcuni punti della casa o negli oggetti d’arredo più secondari. Nulla di troppo sconvolgente, ma calcolando che il gioco è disponibile solamente per piattaforme di nuova generazione, ci saremmo aspettati un livello di dettaglio molto più elevato.
Sul versante sonoro il team ha fatto un lavoro davvero magistrale. La casa non è mai silenziosa, con un’ampia campionatura di vari elementi sonori realizzati con altissima qualità. Così come il doppiaggio dei pochi personaggi, curato e mai fuori posto. Sul lato musicale vi posso dire che il team ha realizzato una delle più inquietanti canzoni per bambini che io abbia mai sentito. Il nostro consiglio (come quello del team di sviluppo) è quello di giocarlo con delle buone cuffie audio, per percepire ogni sfumatura e spazialità dei suoni. Oltre che poter sentire inquietanti sussurri alle vostre spalle, che aiutano di certo a immedesimarsi nell’atmosfera dell’opera o per avere un bell’attacco di cuore. Il gioco arriva sul nostro paese tradotto per quanto riguarda testi e sottotitoli, mentre il doppiaggio è disponibile solo in lingua inglese.
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