Recensione - Dawn of the Monsters
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Pochi guardano i monster movie (o kaiju movie) per la trama, dato che la componente narrativa di questi film è solo un pretesto per mettere mostri, robot e alieni giganteschi uno contro l'altro, battendosi tra i palazzi per il destino del pianeta. Dawn of the Monsters non si spinge oltre: dei cattivissimi mostri chiamati Nephilim attaccano la Terra e starà ai nostri eroi, un mix di mostri buoni e giganti d'acciaio, salvarci.
MX Video - Dawn of the Monsters
Insomma, proprio il minimo indispensabile per giustificare scazzottate epiche tra mostri e robottoni giganteschi, anche se i filmati tra un livello e l'altro presentano diversi personaggi più o meno caratterizzati, così da poter dare una forma un po' più umana a chi ci motiva e dirige. Lo stile con vignette manga è riuscito, e il tratto fumettistico si nota anche nel gameplay, con ogni elemento di gioco contornato da spesse linee nere, che così paiono disegnate a matita pur essendo in 3D, in pieno stile cel-shading.
A livello di gameplay si torna indietro ai beat 'em up da sala giochi degli anni 80 e 90, con uno o due giocatori in locale che scelgono uno dei quattro giganti a disposizione e si buttano nella desolazione urbana di città perlopiù evacuate e mezze distrutte dall'invasione aliena. Qui, il giocatore è chiamato a combinare diversi colpi corpo a corpo, nonché devastanti abilità secondarie per eliminare mostri altrettanto giganteschi, dotati peraltro di tantissima vita. Lo scenario urbano rende le lotte sicuramente più cupe se si pensa alla distruzione che avviene ai nostri piedi, con addirittura i combattenti che possono scardinare interi grattacieli e usarli come strumenti di distruzione, quasi fossero delle comunissime sedie in un incontro di wrestling. Rimane comunque un filo di ironia e poca violenza effettiva, non aspettatevi dunque sangue a fiumi - solo pugni, superpoteri e tanta adrenalina.
Man mano è possibile sbloccare abilità aggiuntive per ognuno dei quattro combattenti giocabili, con il sistema di mutazioni DNA che possono donare attacchi cataclismici e finisher degni di Mortal Kombat - solo senza, per l'appunto, la violenza grafica sfrenata. Se le ben 35 missioni della storia e i suoi letali boss non dovessero bastare, è anche possibile sfidarsi in combattimenti uno contro uno, pure in questo caso anche con la presenza di un compagno umano in locale. Infine, sottolineiamo anche la presenza della completa localizzazione italiana per quel che riguarda tutti i testi del gioco, permettendo anche a chi non mastica l'inglese di godersi la trama, per quanto sia poco memorabile.
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