Recensione - Battlefield 2042
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Similmente all'eterno rivale Call of Duty, anche Battlefield tende a saltare avanti e indietro nella storia per cercare di cambiare il feeling dei giochi da un capitolo all'altro. E come il titolo del gioco suggerisce, Battlefield 2042 è ambientato ad una ventina d'anni nel futuro, in uno scenario di guerra futuristico in cui l'impiego di piccoli robot e di tecnologie di rilevamento dei nemici attraverso i muri hanno cambiato le regole del gioco sui campi di battaglia. Quest'anno inoltre Battlefield compie un sacrificio non indifferente, con gli sviluppatori che hanno deciso di dedicare tutte le loro risorse alle modalità multigiocatore, sacrificando così la Campagna che stavolta non è presente nel gioco. Ad onor del vero le Campagne di Battlefield si sono fatte nel tempo sempre meno rilevanti per i giocatori, quindi è comprensibile che, in un momento come questo in cui tutti gli studi faticano a lavorare con le nuove restrizioni derivate dalla pandemia globale, lo studio abbia preferito concentrare le sue forze sulla parte di gioco che sarà nettamente più utilizzata. L'esperienza multigiocatore è comunque fruibile anche da soli, sostituendo alleati ed avversari con i bot, quindi per chi non vuole competere contro la community online le occasioni di gioco ci sono comunque.
MX Video - Battlefield 2042
E se la modalità storia latita, fortunatamente i contenuti multiplayer sono molto corposi. Partiamo dall'iconica modalità Conquista, che torna in tutto il suo splendore su nuove gigantesche mappe, alcune delle quali grandi quanto le isole di alcuni battle royale. Un salto di dimensione importante, compensato in parte anche dalla presenza di più obiettivi sul campo di battaglia e di 128 giocatori, 64 per squadra, che possono come sempre darsi battaglia con armi da fuoco, esplosivi e una grande varietà di veicoli, ai quali si affiancano i futuristici robottini bellici. Sulle stesse mappe, ambientate tra foreste, deserti, città con grattacieli e porti, è possibile giocare anche la modalità Breakthrough, simile alla classica Rush che tanti fan di Battlefield ricorderanno sicuramente. Qui una squadra è chiamata a difendere due obiettivi per volta, mentre l'altra deve accumulare punti abbattendo sempre più zone in mano ai nemici. Questa è sicuramente la modalità più delirante e folle del gioco, con 128 giocatori che si ammassano quasi tutti nel raggio di poche centinaia di metri per attaccare o difendere i punti d'interesse.
Troviamo poi una modalità completamente inedita per Battlefield, l'intrigante Hazard Zone. Qui 8 team da 4 giocatori ciascuno devono infiltrarsi all'interno di un'area popolata anche da combattenti IA. L'ispirazione da Escape from Tarkov è innegabile, con i team che devono trovare dei documenti riservati e riuscire a scappare verso il punto di estrazione mentre sono braccati da tutti gli altri. In questa modalità bisogna sapersi muovere e non farsi sopraffare da tanti nemici, agendo al limite dello stealth e facendo buon uso del gioco di squadra. Sicuramente è un'esperienza che va ancora rifinita ed è difficile che i fan di titoli come il già citato Escape from Tarkov mollino per sempre il loro titolo multiplayer preferito per giocarne una versione "in salsa Battlefield", ma è una novità gradita, divertente e sorprendentemente carica di tensione.
Ciò che però farà più parlare di sé in questo Battlefield 2042, in fatto di novità, è la totale ricalibrazione di classi e ruoli. Non ci sono più medici, ingegneri o fanteria d'assalto: troviamo invece operatori, ognuno con una o due caratteristiche o equipaggiamenti speciali. Possiamo quindi scegliere tra personaggi con più corazza, con uno spettacolare rampino con il quale raggiungere punti elevati, ma anche uno specialista di tecnologia che può richiamare in suo aiuto un drone quadrupede armato di mitra. L'arsenale di questi operatori è però completamente personalizzabile e intercambiabile, senza limitazioni alle armi e agli oggetti utilizzabili: una scelta indubbiamente controversa, mirata a dare la possibilità a ogni giocatore di contribuire in tutti i modi senza però andare a discapito della mobilità o della potenza di fuoco.
Per il resto, nonostante l'ambientazione futuristica, chi ha giocato a uno qualunque dei Battlefield dell'ultimo decennio sa più o meno cosa aspettarsi da questo episodio. I team possono spawnare in qualunque base conquistata o a ridosso dei propri compagni di squadra, se non addirittura alla propria base all'interno di veicoli terrestri e aerei, dai quad ai jet, passando per carri armati ed elicotteri. Una novità interessante è che il comandante di ciascuna squadra di quattro giocatori può anche richiamare un veicolo ogni tot minuti, concesso gentilmente dagli alleati che glielo calano dal cielo. Una meccanica interessante, che più volte mi ha fatto ribaltare le sorti di una sparatoria dove sembravo totalmente alle corde, potendo ricorrere ad un mezzo per scappare o per devastare i nemici che sembravano avere la meglio su di me.
Battlefield si porta dietro due decenni di storia videoludica, e Battlefield 2042 vuole essere anche una lettera d'amore ai capitoli passati della serie. Questo è infatti lo scopo di Portal, una nuova modalità che fa l'occhiolino alla Fucina di Halo. Qui la community può creare partite personalizzate dove pressoché ogni regola è modificabile ed è persino possibile fare dello scripting, il tutto con quattro epoche di elementi di Battlefield. Mappe, classi, armi e veicoli di Battlefield 2042, 3, Bad Company 2 e 1942, utilizzabili anche in contesti di multiplayer asimmetrico e con regole a dir poco folli. E' una modalità che indubbiamente offrirà tantissime esperienze originali negli anni, anche se per ora la maggior parte dei server si limiti a fare battaglie troll dove la squadra dell'host è piena zeppa di armi e veicoli pazzeschi, con i nemici invece con salute ridotta, senza armi e via dicendo.
La nuova versione del motore Frostbite sa impressionare anche stavolta, offrendo paesaggi, esplosioni ed eventi atmosferici davvero degni di nota. Non mancano i problemi di frame-rate e di animazioni, ma il look generale del titolo è davvero impressionante se consideriamo la grandezza dei livelli presenti e l'intensità dell'azione che questi ospitano. I momenti migliori sono gli eventi atmosferici come le tempeste di sabbia e gli uragani, realizzati con un realismo raramente visto nei videogiochi. Oltre ad impattare il look e la visibilità, alcuni di questi eventi possono anche stravolgere la partita in altri modi, come gli uragani che possono addirittura far volare via giocatori e veicoli, trasformando completamente il campo di battaglia sul loro percorso. Sono poche le mappe che sfruttano appieno questa feature, ma qualcosa di veramente impressionante.
Non è però tutto oro quel che luccica, con alcuni problemi tecnici di cui vi parlo più in basso. Per questi è però lecito aspettarsi grossi miglioramenti nei prossimi mesi, con update che oltre a correggere i problemi dovrebbero anche introdurre nel corso del tempo nuovi personaggi, armi e mappe, incluso uno store in-game di oggetti cosmetici. Le modalità a disposizione sono corpose, le mappe grandi e ci vuole tanto tempo per sbloccare ogni upgrade per armi e veicoli, nonché tutti gli elementi cosmetici già presenti. Poco da criticare da un punto contenutistico dunque, inclusa la solida traduzione italiana sia per quel che riguarda i testi che le voci degli operatori.
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