Recensione - Grand Theft Auto: The Trilogy - The Definitive Edition
Il Gioco
Fa uno strano effetto osservare la schermata di avvio di Grand Theft Auto III, accompagnata dal suo malinconico tema musicale, sulle console di nuova generazione. Sono passati vent'anni dalla sua uscita e stiamo parlando del padre di tutti gli open world, il gioco che ha gettato le basi e dettato le regole per tutti i titoli moderni di questo tipo. Ma non siamo qui per tuffarci nei dolci ricordi delle scorribande passate, ma per analizzare assieme se il lavoro effettuato in questa raccolta sia riuscito oppure no. Non sorprende che Rockstar Games abbia deciso di festeggiare il ventesimo anniversario del gioco che ha rivoluzionato il medium riproponendolo in veste rinnovata e modernizzata, assieme ai suoi due successori. Ma cominciamo dall'inizio, con la domanda: cos'è Grand Theft Auto: The Trilogy - The Definitive Edition? È un pacchetto che comprende GTA III, GTA Vice City e GTA San Andreas con una veste grafica aggiornata e con l'aggiunta di feature per rendere questi classici intramontabili più moderni nella struttura e nel gameplay. Il lavoro non è stato curato direttamente da Rockstar Games: la celebre software house ha affidato l'arduo compito a Grove Street Games, team di sviluppo che ha già collaborato con Rockstar realizzando le versioni mobile di GTA III, Vice City, San Andreas, Bully e Max Payne. Il team ha innanzitutto riprogettato i tre giochi utilizzando il versatile Unreal Engine 4, sostituendo quindi il vecchio RenderWare originale. Da li lo sviluppatore ha introdotto diverse migliorie grafiche per rendere i titoli molto più piacevoli da guardare, e soprattutto delle piccole novità nel sistema di gioco per rendere l'esperienza meno frustrante per i giocatori moderni.
MX Video - Grand Theft Auto: The Trilogy - The Definitive Edition
I tre giochi fanno parte di un unico universo narrativo, a cavallo tra gli anni ottanta e duemila, dove spesso personaggi e fatti si incrociano brillantemente permettendo quindi solamente al giocatore che ha vissuto tutte e tre le storie di avere un quadro completo dei fatti. Questi sono ambienti a cavallo tra la fine degli anni ottanta e i primi anni duemila, dove impersoniamo ogni volta un personaggio diverso, ciascuno con un suo scopo da perseguire mentre si fa strada nel sottobosco criminale di Liberty City, Vice City e San Andreas, incontrando via via personaggi sempre più grotteschi e machiavellici. Ogni capitolo di GTA introduce novità nel gameplay e nella struttura, mostrandoci chiaramente e a distanza ravvicinata il percorso artistico che Rockstar Games ha plasmato per diventare la software house che è oggi. Ed è per questo motivo che tutti speravamo che questa Definitive Edition portasse con sé tutta l'eredità che questa trilogia ha rappresentato al massimo della sua espressione visiva ad un pubblico nuovo, o chi magari semplicemente è affamato di ri-giocare a un GTA diverso dalle ultime incarnazioni del franchise.
In sede d'annuncio, Rockstar Games aveva dichiarato che Grand Theft Auto: The Trilogy - The Definitive Edition avrebbe migliorato la resa grafica, con nuove texture in alta definizione, nuovi riflessi e un sistema d'illuminazione completamente rinnovato, effetti meteorologici rivisti, con miglioramenti alla vegetazione e ai vari biomi, aumentando infine la profondità visiva. La buona notizia è che effettivamente tutte queste novità ci sono, quella cattiva è che spesso non funzionano come dovrebbero. Per farvi un banale esempio, la pioggia che si abbatte sulle strade di GTA III è molto bella da vedere, ma è talmente realistica con le sue nubi cupe e la fitta pioggia, da compromettere negativamente l'esperienza di gioco. La palette di colori scura con cui è modellata Liberty City rende la vista durante questi acquazzoni difficile, quasi impossibile di notte, mentre nella soleggiata Vice City, grazie ai suoi colori accesi, questo problema si presenta fortunatamente in maniera minore. Inoltre questo effetto meteorologico contrasta con la nuova resa del mare, portando a fastidiosi glitch grafici che mai mi sarei aspettato di vedere, segno di un pessimo lavoro di polishing effettuato dal team di sviluppo.
Sul fronte dei riflessi il lavoro svolto è notevole, con i grattacieli delle metropoli che risplendono di vita nuova, regalando spesso e volentieri scorci sorprendenti. Nuovi effetti grafici rendono la devastazione che il giocatore può scatenare molto più bella da vedere, con esplosioni e fiamme ricche di luce e dettagli. Per quanto riguarda la vegetazione, in tutti e tre i giochi è stato realizzato un lavoro di fino, dando ai prati e ai parchi un look inedito e a volte sorprendente. Non dimentichiamo anche l'aumento di dettaglio delle texture di tutte e tre le location. Soprattutto Vice City e Las Venturas, le cui strade strabordano di neon colorati e insegne luminose, regalano un colpo d'occhio inedito per chi ha già esplorato queste città decenni fa. Peccato che nelle aree meno illuminate della mappa, gli ambienti risultino a volte piuttosto scuri, creando degli stranianti contrasti tra i quartieri delle città.
La resa generale degli ambienti quindi è decisamente migliorata, anche se tra alti e bassi, il tutto però viene purtroppo penalizzato da un terribile effetto pop-up ereditato dalle versioni originali. Vedere veicoli materializzarsi davanti a noi lungo la strada, ad una distanza di appena 10-15 metri, non è quello che ci si aspetterebbe da un remaster di questa portata. Lo stesso accade con cartelloni e molti altri elementi dello scenario, portandoci in più di un'occasione a scontrarci con muri invisibili prima di veder apparire l'oggetto di turno davanti ai nostri occhi. Vent'anni fa era l'unico modo per far girare questi giochi sull'hardware dell'epoca, ma osservare tutto questo oggi, non può che lasciare l'amaro in bocca. Anche le texture e i modelli poligonali dei grattacieli in lontananza soffrono del medesimo problema (e sto parlando di edifici nell'isolato accanto a quello in cui ci troviamo, non a chissà quale distanza), risultando visibili ad una definizione talmente bassa da far sanguinare gli occhi. Capiamoci, stiamo parlando di piccole mappe di giochi open world di vent'anni fa, non di Night City. Per farvi un paragone, l'intera mappa di GTA III è grande quanto un quarto della città di Los Santos in GTA V.
Sul versante grafico ci sono altri due elementi che mi preme riportare: i modelli poligonali dei personaggi e la struttura della mappa di Sana Andreas. Quando questa trilogia è stata annunciata, non mi era per nulla dispiaciuto l'intento di mantenere quel look cartoon che caratterizza tutti e tre i giochi. Anche perché lo stile grafico si sposa con l'architettura degli ambienti di gioco, quindi rifare uno significava per forza rifare l'altro, portando l'entità del lavoro da semplice remaster ad un più complicato e dispendioso remake. Il problema è che la migliore definizione dei personaggi ha portato a risultati grotteschi e spesso ridicoli. Su GTA III i personaggi sono veramente spogli, con animazioni facciali datate che li fanno sembrare dei Muppets sull'orlo del pensionamento. Sarebbe bastato sistemare e aggiornare almeno i volti dei (pochi) personaggi principali, per donare alle cut-scene una piacevolezza inedita. Soltanto Claude, il protagonista, ha beneficiato di un lifting di questo tipo, peccato però che sia l'unico personaggio che non proferisce parola o espressione per tutto il gioco.
I personaggi di GTA San Andreas invece, che erano più definiti anche nella versione 2004, risultano semplicemente ridicoli a causa dei miglioramenti grafici, con strani glitch nelle animazioni e riflessi innaturali sulla pelle. Le mani del protagonista CJ inoltre, per qualche motivo, sono dannatamente sproporzionate. Discorso diverso per il capitolo centrale di questa trilogia, dove i personaggi di GTA Vice City, essendo un'evoluzione di quelli di GTA III senza arrivare ai dettagli presenti in San Andreas, risultano essere quelli più naturali e meglio riusciti con tutte le migliorie grafiche applicate.
Chiudiamo l'analisi grafica trattando la mappa di San Andreas, che nonostante abbia giovato indubbiamente dei miglioramenti, presenta un problema alquanto insolito. Nella versione originale del 2004 il mondo di gioco era avvolto da una specie di nebbia, utilizzata per motivi tecnici atti a nascondere elementi dello scenario troppo lontani, evitando di stressare troppo gli hardware dell'epoca. La nebbia inoltre dava, in un certo senso, un senso di scoperta ed esplorazione appagante. In questa remaster della nebbia non c'è traccia, rendendo di fatto tutta la mappa visibile da ogni punto, specialmente quando ci si trova nelle zone più elevate. Starete pensando che questo non sia un problema, ma non è così, perché comporta la terribile scoperta che la mappa di GTA San Andreas non era stata pensata e progettata all'epoca per essere vista per intero, rendendo la visione del mondo di gioco decisamente poco appagante e lusinghiera nei confronti di un level design pensato per ingannare il giocatore sulla struttura e ampiezza della mappa.
Tutto questo non compromette in alcun modo il gameplay, ma appena sorvolerete la mappa con un aeroplano, l'illusione di trovarvi a vivere l'avventura in un immenso stato degli Stati Uniti verrà rimpiazzata dalla consapevolezza di trovarvi di fronte a una brutta copia della mappa di Fortnite. Grove Street Games avrebbe potuto lavorarci meglio, magari realizzando qualche effetto simile a una foschia per camuffare e ingannare un po' il giocatore.
Passiamo ora ad analizzare il sistema di controllo, che stando alle dichiarazioni effettuate in sede di annuncio, avrebbe dovuto introdurre diverse soluzioni prese da GTA V. Bene, non è esattamente così. Certo, il layout dei comandi è lo stesso del capitolo più recente della saga, sia per la guida dei veicoli che per il controllo del personaggio, con l'introduzione della ruota di selezione per l'armamentario oltre che delle stazioni radio. Inoltre sono stati aggiunti due sistemi di puntamento che si affiancano a quello classico, come la mira assistita e quella manuale. Le novità del sistema di controllo però terminano qui, quindi se speravate di poter controllare i personaggi della GTA Trilogy alla stessa maniera di GTA V, magari sfruttando le coperture e altre soluzioni più moderne, rimarrete decisamente delusi. A far cadere ancor più le braccia c'è poi il fatto che in GTA III e GTA Vice City il nuovo sistema di mira semplicemente non funziona. Il motivo risiede in una bassa precisione delle armi e un hitbox disastroso, che rendono le sparatorie abbastanza macchinose. Il mio consiglio è di usare la mira assistita o classica, ignorando del tutto quella manuale. C'è un altro problema, però, che risiede nel sistema di mira delle varie armi. Con le armi leggere ci si può tranquillamente muovere mentre si fa fuoco, mentre con quelle più pesanti come fucili a pompa e Mitra d'assalto, si rimane inchiodati a terra, impossibilitati quindi a muoversi durante la mira. Questo porta a una leggera frustrazione dovuta all'IA dei nemici, ma di questo ne parlerò più avanti. Aggiungo inoltre che su GTA III non ci si può nemmeno chinare o abbassare in alcun modo. Il discorso cambia di molto con San Andreas, che già nella versione originale aveva introdotto una mira e un hitbox più curato, con la possibilità di chinarsi e muoversi senza problemi.
Funzionano e risultano delle gradite aggiunte le novità introdotte per migliorare l'esperienza globale di gioco. La mini-mappa ora segna con il GPS la strada migliore per raggiungere la destinazione, utile specialmente in mappe più grandi come quella di San Andreas, con la possibilità di aggiungere punti di navigazione personalizzati. Sono stati poi introdotti il riavvio immediato di una missione fallita, e i checkpoint lungo le missioni di GTA San Andreas, rendendo l'esperienza di gioco molto più piacevole. Concludo segnalando l'aggiunta di una tabella sfide che sblocca riconoscimenti nel Social Club di Rockstar.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, Grand Theft Auto: The Trilogy - The Definitive Edition gira a 1080p sulle console old gen ed a 4k sulle nuove console di fascia alta. Sulla stabilità però dobbiamo metterci tutti le mani nei capelli, perchè purtroppo sono presenti diversi grattacapi decisamente poco giustificabili soprattutto sulle vecchie console, dove il gioco in condizioni normali non è mai stabile a 30 fps, scendendo sotto tale soglia nelle fasi più concitate, arrivando anche ai 20 fps in alcuni momenti altamente cinematografici ed esplosivi, per quanto possano esserlo in un gioco di vent'anni fa. Pensare che un gioco recente come Assassin's Creed Valhalla gira senza problemi su tutti gli hardware, rende incomprensibile che la remaster di giochi così vecchi giri tanto male.
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