Recensione - Call of Duty: Vanguard
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Nonostante i problemi che molti studi hanno dovuto affrontare a causa della pandemia, Sledgehammer ed Activision riescono a consegnarci quest'anno un "pacchetto completo" di CoD, con Campagna, Multiplayer competitivo e Zombi co-op per accontentare tutte le categorie di giocatori. Call of Duty: Vanguard ci riporta alla Seconda Guerra Mondiale seguendo le orme del precedente titolo del team californiano, COD: WW2, riprendendo motore grafico e giocabilità di Modern Warfare; Il parziale riutilizzo di asset e tecnologie dovuto a queste scelte unito all'aiuto ricevuto da Treyarch per la modalità Zombi, ha consentito al gioco di presentarsi puntuale all'appuntamento di novembre senza dover tagliare contenuti come accaduto in passato. Iniziamo quindi la nostra analisi dalla Campagna, nella quale seguiamo le vicende di un gruppo di soldati speciali provenienti dai diversi paesi alleati contro la Germania: il britannico di colore Arthur Kingsley, la cecchina russa Polina Petrova, il bombarolo Lucas Riggs dall'Australia e altri. La loro dovrebbe essere una missione stealth mirata a rubare dei progetti segretissimi dei nazisti, ma ben presto qualcosa va storto e vengono catturati dai tedeschi. Tra parti giocabili e curatissimi filmati CGI, giochiamo una serie di flashback di ciascun personaggio potendo così capire meglio le loro motivazioni ed eventi chiave delle loro vite, come per esempio una traumatica esperienza durante lo sbarco in Normandia per Arthur, o la distruzione di Stalingrado che ha decimato famiglia ed amici di Polina.
MX Video - Call of Duty: Vanguard
A livello di giocabilità ci troviamo di fronte ad una campagna Call of Duty dura e pura. Dimenticatevi i "minigiochi" di Black Ops 2, le quest secondarie di Infinite Warfare, la cooperativa o la personalizzazione estrema di Black Ops 3: in Call of Duty: Vanguard ogni missione è estremamente lineare, con numerosi scenari in cui deviare anche di pochi metri dal percorso equivale a un game over immediato. Pressoché inesistenti anche i segreti, con le pochissime strade parallele che portano a qualche munizione o arma in più. Questo, unito a una narrativa completamente lineare, non offre molti spunti per rigiocare la campagna, dato che sono davvero poche le missioni dove è contemplato cambiare approccio. La missione flashback di Polina è una di queste, qui infatti si ha a un certo punto la possibilità di far fuori quasi ogni nemico furtivamente per poi facilitarsi la vita nel conflitto a fuoco che si va ad innescare da lì a poco, ma all'atto pratico cambia veramente poco.
Da un punto di vista tecnico, questa campagna prosegue l'eccellente lavoro fatto da Infinity Ward con Modern Warfare (2019). Ambienti aperti resi estremamente realistici da effetti di luce ed ombre incredibilmente curate, zone chiuse con livelli di dettaglio spaventosi sui singoli oggetti, con per esempio tazze, piatti e via dicendo nella casa di Polina che godono di un dettaglio e riflessi invidiabili da quasi tutta la concorrenza. Su Xbox Series X in particolare lo spettacolo è garantito, e si tratta di un enorme passo avanti anche rispetto a Black Ops Cold War dello scorso anno, visto che di fatto il titolo Treyarch usava un motore più vecchio rispetto a Modern Warfare. Ovviamente il titolo non rinuncia ai 60 frame al secondo che sono ormai un caposaldo della serie, mantenuti in maniera eccellente sia nella campagna che in multiplayer e Zombi, anche se in qualche transizione con caricamenti mascherati abbiamo notato qualche strano calo di performance. Nulla di grave comunque, non è mai successo durante sezioni movimentate o sparatorie.
La storia è composta da un totale di 9 capitoli, che contando anche i filmati d'intermezzo e le parti semi-interattive si aggirano sui 30-45 minuti ciascuno, arrivando a un totale di poco meno di 6 ore di gioco. Una durata leggermente sotto la media per la saga, con la struttura estremamente lineare che ne mina anche la rigiocabilità. In compenso, la storia riesce ad affrontare anche tematiche pesanti come il razzismo e la tortura, anche se si tratta di un approccio abbastanza Hollywoodiano e non particolarmente profondo. Si tratta di una storia godibile, senza grossi colpi di scena ma capace di regalare tanti momenti estremamente spettacolari tra esplosioni, sparatorie e distruzione a volontà alla Michael Bay. Una campagna dunque completabile in un paio di serate di gioco, come quasi sempre accade. Finita questa, arrivano le componenti più corpose: multiplayer e Zombi, che verranno poi espanse anche nei mesi successivi al lancio.
Cosa offre quindi l'ultima fatica di Sledgehammer Games per gli appassionati del PvP? Per farla semplice, possiamo vederlo come un mix tra il loro ultimo gioco, COD: WW2, e Modern Warfare. Gli armamenti e lo stile della Seconda Guerra Mondiale che abbiamo già visto nel Call of Duty del 2017, con però il gameplay e l'engine migliorati dell'episodio sviluppato da Infinity Ward. Troviamo infatti tutte le novità di movimento e mira introdotti nel capitolo del 2019: il doppio scatto, la possibilità di appoggiare la propria arma a numerose superfici per avere più precisione a discapito della mobilità, porte e finestre apribili e così via. Per chi è familiare con Modern Warfare o Warzone, è facile immediatamente sentirsi a casa giocando a Vanguard.
Il design delle mappe segue invece una filosofia differente, offrendo arene abbastanza simili a quelle di WW2: accantonata la struttura a tre corsie di Treyarch, ma anche la complessità delle mappe di Infinity Ward. Qui troviamo mappe prevalentemente molto piccole e chiuse, con però numerosi percorsi alternativi per arrivare a destinazione, solitamente attraverso corridoi con visuale che si estende in lungo. Ci sono diverse mappe molto piacevoli, anche se la presenza di porte ed angoli senza ingombri riporta un po' lo spauracchio dei camper che abbiamo menzionato ai tempi nella nostra recensione di Modern Warfare. Un problema accentuato anche dalla difficoltà di distinguere talvolta i colori di alleati e nemici, con questi ultimi che spesso e volentieri si confondono con lo scenario pieno di dettagli.
Una novità riguarda la possibilità di potersi scegliere il proprio ritmo. Le mappe sono più o meno sempre le stesse, ma è la quantità di giocatori che stravolge l'esperienza di gioco. Laddove in Modern Warfare e Black Ops Cold War era difficile tarare il numero di giocatori correttamente, con il rischio che il matchmaking ci posizionasse anche in partite molto differenti tra di loro, in Vanguard è possibile scegliere per esempio di giocare solo in 6v6 o 12v12, cambiando così drasticamente il feeling del gioco, la frequenza dei nemici e via dicendo. Da relativo purista della serie, mi sono trovato decisamente meglio in queste arene medio-piccole con il sistema 6v6, ma ho avuto partite piuttosto divertenti anche con 30 e passa giocatori sul campo. Le modalità di gioco, invece, sono di quanto più classico ci sia: deathmatch a squadre, dominio, cerca e distruggi e via dicendo. L'unica reale novità da questo punto di vista è la modalità Pattuglia, molto simile a qualcosa visto nel multiplayer di DOOM. Qui infatti c'è un'area da conquistare come in altre modalità, ma a differenza di Dominio o Hardpoint, esso è in costante movimento. Non ci si alterna dunque ad attaccare o difendere aree fisse, ma l'area di interesse della partita si muove su un percorso prefissato, costringendo i difensori a doversi sempre adeguare a nuove sfide e a tenersi in movimento. Una variante interessante su una formula classica, mirata tra l'altro anche a ridurre il gioco passivo.
Per il resto, aspettatevi più o meno la stessa esperienza di gioco di Modern Warfare, con il sistema di classi e la possibilità di modificare le proprie armi con aggiunte e mod varie che ritornano quasi pari-pari. La grossa differenza nelle partite la fa la presenza di certe superfici distruttibili, con muri in legno e coperture che possono avere fori causati dai proiettili ma anche essere spazzati completamente dal fuoco nemico. Questo rende le mappe più dinamiche nel corso della partita, con sempre meno ostacoli che rimangono man mano che si va avanti. Non c'è la profondità tattica o la distruzione "totale" di Battlefield, ma per arene medio-piccole come quelle di Vanguard già la presenza di una dozzina di superfici instabili può fare una bella differenza. Fortunatamente ritornano anche alcune novità tecniche importanti degli ultimi anni: il cross-play opzionale tra Xbox, PlayStation e PC, il supporto mouse e tastiera ma anche la possibilità di cambiare il FOV (l'ampiezza della visuale), alzandola anche fino a 120. Giocare a Modern Warfare con mouse e tastiera ma con FOV ridottissimo non era una bella esperienza, fa quindi piacere vedere finalmente realizzato il sogno di giocare correttamente con il metodo di input migliore anche su console.
Un multiplayer quindi che non fa gridare al miracolo, ma che i fan di Modern Warfare dovrebbero apprezzare. Ci manca dunque solo parlare della terza grande fetta della torta di Vanguard: la modalità Zombi. Come già accennato, questa è realizzata dai maestri di tale modalità, Treyarch. Non trattandosi di un titolo della continuity di Black Ops, si parte con personaggi e lore da zero, ma la premessa è sempre più o meno la stessa: ci sono quattro soldati che dovranno collaborare per fermare l'invasione di zombi, fatta partire da un diabolico esperimento dei nazisti per cercare di non perdere la Seconda Guerra Mondiale. Un aggancio pure azzeccato, visto che tutto il resto del titolo si svolge negli anni '40. La struttura di questa modalità cambia però drasticamente stavolta, con i giocatori che dovranno scegliere un equipaggiamento iniziale fatto di un'arma primaria e qualche granata. Non si parte quindi più dalla classica pistola, e non ci sono nemmeno armi da comprare dai muri del livello - ritorna solamente la cassa misteriosa per riuscire ad ottenere una nuova arma casuale e l'attrezzo per potenziare le armi. Il livello a nostra disposizione è di fatto un'arena in una piazza, che nel corso dei round si apre automaticamente sempre più, offrendo così l'ingresso a un paio di edifici circostanti. In giro troviamo perk vari per salute, rigenerazione veloce e via dicendo, in un sistema molto semplificato però rispetto alle iconiche macchinette Pack-A-Punch. Le munizioni sono comprabili pressoché a ogni angolo e i percorsi sono abbastanza ampi e comprensibili, dunque è difficile perdersi in aree labirintiche o finire incastrato in mezzo a 2-3 non-morti.
La novità sta però in cosa effettivamente si fa in questi round, dove arrivano zombi che si potenziano sempre più. Al centro della piazza c'è infatti un altare da azionare, capace di farci avanzare nella modalità ed avvicinarci all'estrazione, che ci permette così di vincere la partita e portare a casa tutto il progresso fatto. In alternativa, si può continuare a combattere ondate sempre più difficili per sfidare la sorte. Per arrivare a questo però, bisogna attraversare portali che si generano in giro per la mappa. Questi ci trasportano in versioni "zombificate" di arene multiplayer, dove bisogna completare degli obiettivi specifici: ottenere un certo numero di artefatti da zombi caduti, proteggere una sfera magica dall'invasione di non-morti e via dicendo. Niente più caccia ad easter egg, via la costruzione fumosa di nuovi oggetti la cui utilità è poco chiara, ma via anche le tantissime novità introdotte in Black Ops Cold War: quest'anno Zombi diventa più semplice e più comprensibile anche per i neofiti. Una scelta che pare controversa già adesso nella community, ma che potrebbe avvicinare qualcuno al complesso mondo della Zombi, che per alcuni è una fortezza impenetrabile per quanto sono complesse le regole.
E non dimentichiamoci poi di Warzone, la popolarissima battle royale stand-alone di Call of Duty che da quasi due anni sta spopolando ovunque: come con Black Ops Cold War dello scorso anno, anche in questo caso il collegamento è netto, ma non direttamente facente parte del gioco, poiché Warzone rimane un'espereinza a sé. Vanguard introduce in Warzone nuove armi, una nuova mappa e diverse nuove meccaniche, incluso un accesso anticipato alla nuova area giocabile rispetto a chi lo gioca in F2P. Come successo per la guerra fredda del Call of Duty dello scorso anno, il fatto che Vanguard sia ambientato nella Seconda Guerra Mondiale tradla l'intera ambientazionie le armi e le tecnologie di Warzone in un'era totalmente differente, cosa che rappresenta sempre un cambiamento ambizioso e interessante. Non posso però esprimermi in merito al momento, perché l'inizio della nuova stagione con tutti questi contenuti è al momento è programmata per dicembre.
Come da tradizione, infine, Call of Duty: Vanguard è tradotto interamente in italiano.
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