Recensione - Splitgate
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Sin dai primi annunci di Splitgate, il team californiano 1047 Games non ha fatto segreto del fatto che il loro titolo volesse essere un "Halo incontra Portal", urlando questa similitudine anche nei materiali promozionali del gioco. E, dopo qualche minuto di gioco, questo è effettivamente il primo pensiero che viene in mente a chiunque conosca queste due storiche saghe: il gioco ci propone battaglie frenetiche in arene medio-piccole con look e meccaniche molto simili a quelle di Halo, ma con l'importante novità della possibilità di creare portali che ci permettono di saltare tatticamente da un punto all'altro dell'area di gioco.
MX Video - Splitgate
Alla base di Splitgate, quindi, c'è per ora un gameplay da arena shooter con mappe medio-piccole senza veicoli e con armi che vanno dalla pistola ai fucili d'assalto fino al fucile da cecchino; il tutto fortemente ispirato ad Halo, dalle mappe alle armature, molto simili a quelle degli Spartan della saga Xbox. Ogni giocatore è inoltre dotato di un dispositivo crea-portali, che ci permette di posizionare in qualsiasi momento, su superfici adatte, due portali collegati tra di loro come per l'appunto avveniva in Portal. Una volta creati, questi portali possono essere usati senza limiti, e spariscono solo quando veniamo uccisi o se decidiamo di rimuoverne uno o entrambi tramite i tasti del d-pad, oppure se un avversario usa l'unico tipo di granata a nostra disposizione: la distruggi-portali.
La presenza di questi portali tra un punto all'altro della mappa può stravolgere sparatorie se non addirittura partite intere, dando vita a nuove strategie che vanno oltre la composizione della mappa stessa. E' un espediente che riduce notevolmente le tattiche passive rendendo le partite molto più dinamiche, anche perché finire dentro un portale fa mantenere la velocità d'ingresso quando si esce dall'altra parte: gettarsi da decine di metri d'altezza in un portale posizionato per terra ci porta a sbucare dall'altra parte ad altissima velocità, dando vita a dinamiche che non si vedono normalmente negli sparatutto classici.
Tutto questo può essere sperimentato in una marea di modalità tra variazioni di ogni genere del Deathmatch, giochi di squadra come Oddball (simile a Grifball di Halo) o Dominio, nonché variazioni al limite del party game come Infezione e Un Colpo in Canna. Alla base c'è un efficace matchmaking globale e cross-play che ci permette, tramite opzione apposita, di giocare anche contro i giocatori PC e di altre console se lo desideriamo. Il cross-play è obbligatorio solamente nelle modalità competitive con il ranking dei giocatori, altrimenti è interamente opzionale.
Splitgate non sarebbe inoltre un titolo free-to-play moderno senza un sistema di monetizzazione "alla Fortnite": troviamo infatti il classico sistema di pass stagionale per avere skin per armi, armature nuove ma anche balletti e spray (che non ho mai visto utilizzare da qualcuno in partita). C'è poi uno shop dove comprare skin e armature extra, sia tramite valuta reale che credito in-game guadagnabile completando le sfide del Season Pass. Attualmente siamo nel corso della Stagione 0 e per il momento il sistema di progresso sembra abbastanza veloce e generoso, non richiedendo grind assurdi per sbloccare le cose più interessanti.
Spiegato dunque così il successo di Splitgate, che al suo debutto su PC vantava poche centinaia di giocatori ed ora può vantarne centinaia di migliaia connessi contemporaneamente. Un gameplay che emula le parti migliori di Halo e degli arena shooter d'epoca con l'aggiunta tattica dei portali, attraverso tantissime modalità di gioco e un sistema di progresso ben strutturato. Il titolo è disponibile come free-to-play da qualche settimana, e sicuramente si evolverà ancora molto nei prossimi mesi ed anni vista la sua popolarità. Infine, dettaglio non trascurabile, Splitgate è completamente localizzato in italiano.
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