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Song of Iron

Recensione - Song of IronXbox Series X | S Xbox One DigitalGame

Sin dall'annuncio dello scorso marzo, Song of Iron ha catturato l'interesse dei fan per via del suo stile a scorrimento cinematografico e la storia a tema vichingo. Il gioco è ora finalmente arrivato tra le nostre mani, e siamo pronti a dirvi se ha soddisfatto le aspettative!
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Il Gioco

Come avviene sempre più spesso per i titoli indipendenti, Song of Iron è sviluppato da un'unica persona, lo sviluppatore Joe Winter, che ha infuso tutta la sua passione nel creare un action game a scorrimento laterale immerso nelle lotte tra clan vichinghi. Il gioco ci permette all'inizio di selezionare un eroe maschio o femmina, subito prima di mostrarci come la nostra amata/o sia finita tra le vittime di un attacco al nostro villaggio da parte di un clan rivale, morendo così tra le nostre braccia disperate.

MX Video - Song of Iron

Una premessa del genere non può che portare ad un singolo esito: il desiderio di vendetta, che ci porta ad incamminarci in un'avventura alla ricerca dei nostri nemici. Come già detto, il gioco impiega una visuale a scorrimento laterale, ispirandosi a titoli cinematografici e dalla fisica realistica come Inside. La componente platform è ridotta al minimo, con pochi salti impegnativi, ed anche gli enigmi si risolvono spesso nello spostamento di qualche cassa o carrello per raggiungere dei punti elevati. Il cuore del gioco sono l'esplorazione lineare di aree affascinanti tra montagne, boschi, caverne e piccoli villaggi, ed ovviamente gli immancabili combattimenti.

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Sul nostro percorso troviamo infatti una gran quantità di guerrieri vichinghi a bloccarci la strada, dei quali ci dovremo liberare utilizzando un sistema di combattimento di chiaro stampo souls-like, anche se pur senza raggiungere la profondità dei titoli From Software. Come ci si aspetterebbe da un titolo del genere, il combat system prevede quindi la possibilità di infliggere colpi leggeri rapidi o colpi pesanti più lenti, effettuare parate col nostro scudo, sparare frecce con il nostro arco ed ovviamente schivare e rotolare per evitare i colpi nemici. E visto il look del gioco, a volte sembra quasi di giocare ad una versione 2D di Assassin's Creed Valhalla.

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Naturalmente però, la struttura del gioco è molto più limitata e semplice rispetto alle produzioni più blasonate citate, ed il gioco si esaurisce dopo poche ore. La varietà è però garantita da diverse battaglie boss, da alcuni risvolti di trama anche un po' folkloristici e vagamente soprannaturali ma anche dalla presenza di un buon arsenale lasciato in giro dai nemici. Tra asce, spade e bastoni, il sistema di combattimento offre diverse varianti nel corso della storia, arrivando a proporci persino abilità speciali come la spada infuocata.

Song of Iron è sviluppato per Xbox One ed ovviamente giocabile in retrocompatibilità su Xbox Series X|S, seppur senza ottimizzazioni specifiche, ma per un titolo del genere non se ne sente sicuramente il bisogno; non è presente infine la localizzazione italiana.

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Amore

Vichinghi che passione

- Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera rinascita dei miti della cultura norrena all'interno dell'intrattenimento popolare, prima con il telefilm Vikings e poi con Assassin's Creed Valhalla. Song of Iron si accosta a questi colossi e lo fa in maniera molto rispettosa dei miti a cui si ispira, ricreando al meglio i paesaggi nordici, le armature d'epoca ed effetti sonori, dai rudimentali strumenti musicali fino all'incrociarsi di spade di metallo. Un altro eccellente viaggio in un periodo storico affascinante.

La solitudine della rabbia

- Mentre il/la protagonista esplora l'affascinante mondo di gioco, per la quasi totalità dell'avventura ha un'unica compagnia: i propri pensieri. Non è infatti accompagnato da altri guerrieri, i dialoghi sono pochi, le musiche volutamente minimali e gli scenari sono belli ma spesso e volentieri desolati. Il gioco riesce così a ricreare molto efficacemente la sensazione di essere da soli contro il mondo; una bella metafora per il percorso di vendetta del/la protagonista.

Miti norreni

- Non voglio fare troppi spoiler, ma come ben saprete uno degli elementi più affascinanti della cultura nordica sono i miti basati sugli dèi di Asgard, con Odino, Thor e tutto il pantheon di divinità che ormai gli appassionati conoscono bene. Song of Iron riesce ad integrare molto bene nella propria trama questo aspetto della cultura e del folklore vichingo, rendendo così la storia ben più epica di quanto possa sembrare nelle primissime fasi del gioco e dalla semplice premessa di un viaggio di vendetta.

Odio

Crash e bug

- Nel corso della mia prova, anche dopo aver scaricato un aggiornamento rilasciato a pochi giorni dal lancio, ho riscontrato fin troppi bug e problemi di funzionamento del titolo con numerosi crash in momenti anche molto tranquilli ed anche alcuni momenti in cui il personaggio risultava incastrato ed impossibilitato a muoversi, costringendomi a ricaricare l'ultimo checkpoint o riavviare l'intero gioco. Posso capire la difficoltà di rifinire un titolo simile per un unico sviluppatore, ma Song of Iron necessita senza dubbio di qualche patch correttiva per essere goduto al meglio.

Combat system da rifinire

- Il titolo di Resting Relic si ispira al combattimento "pesante" e ritmato dei souls-like, con colpi veloci e lenti, parate e schivate di cui dobbiamo gestire al meglio il ritmo con un occhio anche alla resistenza del personaggio. Non lo fa però con la precisione che un sistema di combattimenti di questo tipo richiederebbe, dando vita a situazione che a volte non permettono una schivata bloccandoci in un punto, o che semplicemente fanno andare a segno dei colpi che sembravano troppo lontani per colpire il bersaglio. Non è troppo comoda neanche la gestione delle frecce. Insomma, per essere un gioco dove si passa una parte consistente del tempo a combattere, il sistema di combattimento non è curato quanto mi sarei aspettato.

Difficoltà altalenante

- Ai problemi del combat system si aggiunge anche un indubbio problema di bilanciamento della difficoltà. Nell'arco di 10-15 minuti incontriamo dozzine di nemici che vanno giù con un colpo solo, per poi arrivare a parti platform in cui si muore al primo sbaglio, o a boss battles che richiedono dozzine di colpi a segno e con pochissimo margine di errore, o anche solo gruppi di nemici improvvisamente molto più ostici di quelli incontrati prima. Visti i problemi dei combattimenti già descritti, queste parti possono diventare molto frustranti anche a causa di checkpoint spesso molto lontani da questi momenti di maggior difficoltà.

Tiriamo le somme

Song of Iron ci offre un mondo affascinante e cinematografico, capace di rievocare egregiamente il mondo dei vichinghi e la relativa mitologia, ma contro-bilancia questi ottimi risultati con alcuni problemi tecnici e un combat system un po' troppo approssimativo che rendono l'esperienza incostante e talvolta frustrante. Mi sento comunque di consigliarlo soprattutto agli appassionati della cultura norrena.
7.2

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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