Recensione - Greak: Memories of Azur
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Un tempo noti principalmente come studio che ha realizzato l'iconica saga di Worms, Team 17 ha negli ultimi anni esteso le sue ambizioni, fungendo anche come distributore per tanti sviluppatori che, come loro, partivano da umili origini indipendenti. Questo li ha portati a pubblicare indie memorabili come The Escapists, Yooka-Laylee e Overcooked, e proprio in questi giorni l'action game italiano Foreclosed e il metroidvania messicano Greak: Memories of Azur.Il gioco inizia con un filmato di apertura che ricorda molto la sigla di un anime, seppur con personaggi fumettistici molto più stilizzati. La storia inizia con un po' di background; ci viene infatti spiegato che una lunga guerra tra la razza magica umanoide Courine (simili a dei piccoli elfi azzurri) e i demoniaci Urlag sta imperversando da innumerevoli anni, con il giovane protagonista Courine che è l'unico ad esser riuscito a scappare all'ultima offensiva dei "cattivi" di turno.
MX Video - Greak: Memories of Azur
Non c'è solo il desiderio di riconquistare le terre perdute, poiché Greak ha anche una sorellina e un fratello maggiore. La speranza è chiara: trovarli ancora vivi dopo l'assalto. La presenza di entrambi è la chiave di svolta dell'intero gioco. I fratelli infatti viaggiano assieme per la maggior parte dell'avventura, con il giocatore che, a rotazione, dovrà controllarli. Standogli vicino, si può anche controllarli in contemporanea entrambi, facendoli saltare o compiendo operazioni specifiche all'unisono.
La presenza di personaggi multipli è fondamentale per progredire nel gioco, che è strutturato come i più classici metroidvania a scorrimento laterale: mondi semi-aperti con tanti percorsi disponibili fin da subito, molti dei quali non immediatamente raggiungibili coi personaggi e poteri a disposizione al momento. I puzzle da risolvere si alternano a segmenti platform che richiedono una certa precisione, nonché combattimenti. Ogni personaggio è dotato di armi e acrobazie specifiche che, infatti, gli permettono di essere più efficaci contro certi nemici o addirittura essere gli unici a poter superare certi ostacoli. Per esempio la sorellina Adara ha attacchi a distanza e una efficace planata, con il fratello maggiore Raydel che per esempio può aggrapparsi a certi punti con una corda, arrivando così a piattaforme altrimenti irraggiungibili.
E' presente anche una "base" in un accampamento non lontano dal villaggio perduto, dove interagire con altre persone, comprare oggetti e così via, offrendo quindi un punto di ritorno sempre familiare dopo un pezzo di avventura. Non c'è però un vero e proprio sistema di salvataggio, sono presenti dei checkpoint da cui poter ripartire in caso di morte o di ripresa della partita. Similmente al filmato di apertura, ci sono diversi filmati disegnati a mano che narrano alcuni incontri ed eventi meglio di quanto un platform bidimensionale di questo genere potrebbe fare. Queste fasi, come il resto del gioco, sono rese decisamente epiche da una colonna sonora con tanto di orchestra sinfonica.
Greak: Memories of Azur si accontenta di questo: non offre molto sviluppo dei personaggi in-game, stravolgimenti di gameplay e così via, ma l'avventura finisce prima che la relativa semplicità possano iniziare a venire a noia, con una durata sicuramente inferiore a colossi del genere come i vari Ori e Guacamelee!. Assente purtroppo anche una modalità a 2-3 giocatori, anche solo locale, che avrebbe sicuramente fatto comodo per una gestione migliore dei personaggi multipli. E' presente invece una localizzazione italiana per quel che riguarda i testi di gioco, con i dialoghi audio che si limitano invece alla sola lingua inglese. Notiamo con piacere anche che il titolo è stato ottimizzato per Xbox Series X|S, dove supporta anche 4K e 120 frame al secondo su televisori e monitor compatibili.
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