Recensione - Green Hell
Il Gioco
Il folle e ampio mondo dei survival ha preso piede nel medium videoludico in modo quasi surreale: è incredibile vedere una serie infinita di produzioni capaci di soddisfare la natura da Bear Grylls di qualsiasi giocatore. Effettivamente è innegabile non dare peso a questo genere, perché per quanto la difficoltà sia sicuramente il primo ostacolo da superare in questo tipo di giochi, è altresì vero che, una volta che si entra nei meccanismi dei vari giochi e si inizia a sfruttarli adeguatamente, la soddisfazione e l'appagamento sono sempre tanti. Il problema dei survival è solo l’enorme scoglio iniziale. Green Hell non fa eccezione, e infatti le prime ore di gioco rappresentano un grosso ostacolo, nonostante il tutorial sia ben presente sia se scegliamo la modalità storia, sia se vogliamo partire direttamente col capire le basi del gioco. La difficoltà iniziale non è bassa: ci sono una serie infinita di informazioni da memorizzare, elementi da scoprire e soprattutto tanta esplorazione. Ciò che serve ad ogni giocatore che si vuole avvicinare ad un survival come questo è sicuramente la pazienza mentre apprende come costruire, come orientarsi nella mappa e soprattutto come sopravvivere ai tanti pericoli.
MX Video - Green Hell
Partendo da una base narrativa, Green Hell ci mette nei panni di un antropologo arrivato nella Foresta Amazzonica insieme a sua moglie per conoscere, studiare e magari migliorare le condizioni di vita della tribù di Yabahuaca, indigeni che, stando alle ultime recenti informazioni, sembrano anche essere piuttosto ostili ma che conoscono i segreti di alcune piante e antidoti utili anche al mondo moderno. Jake e Mia quindi arrivano nella foresta e dopo aver messo su un accampamento di fortuna, decidono di iniziare i loro studi: Mia conosce la lingua della tribù e vuole inserirsi all’interno della comunità per farsi conoscere, mentre Jake ha il compito di salvaguardare l’accampamento e prendere appunti. Purtroppo, non va tutto come previsto e una notte arriva dal walkie-talkie una inquietante richiesta d’aiuto da parte di Mia, con una voce sconvolta e disperata. Il buon Jake decide quindi di mettersi in cammino e scoprire cosa sta succedendo a sua moglie e soprattutto il motivo per cui sente che c’è qualcosa di sinistro nell’aria. La storia di Green Hell non è di certo un’epopea di massimi livelli, anzi non è lontana dall’essere un enorme cliché di eventi, ma nonostante tutto rappresenta un valore aggiunto e che può addirittura sorprendere il giocatore. La cosa più interessante è infatti la tematica della spiritualità che va a intersecarsi bene con quella della realtà: ci saranno cose non facilmente spiegabili e che metteranno al giocatore dei dubbi su cosa stia realmente accadendo oppure no. C'è violenza e calma, crudezza e sentimento, insomma non mancherà occasione di godersi un risvolto narrativo non eccezionale ma quanto meno interessante, per una durata complessiva di circa 15-20 ore.
Dopo aver spolverato la superficie narrativa di Green Hell, passiamo al piatto forte: il gameplay. È risaputo che un gioco facente parte di questa categoria vuole innanzitutto dare una base solida di gameplay con cui il giocatore potrà affrontare le difficoltà di un mondo ostile. La Foresta Amazzonica si mostra come un luogo incredibilmente affascinante e spirituale, calmo e tranquillo, ma sa trasformarsi anche in qualcosa di spaventoso e pericoloso. Jake una volta lasciato l’accampamento non ha nulla con sé, se non un Walkie-Talkie, uno zaino capiente ma non infinito, uno smartwatch che lo aiuta a tenere sotto controllo le sue funzioni vitali e la volontà di salvare sua moglie e sopravvivere. Già dai primi momenti, il nostro obiettivo è quello di capire dove ci troviamo e come salvaguardarsi dai pericoli in giro per la mappa. Il nostro hud di gioco ci mostra la barra della vita, la barra della salute mentale e la nostra resistenza: questi rappresentano i principali valori da tenere sotto controllo per evitare una morte prematura. La vita tende a scendere più velocemente quando non mangiamo e non beviamo, ma anche se ci ammaliamo o siamo vittima di alcuni nemici o predatori. La salute mentale rappresenta lo stress di Jake, qui va però premesso che sarà possibile disattivarlo per non incorrere in una difficoltà troppo ardua già dai primi momenti: la salute mentale scende praticamente per qualsiasi azione si faccia, dal correre all’arrampicarsi, dalla pioggia al cibo non perfettamente cotto. Inoltre, una cattiva gestione delle malattie risulta essere un problema enorme per la salute mentale che porterà, salvo attenzione, a morte certa. Passare vicino a delle api, per esempio può essere fatale perché ci pungeranno e possono trasmettere delle malattie, così come l’avvelenamento dai serpenti a sonagli che, nascosti tra i cespugli, ci colpiranno improvvisamente. Non sono gli unici però, in quanto anche i fiumi o la semplice erba potrebbe causarci diversi problemi, con dei pesci pericolosi o con le sanguisughe.
Il nostro compito, quindi, è di tenere sotto controllo qualsiasi paramento possibile per non arrivare alla morte. Un menu ci permette di svolgere diverse azioni: c’è “ispeziona” che, come di cui sopra, serve per osservare tutte le parti del corpo per curare ferite, malattie, punture, sanguisughe, vermi sotto pelle, morsi e tutto il resto. Qui sarà possibile utilizzare unguenti o altri medicinali per curarsi da qualsiasi malattia possibile, ma spesso ci sarà anche bisogno di usare maniere forti come un coltello d’osso per togliere una capsula di vermi. Abbiamo poi la selezione “Taccuino”, dove sarà possibile reperire tutte le informazioni possibili per quanto concerne la storia, le conoscenze fatte e le costruzioni. Dal taccuino sarà inoltre possibile selezionare le varie costruzioni da portare nel gioco: se decidessimo di costruire un rifugio o anche un falò, a noi basterà selezionarlo dal taccuino e posarlo dove vogliamo sull’estensione della mappa. Una volta che è stato posizionato, il nostro compito consiste nel portare tutti i materiali utili per la costruzione. Abbiamo anche la sezione di “Riposo” che ci aiuterà a recuperare la resistenza con un po’ di sonno e poi abbiamo la sezione “Crea”, dove sarà possibile costruire utensili e/o oggetti utili per la sopravvivenza, come coltellini, accette, torce e trappole. Se vogliamo prendere dei tronchi o dei fogli di palme, il nostro primo obiettivo è armarci di un’accetta di pietra o di ossa per rompere gli alberi. Dobbiamo quindi trovare delle piccole pietre e dei bastoni non troppo lunghi, aprire il menu di creazione e sviluppare il nostro arnese. Purtroppo, detto così può sembrare abbastanza intuitivo, ma purtroppo pad alla mano questo non risulta essere così veloce e di facile comprensione, anche perché alla base nel tutorial non ci viene completamente spiegato. Inoltre, tutto il processo risulterà molto macchinoso e non propriamente organizzato: capiterà spesso che dovrete rivedere come costruire e quali oggetti vi servono, muovervi attraverso lo zaino e capire dove sono posizionati, utilizzare una serie di tasti veramente poco intuitivi e poi riuscire a ricreare l’utensile o arnese. Sicuramente una volta presa la mano risulterà decisamente più fattibile, ma è indubbio che le prime ore saranno davvero un ostacolo alla pazienza.
La sopravvivenza è quindi sulla base di questi aspetti ludici spesso tediosi. Come nella parte iniziale accennato, l’ostacolo incredibile di questi titoli è proprio la macchinosità e soprattutto l’enorme mole di informazioni da immagazzinare nel cervello. Se vi ammalate di malaria vi serviranno delle particolari cure, così come se vi avvelenate in qualche modo ne serviranno altre: questo inizialmente vi farà cercare e ricercare tra le varie info come ricreare unguenti o medicinali utili per sopravvivere, ma sarà difficile nelle prime ore perché il gioco non vi dirà dove trovare queste piante e quindi sarà una corsa contro il tempo. Morirete e morirete fino a giocarlo, probabilmente, ad occhi chiusi, ma va superato lo scoglio iniziale di una serie infinita di informazioni e progetti. Sicuramente una delle cose che possono aiutare i giocatori ad affrontare al meglio questa difficoltà è la cooperazione in modalità multigiocatore. Sarà possibile affrontare sia la storia che buttarsi direttamente nella modalità sopravvivenza da due fino a quattro giocatori: ovviamente qui ci si può aiutare a dividersi i compiti e magari velocizzare di gran lunga tutti i progetti e le conoscenze. Bisogna però stare sempre abbastanza vicini o comunque conoscere la mappa e orientarsi, perché è facile perdersi e il gioco non da nessun tipo di segnale utile per muoversi con semplicità. A differenza però di molti altri titoli simili, Green Hell non porta con sé una modalità multigiocatore PvP, quindi non sarà possibile scontrarsi con altri giocatori o affrontare dei gruppi come succede in titoli come ARK: Survival Evolved. L’obiettivo del multigiocatore è solo ed esclusivamente PvE, per far cooperare gli amici e imparare a conoscere il gioco sempre meglio.
Passando ai lati più tecnici, Green Hell si lascia giocare senza troppi problemi anche se il frame-rate non è stabilissimo e scende non di rado sotto i 60 fps sulle console più recenti. Sicuramente sarebbe stato meglio abbassare la risoluzione per avere un frame-rate più stabile, ma è altresì vero che la mole incredibile di oggetti fisici che il motore di gioco muove, metterebbe in difficoltà qualsiasi sistema. Graficamente il gioco si presenta nella norma, senza eccellere ma con un buon impatto visivo, con fogliame vivo e colori vivaci, anche se non mancano delle animazioni un po' legnose. Il gioco è in italiano per quanto riguarda la traduzione dei testi e dei menu, anche se alcune parole non sono perfettamente tradotte rischiando di confondere un po' il giocatore.
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