Recensione - Taxi Chaos
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Se amavate i videogiochi già a cavallo degli anni 2000, la scena dovrebbe esservi familiare: siamo a bordo di un taxi giallo, all'interno di una vibrante metropoli di stampo americano, con un timer che scandisce inesorabilmente il tempo mentre trasportiamo i passeggeri per la città tra corse folli, salti ed acrobazie spericolate. Stavolta non ci troviamo però in Crazy Taxi ma in Taxi Chaos, titolo che mira a replicare l'esperienza del classico SEGA pur facendo tesoro di due decenni d'evoluzione del mondo videoludico. Un "arcadone" (che più arcade non si può) automobilistico in cui il nostro taxi è estremamente scattante, maneggevole e veloce, eliminando del tutto elementi più realistici come danni e gestione del carburante. L'acceleratore è quasi sempre a tavoletta, e l'unica penalità per la collisione con le altre macchine è la perdita di un po' di velocità e l'annullamento delle combo, importantissime per fare più punti. Nel titolo di Team6 Game Studios non basta infatti caricare i passeggeri e portarli a destinazione in tempo record, ma anche lo stile è importante, facendo combo che fanno salire vorticosamente il segnapunti. Tenere la velocità massima il più a lungo possibile, schivare le altre auto per un pelo, usare scorciatoie creative e... saltare come grilli sono tutti modi per aumentare il livello di combo e di conseguenza i punti ottenuti.
MX Video - Taxi Chaos
E sono proprio i salti il maggior elemento distintivo di Taxi Chaos rispetto al titolo SEGA al quale si ispira: il nostro taxi è dotato di super-sospensioni molleggiate che, alla pressione di un salto, ci permettono di compiere enormi balzi capaci non solo di superare le auto nel traffico ma sufficienti anche a raggiungere il tetto di alcuni edifici, disegnati in modo da offrirci dei percorsi guidabili e che ospitano anche alcuni passeggeri. Raccogliere questi passeggeri non è però sempre conveniente e potrebbe rivelarsi essere più una distrazione, soprattutto nella modalità Arcade dove la strategia migliore per scalare le classifiche globali è quella di puntare al passeggero più vicino e sfrecciare subito verso la meta, piuttosto che perdere minuti preziosi per scalare un grattacielo.
Per chi volesse una sfida impegnativa c'è anche la variante Pro, consigliata solo a chi ha già spolpato al meglio le altre modalità. La motivazione è semplice: il gameplay non cambia, ma sparisce qualsiasi indicazione visiva sulla direzione da prendere. Se prima c'era la classica freccia colorata in cima allo schermo che indicava la nostra meta, stavolta conta solo la memoria. Richiesto un passaggio al cinema? Sta al giocatore trovarlo, senza freccia, minimappa o telecamere libere ad assisterlo. Una sfida che mette davvero alla prova senso di orientamento e memoria, e che distingue i piloti migliori da chi segue solo le indicazioni agilmente.
Per chi vuole guidare senza stress c'è invece la modalità Free Roam, d'esplorazione libera, utile per affrontare senza pensare ai punteggi le storie speciali di alcuni passeggeri. Sebbene ogni persona caricata abbia i suoi dialoghi (doppiati in inglese con sottotitoli in italiano), questi si riducono a poche scenette ripetute all'infinito; alcuni personaggi specifici ci offrono invece delle storia speciali che ci possono permettere anche di sbloccare obiettivi secondari. C'è per esempio una turista che vuole visitare luoghi noti di New Yellow City, la città in cui è ambientato il gioco e che parodizza chiaramente New York City, e tra le varie tappe ci chiede anche di recuperare dei portachiavi sparsi in giro per la mappa che si trovano, spesso e volentieri, in strade chiuse o sui tetti. Non ci sono tanti easter egg o citazioni, ma troviamo parecchie missioni opzionali di questo tipo che portano via diverse ore di gioco, oltre a quelle che potete decidere di impiegare per le modalità Arcade e Pro.
Ottenere determinati punteggi e valutazioni, scovare tutti i collezionabili e finire le missioni secondarie ci permette di sbloccare nuovi taxi, ognuno dotato di statistiche differenti; due di questi in particolare risultano particolarmente adatti a fare punteggi alti grazie alla loro velocità elevata, la loro accelerazione immediata de al''agilità nei salti. Nelle tante ore di gioco fatte, non ho mai sentito la necessità di tornare ad alcun altro taxi a disposizione salvo quei due, dunque i cacciatori di punteggi alti faranno meglio ad impegnarsi per sbloccare i bolidi migliori, comunque ottenibili già nella prima ora di gioco. Per completare tutto possono bastare un 10-15 ore, con la longevità garantita dalla presenza delle classifiche globali nelle modalità Arcade e Pro.
Tecnicamente il titolo se la cava abbastanza bene per essere una produzione minore, con uno stile abbastanza cartoonesco non troppo lontano da giochi popolari del momento come Fortnite, pur senza effetti speciali così appariscenti. Performance invece leggermente altalenanti, con un po' di frame persi qua e là, ma è risultato comunque essere giocabilissimo su Xbox Series X ed S dove ho eseguito i test. Tasto un po' più dolente il comparto audio: se da una parte c'è un eccellente doppiaggio inglese sottotitolato in italiano, le musiche sono generiche tracce che spaziano tra rock ed elettronica, che non hanno nulla a che vedere con le iconiche colonne sonore dei mitici Crazy Taxi.
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