Recensione - Skycadia
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Dopo anni decisamente poco entusiasmanti per i fan di Star Fox, lo scarso successo di critica e di vendite di Star Fox Zero è stata una mezza sentenza: questa saga e questo genere, forse, hanno esalato l'ultimo respiro. Del resto, il mondo dei videogiochi è così: una generazione può essere interamente dominata da un genere, con le console successive che spazzano via quel tipo di gioco interamente, grazie a nuove mode e nuovi sviluppi tecnologici. Sta dunque di nuovo agli sviluppatori indipendenti tenere alta la bandiera di un genere morto e sepolto, ed è qui che entra in scena Studio Nisse con il suo Skycadia. Stavolta non troviamo una campagna lineare e rispetto a Star Fox sparisce l'impostanzione su binari; qui guadagniamo una libertà di movimento aereo quasi totale, con la possibilità di fare piroette e andare in qualunque direzione, anche a testa in giù. Tutto questo a bordo di piccoli aerei comandati da animali umanoidi (similmente alla saga di Nintendo, dunque) che devono vedersela contro orde di pirati dei cieli.
MX Video - Skycadia
Non c'è dunque una storia, e le modalità di gioco sono due, entrambe potenzialmente infinite: sopravvivenza e volo libero. La seconda funge quasi da tutorial, e permette di svolazzare liberamente nei cieli del gioco per imparare al meglio i comandi, che prevedono appunto controlli a 360 gradi usando i due stick del controller, ma anche un boost che si può attivare con il grilletto sinistro, che naturalmente aumenta notevolmente la velocità massima a discapito della maneggevolezza del velivolo.
Il core del titolo sta però nella modalità sopravvivenza, dove bisogna eliminare orde sempre più numerose di pirati su navicelle sempre più bizzarre, alcune di stampo decisamente alieno. Eliminandoli si possono infatti raccogliere crediti, che hanno una doppia funzione: quando si terminano i cuori a disposizione, la quantità di crediti determina il punteggio finale, che si registra poi nelle classifiche online. Inoltre i crediti ci permettono di sbloccare nuovi personaggi, che portano navi con statistiche differenti, ma anche armamenti nuovi rispetto ai classici colpi singoli sparati in avanti. C'è dunque un elemento quasi roguelite al titolo di Studio Nisse: si possono infatti accumulare i risultati per sbloccare novità che possono darci accesso nuovi stili di gioco potenzialmente più efficaci.
Dopo un minuto o due, il cielo viene già invaso da dozzine di nemici, con il giocatore chiamato a manovrare ad alta velocità per non farsi colpire troppe volte. A tal proposito, è possibile alternare liberamente prima e terza persona, anche se la prima risulta molto più efficace per schivare al meglio i colpi e i nemici che si trovano di fronte a noi. E... finisce qui il gioco, in pratica. Non ci sono varianti multiplayer o sblocchi particolari, con di fatto solo la ricerca di punteggi sempre più alti e lo sblocco di obiettivi che ci porteranno a rifare più e più volte la modalità. Si affrontano diverse aree di gioco, ma la differenza è unicamente visiva, con tutte che si estendono sopra dei piccoli pianeti 3D che ruotano a 360 gradi sotto il giocatore ma dove in ogni caso toccare terra è morte assicurata.
Arrivare lontano nei livelli significa incontrare nemici sempre più forti e particolari, con tanto di statistiche e un'enciclopedia nel menù principale che ci permettono di capire come stiamo andando, e quanti sono ancora i pericoli che non abbiamo incontrato. Anche per raggiungere i fatidici 1000G di obiettivi Xbox bastano poche ore di gioco, con la non elevata varietà del gioco che al momento non giustificherebbe molta più permanenza di così. I testi del gioco sono pochi, e rimangono tutti in inglese, in compenso il gioco supporta la risoluzione nativa 4K e HDR sulle console che lo supportano, anche se questa risoluzione si nota poco per via del look da "tubo catodico" scelto da Studio Nisse.
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