Recensione - Ghostrunner
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Chi conosce la narrativa cyberpunk sa bene che questa si focalizza nel mostrarci un futuro che, pur essendo molto evoluto tecnologicamente, è molto problematico dal punto di vista sociale e morale. Dietro alle metropoli ultratecnologiche, alle modifiche corporee, alle insegne neon e a tanta bellezza robotica si nasconde solitamente una società al limite del collasso, con problemi di sovrappopolazione, povertà, e governi al limite del dittatoriale se non oltre, quando non sono sostituiti da tiranniche corporazioni. Non è da meno il mondo di Ghostrunner dove governa Mara, il "Maestro delle Chiavi", con metodi decisamente brutali ed al quale si oppone una forza di resistenza mirata a liberare gli oppressi. Una trama decisamente prevedibile, che però offre un ottimo spunto per tanta azione stilisticamente accattivante.Ed è proprio quest'azione ad essere il punto di forza del titolo dei polacchi One More Level, perché combina alcuni dei giochi in soggettiva più memorabili degli ultimi anni. Un parkour alla Mirror's Edge, corse e salti sul muro che ricordano quelle di Titanfall e combattimenti con la spada degni di Shadow Warrior. Il risultato? Un mix letale e appassionante dove siamo chiamati a risolvere dei veri e propri enigmi in forma di combattimenti, costantemente in inferiorità numerica e di arsenale, costretti a muoverci rapidamente da una superficie all'altra per evitare il fuoco nemico, colpendo quando si presenta l'occasione, per poi rimetterci immediatamente in movimento per non farci sopraffare.
MX Video - Ghostrunner
Alla base di questa meccanica c'è il veloce sistema di parkour, che ci permette inizialmente di correre sui muri e di atterrare su qualunque superficie, introducendo però progressivamente nuovi elementi come schivate aeree e un rampino per scagliarci rapidamente contro gli oggetti che permettono un aggancio. Come detto, la velocità è fondamentale perché i nemici sono quasi tutti dotati di armi da fuoco, mentre noi abbiamo solo una katana dalla nostra parte. Muoversi è dunque il modo principale per schivare proiettili, anche se è possibile parare i colpi con un rapido movimento di spada, un metodo più rischioso visto che un solo colpo può ucciderci costringendoci a tornare al checkpoint.
Quindi tutto sta nel muoversi tanto quanto basta per avvicinarsi al nemico ed ucciderlo con la nostra katana - semplice, no? Non tanto, perché dopo poco l'inizio della nostra avventura vengono introdotti nemici corazzati, altri protetti da barriere che prima vanno disattivate e così via, aumentando ancor di più la varietà di questi puzzle ad alta velocità. Cambiano anche le ambientazioni, inizialmente di stampo industriale tra fabbriche abbandonate e magazzini, finendo poi tra le strade di questa futuristica metropoli. La formula del gioco invece cambia poco, se non per alcune parti dove rimane solo il platform-parkour, con percorsi ad ostacoli davvero impegnativi da superare.
Una difficoltà generalmente alta accompagna le circa 8 ore della campagna, con ogni livello che presenta anche punteggi assegnati in base al tempo impiegato, ai nemici eliminati e alle morti subite. Rigiocabilità dunque alta per chi si vuole cimentare in sfide da veri speedrunner, con gli ultimi livelli che richiedono tantissima precisione già per essere finiti, figuriamoci farli velocemente e senza mai morire. Il gioco presenta un look accattivante grazie a un sapiente utilizzo dell'Unreal Engine 4, con una patch next-gen prevista nel 2021 che lo renderà anche migliore sulle nuove console. Troviamo infine la localizzazione italiana di tutti i testi e sottotitoli, mentre i dialoghi rimangono in inglese.
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